Ero li a quattro zampe a un paio di metri da lui, ma a lui non mi interessavo, mi interessava esclusivamente il cazzo che si stava segando lentamente e che gli era tornato duro. Bisbigliai quasi fosse una cantilena…
” Dammi di cazzo, dammi di cazzo….”
Lo volevo pulsante e pieno di piacere dentro di me.
Così si avvicinava a lui, voleva il suo cazzo non le interessava altro. Si trovava a quattro zampe , si sentiva come un animale in calore che ha bisogno di accoppiarsi. Fu una specie di crescendo . Lui intanto era li sulla poltrona che se lo segava lentamente guardandola…
” Da succhiare, solo da succhiare per te, ma ora fermati”.
Lei non capiva, quegli ordini se ordini si potevano definire. Le sue tette dondolavano leggermente, le sentiva piene e a tratti le facevano male. L’amica di lui, Clara non si era tirata indietro, i suoi seni erano stati letteralmente martoriati da quella bocca. Prima baci e leccate, poi era passata a brutali succhiotti da lasciare il segno, quasi come quando da ragazzina al cinema aveva pomiciato con il morosetto e più di una volta aveva portato il foulard attorno al collo per mascherare i lividi di quei succhiotti impertinenti..
Invece ora quei segni erano sui suoi seni, sul suo corpo. A tratti quella donna l’aveva quasi morsa nella furia della passione e lei travolta da quella passione l’aveva incitata a darci dentro mentre il cazzo di lui le entrava e usciva dalla figa. Per un momento aveva sentito roteare il suo cazzo attorno alla bocca del suo utero ( invito i maschietti a provare, si arriva) . Il porco poi si divertiva con quelle uscite dalla sua figa per andare a stuzzicare il suo bottoncino con la propria punta o con tutto il dorso del suo cazzo provocandole brividi che non aveva mai conosciuto. Ora invece era lì ad aspettare lei. Lui allungò leggermente una gamba, con il piede le andò a sfiorare il suo braccio per poi con l’alluce andare a stuzzicare il suo seno. Sembrava che quel gioco lo conoscesse molto bene perché sentì le dita del suo piede sui suoi capezzoli.
A. si sentiva come intorpidita, l’unica cosa che aveva in chiaro era di riuscire ad avere il suo cazzo in bocca. E lui per tutta risposta con quel risolino malvagio.
“ La mia cagna si darà piacere sulla mia gamba. Su, cara esegui devi ridurti ad animale infoiato fino al midollo”
Lei salì su quella gamba quasi come i bambini quando giocano all’altalena appendendosi alla gamba del genitore o della nonna. Nuda, lentamente iniziò a strofinare la figa su di lui; era qualche cosa di nuovo e lo riconobbe dicendolo ad altra voce quasi per accontentarlo per quello che le aveva detto o per eccitarlo maggiormente…
” Mi sento una cagna in calore”
Disse quella parole fissando il suo cazzo in erezione quasi ne fosse ipnotizzata. E mentre lo faceva allungò il collo per andargli a lambire con la lingua le palle, si fa per dire, lui era al limite e le erano quasi completamente rientrate.. Si tirò su lentamente sempre stando in equilibrio a cavalcioni sulla sua gamba . Ora voleva darsi piacere solitario come le aveva chiesto lui, piacere tutto suo allo stato puro, tutto suo……
LEI dovevo godere, mi sentivo con una voglia folle, il servizio che avevo avuto sul letto, il mio corpo riflesso allo specchio mentre due persone mi facevano gemere mi aveva eccitato ancora di più e ora ero ormai alla fine, se non godevo sarei diventata matta. In quel momento ero come una drogata e il gusto di godere, il piacere era la mia droga. Lui mi osservava silenzioso, sapevo che mi avrebbe chiesto qualche cosa di nuovo e la richiesta arrivo da li a un attimo dopo.
“ A. stuzzicati i capezzoli mentre scivoli con la figa sulla mia gamba”
Una richiesta che eseguì prontamente perché se mi eccitavo volevo che guardandomi si eccitasse anche lui. Portavo ancora al collo la collana di perle che era rimasta miracolosamente intatta nonostante tutte le manovre che avevamo fatto su quel letto monumentale. Così me la tolsi rimanendo in ginocchio sempre su di lui, ero letteralmente accucciata sulla sua caviglia.
