Le dovevo seguire, volevo vedere dove sarebbero andate….Fu un balzo, fui sulla porta di casa, l’aprì con slancio e ….davanti a me quel vecchio! Il suoi bastone sul mio petto mi prese alla sprovvista, non me lo aspettavo e mi spinse in casa…….
”Dove va architetto? Sarà una sorpresa per lei non se la prenda….Sua moglie è in buone mani e acquisterà vestiti che a lei tutto sommato piaceranno. Conosco le persone come lei. Ora mi faccia accomodare e beviamo una bibita fresca. Lei sorseggiando la bibita penserà a sua moglie mentre si prova dei capi molto piacevoli per la sua vista. Vedrà che la sua attesa sarà premiata”,
Colpiva nel segno, mi aveva nelle sue mani, gelosia, gusto nel vedere mia moglie alla stessa stregua di una troia. No non potevo andare avanti così!
E mentre tutto questo succedeva le due donne si dirigevano verso la parte vecchia della città. Traffico clacson, il caldo dell’estate, ma erano silenziose. Lei era preoccupata dove l’avrebbe portata? Dunque giunsero: una casa, un’altra vecchia casa, un passo carraio e furono dentro un cortile chiuso. Una porta di legno massiccio con la scritta sartoria. L’ambiente era un po’ in penombra, una bacheca con della bigiotteria….Lei ne fu attirata e tra gli oggetti dei magnifici collari poggiati su panno chiaro. Una stringa di cuoio nero con delle borchie rilucenti, sottile e nello stesso tempo massiccia attirò il suo sguardo. L’uomo che aveva aperto la porta osservava. Era un signore vestito in maniera inappuntabile da sembrare senza tempo, ma la voce dell’altra donna fece ritornare tutti alla realtà….
”Scarpe, vestiti da sera e da tutti i giorni, la devono guardare con disprezzo è una schiava….Forse non ancora ma è nell’animo, le piace essere dominata”
E con quelle parole partì un ordine secco ……
“Ora spogliati e fatti vedere su sei una bella donna e a te piace essere guardata”
Abbassò la testa, come se fosse comandata, non ne poteva fare a meno, obbediva a un ordine. Si sfilò la maglia, e subito dopo la gonna cadde ai suoi piedi come un fiore che apre i suoi petali. Un piccolo salto, ne fu fuori, come se avesse superato un confine di non ritorno. Ora il suo corpo era in vista, coperto solo da un unico completo di intimo bianco. Era perfetta ma dovette togliersi anche quel completo, si trovò così nuda, si sentiva in imbarazzo. L’uomo che aveva loro aperto la guardava come si guarda un soprammobile. La sua figura perfetta, i seni un po’ pesanti dalle punte rivolte verso l’insù. Il suo ventre bombato con la leggera peluria della ricrescita e le sue gambe lunghe .
“Depilatela deve essere liscia come una pesca”
Le parole di quell’uomo, così fu fatta accomodare in una piccola stanza dalle pareti candide, un lettino ginecologico dove nuda si dovette distendere. Sapeva che mostrava tutto, l’eccitazione le aumentava, quel formicolio dal suo basso ventre, le punte dei suoi capezzoli si stavano indurendo, era più forte di lei. Facce anonime che la guardavano, lei nuda, offerta, la sua figa li in vista e …Tutto questo provocava un finimondo ai suoi ormoni… Apparve un inserviente, era una ragazza giovane. Portava un pennello da barba in una bacinella zincata La donna non poteva avere più di venti anni una ragazzina, aveva i capelli mossi, un viso acqua e sapone ma uno sguardo strano…uno sguardo da viziosa. Sapeva perfettamente quello che doveva fare e col senno di poi quello che le avrebbe provocato …….Lentamente in mezzo alle sue gambe iniziò a far scorrere quel pennello. Brividi che aumentavano: usava quelle setole sul suo bottoncino, non riusciva a stare ferma, le sensazioni ormai si rincorrevano e a l’orgasmo era vicino. La mora, la sua accompagnatrice nel frattempo la guardava e si accorse di tutto. Lei aveva chiuso gli occhi, non osava guardarla, si sentiva rossa in volto ormai era al limite….La voce di quella donna, sarcastica…..
