Cazzo, quella borsa grande, ma sotto che cosa caspita indossava? Le autoreggenti di sicuro, ma altro intimo? Mi aveva letteralmente preso in contropiede. E poi lei aveva continuato dicendo che dovevo essere sempre eccitato con il cazzo in tiro. Non riuscivo a capacitarmi, lei sempre così riservata e poi da un giorno all’altro…Fino a quel punto lo dovevo riconoscere mi aveva fatto fare gli straordinari in fatto di sesso e poi pensandoci bene quella cosa schifosa nel farmi leccare il mio piacere dal suo culo dove avevo appena goduto. In qualunque altra situazione mi sarei tirato indietro mentre a quel punto complici la voglia e la lussuria che si era venuta a creare tra noi due avevo leccato e succhiato di buona lena, mentre lei mi incitava umiliandomi e dicendomi che in un non lontano futuro quel piacere poteva anche essere di un altro.
In auto mentre scendevamo da Baldasseria verso l’incrocio che porta ai Laghetti Alcione battè se stessa: già sedendosi l’impermeabile che indossava si era aperto mostrando ampiamente il bordo di pizzo delle autoreggenti che si era messa, quel suo…
“ Guarda porco…guarda la tua troia che ha ancora voglia, guarda come se la mena andando in macchina”
Così dicendo si infilò la mano tra le gambe chiudendo gli occhi, le sue dita fecero rumore come ci fosse un risucchio, se le doveva infilare in fondo al suo fiore e lo devo riconoscere quel suo giochino mi fece andare fuor di testa, lo iniziò a fare all’altezza della chiesa difronte alla pizzeria da Mario. Continuò a parlare sempre tenendo gli occhi chiusi:
“ Sono un lago dentro di me ho ancora tanta voglia e la tua sborra che non sono riuscita a sputarti nel bicchiere, la prossima volta la tua cagna ti farà usare i profilattici che poi svuoterò sulla tua lingua così sentirai bene il tuo sapore, oppure me li gusterò io fino all’ultima goccia. Sei sempre il mio maschio da monta.”
Frasi che ancora un po’ mi fecero sbandare con l’auto. Era letteralmente partita come se si trovasse in un altro mondo . Continuavo a non capire , anzi lo avevo capito benissimo, non portava l’intimo di sotto, forse aveva il reggiseno, quel maledetto impermeabile si era aperto nella parte bassa , il suo busto però mi rimaneva celato causa l’abbottonatura. Accelerai superando la parte dietro del deposito della Mazda che da su Viale Palmanova e poi alla fine alla piccola piazza girai a sinistra la stradina asfaltata che portava ai laghetti, l’auto superò il ponticello all’altezza dell’impianto di irrigazione o non so che altro di un consorzio di bonifica, un paio di case con quelle del laghetto, ma a lei questo non interessava ci fu…
”Prosegui e all’incrocio gira a destra, così siamo in campagna, fermati all’altezza di quei rotoli di fieno” Proseguì non fiatando, volevo sapere quello che aveva in mente, la giornata era stata fantastica fino a quel momento anche se mi aveva preso in contropiede. Finalmente fermai la macchina e lei senza dire niente ne scese , proseguì a piedi per alcuni metri e poi…Poi si girò di scatto mostrandosi con l’impermeabile aperto. Ne rimasi affascinato, autoreggenti e reggiseno, da quello che potevo capire un reggiseno a rete che niente nascondeva all’immaginazione. Era oscena, rimasi a bocca aperta, si portò le mani dietro la schiena raccogliendo così l’impermeabile dietro lasciando in vista e libere le sue gambe lunghe che ben conoscevo. Si avvicinò lentamente dalla mia parte, facendomi segno di abbassare il finestrino e dopo di che piegandosi verso di me ….
”Quanto può valere la tua puttana, su allunga le mani senti se i miei buchi sono sfondati come piace a te, la serata è ancora lunga.”
Quelle parole, quei gesti, mi facevano impazzire, senza volere guardandola mi portai la mano sulla patta dei pantaloni, lei se ne accorse e se ne uscì con una frase molto…molto…osè:
“Su caro, fammi vedere il cazzo che hai, tiralo fuori mostrami la tua merce , vediamo se è grosso, deve essere grosso per i miei buchi, se no non sento niente, intanto guarda il mio reggiseno traforato, questo non lo hai mai visto, pensa per un momento se lo ho indossato per altri a tua insaputa.”
Faceva proprio la puttana da strada e la parte le veniva dannatamente bene, o forse era sempre stata così e io non me ne ero mai accorto. Continuò quel gioco…
” Su bello, senti che culo che ho, allunga pure le mani è gratis.”
