Scesero le scale, Sara era come stralunata, aveva visto delle scene da raccapriccio dove il masochismo di lui e di lei con una dose di voyerismo unico l’avevano fatta da padrone. Sara era pensierosa, quelle scene da raccapriccio non se le aspettava aveva visto l’annullamento di una coppia, capiva che cose simili sarebbero potute capitare anche a lei, e a sua madre che cos’era successo nel periodo passato con quell’uomo? Quelle scale, quella specie di catapecchia….. sua madre era rimasta da basso, non era salita a guardare, quasi sapesse che cosa sarebbe successo.
Le due donne si guardarono, lui e la puttana se ne stettero in disparte e a quel punto lui entrò in quella specie di cucina dove nel frattempo sua madre si era seduta, era ancora nuda, era seria, Sara vedeva la sua bocca tirata; si chiese che cosa fosse successo con gli ospiti quando era andata a prenderli una volta arrivati con la macchina. Ora però era li e nel frattempo entrò anche lui, sembrava allegro, poggiò il foglio che aveva fatto firmare a Sara e guardando sua madre .….
”Vedi cara, è più o meno lo stesso contratto che mi hai firmato tanti anni fa solamente ha un limite di tempo e ora tua figlia ha fatto lo stesso, su ora glie lo leggi, sei tu la testimone, ne più ne meno assisti alla vendita della tua bambina, che poi non è altro che una puttana peggio della madre, credo mi darà delle magnifiche soddisfazioni, e ti farò sapere tutto”
Mia madre ara terrea, non si era vestita era li seduta a quel tavolo con quel foglio davanti, non l’avevo mai vista in quegli stati, anche se….mentre leccava la figa e il culo di quella donna, me l’avevano fatta sentire, aveva la figa fradicia…..
E la madre a quel punto iniziò a leggere

Oggi in data 20 settembre dell’anno 2012 sottoscrivo quanto sotto riportato e :

Io Sara ……..libera da ogni condizionamento e di mia piena volontà accetto il rapporto che verrà ad instaurarsi con il signor M……..detto anche Padrone lascerò che tutto quello che lui desidera e vorrà, farà parte di me e io ne sarò esecutrice in tutto e per tutto. Imploro fortemente la costrizione e la dominazione sul mio io e sul mio corpo e desidero che sia la persona qui di seguito denominata padrone a formulare e a decidere cosa dovrò fare. Il mio consenso si estende anche a terze persone cui potrò essere ceduta e pertanto:

1-Comprendo pienamente il mio stato di schiava di proprietà esclusiva appartenenza al Padrone e nell’essere tutto conscia delle possibili condizioni che ne potranno scaturire.
2-Accetto la completa e immediata obbedienza per qualunque comando mi sarà dato.
3-Accetto qualunque tipo di costrizione e la durata che il mio padrone mi vorrà dare.
4-Accetto di vestirmi e portare vestiti di qualunque tipo per l’ordine e il piacere del mio padrone.
5-Accetto di presentarmi sempre pulita e in maniera rispettosa.

PERTANTO

Non Imbarazzerò mai il mio padrone.
Non espleterò nessun bisogno corporale senza il suo permesso.
Non sarò mai titubante nell’eseguire i suoi ordini.
Non interromperò mai il mio padrone.
Non mi toccherò ne toccherò altri se non in sua presenza o senza il suo volere.
Mi inchinerò sempre ai voleri sessuali del mio padrone e delle persone cui vorrà cedermi.
Nella mia qualità di schiava non avrò mai alcuna pretesa economica.

Alla parola TI AMO tutto finirà

Io Sara quindi accetto questo contratto di schiavitù per la durata di mesi sei consapevole che lui non vanta nessun obbligo nei miei confronti.
Nel periodo di schiavitù potrò essere inanellata alla figa e alle tette.
Nel periodo di schiavitù le mie tette potranno essere gonfiate per produrre latte.
Nel periodo di schiavitù non potrò essere marchiata ne costretta ad espletare pratiche immonde con animali o del tipo coprofago.

La Schiava IL PADRONE
Sara M.

