Ma questo a lei non interessava: passeggiò lentamente e anche se ero stanco sbavavo per quella sua figura! Dopo di che si girò e andò ad appoggiarsi al tronco di un pino marittimo. Tirò su una gamba poggiando il piede al tronco, in quella posizione mostrava la figa. le scattai una foto, poi un’altra e un’altra ancora . Lei si tirò fuori le tette, bastò un niente e i suoi capezzoli turgidi con le aureole ben scure furono sotto l’obbiettivo della mia macchina fotografica. Altri clic altri flasch…Lei per farmi ingelosire si passò il pollice e l’indice in bocca per poi umettarseli con la propria saliva e poi si stuzzicò i capezzoli per farli inturgidire ancora di più. Era una troia nata . Quando si metteva le usciva quella voglia perversa di cazzi che credo non si trovi in nessuna altra donna. Altre foto, tirò fuori la lingua passandosela sulle labbra e entrando nella parte:
“ Le foto sono gratis, ora se il mio bel maschio mi vuole avere deve pagare: figa, culo e bocca, oggi mi sento buona, figa e culo con lo stesso prezzo, e poi sono già stata lubrificata ben bene da altra sborra.”
Mi gestiva come se fossi un cliente e ne avesse già avuti altri. Fare quella parte le piaceva e ridendo:
“ Su, tocca la merce, merce che non si trova così tutti i giorni , così ben in vista, senti la mia figa come è calda e accogliente….si, c’è dentro un po’ di sperma e poi non è detto che sia tuo, sono una troia che si offre”
Non capivo se scherzava o stesse dicendo la verità…ormai ero nel caos . Fantasia e realtà si stavano confondendo nella mia testa . Quel gioco ci stava travolgendo, anzi ero travolto da quel gioco perché Adriana ragionava benissimo e sapeva quello che voleva, la parte della puttana le calza a pennello. Era li appoggiata al tronco, e mentre mi mostrava la figa la sua espressione aveva qualche cosa di perverso e quando mi avvicinai per infilarle un dito in figa come mi aveva chiesto….fissandomi tirò fuori la lingua passandosela sulle labbra quasi fosse un invito….
“Me lo dai da succhiare? Mi piace spremere cazzi fino all’ultima goccia, forse tra i miei clienti sei già stato anche se non ricordo la tua faccia. Mi può venire in mente se ti succhio oppure eri uno di quelli timidi che preferiva incularmi senza vedermi in faccia perché si vergogna delle espressioni che faceva mentre mi chiava?.”
Così anche farsi inculare da estranei? La realtà e la finzione in Adriana si mescolavano in una maniera folle; eppure era il nostro gioco. NO! Non lo era …mi dovevo calmare, stavo diventando geloso il gioco che stavamo facendo ci stava prendendo la mano. E lei osservandomi mentre si passava la lingua sulle labbra..:
“ Sono cinquanta euro bello stesso prezzo di prima, io ti ho mostrato la merce, ora però tu mi mostra la tua, su, tira fuori il cazzo …e lo voglio ben in tiro”
Come battuta ci stava eccome se ci stava , era lapidaria e a quel punto i miei pantaloni finirono sbottonati un’altra volta. Mostravo la merce come lei mi aveva chiesto. Dovevo sembrare un ebete, ma non era finita perché…:
“ Credo abbiamo degli spettatori”
Lo disse con un risolino malvagio. Effettivamente io avevo la schiena verso la strada ma lei aveva la visuale completa stando appoggiata al tronco del pino marittimo dove si era appoggiata. Per un momento credetti che scherzasse, mi scappò anche un:
“ Ma non dire cazzate..impossibile mi stai prendendo in giro”
Però quando mi girai seguendo l’indicazione del suo dito potei vedere due persone che ci guardavano, era una coppia, forse un uomo e una donna, due uomini o due donne e sinceramente doveva essere rimasta affascinata dal nostro dialogo e da quel poco che si poteva vedere nella penombra causa le luci che venivano dal campeggio. L’unica luce che ci illuminava in quel momento veniva dalle luci di cortesia dell’auto perché le portiere erano rimaste aperte. Quel poco di bagliore illuminava bene Adriana che recitava la parte della puttana scafata. I nuovi arrivati ci guardavano silenziosi, sicuramente avevano seguito il nostro linguaggio che era stato fino a quel momento fuori del comune. Mi accorsi che non si trattava di due maschi ma una coppia assortita e da quelle ombre ci fu un incitamento:
