Eliana prese quasi paura. Un senso di disgusto le attanagliò lo stomaco. Sapeva che poteva essere lei al posto suo in qualunque momento. Lui il vecchio si fermò ad osservare la scena. Ma non erano soli perché in un angolo un altro maschio seduto su una sedia si stava ancora segando bellamente intento a guardare quel coito. Aspettarono che l’uomo finisse. Poi alla svelta si tirò su i calzoni dopo essersi rimesso il cazzo nelle mutande. Un membro ancora lucido di voglia in semi erezione. La sua amica rimase li sul letto a quattro zampe come imbambolata. Si vedeva un brodo biancastro le usciva dal culo semi aperto. Era il ritratto dello sporco e della lussuria con quei due seni pesanti che le penzolavano come due mammelle di vacca. Fu questione di poco perché la voce di lui le richiamò tutte e due alla realtà.
”Non ti si può lasciare sola un momento che ti fai scopare da chiunque. A quanto vedo hai anche bisogno degli spettatori per eccitarti di più”
E mentre lui diceva quelle parole l’altro maschio seduto si continuava a segare perso com’era nel guardare il corpo della sua collega ancora a quattro zampe sul letto…. Ma lui continuò…
” Vedi di prepararmi Eliana, la voglio pronta in dieci minuti. Poi la devo portare ad una festicciola. Sarà un ospite della serata, assieme a tutte le altre coppie che vi parteciperanno”
Eliana non capiva, sapeva in cuor suo che non si trattava di una cena. Quella parola cena era stata solo una pia illusione nel tentativo di auto convincersi che non sarebbe successo niente. Ma visti gli stati nei quali lui pretendeva si vestisse non c’era da farsi illusioni su cosa sarebbe successo. La sua amica si scosse e si alzò lentamente dal letto. E con il movimento che faceva perdeva aria dal culo facendo rumori osceni. Perdeva tutta l’aria che quel cazzo che l’aveva inculata le aveva pompato dentro. Divenne rossa e si diresse verso un mobile basso che si trovava in un angolo mentre lui invitava Eliana a togliersi il cappotto e a salire sul letto. Nuda eccetto che per le autoreggenti a rete e le scarpe, si cercò di coprire istintivamente ma lui….
” Non mi sembra il caso, sei venuta qua nuda è inutile che tu cerchi di fare la pia donna, sei una cagna peggio della tua collega”
La insultava, la stava trattando come una pezza da piedi. Le vennero le lacrime a gli occhi ma fu questione di poco, quel vecchio era un porco, non gli voleva dare il gusto di trattarla così. Lui continuò imperterrito.
“Sul letto avanti fatti guardare qui hai anche uno spettatore. Vedi di allargare le gambe tirandoti su le ginocchia così che si veda bene il buco del tuo culo”.
Non capiva, che cosa voleva ancora, un estraneo la stava guardando con aria famelica ancora con il cazzo fuori. Un cazzo lucido ormai al limite della sborrata visto le vene bluastre che aveva in rilievo. Eliana si mosse come un automa, mentre la sua amica, collega di lavoro finiva di prendere quel qualche cosa che era nel mobile. Ebbe così in mano una rete. Un vestito a rete dalle maglie larghe che permetteva al suo corpo di essere in vista, completamente nuda e nello stesso tempo vestita.
“ No , mi vergogno che cosa volete…”
Lui per tutta risposta,prendendola per i capelli e parlandole a pochi centimetri dal viso quasi ringhiando le parole…..
“Ringraziami, ti sto per fa indossare un vestito che tutte le puttane vorrebbero. Alla festa molto probabilmente il vestito che ora indosserai ti sarà tolto, ma ora non ti voglio nuda tra la gente. Oppure se vuoi esci di qua come ti trovi, a quattro zampe tra i tavoli come una cagna, a te la decisione. Nuda qui a fare da schiava e essere presa da chiunque tra i tavoli oppure via con me, una bella villa fuori Milano con tanto di stalle e campagna attorno a lei.
Indossò quella specie di vestito, se così si poteva chiamare, e in quel bugigattolo dove si trovavano scese il silenzio. Lui la osservava con aria compiaciuta, annuì leggermente, la sua creazione il suo giocattolo stava prendendo forma come voleva lui.
La rete metteva in vista tutto e nello stesso tempo era vestita (una lettrice si dovrebbe riconoscere).
