Era come inebetita, lui se ne andò e lei rimase sotto la doccia accucciata, sentiva l’acqua batterle sulla faccia e perdersi sul suo corpo, non riusciva a raccapezzarsi su cosa aveva fatto, era come persa, non capiva minimamente in che cosa si fosse cacciata, aveva fatto …si se lo poteva dire, la puttana facendosi chiavare e inculare tra le macchine e poi la passeggiata nel posteggio sotterraneo di via Magrini a culo e figa completamente scoperti, aveva camminato davanti a lui perché lui glie lo aveva ordinato e lei aveva eseguito, per non parlare poi del bagagliaio dell’auto, quel suv scuro dove lei si era letteralmente aperta la figa, si era spogliata e aveva goduto in preda a una voglia perversa. Ma a lui non era bastato, l’aveva fatta camminare nuda dietro a Campoformido, dietro l’aeroporto in quel viottolo di campagna. I fari delle auto che illuminavano la strada, ma per fortuna non le aveva chiesto di camminare lungo il ciglio asfaltato come una puttana che cerca di adescare i clienti. Lei l’architetto inappuntabile sul lavoro….. e ora ?
Ora era li sotto una doccia dopo essersi fatta inculare e chiavare da lui e lui per tutta risposta e per ringraziamento le aveva pisciato addosso come si fa con un cesso….e tutto questo le era piaciuto. Si era aperta per lui aveva pisciato anche lei in preda a una voglia orgiastica. Lo sapeva facendo quel gesto aveva tremato il piacere era di nuovo entrato in lei e ne era stata eccitata. Ora invece era li sola, doveva ritornare a casa, lui l’avrebbe portata. Ma i suoi vestiti, gli slip si erano completamente persi e strappati la gonna non aveva la più pallida idea di dove potesse essere , forse nella sua auto. era salita in casa solo vestita con la giacca, e anche la parte alta dell’intimo era andata a farsi benedire. I capezzoli le facevano male per non parlare del culo che se lo sentiva indolenzito e anche la figa. L’aveva chiava con un vibratore nel culo e la sua figa per quella chiavata era stata dannatamente stretta così che lui….ci aveva dato dentro e lei ne era stata come forzata. Ora sotto quell’acqua nonostante tutto quello che era successo obbediva al suo ordine, si toccava e toccandosi l’ultima sua sborra che aveva in figa e nel culo finiva di uscire e di perdersi nel piatto della doccia tra i suoi piedi.
Udine la sua città era sempre la stessa, i suoi amici le sue conoscenze il bar dove andava e si trovavano, la pasticceria in Largo del Pecile e il posteggio dove si era esibita, anzi lui l’aveva fatta esibire per il piacere di chi l’avesse vista con il circuito interno delle telecamere di sorveglianza. Cosa voleva ancora quell’uomo da lei
Ero stranita, dovevo andare a casa ma non avevo niente da mettermi, solo la giacca e niente altro, non sapevo come fare, li il letto sfatto dai bordi in ottone…., paura…
Ora solo il mio padrone mi poteva aiutare.. solo lui mi conosce.. sa di che cosa ho bisogno.. Ero li in camera completamente nuda e mi guardai attorno, , mi accorsi che era entrato anzi mi osservava dalla porta, lui era già vestito; lo guardai e..
.” Ho capito, li nell’armadio c’è il vestito di una puttana con cui mi sono divertito, puoi mettere quello…”
Lo guardai spaventata……..e gli risposi, non so neanche con quale coraggio, perché quell’uomo mi aveva come ipnotizzata:
“Non se ne parla nemmeno.. Io mettermi un vestito da puttana ma io non sono una puttana”
Lo dissi ad alta voce e lui per tutta risposta……
” Le tue acrobazie anzi le nostre sono state riprese, non vorrai vadano in rete, sarebbe seccante per te; è meglio che obbedisci, e poi cosa direbbe la gente: sei solo una cagna vero Sara?”
Sorpresa e paura, ero in mano sua, ero stata ripresa e ora….Mi offriva il vestito di una puttana, non volevo e nello stesso tempo…..tra me e me …non aveva tutti i torti, io in rete mentre mi faccio scopare come una cagna, in qualche filmato che si guardano i maschi arrapati o qualche lesbica, non gli potevo dare il gusto, da una parte c’era la paura dall’altra una sottile forma di esibizionismo, la cagna che era in me, la ninfomane cerca cazzi stava crescendo, ma il termine puttana non mi andava….non ero una puttana anche se mi comportavo da tale e poi di che vestito si trattava?
