^ Ora ero nuda, davanti a tutte quelle persone , sapevo che i loro sguardi erano attirati dalla mia figa e dal culo , li avevo in mostra. Provavo una sensazione unica, completamente svestita, le mie ninfe lo sapevano, erano ormai fradice e se avessi passato un dito in mezzo a loro o le avessi solo sfiorate avrei avuto un orgasmo unico nel suo genere, dato esclusivamente da quello che provavo. Sentivo i miei seni sfiorare mio marito, i miei capezzoli erano turgidi , quasi mi facevano male: e ora le sue mani toccarono il mio collo, era eccitato, teso, le sue dita erano sudate a tratti mi sembrava quasi tremassero, chissà che cosa provava in quel momento…….Mi accarezzò leggermente , mi spostò i capelli, furono sul mio volto……, le sensazioni aumentarono……..poi il freddo metallo , lo sentii poggiarsi sulla mia pelle e chiudersi…..una sensazione mai provata, ero un animale ….quella pressione, quel clic come una porta che si chiude sul passato per entrare in un’altra dimensione . Fremevo, i miei occhi si chiusero come per assaporare tutto quello che mi stava succedendo e allora lui mi prese il mento, avvicinò le sue labbra alle mie….e ci fu un bacio, le sue parole….^

” Sei una schiava”

.^A quel punto venne l’orgasmo, mi piegai quasi ai suoi piedi, un gorgoglio, quasi un muggito uscì dalla mia bocca e poggiai definitivamente la testa sulle gambe di mio marito travolta da quel mare in tempesta che partiva dal mio ventre. Sapevo di tremare, sapevo che tutti mi guardavano, ero sempre l’inappuntabile dottoressa Clara che si stava annullando. E poi…le parole di quel vecchio….^

” Non è il caso che una schiava poggi la testa sulle gambe del suo padrone….e poi lui è solo un esecutore…ora tu gli lecchi le scarpe e lo ringrazi per il collare che ti ha messo…lecca….!!!! “

^Per me iniziava una nuova vita , lo sapevo, non mi sarei potuta tirare indietro, una parte di me non lo voleva ma quella forma di masochismo latente che avevo trionfò e mi annullai, ci fu un “si padrone” e abbassai la testa sulle sue scarpe, la mia bocca le sfiorò…fu una leccata lunga e il sapore del cuoio di quei mocassini estivi e il sudore furono nella mia bocca e …
.” Grazie padrone del collare, la tua umile schiava ti ringrazia e ringrazia anche chi lo ha messo al suo collo”^

