Ci fu un silenzio di tomba, “Una bacchetta di vimini”, l’altra donna si eclissò un momento per ritornare con la bacchetta. Era lunga e sottile e Clara sbiancò in volto, feci per intervenire ma le mie parole mi morirono in gola, la curiosità su quello che avrebbe fatto era troppo grande. Nello stesso tempo non avrei potuto permettere che mia moglie fosse picchiata. Quel vecchio capiva la mia situazione ma non per questo volle demordere da quello che aveva intenzione di fare. La sua schiava si inginocchiò davanti a lui porgendogliela. La guardavamo tutti e guardavamo anche mia moglie in quella posizione oscena. Le braccia dietro la nuca mettevano in risalto i suoi seni e le gambe leggermente allargate e piegate facevano risaltare le sue grandi labbra depilate. Lui aveva un sorriso strano, fece vibrare quella bacchetta, si sentì un sibilo perverso, sapeva di dolore e nello stesso tempo fece eccitare i presenti che capivano perfettamente che cosa sarebbe successo, ma lui guardando mia moglie…
” Vedi cagna questa si usa per gli animali recalcitranti, che non obbediscono ma visto che questa è per te la prima volta sarò magnanimo”.
E così dicendo fece scorrere quella bacchetta sul volto di Clara, le sfiorò la bocca……. “Lecca ……”
Clara lo fece, baciava leccava quel sottile bastone il cui fischio aveva fatto gelare il sangue nelle vene a tutti…. e lui:
“Questa per te è la prima volta e saremo magnanimi”
E così dicendo dalla bocca la fece scorrere sul suo corpo…. Lei tremava aveva chiuso gli occhi ma non si spostava di un millimetro e alla fine giunse sul suo ventre e lo andò a stuzzicare. Lei non si mosse, aspettava….. Entrò leggermente in lei e poi la ritrasse…e con un sorriso…
” Visto che è la prima volta non voglio infierire mi compiaccio, sei rimasta immobile ad aspettare e non hai goduto, ti stai comportando da animale ubbidiente per ora può bastare, ricomponiti”.

^ Vidi il nostro anfitrione con la bacchetta in mano, il rito della schiava nel darglielo, sembrava quasi un gran sacerdote, un padrone del bene e del male. Io ero lì ad aspettare la sentenza, praticamente aperta esposta a qualunque colpo, e poi quel sibilo mi fece gelare il sangue. Mio marito poi non interveniva, quasi si compiaceva della situazione in cui mi trovavo. Chiusi gli occhi, la voce di quell’uomo mi giungeva da lontano e sentii la bacchetta sfiorarmi il volto, stuzzicò le mie labbra e d’istinto tirai fuori la lingua. Leccai quel bastone sottile e inanimato che mi avrebbe dato dolore quasi a ringraziarlo, lo baciai, e tra le mie ciglia vedevo il volto di lui, sembrava contento. La fece scendere lungo il corpo, la sentivo, si fermò per un momento sui miei capezzoli turgidi e chiusi gli occhi, mi aspettavo da un momento all’altro di sentire il sibilo e questa volta sarebbe quel sibilo che avrebbe anticipato il colpo che avrei subito, ma non sentì niente. Proseguì verso il basso per andare a giocherellare con le mie grandi labbra. Fremevo ma mi ero imposta di non muovermi e alla fine dopo avermela introdotta dentro per un paio di centimetri provocandomi urla di piacere nella mia testa, la ritrasse e lo vidi compiaciuto……il suo ordine: “ricomponiti……”

