Ebbi un tuffo al cuore, rimasi affascinato della bellezza di mia moglie, era lei. Elegante e affascinante, l’avrebbero guardata per la strada , per un momento mi sentii fiero di lei. Anche il vecchio che era con me rimase a bocca aperta, il completo che aveva acquistato aveva superato tutte le aspettative e metteva in risalto la sua figura…Ci furono complimenti sul fascino che emanava, poi capì. Per portare quel vestito che indossava non poteva portare la parte alta del suo intimo e guardando bene si vedevano le punte dei suoi capezzoli inturgidite. Quella stoffa benché di colore scuro, ad un attento osservatore faceva notare che era eccitata, era leggermente rossa in viso, quasi accaldata benché l’ambiente avesse l’aria condizionata e venendo da fuori si sentiva la differenza. Ci fu un bacio tra me e lei, mi accorsi che era come distratta, i suoi occhi erano calamitati dalla bacheca dove si trovavano i gioielli. Il mio accompagnatore con un leggero sorriso ironico le chiese che cosa le piacesse, le sue parole a distanza di tempo me le ricorderò sempre…….
” Dottoressa, vedo che ammira i collari da schiava, sa a che cosa servono? …Sono simboli di sottomissione e credo che a lei almeno uno di quei modelli si intonerebbe alla perfezione con il vestito che ora sta indossando “
Clara, la mia Clara si girò verso quell’uomo come in trance, guardò anche me quasi per chiedere aiuto, ma io in quel momento non glielo diedi e lui ne approfittò sfruttando la mia indecisione…
” Lei ha un magnifico collo ne scelga almeno uno, in tinta con il vestito che porta, vedrà che le starà magnificamente”
Si, per starle magnificamente sicuramente le stava, ma il simbolo che aveva era tutta un’altra cosa, non era un pezzo di gioielleria o bigiotteria ma in se portava dell’altro. Con quel collare non sarebbe stata più una donna ma solo un oggetto, una schiava o peggio che peggio un animale. I collari si mettono ai cani….Per un momento immaginai la mia Clara nuda a quattro zampe con il collare, mi venne un brivido e in me l’eccitazione si fece sentire….Mia moglie ridotta a schiava o peggio che peggio a cagna. Queste furono le idee che balenarono nella mia mente ma immediatamente furono cancellate, non potevo permettere una cosa simile neanche nei miei pensieri. Mia moglie fissava quella bacheca, l’altra donna, quella che l’aveva massaggiata a lungo con il pennello da barba fino a farla quasi impazzire di piacere aprì il vetro. Ora i collari si vedevano in tutta la loro bellezza, erano sia di cuoio che metallici…..quelli di cuoio si chiudevano con il classico fermaglio delle cinghie mentre quelli metallici avevano in incastro, e facevano molta più paura, sembravano anelli di catena di quelli che si usano nelle stalle. La mano di Clara sfiorò quegli oggetti, li guardava, aveva la bocca leggermente socchiusa e le sue labbra rosse spiccavano sul candore dei suoi denti, capivo che si stava eccitando ancora di più di quello che fosse, il piacere in lei cresceva…… Quel vestito, quei gioielli, la scelta per sentirsi quasi un oggetto, e così annullarsi per diventare esclusivamente un buco atto al piacere. Non volevo credere che mia moglie scegliesse un oggetto simile….Ma lo fece, la sua mano li sfiorò tutti, sfiorò anche delle palline grandi quasi come palle da golf con una lunga nappina e poi le sue dita si fermarono su un collare di cuoio nero, con delle piccole borchie di cristallo che luccicavano al riflesso di quella luce fioca, lo ebbe in mano, lo soppesò e le sue parole dette sottovoce quasi con paura…
” Questo, prendo questo….Credo che si intoni con il vestito.”
Lo disse guardandolo e tenendolo in mano, il suo sguardo era rivolto verso l’oggetto… Il vecchio, la osservava e la sua frase fu tagliente come un rasoio…
” Oh no cara Signora, non ho sentito, non può bisbigliare una cosa simile guardando nel vuoto, lo dica ad alta voce fissandomi …..”