Mi diressi verso l’armadio, giacche, e camice , poi mi indicò un sacchetto e tirai fuori tutto….era proprio un abito da troia…e che troia
Era una gonna mini realmente mini in latex come biancheria intima un micro bikini.. e sopra una camicetta traforata.,..un paio di stivali bianchi fino alle ginocchia…….avrei dovuto presentarmi a casa così..potevo dire che era carnevale……..anche se carnevale era passato da un pezzo e…..non era più neanche sul calendario, un ballo a tema, …avevo questi pensieri, guardavo affascinata quei capi. Chi li aveva indossati che razza di troia li poteva portare e poi com’era uscita se i vestiti erano li, ma le sue parole mi gelarono…
”Su, ora vestiti, gli stivali un altra volta, poi mi aspetti in strada mentre io vado a prendere la macchina….”
Ero li in strada, mi dovetti vestire con quella specie di vestito che non copriva niente e che anzi metteva in mostra tutto quello che la decenza di un pornografo permetteva, mi sentivo male e…eccitata, mi disse anche di truccarmi e alla fine allo specchio vidi una persona completamente diversa che non assomigliava minimamente a me…paura, orgoglio di vedere il mio corpo in quegli stati…..non lo so neanche io come spiegarmi e….fui in soggiorno….Lui era seduto sul divano ad aspettarmi quasi volesse una sfilata di moda e me lo disse..
“Sei una cagna degna di tutte le fantasie…..”
Tremavo, parole simili non me le aspettavo, ma dopo la parola:
“ Cuccia…fatti vedere e allarga leggermente le gambe, vediamo se si vede la figa, sei proprio una troia da strada.”
Mi umiliava ma mi piaceva e io eseguì quell’ordine stando in piedi: allargai leggermente le gambe e il biancore di quel perizoma si vide alla perfezione scomparire tra le mie grandi labbra .
Si mise a ridere guardandomi, ero rossa in volto mi sentivo avvampare, dalla maglietta traforata uscivano i miei capezzoli e quasi si vedevano bene le tette che quella specie di micro bichini di intimo non copriva per niente, avevo in mano i pacchi e la giacca….ora cosa voleva ancora da me …il culo mi faceva male, volevo andare a casa e….non ne potevo più e….nonostante tutto mi stavo bagnando al pensiero di essere in strada in quegli stati.
Mi osservò e poi….
”Perchè non ti sei messa le calze…saresti stata una puttana perfetta con tanto di reggicalze in vista….”
Rise, ma ebbe pietà di me e alla fine fummo in ascensore…Il classico rumore di quella macchina, le porte che scorro e fummo così nella galleria…….dove c’era il tabacchino e un bar…..No, non poteva essere ero vestita , posso dire che avevo tutto in vista…mi vergognavo.
E ora ero li in strada …come una puttana .
Mi lasciò sola, lui rientrò per prendere la macchina, ero in galleria, sotto di me la plastica del rivestimento, dovevo camminare sui miei tacchi, sentivo le mie gambe accarezzate dall’aria autunnale..e Si lo devo riconoscere, ero fradicia tra un attimo sarei stata in strada Mi misi la giacca ero…terrorizzata.
E così mi trovai sul marciapiede mentre i fari delle macchine mi illuminavano, davanti a me la pizzeria Cantina Fredda, …
Un pensiero folle, e se fosse uscito qualcuno che conoscevo….? in quegli stati, avrebbero visto una ….vestita da puttana…. una puttana….
Cercai di defilarmi anche se un paio di colpi di clacson li senti mentre gli abbaglianti mi prendevano l’intera figura ma poi…un altro colpo di clacson, era lui…..
Nella mia testa era lui, una macchina aveva rallentato e a bordo distinsi due persone che sicuramente mi avrebbero chiesto quanto volevo. Presi paura e nonostante tutto la situazione mi piaceva e mentre gli altri accostavano lui uscì dalla rampa dei garage e fui in macchina come un lampo, salendo, mi videro tutti, avevo il culo fuori diviso da quel micro perizoma,……una puttana che sale in auto dopo aver adescato…
E ora ero in quell’auto, mi sentivo almeno un po’ protetta, ma ora avevo il pensiero di andare a casa e di entrare in casa in quegli stati…..ma lui ridendo e capendo quello che mi passava per la testa…”
“Ancora un po’ di tempo assieme, sei vestita da puttana, ti porto a fare un giro nella zona della stazione…… ti piacerà sarai tra i tuoi simili.”
Quella frase tra i tuoi simili, mi insultava e io tacevo, la macchina fece un lungo giro e….imboccò Viale delle Ferriere, si, lo sapevo li c’erano le puttane e tutta una fauna. E le vidi, …devo dire che io a loro confronto ero vestita peggio, io ero praticamente nuda mentre li vedevo solo stivali e minigonne, parte un paio che mi battevano, ma lui ad un cero punto accostò la macchina. No, e ora cosa voleva fare, la troia era dalla mia parte e si avvicinò al finestrino, vedevo una donna, vestita come me, truccata pesantemente…
Mi fece abbassare il finestrino, la donna si accostò e vedendomi sorrise leggermente….
