Per entrare nel locale dovettero fare una serie di gradini. Il posto era quasi in un seminterrato e la luce veniva da delle finestre poste in alto simili a delle feritoie. Luci accese, per quel poco che potevano illuminare, il tutto era avvolto nella penombra. Odore di sudato e di cipolla andata a male. Un bancone con alla fine una vetrinetta con dentro dei panini che avevano visto giorni migliori. Un paio di tavoli che in quel momento erano vuoti eccetto per uno dove sedeva una donna intenta a fare un solitario. Il titolare, come entrarono, salutò lui con enfasi. Il classico oste da romanzo noir, una pancia prominente con un grembiule che aveva visto tempi molto più puliti considerando le macchie di unto che aveva. La barba era lunga, e una cicca in barba alla legge sul fumo penzolava all’angolo della sua bocca. Si dettero la mano, lei si sentiva impacciata, era nuda sotto e lui con la massima indifferenza la fece sedere su un trespolo che si trovava accanto al banco mentre lui prendeva posto su un altro al suo fianco. Si sentì male, salire su una seggiola simile, una specie di seggiolone in legno, l’impermeabile che indossava sarebbe salito vertiginosamente mostrando tutto. Era impacciata, si vergognava da morire, e se prima erano stati in un negozio ora erano in un locale pubblico se quel posto si poteva chiamare locale. Poi aveva uno estremo bisogno di fare pipì e rabbrividiva al pensiero di come fossero i bagni. A loro si avvicinò anche la donna che un momento prima sedeva a un tavolo di quella specie di osteria. Sembrava conoscesse lui e…
“Che cosa ci hai portato, giri sempre con dei fiori così inesperti…”
Lui sorrise e Eliana si sentì male, l’impermeabile era risalito vertiginosamente, si capiva perfettamente che portava le autoreggenti e in quel momento le sue gambe erano letteralmente una festa per gli occhi di chiunque, quelle calze che aveva indossato, unite alle scarpe nere dal tacco vertiginoso e sottile le allungavano e ne facevano accentuare la perfezione. Le accavallò, non voleva mostrare la sua figa a causa di quell’impermeabile così corto, si piegò leggermente in avanti come per proteggersi. Ma lui in quel momento distolto dalle parole della donna, probabilmente una puttana in disarmo vista la mini che portava e il top che quasi non nascondeva un paio di tette letteralmente opulente e burrose che facevano scomparire le sue da quanto vibravano ad ogni passo. Lui le sorrise e quasi a mettere le cose in chiaro…
”E’ solo una conoscente che porto a fare un giro nei posti che piacciono a me, e se le piace questo posto vuol dire che le piaceranno tutti quelli che frequento; come puoi vedere non porta nessun collare”
Sentendo quelle parole a lei venne quasi un colpo, che cosa voleva intendere con quella parola: collare? L’altra donna si mise a ridere, aveva labbra carnose dipinte di rosso fuoco, mentre i suoi capelli erano letteralmente una criniera di riccioli brizzolati; e lui girandosi verso la sua ospite volle rispondere a quella domanda inespressa di Eliana.
“Vedi Eliana, a me piacciono le donne con il collare, e sono loro di solito a dirmelo che lo vogliono attorno al collo, ora mostra le tue belle gambe a questa “signora della notte”, sa apprezzare le cose belle e così le riuscirà a vedere anche lui, il nostro oste della malora che si sta slogando il collo per guardartele”
Paura, eccitazione, ora quell’uomo le chiedeva di mettersi in mostra. No, non poteva chiederle una cosa simile, mettersi in mostra, un ordine, si vergognava come una ladra, li in quel locale dall’aria malfamata, davanti a quelle due persone. Ora tutti aspettavano, lui si era girato verso di lei scandendo quelle parole. Le altre due persone erano li, tutte in attesa. Eliana sentì le guance arrossarsi, non sapeva dove guardare e nello stesso tempo si sentiva quasi lusingata, per un attimo si vide riflessa nella sua mente completamente nuda vestita di un solo collare, ma fu solo un momento. Respirò a fondo e scavallò le gambe, ora si mostrava, si vedeva perfettamente dove terminavano le sue calze e la striscia bianca della pelle che non era coperta, lo sguardo lo teneva basso, gli occhi di tutti la guardavano e lui quasi per accentuare il suo stato, si piegò verso di lei e iniziò ad aprirle l’impermeabile, prima la cinghia che aveva stretto in vita e poi…bottone dopo bottone, uno alla volta indugiando lentamente, quasi voler fare una sorpresa ai due presenti che se la mangiavano con gli occhi. Videro così la sua pelle candida, quasi un animale da sacrificare, i suoi seni, il bustino che le stringeva la vita e per finire la sua figa. Lui in quel momento era gelido, e sollevandole il mento con la mano le ordinò
“Allarga le gambe Eliana, su mostrati, hai girato si può dire nuda per Milano vestita solo dell’impermeabile, cosa potevi pretendere, ormai il pomeriggio con me sta per finire e questo è il regalo per i miei amici, sei solo un animale riconoscilo, tutto questo ti piace. Devo solo capire quale animale, ma non sei altro che un animale chiaro?”
Erano parole quasi dette con cattiveria, si sentiva frastornata, si stava mostrando, lui quasi la insultava e…si, tutto questo le piaceva, era solo una marionetta nelle sue mani e lui ne stava facendo quello che voleva. E poi il tocco finale quasi l’affondo assassino…rivolgendosi all’altra donna…
“Porta la nostra ospite dove batti, mostrale il posto, credo che voglia andare anche in bagno e se non sbaglio la strada è da quella parte”
Così dicendo si girò poi verso l’oste chiedendo, altro…..Lei prese paura, era li in quell’ambiente nuda e ora lui voleva che vedesse il posto dove una puttana la dava, una camera sicuramente. La donna la guardò, si vedeva chiaramente il segno dei capezzoli sotto quel top da negozio cinese che portava, era leggerissimo e quei seni ballonzolavano alla grande per non parlare della mini che indossava, quasi una fusciacca stretta attorno ai fianchi. Era nuda sotto anche lei, o forse aveva una specie di perizoma miniscolo, non si capiva, mentre lei aveva tutto in vista e la donna, in un primo momento le toccò la spalla…… poi quella mano dalle dita con le unghie rosse e sbrecciate scese lungo la sua spalla provocandole brividi strani per andarle a toccare i capezzoli….Si accorse subito che la cosa le faceva effetto e….
” Sento che la conoscente del nostro amico si agita al tocco delle mie dita, forse le piace”
Lo disse ridendo, in quel pomeriggio era la seconda volta che una donna la toccava. Non riusciva a capacitarsi, tutto il suo passato si era completamente cancellato. Chiuse gli occhi per un momento quasi per assaporare quel tocco e mentre succedeva questo senti la voce di lui che le ripeteva quanto detto in precedenza…
” Su portala a vedere dove lavori, spicciati, non abbiamo molto tempo, la professoressa deve ritornare dalla sua bambina, sono sicuro che il posto le piacerà…”