Divenne un’altra persona. Non più Eliana sballottata in quella situazione di quasi una schiava- C’era stato un cambiamento; ora lo voleva in bocca voleva quel cazzo in bocca. La sua lingua uscì quasi a rincorrerlo ma una mano le bloccò la testa, mano che poi corse sui suoi seni, l’uomo si distese e lei le fu sopra, con un movimento lento si impalò e cercò di aderire…. Sentiva lui; il suo cazzo farsi strada nel suo ventre ridotto a un lago. Non paga mosse i fianchi per farlo venire, ma un’altra persona le fu sopra, era lui il vecchio, il padrone……..La prese da dietro il suo cazzo le entrò nel culo! Lei si dilatò le natiche per riceverlo, le mani del maschio la presero per i fianchi e la forzò brutalmente: dentro fino alle palle, sentì che si stava pisciando per fargli spazio, non ce la faceva, due cazzi in lei divisi dalla sottile membrana, poi un terzo le entrò nuovamente in bocca……Ora era un buco solo un buco voleva godere, e voleva che tutti e tre quei maschi venissero in contemporanea. Un mare di sborra solo per lei per il suo piacere. Ansimava……le sensazioni si stavano moltiplicando ormai era al limite non connetteva quasi più e venne…..un grido soffocato, la goduria come un mare in tempesta che si abbatte sugli scogli, la roccia che esplode sotto l’impatto delle onde, un calore si irradiò dal suo ventre e le esplose in testa. Allargò le mani, ma la presero ancora e le sue mani si accorsero di impugnare altra carne che si ingrossava, il piacere dei maschi lo sentì nel suo ventre in bocca, nel suo culo, il piacere di lui…..Il suo seme caldo dentro di lei, chiuse gli occhi, godeva anche lei ………godeva ora per quel solo seme, respirava in maniera affannosa,la bocca era aperta e le colava quello che aveva ricevuto sulle labbra. Sembrava avesse la bava, non c’erano baci, solo sperma a mani che si rincorrevano su di lei. Uscì da quella morsa, i maschi si erano scaricati e lei rimase in ginocchio come per calmarsi. Delle mani presero il guinzaglio che era appeso al suo collare la tirarono e in quella luce soffusa la portarono al centro della sala…… si guardo attorno per un momento ma, lui….era scomparso non c’era più. Altri uomini si avvicinarono, c’erano anche delle donne che la guardavano come una cosa, seni e figa, animale da sacrificare. Le furono di nuovo addosso, bocca, figa e culo di nuovo esplorati e trafitti. Mani le pizzicavano le tette, tutto il corpo, non esistevano carezze in quel delirio pensò ai lividi che ne sarebbero usciti, poi altri pensieri, mare, visioni, piacere che galoppava dentro di lei, di nuovo i cazzi che si gonfiavano e la riempivano. Era li, era stata messa su un divano girevole al centro della sala, si pensò in una gabbia in mostra, mancavano solo le sbarre, il perimetro era rotondo………. Li in mostra e tutti la potevano scopare in figa, nel culo, in bocca…, le vennero addosso come furie, ora era lucida e il piacere degli uomini le colava sul corpo, teneva sempre la maschera quasi fosse un uccello notturno, ma era lei e non capiva per chi lo facesse……lui…..era andato via e non sapeva minimamente quante ore si sarebbe fermata, in quel momento non le interessava…….svenne…..Si riebbe, fu messa seduta e le diedero dei sali, il piacere era troppo. Poi di nuovo……… in bocca, sputava, succhiava , menava e sputava, la figa era in fiamme arrossata e il culo le doleva, non le diedero requie ancora e ancora. Il suo corpo grondava sborra, l’aveva ovunque, in viso, sulle tettine minuscole, filamenti pendevano da capezzoli eretti, l’aveva sulle cosce, sulla pancetta, le grondava dalla figa e dal culo, dagli angoli della bocca….era esausta. La legarono a una specie di altalena, le sue gambe furono fissate e sollevate, aveva così in vista culo e figa…….Gli uomini venivano da lei con il cazzo duro, la dondolavano e la chiavavano quasi al volo senza fatica …era un oggetto, il loro oggetto. La notte era ancora lunga e i cazzi si susseguivano…le donne la guardavano quasi la disprezzavano per l’animale di puro piacere che era diventata.
La portarono in un’altra stanza, pareti di specchi, al centro un trespolo un cazzo meccanico svettava massiccio, ebbe un attimo di panico le sue mucose erano state massacrate dai cazzi di prima, non ce l’avrebbe fatta. Poi quella voce….
“Lo vuole il tuo padrone …….”
