Il suono del telefonino le rintronò in testa, la sua camera era sempre la stessa, nulla era cambiato, ma qualcosa dentro di lei si , aveva sognato e che sogni aveva fatto, lui, quell’uomo con la barba bianca che la osservava mentre era esposta e succhiava cazzi a iosa, ma succhiare cazzi in quel sogno era stata quasi una cosa secondaria, quei maschi infoiati si erano accaniti sul suo corpo appeso entrandole in tutti i buchi. Una scena vivida era rimasta nella sua testa quasi fosse stata reale, lei sul pavimento di pietra sfatta di piacere in mezzo a profilattici usati mentre lui osservandola….

” Sara prendine uno e spalmatelo sul corpo hai dato piacere ai maschi e ora dai anche spettacolo, su masturbati usando come lubrificante la sborra che è nella plastica avanti…..”

E lei lo aveva fatto provando un orgasmo unico, un vero e proprio abbruttimento nel piacere, un piacere sporco nell’essere costretta e farlo che neanche lei riusciva a capire.

Si rincuorò immediatamente, tutto era stato un sogno, è proprio vero che la fantasia alle volte faceva dei brutti scherzi, ma ritornando in se pensò a quanto era successo con quell’uomo nel bar e le venne un brivido. Comunque ora era li nella sua camera mentre il telefonino suonava all’impazzata. Ricordava chiaramente erano le volte del Pub ai Piombi, cazzo, si era sognata di essere ridotta schiava, ma……allungò la mano per prendere il telefonino, non aveva dormito molto, forse mezz’ora ma era come intorpidita e si accorse di essere completamente fradicia di piacere…sorrise tra se pensando che il sogno era stato molto veritiero e così pensando rispose al telefono.

Era il suo ragazzo, la chiamava, la invitava fuori per andare a prendere una birra, ma questa volta non da Bire ma ai Piombi. Le venne quasi un accidente sentendo quel nome e lui se ne accorse, al punto da chiederle se si sentiva bene. La sua risposta fu laconica, la stava cogliendo una specie di agitazione, rientrare nel sogno, rivedere il posto dove nel suo sonno era stata presa e schiavizzata e appesa quasi come una vacca da macello. Lei completamente nuda. Ma ormai era sveglia e accettò immediatamente la proposta, voleva vedere il suo lui quasi per sincerarsi che tutto quello che era successo nel pomeriggio scomparisse per sempre, si, aveva il suo indirizzo di posta elettronica infilato in borsetta, ma era sicura che come lo avesse trovato, sarebbe finito nel cestino dei rifiuti. Si cambiò, e si truccò con sapienza, voleva essere figa per lui, se la sentiva e voleva finire la serata alla grande a casa sua con una scopata epica. Per fortuna il tempo era cambiato e a Udine c’era una splendida serata d’autunno, optò per una gonna relativamente corta, che le modellava il fondo schiena da urlo e sopra una maglia larga che si intonava perfettamente, era lunga, sembrava quasi non portasse la gonna. Si guardò allo specchio con aria critica analizzandosi come lo sa fare solo una donna e con quel trucco leggero che aveva a gli occhi il suo sguardo era stellato. Si , lui avrebbe avuto letteralmente una figa per la serata e gli occhi di tutti sarebbero stati solo per lei. E alla fine dopo aver salutato i suoi in casa e detto che non sarebbe rientrata uscì in strada. Trovò il suo Claudio, furono vicini, un bacio al fulmicotone ….per sentirsi dire….

