Guardai quella gonna risalire centimetro dopo centimetro, si mostrava, mi voleva eccitato. Ne rimasi affascinato il suo comportamento era al di fuori del comune. Non mi aveva mai invitato così spudoratamente. Mi ero sempre mosso io con moine e altro, lei era sempre stata passiva. Visto però come era iniziata la giornata un proseguo del genere me lo dovevo aspettare. Intimo non portava, la sua vulva era lucida di voglia, voglia che le era scesa anche all’interno delle cosce. In quella posa si allargò lentamente mostrandomi anche il suo fiore scuro e quasi ad invitarmi lo contrasse.
“ Vedi caro ti muovo anche il buco del culo, ho comperato tutta una serie di vibratori che voglio provare sia in figa che li; e non è detto che poi li provi anche tu. Ora stammi a guardare e inizia a menarti il cazzo , lo voglio duro mi devi lubrificare anche se la mia voglia mi basta”
Così dicendo la sua mano iniziò ad accarezzarsi l’interno delle cosce, vidi quei polpastrelli che mi avevano fatto impazzire scivolare sulla sua pelle lucida per arrivare alla figa. Divise lentamente le sue grandi labbra e vi immerse dentro la falange del dito. Quelle labbra erano lucide di ciprigno, era eccitata come non mai. Il dito lo guardavo affascinato, entrava ed usciva per poi andare più in alto verso il suo bottoncino. Lo fece diverse volte, poi passò a due dita. Impazzivo, mi sentivo il cazzo in tiro: quasi mi faceva male. Le avrei voluto saltare addosso, entrare in quella figa che ben conoscevo. Ma la sua voce sembrava mi paralizzasse.
“ Guardare..eccitarsi e non toccare, guarda tua moglie come è porca si sta menando la figa davanti a te, cosa dici ti fa voglia?”
Si girò a guardarmi, facendo roteare la lingua tra le labbra. Era oscena, si comportava come una puttana scafata che fa di tutto per eccitare il cliente. Poi non contenta si passò un dito anche sul buco del culo. Prima lo sfiorò leggermente e poi lo fece entrare. Mi vennero i brividi. E a quel punto:
“ Su caro tiravi gli occhi per vedere quella puttanella con le tette al vento in spiaggia, vieni qua e leccami il culo. Il dito non mi entra bene, lubrificalo e lubrifica anche il buco. Dai inginocchiati, se vuoi ti puoi continuare a menarti il cazzo ma non devi venire. La tua sborra me la voglio gustare io e non è detto che ce ne sia anche per te.”
Quello era un colpo basso. Frasi così, espressioni simili non ne aveva mai avute. E invece era lei proprio lei la mia Michela. Mi buttai in ginocchio come un automa, lei mentre mi inginocchiavo poggiò la testa sul letto e sempre stando prona si aprì le natiche in modo che vedessi bene. Feci scorrere così la mia lingua prima tra la figa e il suo culo e poi affondai. Lei mugolò di compiacimento spostandosi leggermente in modo da agevolarmi. La mia lingua accarezzava la sua pelle, la letteralmente lappavo, succhiando a tratti. Poi lei tra un gemito e l’altro….
“ Induriscila, indurisci la lingua e cerca di entrarmi dentro il culo!!”.
Impazzivo, quegli ordini mi facevano sentire un maschio oggetto, sembrava che in quel momento servissi solo per darle piacere. Poi come erano iniziati quegli ordini e quella pantomina quasi si stizzì e si girò di scatto. Mi spinse indietro con il piede e mi trovai seduto sul pavimento con il cazzo in tiro. Lei invece seduta sul letto a gambe larghe con il vestito leggero che indossava nuovamente scivolato giù sembrava quasi fosse vestita di tutto punto. Si mise a ridere guardandomi. Certo dovevo essere comico con i pantaloni mezzo abbassati e il cazzo in tiro. E dopo quella risata si sfilò il vestito rimanendo nuda. I suoi seni imponenti i suoi capezzoli duri svettarono. Lei quasi per aggiustarsi si strofinò leggermente i seni con la mano per poi stuzzicarsi i capezzoli con la punta delle dita.
“ Spogliati, sei ridicolo e vai a prendere in borsa gli acquisti che ho fatto.”
Sapevo di che cosa si trattava, un cazzo finto dalle dimensioni quasi sproporzionate anche se era una copia perfetta. Poi in vece l’altra cosa non aveva voluto che la vedessi e l’aveva fatta incartare. Ormai mi aspettavo di tutto…..Fui difronte a lei con quel cazzo in mano, lei mi osservava con aria sorniona quasi pensasse a che cosa aveva intenzione di fare o farmi fare….
” Dammelo e inginocchiati davanti a me, apri la bocca”.
Agivo come un automa, lei quando lo ebbe in mano lo guardò per un momento e poi me lo passò in bocca.
“ Lubrificalo, pensa che tra un momento mi entrerà in figa e tu starai a guardare”. Me lo fece entrare ed uscire fino a quando almeno la punta fu lucida della mia saliva. Mi osservava costretto come ero nel dover succhiare quella cosa ….
” Dovrai succhiare cazzi più spesso non sei abituato, non è detto che mi porti un altro maschio in camera e che tu me lo prepari”
Quelle sue parole: preparargli un altro maschio!. No, non poteva essere ma le aveva dette. Mentre diceva si immergeva in lei quel cazzo finto chiudendo gli occhi. Gustava le sensazioni che quel dildo le dava. E io ne rimanevo affascinato vedendo le sue grandi labbra tendersi allo spasimo per lasciar entrare quella cosa. Lo fece con dovizia descrivendomi nei particolari quello che sentiva!
“ E grosso dannatamente grosso mi sento scassare tutta, mi piace, mi sta dilatando e la mia figa lo assorbe se lo gusta tutto”
Mi stava umiliando, ero li a pochi centimetri dalla sua mano che lo guidava entrare dentro di lei. Poi lo estrasse e…
” Lubrificamelo ancora, segati e sborraci sopra così me lo faccio entrare meglio, la tua saliva e il mio piacere sembra non bastino”
Non ci volle molto, una volta in mano con quella cosa sfiorai il mio cazzo. Per la situazione, per non so quale altro accidenti venni in maniera copiosa su quella plastica. Questa volta toccava a me perché lei si distese con la schiena sul letto tirando su le gambe e aprendosi in modo che i talloni fossero sul materasso. Mi invitò a chiavarla con il cazzo finto che tenevo in mano sporco del mio piacere. Feci tutto quello che voleva. Voglia e rabbia si sommarono dentro di me e quella cosa la spinsi dentro. Avevo il cazzo floscio, ma la volevo far godere in maniera malvagia. Forse era quello che voleva, perché ebbe un orgasmo stratosferico. Si rilassò esausta sul letto continuando a gustarsi quelle sensazioni che le avevo procurato con il vibratore. Ero stravolto anch’io e lasciatolo lo vidi lentamente uscire da lei quasi come una specie di serpente. Era li con gli occhi chiusi ma la mia Michela era ancora capace di ragionare perché sempre stando distesa…
“ Hai ancora il cazzo in tiro? Ora tocca a te, se non lo hai pronto fattelo diventare duro di nuovo. Mi puoi entrare dentro ti lascio godere per conto tuo nel mio buco.”
Era un insulto bello e buono. Sapeva che avevo appena sborrato e non ci sarei riuscito subito. Molto probabilmente era quello che voleva. Continuò il discorso che aveva iniziato….
“Su caro se lo hai esausto strofinati come fanno i cani sulla mia gamba , per eccitarti hai la mia figa socchiusa sotto i tuoi occhi……”
Continua.