TESTIMONE 1 TESTIMONE 2
Madre di Sara la puttana addestratrice

Scese un silenzio di tomba Sara sentendo quelle parole scandite dalla madre non sapeva a che cosa pensare, sua madre aveva firmato un contratto simile e lei aveva fatto lo stesso, lo aveva firmato affascinata dalla visione che aveva visto. E ora erano li, le mancava l’aria si sentiva la bocca impastata, e lui a quel punto quasi avendo pietà di lei…
” Sara. lo hai firmato sopra pensiero, lo riconosco ho approfittato di quello che vedevi, ma ora te l’ho fatto leggere, per me è un gioco, vuoi continuare?”
Sapevo che quell’uomo serviva a mio padre, non potevo dire di no, ma sembrava quasi che in quel momento il rapporto che aveva con i miei non gli interessasse, guardava me come la tigre osserva la preda prima del balzo finale quando sa che ormai non gli può più scappare; d’altro canto non sapevo cosa dire, quelle parole mi affascinavano, mi attiravano, che cosa voleva dire essere inanellata hai seni ; hai capezzoli ? Che cosa voleva dire sottostare ai suoi ordini? E poi le tette gonfiate a dismisura per la produzione di latte, mi vidi come in una visione con due seni enormi semidistesa su un letto circondata da maschi in calore come era successo alla donna di sopra….
Paura e….fascino del proibito in quel momento si sommavano in me. E poi che rapporto c’era tra mia madre e quell’uomo sempre sorridente ormai giunto all’inizio del suo autunno.
Un nodo in gola, guardai mia madre e lui, c’era in quel momento anche la puttana che aveva ascoltato tutto, la mia maestra in fatto di sesso come la chiamava lui. Lui mi passò il foglio e aspettò, si era nel frattempo seduto e mi guardava. Non me la sentivo di cedere, orgoglio e non so che cosa e a quel punto preso il foglio in mano, lo guardai attentamente, aveva realmente letto tutto e in fondo c’era già la mia firma; lo restituì a lui dicendo
” Accetto” Mi sorrise, “Un brindisi, qui ci vuole un brindisi a Sara; vero Patrizia mi sembra di essere ritornato giovane “
A quelle parole la troia sua amica mise sul tavolo dei bicchieri e una bottiglia, caso strano in quella catapecchia c’era dell’ottimo Moet Shandon e dopo quel brindisi rivolgendosi a mia madre con il suo nome d’arte :
“Vaiolet, i vestiti li hai in auto vatteli a mettere aspetta li tua figlia viene subito”
Mia madre si alzò come imbambolata, continuava a essere schiava, eseguiva un ordine, per lei sua figlia non esisteva più, esisteva solo un’altra schiava come lei. Marito, famiglia era tutto scomparso, lei voleva a tutti i costi che gli affari del suo uomo andassero a buon fine altro non le interessava e per quegli affari era disposta a sacrificare anche la figlia. Io rimasi in quella cucina con lui, il contratto era stato firmato anche da gli altri presenti , ora ero sola con lui, la puttana si era eclissata, sembrava fosse anche lei una sua schiava ma tra loro non capivo il rapporto che ci fosse, a tratti sembravano quasi amici. Fu la puttana ad accompagnarci con la sua auto, lui si fermò in quella specie di catapecchia. Il viaggio di ritorno fu molto più breve, imboccammo alla fine via Cividale per ritornare in centro a Udine. E la sua auto si fermò nel posteggio dietro la Banca d’Italia in Piazza I Maggio, ci furono dei saluti. Quel viaggio di ritorno fu una sofferenza per il silenzio carico di tensione che si era venuto a creare nell’auto. Mamma non parlava e io me ne guardai bene da fare commenti. Quel pezzo di carta lo avevo in borsa e una volta scese per la prima volta mamma parlò, eravamo sole stavamo risalendo lungo il Vicolo Porta Nuova….
” Cosa ti pare?”
Una frase che non mi sarei mai aspettata, l’avevo vista sotto un aspetto diverso che non mi sarei mai aspettata, ma quelle parole letteralmente mi lasciarono di sasso, dava tutto per scontato, quell’uomo l’aveva completamente stregata e era vero, lo disse….
” Mi aveva stregata, ero giovane speravo che tutto fosse finito e era finito nel dimenticatoio, invece, me lo sono trovato negli affari di papà, ma si era comportato bene e non mi aveva detto niente, anzi una sera a cena da noi , tu non c’eri aveva parlato delle nostre conoscenze in comune, ma si era ben guardato di quello che succedeva tra noi due in privato e ora invece ha preso anche te, era scomparso dopo una notte di follia con i barboni, a quel tempo non ero neanche sposata tuo padre lo conobbi dopo, esattamente quattro giorni dopo. Quella notte fu un padrone per il quale io ero solo un buco e niente altro e mi fece fare di tutto e io d’altro canto ero stata una cagna in calore , scusa i termini ma a quanto ho visto ti ha già iniziato a trasformare. Quella notte mi feci schifo e alla fine scappai, non lo rividi più fino alla cena da noi. CONTINUA.