Infilò la testa nel finestrino , e con la mano iniziò a segarmi lentamente, perdevo, avevo il cazzo già lucido e teso. Voglia, voglia perversa, non fiatavo, stavo al suo gioco. Poi tutto ad un tratto smise e con un sorriso strano mi invitò a scendere. Per fortuna ormai si era all’imbrunire e il sole rosseggiava all’altezza delle antenne della televisione, la giornata era stata particolarmente calda ma tutto questo a lei era come se non ci fosse. E una volta sceso ci fu il suo “ Guardami” si appoggiò così alla macchina con un aria da puttana scafata, aprendosi bene l’impermeabile e accendendosi una sigaretta. Era la prima volta che la vedevo fumare, un paio di boccate e continuò a recitare la parte…se parte era. Ormai realtà e fantasia si stavano mescolando…
” Su, scattami delle foto, guarda tua moglie che fa la troia che aspetta i clienti”
Lo dovevo riconoscere era uno schianto mentre io facevo la parte dell’ebete, ero li come imbambolato che la guardavo, e dovevo essere anche comico con il cazzo ancora fuori dalla patta dei pantaloni che.. se mi fossi slacciato anche la cinghia quando ero in auto sarei rimasto in mutande facendo scatenare la sua ilarità. E lei dopo aver buttato via la sigaretta si toccò il ventre:
“La mia figa ha voglia, cosa devo fare per eccitarti, sai non costo neanche tanto e so che tu sei un ottimo cliente, sono una puttana scafata capace di far rizzare i cazzi allo schioccare delle dita con cinquanta euro hai i miei buchi a scelta poi oggi mi sento in vena di beneficenza, vieni qui a leccarmi, ma ti devi segare il cazzo mentre lo fai….”
Obbedivo, mi segavo come ipnotizzato, le sue parole mi giungevano da lontano, non sapevo neanche quante foto gli avevo fatto e quando fui in ginocchio davanti a lei. Lei spinse il ventre in avanti allargando bene le gambe e poggiandosi alla macchina…iniziando una cantilena strana, parole che non avevo mai sentito….
“ Succhia lecca…lecca succhia fa il bravo, fa godere la tua padrona….”
Non mi rimaneva altro che eseguire, ero perso, la sua figa colava come non mai e ad un certo punto con un sospiro quasi rimpiangendo quelle leccate si girò di scatto…
” Ora il culo su il buco dove a casa ti sei divertito è ancora sfondato lecca , lecca anche li, succhia fuori l’ultima tua sborra che ha dentro”
Leccai anche li come un automa mentre lei allargandosi le natiche con le mani e piegandosi in avanti…
“Lecca bene, la tua lingua nel mio buco come se dovesse essere un cazzo piccolo, dai la voglio sentire, mi devo eccitare di più”
Non me lo feci ripetere due volte, a quel punto cercai di forzarla li con la lingua quasi fosse un piccolo cazzo come mi aveva chiesto; non so quanto tempo passò ma ad un certo punto quasi scuotendosi dal torpore in cui era caduta per le sensazioni che sicuramente le davo…
“ Su, ora il cazzo, impalami, il buco che vuoi, culo o figa lo voglio sentire dentro fino alle palle “
Mi rialzai, mi tremavano le gambe, per la posizione in cui mi ero venuto a trovare, per la voglia che mi stava crescendo. La presi così da dietro mentre si appoggiava al cofano della macchina per accogliermi meglio. Era fradicia, mi sembrò di mettere il cazzo in un brodo caldo, mi stava comandando, quel suo…
“ Dammi di cazzo, dammi di cazzo, lo voglio dentro fino in fondo, voglio sentire sbattermi addosso le tue palle, fammelo uscire dalla bocca sono una troia”
Così alla fine la presi per i fianchi per muovermi meglio dentro di lei e per dare più affondi nella sua carne , era una cosa indescrivibile, mi sentivo folle . Iniziai a stantufarla di brutto, il cazzo lo facevo quasi uscire interamente dalla figa per poi rimetterlo dentro con foga, c’era rumore di risucchio tanto era piena di voglia…lei intanto mugolava come una cagna in calore. Ci davo dentro con tutta la voglia che mi aveva fatto venire e lei tra l’altro doveva essere in come in trance, a tratti mi incitava, ci fu quel…
“ Dentro, dentro, entrami anche con le palle, fammelo uscire dalla bocca”
Era qualche cosa di indescrivibile, eravamo li all’aperto, sembrava come trasformata eravamo tutti e due congestionati e lei…
“ Prima che si smosci mettimelo anche nel culo, lo voglio sentire di nuovo anche li con tutto il brodo che esce dalla mia figa ormai l’ho lubrificato, la tua cagna ha voglia, tanta voglia…ancoraaa..”
Non mi rimase che ubbidire, le infilai così un dito, anzi due dita in figa e così lubrificate dal nostro piacere le la forzai li, nel culo che nel pomeriggio avevo sfondato. Poi fu la volta del cazzo, sobbalzò, non seppi mai se le feci male, le piantai il cazzo in culo con un unico affondo quasi squassandola e lei sotto quella forza , li piegata con le natiche aperte, allargate iniziò a sgrillettarsi, “ Dai, dai , ancora” mi è rimasto nelle orecchie e alla fine arrivò l’orgasmo per tutti e due, il mio cazzo letteralmente esplose di sborra nel suo intestino mentre lei si pisciava addosso.