“Stai per godere…Ti piace non è vero….godi….. Annullati…..”
Parole da incubo, acconsentì con la testa, dalla sua bocca uscì un si sotto voce quasi un bisbiglio, ma l’altra implacabile……
“Non ho sentito, ripeti ad alta voce”
Lei ne fu scossa si sentì l’orgasmo che arrivava e la travolgeva, un grido roco di piacere e basta, nella sua mente immagini di schiave e casini, donne nude in mezzo a uomini vestiti in maniera impeccabile e..
“ Si, mi sto annullando sto godendo”
Portò le mani ai seni e letteralmente si martoriò le punte dei capezzoli. Dolore, piacere , turbine di sentimenti, i suoi muscoli si tesero e gocce di suo piacere imperniarono le sue grandi labbra anche se insaponate. La ragazzina che la stava lavorando sorrise in maniera ironica e le introdusse dentro il pennello da barba. La cosa fu letteralmente una bomba per lei, si contorse e il piacere proseguì amplificato, il suo respiro era affannoso , il suo busto era arrossato. L’inserviente come se fosse stata addestrata muoveva il pennello dentro di lei in maniera perfetta, quelle setole la stuzzicavano, erano come battiti d’ali di farfalla che le provocavano carezze di piacere….Quelle sensazioni, quelle carezze, ne come era schiava e non avrebbe voluto che finissero mai. La lussuria, una sensazione che non aveva mai provato e nello stesso tempo una forma di masochismo perverso che la stava facendo a pezzi. Avrebbe fatto qualunque cosa per prolungare quelle sensazioni, le avessero detto di succhiare cazzi o di andare a battere lo avrebbe fatto, non era più lei. Quell’uomo dal vestito inappuntabile le accarezzò la fronte. Era sudata, e con garbo la invitò a stare ferma perché ora l’inserviente usava il rasoio per depilarla. Si immobilizzò, sentì quella lama fredda scorrere sulle sue ninfe, sul suo ventre. Ebbe paura ma quel gelido metallo le provocava altri brividi. Pensò al cinturino nella bacheca a quel metallo zincato che era incastonato nel cuoio ……Chissà che effetto sul suo collo o una catena sottile attorno ai suoi fianchi , quasi un segno di sottomissione e di appartenenza. Quando la donna ebbe finito, si sentì come rinfrancata, il piacere lentamente stava finendo e stava ritornando in se…
Aprì gli occhi, la stavano guardando….L’uomo con noncuranza le diede la mano e l’aiutò ad alzarsi da quel lettino dove aveva provato un piacere nuovo. Quasi non ce la faceva a stare in piedi e …..Le diedero un accappatoio leggero, le gambe le tremavano. Teneva lo sguardo basso, era rossa in volto, accaldata e non sapeva dove poggiare gli occhi. Il suo ventre si contraeva e le sensazioni benché ormai stessero finendo le provocavano ancora una voglia folle. Non si riusciva a raccapezzarsi a che cosa fosse successo nella sua testa. Quel pennello, manovrato dalle mani di quell’inserviente l’aveva fatta vibrare come un diapason e le era rimasta la voglia. Le fecero indossare un paio di sandali dal tacco alto. Si sentiva impacciata, barcollava leggermente, aveva indossato quel corto accappatoio ma era di una taglia più piccola così cercava in qualche modo di coprirsi. Non si chiudeva o quasi e i suoi seni esplodevano da quella scollatura che si formava e nello stesso tempo la sua figa completamente liscia e depilata era in vista. Si sentiva impacciata ma….le piaceva. Sapeva anche che aveva il culo esposto. Quei sandali lo facevano contrarre e doveva stare diritta, così che culo e tette sporgevano in una maniera oscena..
CONTINUA