“Continuate pure, ci piace guardarvi e poi vogliamo vedere come va a finire, la “ signora” puttana ha una magnifica figura e mio marito ne è estasiato. Nel sentire il termine “ signora puttana “ mi venne da ridere,definivano così la mia Adriana. La sorpresa fu grande, ma mi riebbi subito. Esibire mia moglie che lo dovevo riconoscere era una gran bella donna era una cosa che mi eccitava moltissimo, e lei lo sapeva, glie lo avevo chiesto tante volte, anche se ora eravamo usciti dagli argini. Non mi persi d’animo e partì con una proposta che aveva dell’osceno sperando che Adriana stesse al gioco…gioco ora diventava perverso:
“ Se volete avvicinarvi a guardare fate pure, non abbiate paura, non morde la troia oggi è in vena di fare sconti.
LEI. Non mi aspettavo quella frase da lui, mi aveva preso in contropiede. Per un momento mi venne voglia di mandarlo a quel paese. Fu questione solo di un momento però e …non mi rimaneva che stare al gioco. Dunque, Adriana la Puttana, faceva anche quasi rima. E visto l’abito e la posa non è che ci volesse molto per entrare nella parte. Inoltre mostravo figa e tette. Rimasi immobile, e dato che il mio lui avevo detto che non mordevo non mi rimaneva altro che chiedere a loro di avvicinarsi e..…
“ Dunque se volete avvicinarvi a guardare fate pure , figa e tette sono in vista, ci vuole però una piccola offerta”
Dopo queste parole si avvicinarono a noi. Lei era molto formosa con un taglio di capelli molto corto; e, se i capelli erano corti aveva un siluette morbida e il vestito nero la modellava in maniera perfetta. Lo dovevo riconoscere , aveva qualche cosa di affascinante e sicuramente sapeva quello che voleva,visto che aveva parlato solo lei. Lui il marito o compagno era rimasto silenzioso perso nel guardare quella che era mia moglie, ma loro non lo sapevano. Furono vicino a noi, gli euro passarono di mano e mia moglie, era proprio mia moglie mettendosi i soldi nell’autoreggente dove si trovavano i 50 di prima che gli avevo dato. Così fatto si girò bene verso di oro mostrandosi.
“ Avete pagato, guardate pure e toccate se volete”
Così dicendo di aprì la figa per loro due. L’uomo la toccò stringendole le tette, soppesandole…le prese un capezzolo tra il medio e il pollice, vidi chiaramente che lo muoveva, lo roteava, lei ebbe un gemito quasi fosse ubriaca, ma non era vino, quella era goduria bella e buona. Bastava che le toccassero i seni e già il piacere la travolgeva.
LUI. Era la prima volta che ti vedevo con un altro uomo. Quante volte ti avevo chiesto di fare un gioco a tre e tu per tutta risposta ti mettevi a ridere dandomi del matto. E ora…la cosa si stava avverando quando meno me lo sarei aspettato. Il gioco, il nostro gioco ora lo stavi conducendo tu. Mi avevi fatto impazzire di rabbia mostrandoti a estranei come al cameriere e ai passanti sulla diga per non parlare del tratto in auto fino a Grado . Ed ora eri lanciatissima; facevi la parte della puttana e lo dovevo riconoscere ti veniva bene. Ti facevi toccare e poi non osavo immaginare che cosa sarebbe potuto accadere anche se il prologo lasciava presagire a qualche cosa di molto hot. La donna intano guardava anche lei il suo maschio intento a giocare con le tue tette e senza quasi che me ne accorgessi si era fermata al mio fianco. Fu questione di un momento, mi prese il cazzo in mano e iniziò a segarmi lentamente bisbigliandomi all’orecchio….
