Il cazzo finto la ravanò a lungo nel culo , l’eccitazione le stava salendo, sua madre la stava inculando a fondo, mentre lui si gustava la scena…. Lui ad un certo punto si spostò davanti a lei e con un movimento rapido si tirò fuori il cazzo dai pantalono e lo fece scivolare sulle sue guance. Sara ebbe come un soprassalto, aveva chiuso gli occhi per gustarsi il cazzo finto che nonostante tutto le stava massacrando il culo, sua madre ci dava dentro e faceva degli affondi formidabili. L’effetto del cazzo di lui sul suo viso, fu come una scossa e lei aprì la bocca per averlo dentro, lo voleva succhiare a fondo il cazzo del suo padrone. Durante la serata ne aveva succhiati a iosa e ora, ora era la volta del suo, fece roteare la lingua attorno a quella carne palpitante e poi partì con un succhiotto maligno, voleva sentire il suo piacere, lo voleva sentir venire, voleva sentire rimbalzare il suo lattice bianco sul suo palato. Si voleva dimostrare un animale da monta e niente altro. Le due donne erano perse in quell’atto di amore saffico mentre lei aveva il cazzo di lui in bocca. Le prese i capelli, la tirò indietro, e le fece sollevare la testa. Sara rimase con la bocca socchiusa sollevando gli occhi verso di lui e ci fu una frase di sottomissione e nello stesso tempo di comando…
” Dammi di cazzo padrone, sono la tua puttana”
Lui le sorrise e con un affondo le piantò il cazzo il gola, fino in fondo, un conato di vomito, un colpo di tosse, il sapore del suo piacere di quelle prime gocce che si andavano a perdere con il sapore degli altri maschi che aveva succhiato e dopo un momento. ….sentì il cazzo finto che usava sua madre sfilarsi da lei con un risucchio osceno…ora era aperta, sfondata, i cazzi della notte e poi quella specie di bastone grosso e nerboruto l’aveva sfondata definitivamente… La madre si spostò, ma non andò via perché si sedette sotto di lei. Si appoggiò con il culo sul pavimento e poggiandosi sul sedile del divano ebbe la sua figa a portata di lingua, era completamente partita, non esisteva più la figlia ma solo una figa da succhiare e da far godere. Sentì la sua lingua andarle a solleticare il bottoncino mentre lui si spostava. Ora era lui con il suo cazzo che sarebbe entrato in lei. E lo sentì appoggiarsi tra le sue grandi labbra, non entrò subito, ma scivolò lentamente tra le grandi labbra andando a solleticare con la punta del cazzo il suo bottoncino che era già abbondantemente toccato dalla lingua di sua madre. Fu una scarica elettrica, quella lingua in quel momento dava il piacere a tutti e due, a lui e a lei, librificava ancora di più la sua figa che ormai era un fiume in piena e lubrificava il cazzo di lui, sentiva le sue vene in rilievo, lo sentiva muoversi, da un momento all’altro si sarebbe spostato per poi con un affondo entrare dentro di lei….E lo fece , fu sbattuta brutalmente, quel cazzo aderì alla perfezione alle sue micose fino al collo dell’utero. Fu sbattuta, aperta con movimenti brutali, la prese per i fianchi e la usò letteralmente come una bambola, era solo una cosa nelle sue mani, mentre le madre non le dardeggiava più il bottoncino, ma lo succhiava con rabbia come aveva fatto lei all’inizio con il cazzo di lui; e se avesse potuto vedere avrebbe visto la mano di sua madre che si toccava con rabbia, con le dita immerse nella sua figa quasi ad aprirsela. Vennero tutti e tre quasi nello stesso momento, sentì il cazzo di lui vibrare in lei e il caldo getto di piacere perdersi nella sua figa, piacere unico, quel liquido bianco e lattiginoso che le iniziò subito a colare fuori, e mentre lui godeva sentì le sue mani aprirgli le natiche per vedere il suo fiore scuro, ancora semiaperto dalle inculate che aveva ricevuto e dal trattamento del cazzo finto usato con maestria da sua madre, lo fece lentamente, mentre tremava per l’orgasmo i due suoi pollici lo andarono prima a sfiorare per poi piantarsi dentro di lui e allargarlo con forza. Sara gridò con rabbia un