Feci per intervenire ma un’occhiata di quell’uomo mi annichilì e ciò che stavo per dire mi morì sulla punta della lingua….Clara rimase per un momento pensierosa, poi si girò verso l’uomo, il suo bel viso lo vedevo perfettamente, aveva gli occhi lucidi e una lacrima le stava scendendo sulle guance quasi un segno di resa…Il dialogo, quella schermaglia iniziata a casa nostra con uno scontro verbale avuto con quell’uomo si stava lentamente esaurendo digitando la sua resa. Lo fisso in volto, respirò a fondo e….
“ Scelgo questo collare , lo scelgo per il mio collo e si intona con il vestito” ma lui guardandola in maniera seria, con quegli occhi che erano diventati come due spilli gelidi scosse la testa e disse: ripeta assieme a me visto che non lo vuole capire…” Scelgo questo collare da schiava perché sono una schiava “ Lo disse, scandendo le parole quasi come un automa, non la riconoscevo, non era più lei, la sua personalità se n’era andata , non esisteva più come persona, aveva detto che era una schiava e niente altro. L ultime parole “sono una schiava” rintronarono nella mia testa, schiava di quell’uomo naturalmente; io non esistevo più c’era solo lei, il vecchio e niente altro. Rimase immobile, e le lacrime aumentarono sul suo volto cancellando il trucco che portava; fu scossa da singulti e venne verso di me , ma lui implacabile…” Qui! e ora si deve mettere il collare” Rimase come pietrificata, stava venendo verso di me ma cambiò strada, andò da lui e fermandosi davanti allungò il collo….
Allungai il collo, avevo chinato la testa, mi sentivo impacciata ma nello stesso tempo quella situazione mi piaceva, mi stavo annullando davanti a un altro uomo in presenza di mio marito. Un piacere perverso mi stava pervadendo ed il mio ventre si stava contraendo: di lì a poco avrei goduto. Mio marito, il mio amore non fiatava era immobile non riusciva a parlare e quell’uomo ormai mi aveva ipnotizzata , si avvicinò a me, la mia testa si abbassò e i capelli mi scesero sul volto. Poi sentii il cuoio sulla mia pelle, le sue mani fredde. Aveva avvicinato il volto al mio viso e ne percepivo un leggero profumo maschile a base di tabacco….. fu un brivido e il piacere mi esplose, le mie gambe tremavano e avevo letteralmente dei crampi, mi sentivo allagare e ero sicura che lungo le mie gambe stava colando il piacere, mio marito non lo sapeva ma la mia accompagnatrice mi aveva proibito di indossare le mutandine, portavo solo quel vestito, il mio intimo, se non per un capo di abbigliamento, non esisteva più. Le sue mani mi sfiorarono e sentii quella maledetta, ora posso dirlo, maledetta cinghietta chiudersi; una leggera pressione e fu fatto tutto, la mia capitolazione era completa , non ero più io, avevo cessato di esistere, ora ero una schiava, la schiava di quell’uomo; mio marito avrebbe potuto dire qualunque cosa, io lo amavo ancora ma quell’uomo mi stava possedendo dentro. Mi tirai su, e ravviai i capelli, ora il laccio di cuoio era fissato attorno al mio collo, mi sentivo diversa, guardai mio marito che distolse gli occhi da me, e così ci avviammo fuori …
La piazzetta era assolata, i negozi attorno si erano aperti e c’erano diversi pedoni, le nostre auto erano posteggiate li, e un attimo prima di salire l’uomo con la barba dette la zampata finale, tenevo mia moglie a braccio, eravamo vicini e lei quasi per disperazione aveva appoggiato la sua testa sulla mia spalla, sapeva che con quella scena nel negozio mi ero eccitato e lo sapevo anch’io per lei ma quella voce ci bloccò “ Dimenticavo dottoressa…che intimo porta?