“ Guarda il maschio alle prese con una femmina, non lo trovi eccitante? Guarda come gli stringe i capezzoli, senti come mugola , cosa dici, finge o ha voglia? Forse è una puttana che non lo fa solo per soldi ma le piace prendere cazzi. “
Era qualche cosa di folle io scambiato per un cliente e la mia Adriana per una troia. E per concludere mentre accadeva tutto questo mi stavano segando lentamente guardando la scena. Ormai che cosa altro mi potevo aspettare? Forse sarebbero potuti arrivare altri spettatori ad assistere a quella scena boccaccesca e poi dovevo mettere in conto la mia gelosia. Gelosia, che era apparsa quando mi ero accorto che si mostrava e per me era stato un pugno nello stomaco . Era qualche cosa di torbido che mi attirava ad apprezzare quelle scene e nello stesso tempo avrei voluto dirle di coprirsi. Ed ora oltre a farsi guardare si faceva mettere le mani addosso mugolando di piacere. Intanto il mio cazzo sotto quel tocco dato da quelle mani sapienti mi era diventato duro. Lei però continuava implacabile e ad un certo punto si accucciò prendendoselo in bocca. Non ebbi il coraggio di reagire e poi ero perso nel guardare Adriana. Giuro, mi sentivo impacciato. Il mio sguardo si incrociò con quello di mia moglie , vedeva anche lei che cosa mi stava facendo quella donna, con il mio cazzo in bocca. Non ebbi il coraggio di reagire e la donna e la sua voce fu squillante lo disse ad alta voce in modo che io potessi sentire.
“ Chiava la troia, oggi offro io”
La frase fu lapidaria, detta ad alta voce e scandita in modo che potessi sentire bene. L’uomo la prese in piedi sentì il suo gemito, fu una cosa che non mi sarei aspettato. E sentendo quel gemito godetti nella bocca della donna mentre mia moglie si faceva chiavare da un altro sotto i miei occhi. Era li, appoggiata a un albero, semi svestita con la gonna tirata su in modo da mostrare la figa . Le sue gambe erano ben allargate in modo che lui non facesse fatica ad entrare in lei. La schiacciava, sembrava la volesse quasi impalare dagli affondi che gli dava. L’altra donna invece mentre aveva il mio cazzo in bocca si stava sgrillettando come un indemoniata. Però non era ancora finito tutto perché quando lui uscì da mia moglie ancora col cazzo duro e gocciolante di piacere si rivolse alla mia “crocerossina” persa a succhiare e inghiottire tutto il mio piacere.
“ Mostra al maschio come ti piace prenderlo nel culo”.
Lei non se lo fece ripetere due volte; la vidi come al rallentatore : si alzò in piedi e andò ad appoggiarsi al cofano della macchina . Non portava intimo neppure lei.
Si piegò aprendosi le natiche con le mani e disse solo” Vieni a sfondarmi” . Lui le fu addosso, inculandola con un solo affondo. Sembrava entrasse senza difficoltà. Sia io e Adriana guardavamo affascinati quella scena, lei era vicino a me e sottovoce in modo che i nostri due spettatori non ci sentissero:
“ Capperi che inculata ; ti avevo detto che avevo il culo stretto, e devo riconoscere ha un cazzo niente male “
Le risposi, “ Il tuo è un colpo basso, non mi dovevi dire una cosa simile “
Quella donna era la fine del mondo, non per niente l’avevo sposata. E ora tutte quelle proposte per un rapporto a tre si erano avverate, non come avrei voluto io, ma era successo. Lei aveva un carattere dalle mille sfaccettature e una cosa simile non me la sarei mai aspettata.
CONTINUA