Nooo che si trasformò ben preso in rantolo, e senza volere agitò il culo quasi come muto invito e lui una volta sfilato il cazzo dalla sua figa, grondante di piacere lo appoggiò li e si lasciò affondare lentamente. Quel cazzo dopo esserele entrato in figa ora la inculava si stava facendo strada dentro di lei, centimetro dopo centimetro dentro il suo intestino già provato per quello che aveva fatto durante la serata con gli studenti. Ora lui si crogiolava nell’altro suo buco come finale e gli ultimi spruzzi di piacere si andarono a perdere nel suo budello scuro confondendosi con la sua merda…
Era stravolta, non aveva mai provato qualche cosa di simile, soprattutto per la situazione che si era venuuta a creare, non aveva mai visto sua madre in quegli stati, si, lo sapeva che lei ubbidiva ai suoi ordini come un automa ma non avrebbe mai creduto arrivasse a tanto. Lui si ritrasse e si andò a sedere su una poltrona difronte, ora guardava le due donne Sara non si era mossa, le faceva male la figa, il culo, si sentiva sconquassata e sua madre nel frattempo continuava a leccarla. Come da lontano le giunsero le parole di lui…
” Vaiolet, pulisci la figa e il culo di tua figlia, succhia tutto il piacere e anche quello che è caduto sul pavimento , deve essere tutto in ordine poi verrai qui a pulirmi il cazzo”
Parole di fuoco che ferirono sua madre , la stava chiamando con il suo vecchio soprannome, il nome che le aveva dato lui quando era stata la sua schiava in una giovinezza che la figlia non conosceva ma che ormai intuiva, fatta di follie e di eccessi; e sua madre iniziò a succhiarla a lappare a introdurre la lingua nella sua figa per pulirla di tutte le gocce del suo piacere. La fece mugolare, ma non se ne dette bado, continuò imperterrita mentre lei riceveva delle scosse elettriche di piacere, la puliva ma quasi con una maligna volontà si fermava a lungo sui suoi punti più sensibili per farla fremere e dare spettacolo a lui. Le mani della mamma da sotto scivolarono sui suoi seni e quelle ditta che l’avevano accarezzata a lungo quando era piccola ora le martoriavano i capezzoli facendoli diventare duri come due nocciole. Lo fece a lungo provocandole spasimi, poi si spostò per mettersi in ginocchio dietro di lei e così avere a portata di bocca il suo culo sfondato, si sentiva aperta, si accorgeva che anche da li le colava fuori il piacere di lui. E anche li la lingua di sua madre pulì tutto, disinteressandosi completamente dello sporco e di tutto il resto, era persa in quella sessione di pulizia, obbediva all’ordine del padrone. Finì, ma l’ordine di lui era stato perentorio, il pavimento e glie lo ricordò, ma per vedere la madre leccare la sborra che era caduta sul pavimento chiamò a se Sara, voleva umiliare quella donna che in giovinezza era stata la sua schiava. Sara si alzo come una sonnambula alla voce di lui e completamente nuda si andò a sedere sul bracciolo della poltrona quasi abbracciandolo, così i due guardarono quella donna leccare il pavimento e lo fece con dovizia, le sue tette penzolavano , sembravano mammelle di vacca, e così pure il ventre bombato dalle maternità avute e lei la figlia quasi per far contento il suo padrone..
” Mamma strofina anche le tette, lui vuole il pavimento lucido…”
E la donna lo fece, si contorse come un serpente scivolando sul palche in legno, puliva, lucidava per poi come conoscendo quello che lui voleva si diresse verso i due camminando a quattro zampe come un animale. Aveva il viso stravolto, le guance lucide del ciprigno di lei e della sborra di lui che le era colata sul viso mentre lei puliva tutto, aveva anche i capelli attaccaticci, sudata e gli occhi rossi, si capiva che aveva pianto, ma aveva eseguito tutto. Ma a lui tutto questo non bastava, era rimasto con il cazzo fuori, esausto per quello che aveva fatto, ancora lucido e appiccicaticcio di tutto e ci fu un altro ordine…
” Sara tieni il mio cazzo in mano e dallo da succhiare a tua madre”.
