Lei.- Fu una specie di follia, volevo vedere il mio uomo imbarazzato per ciò che gli chiedevo di fare. Ordinargli di masturbarsi sulla mia gamba come fanno i cani in calore! Sorrisi tra me e me, per l’idea che avevo avuto. Ma in quel momento lui era il mio cane e avevo in mente altre cosette, lo volevo schiavizzare, renderlo una vittima dei miei capricci. Sentì il suo cazzo scivolarmi addosso. Mi aveva dato piacere anzi il suo piacere era servito a lubrificare quella specie di mostro che mi ero messa in figa e perciò in quel momento il suo cazzo non era nelle migliori condizioni di resa. Sentì che me lo strofinava sulla gamba. Lo passava e ripassava cercando in qualche modo di farselo diventare duro nuovamente. Allora per aiutarlo mi misi un dito in figa, che si eccitasse per quello che facevo… “Guarda cosa sto facendo; su porco se la cosa ti può esaltare, tua moglie ti mostra come se la mena. Se non ti basta vedere la mia figa socchiusa ci metto anche un dito dentro. Pensa se ci mettessi un cazzo vero obbligandoti a guardare. Cerca di spicciarti, non vorrai che mi cerchi un amante. Ti guardavi la puttanella in spiaggia con le tette al vento, lei ti eccitava vero? E se tua moglie si facesse un cazzo che non è il tuo cosa ti succederebbe?” Lo stavo bombardando di sensazioni: visive, tattili con un linguaggio da puttana da strada fatto per eccitare i clienti, lo insultavo, e lui il mio figo di cui mi ero innamorata non reagiva. A quel punto sempre stando seduta sul letto mi poggiai bene con le mani in modo di no scivolare e allungai così la gamba dove lui si stava strofinando. Feci pressione sul tacco in modo che la punta della mia scarpa gli andasse a far solletico sotto le palle. Lo accarezzavo così, lo stuzzicavo e per lui fu una cosa inaspettata. Lo vidi immobilizzarsi per un momento e poi gli scappò un “Porca non mi aspettavo una cosa simile da te.” Parole al vento perché mentre lo diceva sentì la sua sborra calda sulla mia gamba. Mi fissò come per scusarsi e finì seduto sul pavimento. Li, nudo con le gambe allargate mostrando il suo cazzo esausto e lucido. Era stranito, chissà cosa stava pensando in quel momento. Forse pensava agli acquisti che avevamo fatto, lui aveva visto solo il cazzo artificiale che avevo preso e con quello umiliato davanti alla commessa. Il bello doveva ancora venire. Mi alzai così in piedi fino a sovrastarlo, gli indicai gli spruzzi della sua sborra sulla mia gamba. Ero nuda anch’io, le tette mi ballavano e… “Lecca e pulisci, su esegui, fallo bene, succhiati tutta la sborra tanto è cosa tua, un giorno potrebbe essere di un altro è ora che ti inizi ad abituare”
Eseguivo come un burattino ero perso in un mare di sensazioni e lo dovevo riconoscere non sapevo di aver sposato una donna simile, era completamente trasformata.
In quel momento era una pantera che stava giocando con la sua vittima. Mi stavo letteralmente consumando la lingua sulla sua gamba cercando di leccare la mia sborra. E lei per tutta risposta continuava a stuzzicarmi il cazzo con la punta della scarpa. No, una cosa del genere non me la sarei mai aspettata, non poteva essere la mia Michela. Invece in quel momento la sentivo contenta stava provando una felicità perversa, un piacere sottile nello stuzzicarmi. E poi continuò: “Ti ho fatto godere accarezzandoti sotto le palle, ora hai il cazzo che chiede aiuto, da come sei messo te lo potrei schiacciare senza nessun problema. Tu ti ecciti con le ragazzine, mentre guardavi quelle tette scoperte il cazzo ti era diventato duro.” Così dicendo si piegò verso di me, piegandosi i suoi seni dondolarono sul mio viso e continuando quella pantomima: “Ora con la tua lingua sfiorami le punte dei capezzoli se ti ricordi ancora come si fa ad eccitare una donna o ti basta solo guardare. Se così ti posso far sempre vedere come tua moglie si fa sbattere da un maschio giovane.” Quelle battute mi ferivano, erano tutte indirizzate verso di me con la volontà di umiliarmi.
Poi quasi stanca Michela scavalcò il suo uomo per andarsi a versare un frizzantino preso dal frigo bar della camera. Nuda vestita di sole scarpe, ma la cosa sembrava non le interessasse e poi sorseggiando aprì la porta della terrazza per andarsi a sedere fuori. Ma prima di aprire per andare fuori si girò verso di lui: “Quando ti sarai ripreso prendi dalla borsa l’altro regalino che mi sono comperata è una cosa per te. Vedrai che rimarrai a bocca aperta è una cosetta particolare.” Parole come portate dal vento, la sua voce mi veniva da lontano assieme al caldo esterno dalla porta aperta della terrazza.