E lei lo fece come un automa, lui la comandava nell’anima…. E io ero tramortito da tutto questo.
Si io non sapevo cosa fare. Mia moglie nuda con il collare e l’altra donna, l’altra donna mi piaceva e ogni tanto di sottecchi la guardavo. I suoi anelli mi attiravano, erano come una calamita per il mio cazzo e le mie sensazioni più perverse. L’avrei scopata, e avrei anche scopato anche mia moglie, lì. Ero eccitato e poi alla fine di tutta quella pantomina Clara sarebbe potuta ritornare a casa? Avevo paura che quell’uomo la trattenesse per la sua “educazione di schiava” Non osavo pensare a tanto, eravamo nel XXI secolo, almeno da noi schiavi e schiave non esistevano più ma non sapevo che le cose si sarebbero complicate maggiormente. La serata così giunse al termine, non riuscivo a capire l’altra coppia, aveva parlato del più e del meno ma la serata stava ormai per giungere al suo epilogo e noi tra poco saremmo ritornati a casa, almeno lo speravo, In tutto quello che stava succedendo non andava bene niente, eravamo ormai due marionette e ci fu il colpo finale e lui iniziò a parlare….
“Noi ci prendiamo ora il bicchiere della staffa e le due femmine che ci hanno servito si possono ritirare , per la dottoressa ho fatto preparare la stanza e vediamo di accompagnarla ma prima…..”
indicando l’altra….
“Ho notato che il nostro ospite è rimasto eccitato tutta la sera e non sapeva dove guardare perciò dagli piacere ora e qui davanti a sua moglie. Lei ora è una schiava e deve accettare ciò che ordina un padrone”
Io ero solo un oggetto fatto per umiliare mia moglie e niente altro. Clara era in piedi, livida, la vedevo fremere e aveva gli occhi lucidi, stava per piangere. Aveva le labbra tese e le nocche delle sue mani erano bianche tanto aveva stretto i pugni. Guardava me, guardava lei e guardava quell’uomo, che aveva anche ringraziato per il collare e ora alla sua presenza doveva assistere a un pompino che facevano a suo marito. La donna mi si avvicinò, quei maledetti anelli attiravano il mio sguardo, ero perso, la voglia aveva il sopravvento, ora non mi interessava più di Clara. Che lei fosse presente o no, ero come inebetito. Si inginocchiò ai miei piedi e mi tirò fuori il cazzo. Ma prima come una scafata professionista, mi massaggiò la patta dei pantaloni., quasi a saggiarne la consistenza e per indurirlo maggiormente. Sensazioni strane, scosse elettriche che partivano dalle sue palle e poi quelle mani mi sbottonarono i pantaloni. Ci sapeva fare e io non sapevo dove guardare, da una parte mia moglie, vestita di solo collare, scalza e con il culo pieno, culo letteralmente aperto dal dildo che si era piantata da sola in lei dopo averlo mostrato a tutti e io…. Io ero li …una donna mi stava aspirando le palle davanti a lei, non ce la facevo, ero diventato un oggetto anch’io, lui il padrone di casa si divertiva con i nostri sentimenti e li forzava. Ci voleva rendere gelosi l’uno dell’altra e ormai eravamo caduti in quel vortice di sensazioni.
Avrei potuto rifiutare? Un turbine di sentimenti stava rincorrendosi dentro di me, come una forma di gelosia perversa. Lei avrebbe potuto rifiutare di spogliarsi, di mettersi il collare e di spaccarsi il culo con quel tappo che l’aveva letteralmente aperta. Avevo sentito chiaramente mentre se lo infilava quei suoi mugolii che certo non erano stati di dolore; la mia Clara aveva goduto.

Ora volevo quasi renderle pan per focaccia; sì mi volevo come vendicare “Tu ti comporti da cagna e tuo marito si fa fare un pompino da un’altra cagna”
Mi stavano guardando tutti ormai avevo il cazzo fuori grosso e violaceo con tutte le vene in rilievo e quella donna accucciata davanti a me lo stava letteralmente divorando, se lo infilava fino in gola e sentivo i suoi denti sfiorarmi dandomi brividi unici…. Ero letteralmente al limite e di li a un attimo sarei venuto in quelle fauci . Poi cambiò tattica, si iniziò a sfregare la mia carne tra le sue tette e per finire la strofinò con quei cerchietti in acciaio dall’anima fredda. Chiusi gli occhi, barcollai leggermente e poggiai le mani sulle spalle della donna. In lontananza sentì la voce del padrone dare ordini ….
“Non inghiottire la sborra ma dopo che è venuto sputa tutto nella ciotola, dobbiamo avere un po’ di contorno per il dessert che la nostra dottoressa mangerà come dolce. Quelle parole furono come un pugno nello stomaco e venni brutalmente. Il primo spruzzo colpì la schiava in pieno volto, poi lei, mezza accecata dal mio piacere che le colava tra le ciglia e quasi le incollava le palpebre facendola sembrare una maschera. Ingurgitò il cazzo e si tenne il mio piacere in bocca. Mi teneva per i fianchi, succhiava con avidità quasi volermi assorbire le palle. Mentre tutto questo succedeva l’ospite, quella donna magra dai lineamenti efebici come se conoscesse la parte si era eclissata per ritornare dalla cucina con due ciotole che contenevano una fetta di dolce…..Mise a terra le due ciotole e su una la schiava che mi aveva aspirato il cazzo aprì la bocca e lasciò colare il mio piacere, era una cagna perfetta, tutti la guardavano…..Io ero immobile, con i calzoni sbottonati e il cazzo lucido che mi penzolava fuori, ancora stranito per tutte quelle sensazioni che avevo provato . Quella bocca aperta quei filamenti biancastri che lentamente colavano. Ma non era finita, mi ero dimenticato che quella donna era considerata da quel vecchio una cosa, e lo stesso sentimento lo provava anche per l’ultima arrivata, Clara e.” Visto che la nostra cagna ha la faccia sporca Clara puliscila e usa la lingua tanto il piacere è di tuo marito, ne dovresti conoscere il sapore”.
E Clara lo fece, era in piedi, neanche mi guardò, aveva ricevuto un ordine e lo doveva eseguire secondo la prassi: fu un ginocchio anche lei, si avvicinò a quattro zampe. Un perfetto animale da monta , la sua figura flessuosa. Si diresse così verso l’altra che era immobile e aspettava. I due volti si avvicinarono e si vide la lingua di mia moglie, quella lingua che mi aveva dato piacere con baci furiosi ora leccava la mia sborra sul volto di un’altra donna. Ne ero disgustato e nello stesso tempo affascinato. Guardavo quella scena, il suo corpo, quel fiore rosso che le tappava il culo ….I suoi seni penzolavano come le mammelle di una vacca e….l’interno delle sue cosce era lucido, la sua figa gocciolava …..Era eccitata e l’eccitazione crebbe anche in me. Per quale motivo? Non lo saprò mai ma vedere mia moglie che si riduceva in quegli stati …..non sembrava neanche più lei ma un animale.