Lei lo fece lo tenne in mano, lo impugnò mentre la madre si avvicinava per un attimo dopo averlo in bocca. Lo inghiottì tutto, lo pulì a lungo mentre Sara ormai aveva tolto la mano. Quella donna non più giovane si stava perdendo in un pompino con i fiocchi lui chiuse gli occhi mentre lei faceva tutto questo, le accarezzo la testa chiamandola ancora una volta
“Vaiolet, la mia schiava di sempre, non sei cambiata”
Sara sentendo quelle parole abbe un attimo di gelosia, non capiva che cosa ci potesse essere tra quelle due persone a distanza di così tanto tempo. I due si capivano alla perfezione, mentre lei aveva bisogno di ordini , sua madre eseguiva quasi conoscesse il copione che a distanza di così tanti anni si stava ripetendo. Succhiava, lappava quel cazzo con riverenza quasi fosse un feticcio, era persa in quell’azione di pulizia, non avrebbe mai immaginato una cosa simile, si accorse che lo stava facendo venire un’altra volta perché ad un certo punto vide il piacere di lui colargli dalle labbra, la donna si piegò sulle sue cosce, con la bocca socchiusa e il suo cazzo ancora dentro. Un quadro dato dalla lussuria e dal vizio, una cosa che accomunava quei due. Poi lui si alzò lentamente, si fermò per un momento a guardare le due donne, madre e figlia, una sulla poltrona e l’altra semi appoggiata e seduta sul pavimento. Sorrise, un sorriso quasi di ringraziamento per quello che avevano fatto e che avevano fatto a lui. Finì di rivestirsi e si sfilò il portafoglio dai pantaloni, prese duecento euro e li buttò su sua madre.
“ Vaiolet avevi detto duecento euro, ti lascio anche la donna con l’obbligo di divertirti, tu il cazzo non lo hai preso, fatti accontentare da tua figlia, è un ordine e è un ordine anche per te Sara, fai godere tua madre, ci vediamo uno di questi giorni, se non sbaglio mi avete invitato a cena, vi voglio vestite uguali, ricordatelo”
E così dicendo prese la porta di casa e se ne andò lasciando sole le due donne, completamente nude in quel soggiorno di casa. Una volta sentita la porta chiudersi, rimasero in un silenzio imbarazzato, da una parte il suo ordine, dall’altra quello che era successo. Una cosa simile era già successa a casa sua in Piazzale Osoppo, ma li avevano battuto tutti i limiti la madre aveva fatto godere la figlia con lui, e a quel punto con lo sguardo perso nel nulla….
” Lui ti ha lasciata a me perché tu mi dia piacere, andiamo a dormire, io non ce la faccio più”
Così dicendo si alzò in piedi e passo dopo passo si avvicinò alla camera. Sara la stava osservando, quel corpo pesante e non più giovane, un attimo prima quella bocca l’aveva leccata e succhiata e l’aveva vista succhiare il suo cazzo fino a farlo venire. La madre fu in bagno e sentì la doccia in funzione, si puliva, si lavava, sapeva di tutto, sudore e piacere di lui per non parlare della sua bocca che alitava anche della sua merda dopo che le aveva succhiato e pulito il cazzo che le aveva ravanato il culo a lungo, la doccia la puliva quasi nel tentativo di volersi disinfettare per tutto quello che aveva fatto e poi ne uscì, vestita con un accappatoio di spugna e si butto sul letto esausta. La figlia che era rimasta come stranita sulla poltrona per tutto quello che era successo la seguì dopo un attimo, voleva stare vicino a sua madre, voleva farsi raccontare com’era stata la prima volta con lui e dove lo aveva conosciuto. Così le due donne completamente nude furono sotto le coperte, le mani della figlia furono sui suoi seni e
“ Quando lo hai conosciuto, come è successo racconta eccitami, lui vuole che siamo uguali, devo sapere, realmente sei stata la sua schiava e perché ti chiama Vaiolet?”
La madre chiuse gli occhi, quasi nel tentativo di ricordare l’origine del nome che lui le aveva dato….
” Eravamo giovani e quel giorno si era stati al mare a Grado….”