Sarebbe stata una notte molto lunga, Sara prometteva bene, ormai l’effetto di quello che le aveva dato per eccitarla era finito , e lei si muoveva, ancheggiava in maniera lasciva senza che l’altra donna glie lo chiedesse e senza bisogno di essere aiutata da pastiglie strane. Dopo aver allargato in maniera spudorata le gambe e aver passeggiato lungo il marciapiede dei binari si calmò un momento, si guardò attorno e le sue parole furono glaciali. Scattami altre foto dai e sta a guardare. Così dicendo si accucciò leggermente aprendo le gambe e si portò una mano sulla figa piantandosi le dita dentro con rabbia, sporca che era non era un bello spettacolo, ma tutto questo ormai e lei piaceva. E se con una mano aveva iniziato a tormentarsi la figa, con l’altra si tormentava i capezzoli, se li pizzicava e cercava quasi di succhiarseli cercando di portare quelle mammelle abbondanti alla sua bocca. Stava diventando un animale fatto per il sesso come voleva lui il suo padrone. L’altra donna vedendola in quegli stati scattò foto su foto e poi anche la filmò , lei se ne accorse, ma in quel momento non le interessava niente presa com’era nella sua ricerca del piacere. Le dita della sua mano con la quale si ravanava la figa divennero lucide in un attimo e sotto di lei gocce su gocce andarono a formare una pozza di piacere mista a urina, non riusciva più a trattenersi, era partita. Ebbe un momento di tregua, finì con le ginocchia sul pavimento di quel marciapiede come per prendere fiato, si passò la lingua sulle labbra, guardandosi attorno come in cerca di qualche cosa, lei lo sapeva voleva cazzi che in quel momento non aveva a portata, e l’altra approfittò per avvicinarsi e con un movimento lento iniziò a strofinarle le tette con il piede provocandole quasi un attacco isterico. Gridò con rabbia quando le dita dell’altra chiuse nelle stringhette del sandalo che portava le martoriarono i capezzoli, ma ormai quella pantomina le piaceva. Lo faceva all’aperto e se in quel momento qualcuno fosse salito l’avrebbe vista in preda al piacere. Le due donne si divertirono così perché lei non paga leccò avidamente i sandali dell’altra. Sporco, sudore non le interessava, voleva sprofondare, quella cosa, quelle leccate che dava le facevano un effetto strano alla sua farfalla che le sue dita non mollavano e cercando di entrare in lei più a fondo. Furono richiamate alla realtà dal fischio della litorina che sopraggiungeva da Cividale, molto probabilmente era l’ultima corsa, lui il suo padrone aveva calcolato i tempi giusti. Si alzò così aiutata dall’altra e si infilò nuovamente lo “ straccio” che le faceva da vestito; mostrava quasi tutto ma in quel momento infoiata com’era quello era l’ultimo pensiero che aveva. . Il treno blu e bianco si fermò e le due donne salirono dentro. Lo scompartimento era pressoché vuoto se non per un ragazzo seduto, altre persone non c’erano, neanche il controllore almeno in quel momento si vedeva. E una volta sedute l’altra rivolgendosi a lei…
” Tira su il vestito, il padrone vuole che ti sieda sempre a culo nudo, devono vedere tutti o si devono accorgere della pozza di goduria che lasci sotto di te.”
Sara tremò un momento e dopo essersi guardata attorno…., un conto era dimenarsi nuda nella notte un altro conto era mostrasi in un treno sotto le luci al neon che illuminavano tutto quello che lei metteva in bella vista. Un attimo di esitazione e poi una volta allargate le gambe si tirò su il vestito. Il freddo e il caldo della pelle finta di quei sedili. Si sentiva una puttana e lo era, stava andando a farsi sbattere per una notte intera…l’eccitazione le cresceva…al solo pensiero di quello che sarebbe successo di li a poco. I quattro universitari molto probabilmente la stavano già aspettando, e un brivido scese lungo la sua schiena al pensiero di quattro cazzi lucidi e pronti a rovesciare dentro di lei la loro sborra bianca. Nel frattempo il ragazzo seduto più avanti, vedendo il loro armeggiare e sentendo un mugolio di Sara nell’attimo in cui si sedeva a culo nudo sullo skay del sedile si spostò per guardarle e una volta in piedi come se niente fosse passò lungo il corridoio tra i sedili per guardarle meglio e….proprio quando lui fu alla loro altezza la “maestra “ di Sara le ordinò di mostrarsi. Sara fu come un automa e tirò su il vestito di quel poco che servisse per mostrare la figa. Rimase immobile, non aveva il coraggio di guardare in faccia quel giovane, non sapeva chi dei due fosse più imbarazzato, ma l’altra donna intervenne per mettere le cose a posto…e per far sentire Sara quello che era in quel momento.
“ Non è altro che una puttana che porto a lavorare se vuoi guardare la merce fai pure e allunga pure le mani; omaggio della casa…”
e poi rivolgendosi all’altra donna…
”Spingi il ventre in avanti in modo che ti veda bene, devi imparare a mostrarti”
Sara lavorò come un automa, allargò le gambe ancora di un poco e si spinse in avanti spostando il busto all’indietro. Con quel movimento il vestito andò anche in tensione sul suo petto mostrando il segno dei suoi capezzoli eccitati facendo intuire che quella specie di straccio era l’unica cosa che indossava. Mostrò così la figa e quasi il buco del culo. L’uomo, il giovane la guardava affascinato mentre la sua accompagnatrice aveva un sorriso strano, ma tutto questo non le bastava perché rivolgendosi ancora a Sara
“Di che cosa sei fissandolo negli occhi, non serve tu diventi rossa di vergogna, tanto sei una puttana che va a lavorare su, spicciati dillo bene a chiare lettere….”