E lei a quella affermazione ne fu felice, ormai camminava a gambe larghe tutto le colava dai buchi, viscida sporca di tutto. E…non si riconobbe, alla vista di quel cazzo finto….oblungo e massiccio quasi per eccitare gli astanti si fermò un momento e lo passò a lungo con la lingua e alla fine di quella leccata……salì sul trespolo. Chiese aiuto, non ce la faceva, stanchezza data dal piacere, dolore e lacrime di rabbia……No….è grosso, troppo grosso ……no…….non ce la faccio…… e lei come trasformata chiese aiuto a quei maschi che aveva attorno che l’avevano riempita del loro piacere e così …..la presero e la portarono sulla punta di quel cazzo massiccio e la lasciarono,…..il resto fece la forza di gravità, non poteva far niente si impalava si letteralmente piantava su un cazzo finto il cui diametro era da mostro. Un urlo, lacrime, il caldo del piacere e svenne. Si riprese lentamente, altre persone erano attorno a lei, sentiva sempre il suo culo oscenamente aperto e pieno per quell’introduzione che aveva in corso, lo sentiva dentro, era come se fosse stata impalata ma era li immobile, dolore e piacere, umiliazione di trovarsi davanti a quelle persone. In quegli stati era in vista era offerta, mani, bocche, dita correvano sul suo corpo e lei quasi non si poteva muovere. Le avevano bloccato le mani, sentiva la sua figa forzata, un cazzo le scivolava lungo il corpo lasciando la sua bava biancastra, altra sborra sul suo corpo, i capelli ormai pieni e appiccicaticci, godeva anche lei per tutto quello che le stavano facendo…..piacere, solo piacere. Quel piacere perverso nel sentirsi cagna in calore, animale solo per il fatto per essere riempito.
Non le interessava altro, essere riempita…ma voleva il cazzo di lui……lo voleva, sapeva che lui se n’era andato, non si dava pace lo avrebbe voluto vedere lì che la guardasse per mostrargli come si riduceva per il suo padrone. Le furono di nuovo addosso quasi come un’ondata, bisbigli, mani, graffi, colpi di staffile sul suo corpo, le sembrava di essere quasi una San Sebastiano, dardi, frecce, non erano altro che i cazzi e le dita che entravano nella sua figa e nella sua bocca, mentre il suo culo era dilatato all’inverosimile, sentiva la merda calda scivolargli fuori assieme allo sperma che le avevano infilato tutti quegli uccelli che l’avevano aperta.
Ansimava, sembrava che capissero quando stava per svenire di piacere allora le davano qualcosa per farla ritornare lucida, e continuavano ad entrare in lei……..poi finirono si calmarono, la sfilarono dal trespolo…lei barcollava, teneva le gambe allargate causa le tante penetrazioni che aveva avuto, sentiva il culo aperto il cui contenuto defluiva sulle sue cosce, puzzava, sapeva che era sporca di tutto, il collare….il guinzaglio fu nuovamente tirato….fu al suolo, non stava in piedi continuò a quattro zampe….si sentiva una cagna…..il guinzaglio tirava, quasi le dicessero di spicciarsi….le ginocchia le facevano male, sotto di lei piastrelle fredde, sentiva colpi sul suo culo a incitamento, aveva paura, sembrava il suo corpo bruciasse accarezzato da quelle crine, fu non lo seppe neanche lei dove, un’altra stanza, odore di urina…..Lei era sporca, macchiata di sperma e altro sul suo corpo, ma aveva ancora voglia era come se fosse infoiata, il piacere le stava dando alla testa…….le sue mani corsero nei suoi buchi e si estrasse quello che aveva dentro, se lo sparse anche lungo il corpo, se lo portò alle labbra succhiando un dito alla volta per eccitare quei maschi.. sentiva fredde piastrelle sotto di lei era stata portata in un cesso…..Si sporcava di piacere….era laida….godeva…. era ora a viso scoperto, la maschera durante quel finimondo l’aveva persa…..Poi sentì un getto caldo, ebbe un brivido, poi ce ne fu un altro e un altro ancora….no….no….le stavano pisciando addosso…sentiva l’urina colargli lungo il corpo….era come se fosse suonata , a fatica si mise seduta su quelle piastrelle gelide, senti che quei getti le raggiungevano la bocca, ……..l’aprì le pisciavano dentro era come se fosse il loro cesso e lei si sentiva tale,……. lo svuotatoio, rigagnoli gialli le colavano dal mento, inghiottiva,,…altri si rincorrevano tra i suoi seni e finivano in quella poltiglia che era defluita dal suo corpo ….venne ancora….si sentiva sporca e ne era felice, capelli e viso era bagnati di tutto, aveva inghiottito tutto……. era esausta, mentre facevano ciò continuò a masturbarsi come una pazza, gridò…… urlò per incitarli, continuate….continuate….sono un cesso sono una cagna…….voglio cazzi voglio tutto….era andata….a quel punto non capì più niente e si fece tutto buio attorno a lei, troppo piacere …..
Si riebbe lentamente…era distesa su un pagliericcio in un ambiente che non conosceva, l’avevano ripulita dalle pisciate subite, ma era come se mentre dormiva, un esercito di persone le avesse sborrato nuovamente addosso. Aveva il corpo ricoperto di sborra grondante, ancora densa, …sentiva muggiti di animali, un silenzio strano. Si guardò attorno: vacche, era in una stalla…lui la paragonava a tale lo capì…..che cosa voleva ancora da lei…
Continua