”Dai Sara qui c’è gente dopo che siamo da me ora no, cosa possono pensare? “

Queste parole la fecero imbestialire, da una persona che quasi le aveva detto di togliersi l’intimo in pubblico a un altro maschio che non voleva essere quasi baciato perché si vergognava. Ma così era e si avviarono al pub. Mentre camminavano si accorsero che stava calando la nebbia, una nebbiolina leggera e densa; la leggera discesa di via Manin, per poi arrivare davanti al pub, quasi di fronte l’uscita del vicolo della Prefettura, Udine data l’ora tarda con quella nebbia stava assumendo un aspetto irreale con il porfido della strada che iniziava a luccicare. Quando furono da basso, trovarono la compagnia che li aspettava, i soliti lazzi le solite battute. Si sentiva quasi a disagio, quel bacio mancato dato come per sfatare tutto quello che era successo nel pomeriggio e che si era sognata non era avvenuto, per un momento vide il suo bel ragazzo come un estraneo. Quel corpo lo conosceva alla perfezione, però a lui mancava quel pizzico di torbida fantasia per farla sentire femmina puttana, in certi momenti le sarebbe piaciuta essere maltrattata oppure essere costretta a una scopata sul tavolo in mezzo ai bicchieri e a piatti che nella foga finiscono per rompersi con l’estremo disinteresse di lui che vuole solamente i suoi buchi come un cane infoiato. Eppure non era mai successo, mister perfettino come lo chiamavano gli amici, in certe situazioni era freddino anche se la foga non gli mancava. Comunque ora erano seduti tutti comodamente sorseggiando birra e sgranocchiando stuzzichini, la serata stava svolgendosi in maniera tranquilla, quando girando la testa verso le scale che portavano fuori dal locale vide lui. No, non poteva essere quell’uomo era li o era stato li perché stava uscendo, non lo aveva neanche visto. Il batticuore classico, che cosa le stava capitando , fu come una scossa, doveva uscire, doveva incontrarlo, poi per fare che..ma per salutarlo….non si immaginava per niente quello che sarebbe successo di li a poco. E con una scusa, la classica, andare a fumare una sigaretta abbandonò la tavolata e uscì . La rampa di scale, e finalmente fu fuori, Ormai era calato un nebbione con i fiocchi, quasi non si vedeva dall’altro lato della strada. Si trovò sola, si, c’erano altri avventori ma lui dove cazzo era sparito, si accese una sigaretta con rabbia, il gusto del fumo in bocca, lo fece guardandosi ancora una volta attorno, era quasi con aria sperduta e da dietro…

” Vedo che la mia amica è uscita a fumare una sigaretta…..e è anche da sola…”

Le venne un accidente, non poteva dare il gusto a quell’uomo di essere uscita per lui, si fece rabbia , ci stava ricadendo quella barba bianca nonostante tutto la affascinava, lo doveva conoscer più a fondo e nello stesso tempo mai e poi mai gli avrebbe detto che era uscita per lui con la scusa della sigaretta…E lui , senza inflessioni di voce anzi con un leggero sorriso sulle labbra…..

” Sai Sara sembravi una P. che aspetta i clienti così sola sul ciglio della strada…ora andiamo su, seguimi ” Sara ne era affascinata, un altro ordine come quell’ordine che aveva ricevuto nel bar, lo guardò con aria interrogativa non capiva e lui per tutta risposta..

” Qui c’è troppa luce e poi tra la gente non mi pare il caso, aspettavi un cliente no ..e allora io sono un cliente; il tuo primo cliente della serata”

Così dicendo si avviò con lei verso il vicolo della Prefettura, poca illuminazione. La nebbia e nella piazzetta dietro….la trattoria era chiusa per turno, non c’era anima viva, le auto posteggiate e arrivò un ordine secco….

”Giocavi a fare la puttana….: sei accontentata, ora appoggia le mani al muro, piegati e mostrami il culo”

Sentiva che la guardava…aveva il cuore in subbuglio e sapeva quello che sarebbe successo….quei sassi lucidi di umidità data dalla nebbia, quasi fighe lucide di piacere, ma ora era con lui, chiuse gli occhi e si piegò leggermente.

Si sentiva al suo posto.. si sentiva come se fosse così che dovesse essere.. sentiva naturale essere usata da lui..da lui….le sue mani corsero sui suoi fianchi, la mini aderiva perfettamente….sei sentiva offerta e le sue parole

“Tirati su la gonna lo devi fare tu, sei la mia schiava dillo……”

Se lo avesse detto lo sentiva era un punto di non ritorno, lo sentiva dentro di se la sua bocca era impastata sapeva che quella parola sarebbe stata quasi come un collare che si chiudeva…..tremava. scosse leggermente la testa. No, non voleva ma poi la parola le uscì…..