Ero in piedi, completamente nuda, il culo mi faceva male, mi ero annullata rompendomelo, e ora dopo aver servito mi sentivo impacciata. Mi vergognavo di me. Sentivo il piacere che dalla mia figa letteralmente tracimava e colava lungo l’interno delle mie gambe e non ce la facevo più. Avevo voglia di cazzi, mi meravigliavo di me. Volevo cazzi, sarei andata in strada a farmi sbattere, sentire un cazzo duro dentro il mio culo che inizia a vibrare, l’attimo in cui si gonfia per riempirmi della sua linfa bianca, il momento prima e poi il suo piacere che mi riempie. Ora ero li, guardavo un’altra donna che sbottonava i calzoni a mio marito che non “rifiutava”. Si faceva succhiare il cazzo, quel porco, questa era la verità, vedevo entrare e uscire il suo cazzo da quella bocca e la gelosia mi rodeva poi, alla fine, il suo cazzo tra le sue tette e lui venne. I filamenti bianchi sulla faccia di lei; una maschera; lussuria e piacere, quel piacere sporco che ti entra dentro, che non ti basta mai perché è come una droga. Volerne sempre di più, il piacere dello sporco e nello sporco. E alla fine quella donna con il piacere di mio marito in bocca, ridotta a una maschera se lo faceva colare fuori. Quei filamenti lattei, lunghi che colavano nella ciotola sulla fetta di dolce che conteneva. Intuivo quello che voleva quel vecchio, lo avevo intuito quando disse quelle parole… “contorno per il dessert” E quel dolce era per me, quella fetta di cioccolata era ricoperta del piacere di mio marito e io dovevo mangiarla. Ma prima quell’ordine sarcastico ….

“Cagna lecca la faccia della mia schiava, puliscila tutta è il piacere di tuo marito, lo dovresti conoscere….”

^ Rideva e io per lui non ero altro che una cosa ….Tutto questo mi piaceva. Mi misi a quattro zampe, sentivo che le tette mi penzolavano. I miei capezzoli erano turgidi e eccitati, la mia figa colava come una fontana e io mi morsi le labbra per non reagire e ribattere,…… La mia lingua così corse su quella faccia disfatta , gli occhi e le ciglia erano quasi incollati. La leccai, la succhiai, la pulii tutta e poi mi toccò la ciotola dove c’era la fetta di torta ornata con il piacere di mio marito……immersi la faccia, e mangiai a piena bocca, mi sporcai e inzaccherai ma non mi interessava, ero solo una cagna”

Guardammo le donne che mangiavano, nude con il collare che portavano, una inanellata e l’altra con il culo pieno e dilatato dal dildo che si era infilata con le sue mani. Ci fu un “Mangiate e poi sparecchiate: cucina e sala devono essere perfette e ricordate, la nostra amica controllerà. Noi intanto andiamo in soggiorno” e così dicendo spense la luce lasciando le due cagne nella penombra della luce che veniva dalla cucina. Noi così fummo in soggiorno. Cosa avrebbe escogitato la mente di quel vecchio; me la sentivo che di lì a poco sarebbe arrivato un altro ordine…
Continua