La voglia di fare la puttana mi faceva provare una sorta di eccitazione che aveva in se qualche cosa di perverso che non lo riuscivo a spiegare nemmeno io. Eppure se solo me lo avessero chiesto lo avrei fatto per il mio piacere. Ed ora che cosa mi rimaneva ancora da provare. Ora il maschio giovane voleva ancora prendersi i miei buchi e dopo…Loro mi avevano detto che se non mi bastava mi avrebbero portato nella sala principale dove facevano gli spettacolini osè sul palco. Mi avrebbero lasciato a disposizione di quei volti anonimi e di quelle mani per non dire altro. La sala l’avevo vista di sfuggita, divani rotondi e girevoli dove nuda a quattro zampe sarei stata nella posizione perfetta nel prendere i cazzi dei maschi schierati attorno, non avrebbero fatto neanche fatica, bastava spostare il divano come fosse una giostra. Ma ora l’altro aveva ripreso ad accarezzarmi, sentì nuovamente quel grosso cazzo scivolarmi tra le natiche. Aveva un debole per il mio passaggio posteriore lo sentì poggiarsi sulla mia rosetta scura ancora socchiusa per il trattamento che aveva avuto in precedenza. Ero già abbondantemente lubrificata la sua sborra si era andata a mischiare con altro. Il mio culo semiaperto gocciolava di tutto, stesso piacere che mi ero portata alla bocca per eccitarli. Lo facilitai spostandomi leggermente e con una mano mi tirai su una natica . Mi sentivo porca, troia, tutto questo era eccitante. Lui che si trovava difronte a me capì la manovra e le sue labbra sfiorarono le mie mentre le sue mani iniziarono ad accarezzarmi i seni. Lo sentivo, stavo partendo di nuovo, la voglia, quella voglia di cazzo mi travolgeva nuovamente. Lui si faceva strada lentamente in me con quel cazzo grosso e tozzo fatto quasi esclusivamente per allargare. L’attimo, in cui rimasi senza fiato mentre limonavamo lui ne approfittò …
“Per te ci vuole il palco, devi esibirti…. Ma prima farai un esibizione privata per noi due. Nel cassetto del tavolinetto basso accanto alla poltrona ci sono degli oggettini che ti piaceranno e sono da usare ”
Così dicendo la sua lingua giocò nuovamente con la mia ….Piacere…. e io spinsi il culo all’indietro …ora lo avevo dentro nuovamente fino alle palle. Si mosse leggermente cercando di assecondarmi e l’altro non mi baciava solo con rabbia ma le sue mani erano scese sul mio monte di venere pizzicando il mio bottoncino ….”Urlai…..!!”
Alla fine mi trovai nuovamente esausta, avevano chiesto uno spettacolo privato, dovettero aspettare, avevo il fiatone ma l’idea di esibirmi ancora era qualche cosa di eccitante così mi sedetti sul letto, e misi i piedi su quel folto tappeto. Stando seduta mostravo perfettamente la rotondità dei miei fianchi, lo sapevo, erano da ammirare le mie forme da bambola. Mi rividi come in sogno quando a quattro zampe ero andata da lui bramando il suo cazzo o qualche cosa che mi riempisse…
Ora avendo mostrato che cosa ero capace di fare mi sentivo come un attrice, lui voleva una mia esibizione per loro due… e io sapevo che cosa ero capace di fare…. Feci per alzarmi ma lui intervenne…
“ Prima per venire da me seduto sulla poltrona ti muovevi come un animale a quattro zampe , credo tu lo debba ripetere così ti vediamo bene e vediamo bene i tuoi buchi che perdono.”
Mi prendeva in giro e così dicendo si poggiò alla spalliera del letto accendendosi una sigaretta e aspettando che mi muovessi mentre l’altro si era alzato ed era andato a versarsi da bere.
Non me lo feci ripetere, fui nuovamente a quattro zampe come una cagna marcando il movimento dei miei fianchi per dirigermi alla poltrona che mi aveva indicato. Quando fui all’altezza del tavolino basso mi accorsi dei cassetti che mi aveva indicato, in quel momento avevo il corpo indolenzito, accanto ai lividi che mi aveva lasciato la donna con i suoi succhiotti si erano sommati quelli dei due maschi, ma nonostante tutto feci quello che mi aveva chiesto e guardai dentro….una collezione di cazzi finti di varie misure per non parlare di altri oggetti il cui uso neanche lo capivo…..mi colpirono in particolare due feticci maschili, uno grosso e tozzo che se lo avessi avuto dentro di me avrebbe disarticolato il mio bacino e un altro lungo, fatto non per dare piacere ma esclusivamente per impalare. Li ebbi in mano, li guardai affascinata e li poggiai tutti e due sul tavolo basso…e…..il maschio giovane battè le mani:
“La nostra A ha dei gusti raffinati si è andata a prendere il meglio del meglio, si prepara un numero ad alta intensità erotica. Forse per premiare simile bravura dobbiamo chiamare altri spettatori,è una ninfomane da manuale”
Fui sulla poltrona e poggiai le gambe sui braccioli. Ora mi mostravo, stando in quella posizione figa e culo apparivano agli occhi dei due maschi in maniera evidente. Sorrisi , e poi che cosa altro c’era nel cassetto del tavolinetto basso, la curiosità come si suol dire è femmina …
Ero li ora, seduta, aperta , mi mostravo, presi così in mano il primo vibratore quello grosso e largo quasi della grandezza di una bottiglia di coca cola da litro. Quella punta rotondeggiante simile a un cazzo maschile in erezione dalle proporzioni fuori dal comune…Mi venne in mente il cazzo di un toro, ma fu solo un attimo perché lo passai con la lingua. Nella stanza era sceso il silenzio e alla porta si era affacciata anche la donna che mi aveva fatto inarcare di piacere. Anche lei mi guardava affascinata.
La sua mano a stento lo stringeva . se lo passò tra le tette, lo fece scivolare lentamente e quando arrivava in cima se lo toccava con la punta della lingua abbassando il mento. Era una cosa indescrivibile, il ritratto della lussuria…..E faceva tutto questo stando con le gambe aperte appoggiate ai braccioli della poltrona. Lo faceva in modo che vedessimo bene la sua figa e il culo gocciolanti. Ci metteva l’anima nel fare quei movimenti da pantera e lo dovevo riconoscere ci faceva eccitare. Dopo quei passaggi tra i suoi seni quel megafallo scese verso la parte bassa del suo ventre. Un attrice nata, nessun altro a mio ricordo era capace di fare questo gioco con tanta gestualità. Ci fissava…quasi volesse dire :
“I vostri cazzi non mi bastano, ora per calmare le mie voglie ci vuole roba grossa da far paura a chiunque, grossa fino al punto di farmi disarticolare il bacino”
Poggiò così quella pinta lucida sulla sua figa, con movimenti lenti si aprì le grandi labbra e dopo averci dato un occhiata in tralice impugnatolo con tutte e due le mani…spinse…..spinse.
CONTINUA