Rimasero per un momento in silenzio, Sara avrebbe voluto conoscere i particolari di quella sera…ma non se la sentiva, erano cose private di sua mamma, ma nello stesso moriva dalla voglia di sapere che cos’era successo quella sera tra i barboni, sua madre e lui, poi ad un certo punto dopo un attimo di silenzio erano arrivate quasi in Riva Bartolini….
”Mamma, nel contratto che ho firmato ho detto si al mio eventuale inanellamento e alle mie tette gonfiate…cosa mi succederà? E tu hai provata ad essere inanellata?”
E dopo un attimo, quasi per prendere il fiato da una domanda simile .. la sua risposta fu sibillina….
“Hai miei tempi al massimo si usavano i buchi per gli orecchini; per fare quelle cose qui non c’erano posti, bisognava andare a Trieste o su a Villaco qui quelle cose non andavano ancora di moda e poi se non sbaglio mi hai visto nuda e non avevo segni di anelli o altre cose.”
Sua madre parlava, ma lei non era del tutto convinta che le dicesse la verità, quella sorpresa della sua doppia vita; era arrivata come un fulmine a ciel sereno. Mai si sarebbe aspettata di vedere sua madre leccare avidamente una figa e…davanti a sua madre leggere un contratto di schiavitù dove lei acconsentiva a farsi gonfiare le tette, ad essere inanellata e a far sesso con chiunque lui avesse voluto, essere trattata come un oggetto da esporre e esibire, un buco e niente altro.
Udine, una giornata di ultimo settembre dopo quella tempesta di sensazioni e la scoperta della doppia vita della madre Sara aveva ripreso la sua vita normale. Sapeva che di li a qualche giorno ci sarebbe stata la cena a casa sua con lui.
Intanto la madre aveva ricevuto degli ordini da lui e a sua insaputa metteva triturata nel mangiare una pastiglia per la produzione di latte, lui quell’uomo dalla barba bianca la voleva vacca da latte glie lo aveva detto e lei doveva eseguire. Quelle parole quella richiesta da parte di lui l’avevano come fulminata, lui non aveva tergiversato, e nello stesso tempo le aveva ricordato che aveva delle foto particolari scattate di quando si divertivano assieme. Lei prese paura, conosceva quelle foto e anche se sua figlia l’aveva vista inputanita, quel pomeriggio non se la sentiva che andassero in giro, erano foto compromettenti e a Udine l’avrebbero sputtanata a vita e così aveva accettato. Aveva abbassato la testa in segno di assenso e lui contento le aveva dato uno scapaccione.
“ Per i vecchi tempi cara sei sempre stata la mia troia preferita”
Ma tutto questo Sara non lo sapeva,…… Il lavoro, la passeggiata fino in ufficio il rivedersi con il ragazzo. Quel giorno dopo la colazione della mattina si sentiva strana, anzi già da alcuni giorni, i capezzoli si erano induriti e gli strusciavano sul reggiseno.. che era sempre più stretto; nel giro di una settimana ne aveva già presi due di nuovi. Il petto, le tette le davano fastidio e le sembrava fossero diventate più dure, delle vene sottili apparivano, se ne accorse esaminandosi allo specchio e, si accorse anche che i capezzoli oltre che a indurirsi si stavano scurendo. Una certa apprensione ma più che tanto quella mattina non ci fece caso; si accorse invece che indossando il reggiseno i suoi capezzoli strofinandosi sulla stoffa di quel capo le facevano venire strani brividi e non erano brividi di fastidio….
Intanto lui senza dire nulla a Sara continuava ad addestrare sua madre.. le diceva come si doveva comportare a casa, come vestire.. e soprattutto cosa fare.. la obbligò a mettere una piccola telecamera in camera di suo figlia così che la potesse controllare e vedere come vestisse secondo gli ordini che lui le avrebbe dato.. Sara, la sua : “Vacca da latte” come la chiamava doveva essere trasformata in troia .
La mamma nel frattempo aveva cambiato atteggiamento, senza dire niente a nessuno stava indossando capi molto stretti che le facevano mettere in risalto le forme, il marito non capiva, la guardava perplesso e nello stesso tempo apprezzava, lei sapeva che lui la guardava, obbediva ai suoi ordini e mentre erano a tavola per la colazione della figlia quella mattina erano solo loro due, il vibram del telefonino che era sul tavolo si fece sentire. La madre guardò il telefono, un messaggio, un messaggio che fece sbiancare in volto la signora Patrizia , Sara era perplessa la osservava e poi sua madre si avvicinò a lei, e le mostrò le parole che c’erano scritte….