” Per due tariffa doppia , ma un bocconcino così te lo faccio anche scontato”
Io mi sentì un animale in vendita cosa faceva quel porco, mi voleva fare fare sesso con una troia e lui invece si fece serio e rispondendo alla donna:
“No, per adesso no, come vedi l’ho vestita da puttana ma non e stata capace, te la porto a casa domani o uno di questi giorni così può imparare a vestirsi e a muoversi…sai lei non è altro che la mia cagna e ha bisogno di essere addestrata….”
“E allora avrò tanto lavoro.. ma tu portamela e vedrai che sarai soddisfatto!”
Io non centravo, tacevo, ascoltavo quel dialogo e ad un dato punto lei …scusa…..M…lo chiamò per nome, lo doveva conoscere, era proprio un porco, quell’uomo mi faceva schifo….schifo…ma…mi piaceva…e le parole della donna…..
“Fai scendere per un momento la tua amichetta.”, lo disse con un senso di simpatia.
Scesi dalla macchina. vestita da puttana tra le puttane, paura e voglia, mi sembrava di essere una di quelle, la donna mi dette una squadrata da intenditrice come per controllare la merce, mi presi una palpata su una tetta… le sue parole poi furono glaciali..
“La tua puttanella promette bene…” ma lui dall’interno dall’auto rispose, ..
” E’ puttana personale datti una regolata so che le donne ti piacciono”
E a quelle parole la troia si quella ero; una troia…mi piantò un lingua lingua a tradimento… e io mi sciolsi.. mi mise anche una mano tra le gambe……sentì quelle dita che mi scostavano il perizoma per quel poco che copriva così che quelle dita mi entrarono dentro e lei si mise a ridere …
” Ma la tua cagna è fradicia….”
E lui per tutta risposta….
“ Ti presento la tua migliore amica da ora in avanti lei sarà la tua confidente.. dalle il tuo numero di cellulare..anzi falla salire dai vieni con noi che ti portiamo a casa!”
E io come ipnotizzata, quella lingua, quelle dita che mi avevano martoriato la fica e dato delle scosse formidabili le diedi il mio numero, la donna lo scrisse su un foglietto e ridendo, sedendosi sul sedile posteriore……
“ Non avrei mai pensato di esercitare una troia, M. sei formidabile “
Mi aveva dato della troia, ero stravolta non bastava essermi vestita da troia ma in quel momento, lui mi aveva fatto anche passeggiare su un marciapiede come una troia e quell’incontro poi con una puttana che conosceva. ….No, non poteva essere, e a quel punto una volta in auto eccitata come non mai e fradicia…
” Fammi un pompino ho voglia anch’io…”
E io giù chinata tra le vie di Udine a succhiargli il cazzo come fosse la cose più giusta da fare Ero tramortita. il suo cazzo in bocca mentre dietro a noi sul sedile posteriore una puttana, una puttana vera mi controllava e le sue parole furono di scherno….
“ Ci vorranno tante lezioni qua.. questa è proprio una frana!”
Mi sentivo dare della frana, da una puttana, succhiavo il cazzo di un maschio mentre la macchina superava la piazza dove una volta c’erano i Vigili del Fuoco e continuava attraverso via Ippolito Nievo, chiunque se si fosse affacciato da un balcone mi avrebbe visto spompinare , mie eccitavo e lo eccitavo sentivo il suo cazzo in bocca e la puttana seduta dietro allungò la mano sul mio culo. Quelle dita mi entrarono da dietro e mi andarono stuzzicare la figa di nuovo, e io senza volere la agevolai, se prima ero stata presa alla sprovvista ora ero partita anch’io, avevo un cazzo in bocca e il suo ordine non fu da meno….
”Toccati cagna” portai la mano tra le mie gambe dove incontrai le sue dita…… Ormai ero disposta a tutto pur di godere, mi avessero fatto battere….. io, l’architetto lo avrei fatto. Lo senti venirmi in bocca e io inghiotti tutto il piacere del mio padrone. Venni anch’io l’orgasmo fu unico, per la situazione per quelle carezze e per tutto l’insieme delle cose che era successo mi misi diritta sul sedile piegandomi dal piacere mentre la macchina si fermava sotto casa mia. Fu un attimo. Lui scese e mi aprì la portiera. Ero come ubriaca. Ma il peggio doveva venire perché. Senti la voce di mio padre…un colpo….Per fortuna era distante lo chiamò per nome e lui gli si fece incontro permettendomi di sgattaiolare in casa con il cuore in gola per la paura di farmi trovare in quegli stati dal genitore. Continua