Erano parole che le rintronarono in testa, e nonostante tutto …sollevando il viso e guardando lui negli occhi…
”Sono una puttana che va a lavorare, mi stanno aspettando già quattro clienti, i miei buchi sono in vendita, lo vuole il mio padrone”
Lo disse, scandì quelle parole a chiare lettere mostrandosi e aggiunse senza nessun ordine ulteriore
“ Non porto altro che questo straccio, il mio padrone mi vuole nuda il più possibile…. sono solo un buco per lui”
Divenne rossa e divenne rosso in viso anche il ragazzo, non si aspettava un incontro simile e con aria titubante
“ posso proprio toccarla’ ? “
Si sentiva imbranato non sapeva come comportarsi, e l’altra donna …
” Te lo detto accomodati pure è infoiata come una ninfomane “
Lui allungò la mano, fu un attimo, quelle dita la sfiorarono corsero sulle sue grandi labbra che mostrava spudoratamente e erano semi aperte sulla sua figa vista la posizione che aveva assunto. Non era uno studente, non aveva parlato era un estraneo a tutti gli effetti, odore di sudore, sporco e a lei quello sporco fece effetto, si sentiva sporca, e questo le bastava, le dita la sfiorarono e poi affondarono dentro di lei iniziando a stuzzicarla con un “ godi troia” e quelle parole furono per lei un segnale perché il piacere esplose dentro di lei in maniera fulminante. Senza volere chiuse le gambe e con le sue mani gli prese il polso quasi per regolare quella specie di massaggio che le stava facendo. Godeva, godeva in quella forma di sporcizia tra due sedili mentre il treno entrava in stazione a Udine. Erano in vista, non c’erano tende e chiunque da una finestra delle casi adiacenti alla stazione avrebbe potuto assistere a quella scena da film porno. Chiuse gli occhi assaporando quelle scosse che si irroravano dal suo ventre per andarle a esplodere intesta. Godeva eccome se godeva, la giornata, anzi il pomeriggio era stata una girandola di piacere che in quel momento sembrava non le bastasse ancora.
E mentre tutto questo succedeva il vecchio portava a casa sua madre. Erano in silenzio mentre ripercorrevano in senso contrario via Cividale , le caserme, le pizzerie e iniziò il discorso lui chiamandola con il suo vecchio soprannome….
” Vaiolet, mi sembra di vedere te quando c divertivamo hai una figlia fantastica, ha preso tutto da te…”
Erano a modo suo complimenti, mentre la donna che lo ascoltava guardava le luci della strada senza girasi verso di lui….e gli rispose parlando lentamente…..
” Ho sperato fino all’ultimo che tu non la conoscessi, non voglio che passi tutto quello che mi hai fatto passare, basta una donna in casa , mi hai ridotto come una larva che faceva tutto quello che volevi, e ora hai anche mia figlia non è giusto….ho fatto la troia per te non voglio che lo stesso succeda a Sara”
Lui tacque, sentendo quelle parole ma poi…..
” Mi piacete tutte e due, te per quello che abbiamo passato assieme e tua figlia per quello che le voglio far fare, la prossima settimana, voi due vi trasformerete in un unica persona, vi voglio uguali, come due gemelle tette e pettinatura e porterete gli stessi vestiti, quando verrò a cena da voi a tuo marito deve prendere un colpo e così pure al ragazzo di Sara che voglio presente, tanto è un puttaniere di prima categoria, tua figlia stravede per lui perché “ è un biel frut” credo si dica così in friulano ma io ho altre idee; dunque, la porteremo qualche giorno in Austria dove conto di trasformarla e di trasformare te, di a tuo marito che vai con lei a passare una settimana alle terme vedrai che la beve, e poi lui vuole quel prestito ed è disposto a tutto vedrai che anche se ho intenzione di farvi impazzire e farlo impazzire accetterà tutto. Il mutuo i soldi per me sono una scusa, tanto li avrà ugualmente e sono sicuro che per te è lo stesso, sei stata la mia cagna da letto e ti ho vista leccare i buchi sfondati di lei, sei la puttana di sempre è inutile che ti nasconda dietro la tua aria di perbenismo, il sesso ti piace e più sporco è più godi non è vero?”
Con quelle parole, si era scoperto, se lei avesse voluto, avrebbe potuto dare un taglio netto, tanto il denaro per suo marito c’era e arano salvi, ma non lo seppe neanche lei perché gli rispose, forse il pensiero di quello che avevano passato e un po’ di sesso cattivo ed essere considerata come un buco la eccitava ancora , e a quel punto con un lungo sospiro , rivolgendosi a lui e guardandolo…
”Va bene la porterò in Austria, credo di conoscere il posto, mi hai già portato tu, tirerò fuori una scusa con mio marito farò quello che vuoi…”
Lui sentendo quelle parole di capitolazione si mise a ridere…
” Vaiolet sei sempre tu, ora allarga le gambe voglio sentire la tua figa quella della mia puttana di sempre”
E la madre di Sara allargò le gambe. Mentre la mano di lui quasi le strappava le mutandine cercando di sentirla. Si fece palpare e….
“ Ho accettato, sono proprio una troia, godere come hai vecchi tempi e questa volta con mia figlia” e lui di rimando ..”
“Non sei una troia sei la mia troia e tua figlia anche “
A quelle parole la sua auto si fermò sotto casa, mentre lei chiudeva gli occhi, il piacere la stava drogando.
CONTINUA