”Sono la tua schiava padrone…la tua schiava”

Così dicendo si tirò su la gonna….ora lo sapeva lui vedeva perfettamente il suo culo …il suo mandolino perfetto diviso dalla striscia del perizoma che portava. Aveva il cuore a mille. Li in un vicolo come una puttana…le sue mani la sfiorarono…il rumore della stoffa di quel minuscolo capo di intimo che si strappava, l’attimo di aderenza alla figa dato dalla tensione, una scossa elettrica….E lei….

“No, padrone il culo no…..”

E per tutta risposta ci fu un “ Taci schiava..sei solo un buco….”

Così dicendo sul suo buco ci sputò….la lubrificava e si sputò anche sulla mano….un passaggio di quelle dita lunghe sulla sua rosetta scura, una leggera forzatura……tremava sapeva quello che sarebbe successo e senti un forte calore al culo.. si il suo culo il suo buco stava per essere dilaniato… e sentiva che stava per entrare… sentiva che ad ogni andata e ritorno il suo culo avrebbe cambiato proprietario….. la sua mente cambiava padrone..

Sentì il cazzo poggiarsi…non lo fece brutalmente ma lo fece lentamente…quella carne palpitante iniziò a farsi strada in le, si scosse si piegò di più quasi per aiutarlo mentre le sue unghie si spezzavano su quella parete di intonaco…un gorgoglio dalla sua bocca…si lo sapeva si faceva inculare per la strada come una puttana che non ha neanche i soldi per l’albergo…quel cazzo la trapanava……e poi l’andirivieni il risucchio….ora la pestava, la impalava senza requie, dolore, piacere, le bruciava, strinse le labbra ma…l’orgasmo le arrivò come le onde che si abbattono sugli scogli……si pisciò addosso, la sua vescica si svuotò della birra per lasciare spazio alla carne di lui……il suo grido soffocato….

”Siii…….sono la tua schiava ……”.e lui mentre la impalava…….

”Godi puttana, hai il culo stretto vedremo di fartelo allargare…….”

Non si aspettava una frase simile……no, non poteva…si vide offerta a cazzi grossi e tesi per avere il culo sfondato….paura, piacere. ribrezzo per come si riduceva….

Aveva una strana gioia in fondo al cuore…….essere una schiava.

Un ultimo affondo sentì il cazzo vibrare lui stava godendo, le contrazioni di quella carne dalle vene in rilievo, ma a lui non se ne interessava e per continuare ad avere piacere mentre veniva continuò ad andare su e giù dentro di lei. In quella maniera si lubrificava, la sua sborra la sentì uscire dal culo, andava a sporcargli le palle…..era partita non capiva più niente voleva cazzi e basta…

Si calmarono, lei in una posa oscena non si era mossa, il suo culo era semiaperto e gocciolava il suo piacere, mentre lui le toglieva il cazzo sentì dell’aria uscire, scoreggiava, era proprio una vacca, ma…a quel punto la prese per i capelli, la strattonò come un salice e la costrinse in ginocchio. Le sue ginocchia su quei sassi lucidi tra le auto, offerta, sapeva quello che voleva, quel cazzo ora era semi floscio, lucido a pochi centimetri dal suo viso…….

”Pulisci tutto vacca……”

Lo fece si annullò definitivamente pulì quel cazzo lucido di piacere e slinguò a lungo le sue palle, era completamente partita e mentre faceva tutto questo finì di strapparsi il perizoma, le sue mani artigliarono la figa, voleva godere ancora, venne ancora, il piacere era una cosa unica si sentiva ubriaca, godeva nella vergogna, non era più un essere umano ma solo una schiava…. Alla fine lui si allontanò di qualche passo lasciandola così, la guardava, un sorriso strano, forse piacere o disprezzo, sapeva di averla nelle sue mani, ma tutto questo a lei piaceva. Ansimava, era sporca, la sborra le colava dal culo lo sentiva, e aveva la figa che sembrava un lago per non parlare della sua bocca che era impastata delle ultime gocce del suo piacere che gli aveva pulito dal cazzo. E mentre era li immobile sent’ una voce…..si ghiacciò di paura…

Continua…