Una volta staccata dal collo la tese davanti a lei facendola diventare quasi una catenella, e tesa la fece passare sulle punte dei suoi capezzoli. Era una cosa che le piaceva, come farsela passare in mezzo alle gambe tra le sue grandi labbra. Sapeva in quel momento di essere oscena, , quelle palline di madreperla sui suoi capezzoli se le strofinava lentamente, le piaceva, un piacere tutto suo, nessuno avrebbe potuto capirla, ma per fare la porca davanti a un uomo era l’ideale.. Quel gusto, la voce di lui la sentiva sempre più lontana: quella dolce confusione stava riaffacciandosi dentro di lei….e…sentì la voce di un altro uomo che diceva qualche cosa battendo le mani. Ora era con due maschi. Se la donna l’aveva fatta fremere e godere, ora aveva due uomini tutti per lei, uno per la figa e uno per il culo come apprezzava.. Il nuovo venuto dalla voce doveva essere più giovane del suo anfitrione si, si poteva definire così perché quel locale lo conosceva..
LEI, una voce nuova, che cosa aveva visto succedere tra me e lui? Che cosa aveva gustato delle mie acrobazie se così si potevano definire mentre mi strofinavo sulla sua gamba come un cane in fregola, sino a mettermi il suo alluce in figa e anche oltre. Il servizio che mi aveva fatto la sua amica mi aveva aperto e ormai dentro di me si poteva entrare comodamente con un pugno tanto ero stata allargata. Ero aperta e le due gravidanze che avevo avuto avevano aiutato quel pugno che mi aveva violato. In quel momento avevo mezzo piede di lui dentro di me, e piegandomi sulla sua gamba per leccargli le palle sicuramente lo aveva visto scivolato tra le mie grandi labbra. Mi sentivo vacca perché la mia lingua riusciva a lambirgli le palle. Ero fuori di me, ero una cagna in calore che aveva bisogno di due cazzi. Non mi voltai quando sentì quella voce provenire dall’altra parte della stanza, ma sentì le sue mani sulle mie spalle che mi tiravano su in posizione eretta. Posizione che mi fece entrare in figa ancora di più il suo piede . Ero scombussolata, non mi aspettavo una cosa simile, e il maschio nuovo mi baciò brutalmente . La sua lingua tra le mie labbra . Sapeva di fumo e di non so che cosa altro, ma se quel bacio fu brutale un attimo dopo il suo commento fu peggio..
“ Sai di sborra e di sudore, sei proprio un animale da monta, ora il nostro animale ha due maschi a sua disposizione.”
Quelle parole quasi mi gelarono e il nuovo arrivato continuò rivolgendosi a M.:
“ Clara mi avevano detto che avevi trovato un animale da letto pronto a farsi riempire in ogni momento e in qualunque luogo, ma questo che vedo supera qualsiasi aspettativa e forse in due riusciremo a sfiancarla, vedo che l’aiuto dato dalla nostra comune amica è servito fino ad un certo punto.. Ad ogni modo se in due non ci dovessimo riuscire la possiamo portare sempre sul palco dove la possiamo mostrare e farle fare dell’altro…..”
Quel dialogo mi mise in una sorta di agitazione che aveva un non so che di perversione, che cosa intendeva per palco, essere esposta…e poi….mi avrebbero fatto cose innominabili in pubblico?
LUI: Poteva ben dire tutto questo per ciò che stava vedendo, mia stava dando piacere…..
LEI: Ebbi un orgasmo, mi accucciai ancor di più per riempirmi con il suo piede come se mi bastasse, pia illusione, mi pisciai addosso dal piacere, loro risero, la collana era scivolata sul tappeto le sensazioni erano state troppo forti, mi stavo stringendo i seni, le punte dei capezzoli quasi cercando di darmi dolore. Che cosa stavo diventando . Lui si alzò, qualche cosa fu messo attorno al mio collo, era una striscia di cuoio con delle borchie di brillantini, la strinsero. Il gancio fu preso e quasi fui trascinata verso il letto…
Quel letto, bagnato ancora di sudore ma a tutti e tre non interessava perché un attimo dopo abbi addosso i due maschi contemporaneamente …..Due cazzi da succhiare, me li feci entrare in bocca, quasi soffocandomi ma non mi interessava, venisse pure il loro piacere sulla mia faccia rendendomi quasi una maschera …..
CONTINUA