Eliana teneva gli occhi bassi, non sapeva dove guardare, si sentiva le guance bollenti, si vergognava e nello stesso tempo con sua grande stizza si stava bagnando moltissimo. Lui la fece piroettare su se stessa. E poi….
”Ora usciamo professoressa, la sua collega rimarrà qua, l’abbiamo disturbata mentre si stava divertendo.”
Ci fu un ma…da parte di lei, uscire in quegli stati, era stata nuda alla stazione della metropolitana, ma ora? Ora la voleva portare fuori senza cappotto. Farla passare tra i tavoli di quella osteria dove gli avventori l’avrebbero letteralmente mangiata con gli occhi. Ne era sicura, avrebbero anche allungato le mani, ma a lui questo non interessava, lei era solo una schiava e niente altro.
E così avvenne. Ci fu la camminata tra i tavoli, tra il silenzio più completo che era sceso alla loro apparizione. Gli sguardi di quelle persone erano famelici. Eliana si sentì male, ma lui la prese per il braccio e la spinse.
” Avanti troia che la festa ci aspetta….”
E come Eliana aveva previsto più di una persona cercò di allungare le mani, e a quel punto lui intervenne in maniera perentoria, marcando il suo ruolo di padrone.
“ Guardare e non toccare per ora la professoressa si deve abituare a camminare quasi nuda in pubblico. Non me la vorrete mica traumatizzare, la prossima volta sarà a vostra disposizione ma ora no”
Erano parole glaciali. Eliana capiva che avrebbe fatto la puttana in quella specie di osteria e le sue gambe tremarono. E alla fine dopo quella camminata da condannato a morte verso il patibolo furono in auto.
Le vie di Milano a quell’ora avevano un aspetto spettrale, i lampioni, quei vialoni dove si vedevano solo puttane e magnaccia. Auto e lampi di fari per illuminare meglio quelle persone sul ciglio della strada…
Eliana era silenziosa, osservava, si vedeva lei sul bordo a battere. Si sentiva a disagio e nello stesso tempo scopriva una forma di eccitazione perversa. Un eccitazione che lei non aveva mai provato. E a quel punto quasi le leggesse nella mente, mentre erano fermi ad un incrocio lui con un movimento rapido della mano fece scattare le luci di cortesia dell’auto in modo che la macchina a fianco potesse vedere com’era conciata. Fu un tuffo al cuore per lei, si esibiva per la strada, si sentì sprofondare e lui per tutta risposta,
” Abituati a cosa sei, la cosa ti eccita perché non fingi con me, tu sei così, sei solo tre buchi a mia disposizione, chiaro troia?!!”
E aveva ragione, non lo sapeva neanche lei come spiegare, mostrarsi in pubblico, mostrarsi quasi nuda se non del tutto così che tutti potessero vedere la puttana che era.
Alla fine uscirono dalla città. Non ci volle molta strada, entrarono in una specie di parco privato, il cancello elettrico si aprì e l’auto si avviò lungo un viale ghiaioso che portava a una villa monumentale. Oltre la villa, c’erano altre costruzione che si intravvedevano alla luce della luna. Lei non ci fece più che tanto caso anche se avrebbe dovuto intuire che cosa aveva in mente lui….
Nella villa c’era una festa. Le diedero una mascherina ornata dalle piume di civetta e ne diedero una anche a lui. Quel corridoio ………. Ebbe un po’ di paura , si strinse a quell’uomo. Non sapeva se lui l’avrebbe lasciata in quella villa o se fosse stato sempre con lei.
Nella sala luci soffuse, e appena entrata due persone le furono addosso. Fu un attimo. Fu allontanata dal suo padrone e sentì delle mani che correvano sul suo corpo. Quella sensazione strana di nuovo che partiva dal suo ventre……. La forzarono la pizzicarono lentamente…. Poi via via con rabbia. Mugolò di dolore……. Fu in costretta in ginocchio. Ebbe davanti un cazzo turgido che le entrò subito dentro in bocca. Lo sentì gonfiarsi , ma il maschio continuò a spingere e lo ebbe così in gola, a stento riuscì a controllare gli sforzi di vomito da quel senso di soffocamento che le stava facendo provare quel cazzo… Poi lentamente si ritrasse e iniziò a stantufarla una due volte per poi uscire completamente e correrle lungo il viso quasi ad accarezzarla. Strisce bianche sulle sue guance, sui suoi occhi sulla mascherina….Lei in quel momento ebbe come un flash e
“ Siii sono la vostra puttana, lo disse ad alta voce quasi gridando”
CONTINUA