Renato si riprese un po’ alla volta, da fuori dove si trovava la moglie veniva anche odore di fumo, segno che si era accesa una sigaretta. Lei aveva chiesto di portarle il regalino preso per lui. Non capiva, ma una volta alzatosi si diresse verso la busta di plastica del negozio dove avevano acquistato quel mostro che lei si era messa in figa. Dentro erano rimaste due scatole, ambedue incartate, anonime. “Prendi la più grande caro, il regalo è per te, veramente lo è anche l’altro ma prima apri la grande” Lo disse affacciandosi dalla terrazza sulla porta della camera. Fu una scena strana, lui aprì la scatola e rimase a bocca aperta, l’immagine era inconfondibile, si trattava di uno di quegli ammennicoli che le donne si mettono in vita per fare la parte del maschio. Si fermò a fissarlo, sapeva perfettamente che cosa sarebbe successo di li a poco. Si girò come in trance verso di lei che lo guardava li dalla porta della terrazza, sembrava aspettasse una sua reazione invece lui non reagì era come suonato.
A quel punto se una persona fosse stata presente in quella stanza avrebbe assistito ad una scena surreale. Lui nudo con in mano un cazzo finto con tanto di imbragatura per legarlo in vita. Dall’altra parte una lei che lo guarda dalla porta aperta della terrazza. La lei che lo lascia quasi stizzita per andarsi ad appoggiare al muretto che fa da ringhiera alla terrazza finendo di fumare una sigaretta che si era accesa nel frattempo. Quasi due estranei o per essere precisi una donna che fa da padrona e un maschio schiavo che è pronto a fare tutto quello che lei gli ordina: una scena da film. Lei nel frattempo era scomparsa in terrazza lasciandolo solo in mezzo alla stanza e preso coraggio si affacciò all’aria verso di lei. La giornata era splendida e lei sua moglie si gustava il panorama. Era nuda, piegata sul bordo, in quella posizione spiccava il suo culo come spiccavano le sue cosce robuste. I suoi seni non trattenuti da alcun intimo vista la posizione sembravano due mammelle di vacca. E anche se nei momenti precedenti era stato comandato a bacchetta vedendo quei seni così esposti a lui balenò l’idea di vederli con dei tiralatte da mungitura. Era una vera e propria vacca e si stava comportando da tale in fatto di sesso….
Lui- Non mi degnò di uno sguardo e se ne uscì con una di quelle sue battute da togliere la pelle. Per essere precisi in quella giornata battute su di me ne erano uscite a iosa; ma cambiò stile. Se prima aveva minacciato di farmi assistere alle sue performance sessuali con altri maschi, ora girandosi verso di me e guardandomi capivo che aveva in mente qualche altra diavoleria. “Contento il mio guardone di quello che gli ho comperato? Su bello, ora inginocchiati qua e fammelo indossare, è un cazzo finto pronto a farmi diventare uomo” Mi trovai in ginocchio davanti a lei. Mi sovrastava come lo aveva fatto un attimo prima quando mi aveva stuzzicato il cazzo con le scarpe. Le fissai la cinghia attorno alla vita, poi passai l’altra fra le sue gambe. Davanti aveva una specie di piastra da dove partiva un cazzo di grosse dimensioni. In un primo momento non capivo come fare per infilarlo a lei ma poi dopo aver fissato il tutto rimasi ad aspettare…Si era fatta servire, l’avevo fatta diventare uomo e capivo perfettamente che cosa sarebbe successo. E una volta finito di allacciare quella cosa ai suoi fianchi si girò verso di me. Devo dire che l’effetto era formidabile. Mia moglie, mezzo uomo e mezza donna.
Alzò il braccio premendolo sulla spalla invitandomi ad a inginocchiarsi davanti a lei. “Cosa vedi caro? Cosa ti sembra dell’effetto che ti faccio? Su, succhia porco è ora che tu inizi a succhiare cazzi in tiro e non solo vibratori come ti ho fatto fare prima” Era troppo, non ce la potevo fare, come cazzo gli venivano in mente cose del genere? Feci segno di no con la testa. Non me la sentivo di fare una cosa del genere era umiliante. Ma questo a lei non interessava minimamente perché una volta in ginocchio mi prese per i capelli e quasi sibilando “Succhia porco” Mi premette la bocca sul suo cazzo finto che mi entrò in gola quasi facendomi vomitare. Usò la mia bocca come fosse una vagina. E mentre facevamo tutto questo la nostra scenetta sadomaso fu fermata da un applauso
Sentendo quell’applauso mia moglie non si scompose minimamente partita come era in quella specie di recitazione. Cosa era successo? Come tutte le terrazze degli alberghi questa confinava con un’altra e tra le due ci si poteva vedere e così gli ospiti della camera a fianco la nostra si erano goduti tutto. Quel: “Continuate pure signori la cosa sta diventando intrigante, vorremmo vedere come va a finire.” Lei non si scompose, quasi sapesse che c’erano degli spettatori. Si stava mostrando a quei due come una padrona e senza girarsi verso di loro rispose verso quell’applauso.
“Al porco piace guardare le ragazzine e non sa quello che si perde.” Parole dette con rabbia. Mi lasciò per un momento scassato come ero da un eccesso di tosse. Giratasi si diresse verso i due che ci guardavano fregandosi dello stato in cui si trovasse. Era una lei e un lui, non erano giovani. Così continuando a parlare con loro:
“Se volete assistere al giochino che ho in mente possiamo iniziare dalla terrazza e poi proseguire in camera, voi venite pure nella nostra stanza”