” Bacia tua figlia come fa una troia e mandami la foto un ordine”.
Sara ebbe un soprassalto leggendo, no, non poteva essere e invece…la madre avvicinò il suo viso alle sue labbra, ne senti l’alito, fu questione di un attimo e le loro labbra si toccarono, ma non fu un bacio casto, perché la lingua di sua madre le sfiorò prima le labbra per poi partire con una pomiciata imperiale….
E sotto voce le disse .. cerca di vestirti un po’ meglio figlia mia… così non fai rizzare nemmeno un cazzo… e si vergogno subito di quelle parole..… ma doveva ubbidire a lui; quel vecchio l’aveva in pugno e ora aveva anche sua figlia. Sara era come stralunata, sua madre che si comportava in quella maniera. Era vero di quello che era successo non ne avevano fatto più menzione e sui fatti di quel giorno era calato il silenzio. Ma ora sembrava che le cose stessero riprendendo quella piega e…
”Mamma, cosa mi devo mettere’? Devo andare a lavorare cosa può dire la gente? E poi non ho nessuna intenzione da vestirmi in modo da far rizzare i cazzi come dici tu”
E sua madre guardandola con uno sguardo tra il triste e nello stesso tempo folle…..
” Lui lo vuole ti vuole troia; e io devo obbedire ai suoi ordini devo fare in modo che tu ti vesta così”
Quel dialogo , quelle parole gelarono la figlia e ……. E Sara per tutta risposta:
“Allora dimmi non so proprio……..” e la madre “Quando torni mi occuperò del tuo nuovo guardaroba..” . Dopo quel Bacio Sara rimase stranita e si alzò dal tavolo come una sonnambula, mai si sarebbe aspettata una cosa simile, vide la madre inviare la foto di loro due con il telefonino e come in trance andò in camera sua. Le aveva detto di vestirsi da troia in poche parole, quelle parole non se le aspettava e alla fine per uscire optò per un paio di legghins ultra aderenti, un maglione lungo e le sue scarpe basse non voleva mettersi tacchi, non li voleva anche se a lui piacevano, ma lo sapeva in cuor suo lo sperava che le dicesse chiaro e tondo di usare sempre i tacchi alti……e che quelle scarpe basse fossero state le ultime che avrebbe usato. Così vestita con la sua solita Freitag a tracolla andò in ufficio.
Intanto la madre cercò di guadagnare tempo per poter parlare con il padrone sul da farsi.. e così avvenne la madre e lui uscirono tutto il pomeriggio e quando tornarono dopo aver fatto delle spese fecero scomparire tutti i suoi abiti:
Tutte le ciabatte e scarpe furono sostituiti con stivali in pelle e scarpe con tacco a spillo, via tutti gli slip…….che non furono sostituiti con nulla se non da una serie di minuscoli perizoma che non coprivano niente……i reggiseni invece furono sostituiti solo da un modello unico: un reggiseno completamente aperto..via pantaloni se non ultra aderenti e gonne molto corte…….via magliette ma solo canottierine rigorosamente bianche.. e misero assieme a quei capi anche un paio di hot pants almeno due taglie più piccole..e un cappotto.. al ginocchio …per le occasione speciali e per uscire in pubblico ogni tanto.
Sara una volta arrivata in ufficio era tutta scombussolata per quello che era successo in cucina si tuffò nel lavoro. Era li ma con la mente via, i colleghi la guardavano interdetti, avevano capito che non era una delle sue solite giornate e la lasciarono in pace quando nella tarda mattinata….
Sentì il suo telefonino vibrare in borsetta, un brivido, paura e nello stesso tempo eccitazione chi poteva essere, con il suo ragazzo era d’accordo che si sarebbero visti alla sera….
Non poteva essere che lui o una chiamata da casa e invece……
Era la puttana , quella della macchina, quella che in quella catapecchia le aveva detto come far entrare il cazzo fin oltre le tonsille……Guardando il video del telefono erano scritte parole glaciali che non si sarebbe aspettata.