…… mostri” Mia moglie, anzi tutti e due, ci fermammo di scatto, no, non poteva chiedere una cosa simile eravamo in pubblico non lo poteva fare e lo dissi. Ma lui come se le mie parole fossero state olio sul vetro fissò lei e aspettò……Clara fu come ipnotizzata, allargò leggermente le gambe e lì, tra la gente, iniziò a tirare su la gonna; lo fece lentamente guardando fissa davanti a sé; c’erano dei passanti e un paio si fermarono a guardarci, ma a lei non interessava, aveva ricevuto un ordine e lo stava eseguendo, il collare brillava; la gonna saliva. Vidi l’attaccatura delle calze alle giarrettiere, quel leggero rinforzo più scuro della seta e poi la sua pelle nuda abbronzata delle sue gambe, era lucida, il ciprigno le stava colando, continuò ancora, come ipnotizzata e lo ero anch’io. Mia moglie che si mostrava in pubblico, aveva ricevuto un ordine e lo stava eseguendo, non era più la mia Clara….la gonna si alzò definitivamente mostrando il suo ventre, non portava intimo, le sue grandi labbra leggermente arrossate erano di un sexi da urlo . Sembrava una Pin Up , quel vestito, il trucco, le calze con le giarrettiere e quelle giarrettiere facevano parte di un bustino nero che le stava divinamente trasformandola in una donna da copertina, ma non era per me, era per quel vecchio e lei era la sua schiava, le stava cambiando la sua personalità, o forse era sempre stata nel suo intimo schiava e il suo sogno era quello di essere considerata come una schiava. Non potevo permettere una cosa simile, ma ero rimasto ipnotizzato da quella scena, il mio cazzo si faceva sentire e in tutto quel delirio era l’unico che capiva che cosa mi stesse succedendo, mi eccitavo nel vedere mia moglie schiavizzata da un altro…noooo questo era troppo ma era la pura realtà. Salì in auto con me e ci dirigemmo verso casa, eravamo in silenzio , lei accavallò le gambe e quella diabolica gonna salì, fino a mostrare la fine delle calze, era splendida, la circondava un aura perversa di voglia delle più turpi , quelle gambe con quelle calze. Allungai la mano e lei per tutta risposta tirò la gonna ancora più su, una cosa del genere non l’aveva mai fatta. Il piacere, un nuovo tipo di voglia la stava pervadendo, chiusi nell’auto, in mezzo al traffico, la mia mano scorreva sulla sua gamba, lei aveva appoggiato la testa sulla mia spalla e allargò le gambe. Ora era oscena, la voglia la stava prendendo e non c’erano requie, si vedeva perfettamente la sua figa fradicia e il mio dito violò le sue grandi labbra, entrai dentro per una buona falange , la stuzzicai e lei ebbe un orgasmo fulminante. Il piacere la travolse e un bisbiglio roco uscì dalla sua bocca, poggiò la testa sul sedile e allargò ancor di più le gambe, permettendo alle mia dita di entrarle più in profondità. Godeva, eccome se godeva, la sua mano si chiuse sul mio polso quasi per spingere il tutto di più nel suo interno Chiuse gli occhi e quel gorgoglio che le usciva dalla bocca si tramuto in grido da animale preso all’arpione, il piacere la travolse. Bagnò di suo piacere il sedile, si bagnò lei ma non le interessava. Voleva il piacere, quel nuovo tipo di piacere dato dalla sottomissione. L’auto proseguiva nel traffico tra un po’ saremmo stati a casa ma lei mi pregò di proseguire nel traffico, non voleva tornare a casa. Non voleva che quella coppia perversa dei nostri vicini la vedessero in quello stato. L’orgasmo, le lacrime, tutte quelle cose l’avevano ridotta a uno straccio e ora voleva riprendersi per tutto ciò che le era capitato in così poche ore. Il collare, quel maledetto collare le stringeva il collo , la sua mano corse sulla cinghia di cuoio e ne provò un brivido. Non si era accorta ma il collare portava anche il moschettone dove legare il guinzaglio, il guinzaglio si ricordava bene non lo aveva visto, ma al solo pensiero che si sarebbe potuta presentare una persona e attaccarlo le fece venire i brividi. Si ricompose e tornò la mia Clara , fece per togliersi la cinghia ma non ci riuscì. Quel vecchio l’aveva bloccata con un minuscolo lucchetto e si era tenuto la chiave, questo era troppo, Clara iniziò a piangere e io feci una violenta inversione con la macchina. Ci stavamo dirigendo verso casa, vecchio o non vecchio ci saremmo fatti dare le chiavi o un paio di cesoie avrebbero fatto lo stesso lavoro. Questo era troppo avevamo raggiunto il limite……CONTINUA