”Lui ti vuole, lo devi raggiungere a casa sua, sai dove abita, ma prima di uscire dall’ufficio ti devi sfilare i leghins, sa che sei uscita con quelli , vuole che tu cammini per Udine quasi con il culo fuori, tua madre gli ha detto come sei vestita, ti aspetta…..vuole farti sentire una vacca..”
Sara guardò impietrita quelle parole e subito dopo un altro messaggio….rimarrai come intimo solo con gli slip, le tette si devono vedere ballare sotto il maglione, lui dice che ti vuole così. Farai via Mercatovecchio per arrivare da me e prenderai il bus davanti all’Università in piazza San Cristoforo devi fare una sfilata per tutti i guardoni di Udine e i studenti che fumano davanti alla biblioteca la sigaretta della pausa.
Dava ordini tramite quella puttana, da una parte sua madre che sicuramente aveva fatto la spia su come era vestita, dall’altra parte la puttana, paura e eccitazione si sommarono in lei, il sapersi mezza nuda , il passeggiare per Udine centro, dove tutti l’avrebbero vista. Era conosciuta, no, non ce la poteva fare, ma si accorse che nonostante tutto si stava bagnando. Le lancette dell’orologio scorrevano, sapeva che doveva eseguire l’ordine, paura e eccitazione si aggrovigliavano e i suoi colleghi che cosa avrebbero detto? Se fosse uscita in quegli stati ci sarebbe stato il putiferio di commenti…..lei , l’inappuntabile… poi decise, sarebbe entrata in un bar e li si sarebbe cambiata, non poteva fare una cosa simile sul posto di lavoro.
E così fece, entrò , in un bar li vicino, quasi per sfuggire a gli sguardi dei colleghi e una volta entrata dopo aver ordinato un caffè si diresse in bagno. No,e una volta dentro in quella minuscola toilette tra se e se …
” Non ce la posso fare, mi vergogno, no,”
Scosse la testa, i pensieri le turbinavano e poi in quell’ambiente in penombra tra l’odore di piscio si iniziò a spogliare, tirò su il maglione e con un movimento rapido si tolse i leghins, si guardò le gambe, erano belle non c’era che dire erano gambe fatte per essere guardate con una leggera abbronzatura e poi, fu la volta del reggiseno, si vergognava come una ladra, sentì le sue tette dure strofinare la stoffa di quella specie di maglione…. e tutto il resto finì nella sua borsetta usci così indossando solamente quel maglione che le faceva da mini vestito con il cuore in subbuglio, tremava, si era accorta che quel diabolico maglione si fermava esattamente sotto le sue natiche e se avesse fatto movimenti bruschi avrebbe messo in mostra tutto, si allungò la borsa, in modo che le poggiasse sul culo, almeno quel barlume di privacy e come uscì per prendere la consumazione che aveva chiesto trovò la troia che l’aspettava. L’aveva seguita e era vestita da troia non c’era che dire e lei non lo era da meno, le venne quasi un accidente….
Le disse di sedersi ad una tavolo assieme a lei.. , Sara si trovava in imbarazzo, la troia era si vestita……ma non era che mostrasse molto, aveva solo una profondissima scollatura e si capiva perfettamente che quelle tette erano libere; il cameriere non aveva occhi che per loro due, da una parte le gambe di Sara scoperte fino al pube e dall’altra le tette della donna…… La troia ordino due super alcolici per entrambe.. e ovviamente Sara non era abituata a bere, cercò di tergiversare e una volta sedute l’altra donna tiro fuori dalla borsetta due pastiglie…dicendo:
“ Questa è la tua punizione…..non ti sei spogliata in ufficio, queste sono un eccitante hanno un effetto lento ma la voglia che ti verrà sarà indescrivibile, ti potrai trovare ad andare chiedere cazzi e sborra in giro per calmarti; lui ti vuole così, infoiata, desidererai il piacere in qualsiasi modo”
L’eccitazione le cresceva, fu la volta dei due super alcolici e la donna le diede in mano quelle compresse…..
” Bevi e usciamo dobbiamo fare una passeggiata, mi devi mostrare il centro della tua città”
Così disse la troia prendendola per mano lei non fiatava e dopo essersi alzata in piedi la seguì come un cagnolino..
CONTINUA