Lei era in ginocchio, la guardavo, ora Clara non era più mia ma si era trasformata apparteneva in corpo e in carne a un’altra persona. Il vecchio la osservava e sorrideva leggermente, si godeva quelle parole e quell’atto di sottomissione, il gioco, era iniziato quasi come un gioco ma ci aveva preso la mano, e ora che cosa poteva succedere. Clara dopo quelle parole, fu vicino a me e come se niente fosse, completamente nuda si sedette anche lei sul pavimento come l’altra donna. Era nuda e il collare le brillava sul suo collo delicato, era bellissima e nonostante tutto io l’amavo. Lei aveva lo sguardo basso, non osava alzare gli occhi, si sentiva impacciata per quello che aveva detto e non osava proferire parola se non per il ringraziamento. Si continuò a parlare, ma l’uomo dalla barba bianca la osservava e rivolgendosi alla sua compagna con aria stizzita,
“Non hai offerto da bere alla nostra ospite …esegui”
Capii in quel momento il significato della ciotola che aveva portato, la donna la prese da vassoio e la mise davanti a lei: “Bevi cagna “
Un insulto bello e buono rivolto alla mia Clara ma lei era come ipnotizzata, Nuda, vestita solo di quel collare che brillava sulla sua carnagione, si abbassò sulla ciotola e senza toccarla con le mani la lappò avidamente, si annullava, il suo carattere non esisteva più, e io ero letteralmente tramortito e nello stesso tempo l’eccitazione mi stava salendo, il mio cazzo vedendo mia moglie trattata così si faceva sentire….piacere, piacere perverso nel vedere Clara schiava di un altro e io…io non centravo più, ero solo un mero esecutore come l’altra schiava. E poi non aveva chiamato mia moglie neanche schiava, ma cagna, usando quella parola in senso dispregiativo, non la considerava per niente. L’altro ospite fece osservare che visto il collare in acciaio doveva essere paragonata a una vacca, come l’altra schiava, ma lui senza inflessione, quasi fosse sopra pensiero e pensasse sul da farsi rispose che…
” Le vacche hanno l’anello al naso oltre che il collare, penseremo a tutto…. e quando quei magnifici seni che ha la nostra “ospite” saranno pieni di latte allora sarà paragonabile a una vacca ma ogni cosa a suo tempo……”
E così dicendo si alzò in piedi facendoci segno di seguirlo in sala da pranzo. Il tavolo era apparecchiato per quattro, capivo perfettamente quello che aveva detto, le due schiave ci dovevano servire e niente altro, sul tavolo dove sedeva il padrone di casa un cofanetto non molto grande, io non capivo, ma di li a poco ci sarebbe stata un’altra zampata alla volontà di mia moglie e mia……Ci sedemmo e quando fummo tutti tranquilli dopo aver appoggiato i bicchieri degli aperitivi che non avevamo ancora finito il nostro anfitrione esordì, “Le due schiave hanno il collare e mi sta bene, solamente una ha anche gli anelli e non è mia intenzione che la “cagna” qui presente si senta trascurata” e così dicendo fece cenno a mia moglie di avvicinarsi; aveva la scatola di raso in mano e……
“Ho visto con mio rammarico che quando tuo marito ti ha messo il collare avevi il culo sudato e non posso permettere una cosa simile”
Con queste parole Clara ebbe in mano la scatola e ricevette l’ordine di aprirla…….
“Esegui, qui e ora è un ordine cagna”
Ebbe in mano un plug anale di notevoli dimensioni, un bulbo e alla fine del bulbo una pietra rossa quasi un rubino, rimase a bocca aperta, abbassò gli occhi come aspettando una sentenza, era sbiancata. Lui continuò imperterrito,
“Ora te lo metti nel culo e se vuoi te lo puoi lubrificare…usa la bocca …….”
Clara si guardò attorno, smarrita, non era più lei, tutti la guardavamo e allora lo fece, lentamente portò quella palla alla bocca, era grossa, quasi le slogava le mandibole e iniziò a leccarla, era di una lussuria unica, la schiava sua accompagnatrice la guardava affascinata e allargò le gambe……ma lui il suo PADRONE ormai posso usare questo termine anche se mi ripugna continuò implacabile:
“Ti ho detto di mettertelo ma fa in modo che noi possiamo vedere” .
E allora lei piegandosi leggermente in avanti dopo essersi girata lo fece……., e noi, vedemmo il suo culo, appoggiò il bulbo alla sua rosetta e iniziò a spingere….ormai si annullava, si stava letteralmente aprendo il fondo schiena davanti a degli estranei dopo aver ricevuto un ordine ….non la riconoscevo più …..Una smorfia, il suo sfintere si tese e…..finalmente quella palla lucida di saliva entrò nel suo intestino, quasi fece rumore mi sembrò di sentire un flop……rimaneva fuori quella rosetta rossa, dal colore rubino , un tappo perfetto……si rimise diritta, le sue labbra erano tese e la sua fronte era imperlata di sudore…e per la prima volta, dalla bocca di quell’uomo uscì un apprezzamento……
“Vedo che la nostra cagna sta facendo dei progressi, posso essere contento……”
E così dicendo le porse la mano….
“In ginocchio e lecca, ringrazia”.
Clara ormai non capiva più niente, come un automa si inginocchiò davanti a lui e gli prese la mano, vidi la sua lingua correre sul dorso e sul palmo, la tirava fuori il più possibile, era persa…..ne ero affascinato, sentivo il mio cazzo duro nelle mutande e sono sicuro che di lì a poco sarei venuto, non ce la facevo più, mi sarei scaricato nella sua bocca o non so in quale suo altro buco, ma lei in quel momento non era più mia…….ci fu un
“Grazie padrone, la sua cagna la ringrazia per l’onore di essersi potuta riempire il culo ……”
Cadde un silenzio irreale e lui battendo le mani: “Bene ora cerchiamo di cenare” e rivolgendosi ormai alle due schiave le mandò in cucina a prendere gli antipasti…..

^ Il tavolo era apparecchiato per quattro, capivo….io e l’altra donna avremmo servito in quello stato, eravamo completamente nude, tutte e due con il collare, ma l’altra aveva anche altri segni di sottomissione e in più portava quei tacchi altissimi che le davano una camminata impacciata e poi quell’anello che univa le sue grandi labbra mi affascinava e nello stesso tempo mi dava sensazioni di paura perché sapevo che sarei potuta essere inanellata anch’io…..piatti in porcellana e posate in argento, e magnifici bicchieri in cristallo di Boemia, tutti sfaccettati era già stato tutto preparato ma a capo tavola dove sedeva lui c’era una scatola di velluto……sapevo che quella scatola era per me, e ebbi un brivido….rimasi a bocca aperta quando lui me la prese, la aprì e ne vidi il contenuto….era un plug anale, ricordavo che mio marito me ne mostrò uno, una volta quando in casa nostra arrivò per sbaglio una rivista con della pubblicità di un negozio che vendeva materiale per giochi bdsm, mi ero schernita e quasi litigammo alla sua proposta di comperarne uno per me e ora…..me ne stavano dando in mano uno…..era liscio con una palla in fondo, mentre l’altro capo aveva una rosetta rossa che sicuramente avrebbe fatto bella mostra tra le natiche della corrigenda, ma ora la corrigenda ero io e sapevo ciò che dovevo fare……una sorta di eccitazione perversa si dipartì dal mio ventre ormai fradicio, avevo paura che con tutte quelle sensazioni che avevo provato fino a quel punto presto l’interno delle mie gambe sarebbe stato lucido di ciprigno, ma ero affascinata, ormai eseguivo e mi muovevo come un automa, non ero più io e la cosa mi piaceva dopo tutto, ero partita , la testa mi ronzava, gli ordini mi arrivavano come attutiti e io eseguivo….quelle parole….
“Lubrificatelo e infilatelo nel culo”
Rintronarono nella mia testa come un boato, mi bagnai maggiormente e in più dovevo mostrarmi mentre facevo il tutto….. No, non potevo ma lo feci, mi annullai, mi piegai appoggiai dopo averla leccata quella palla sul mio culo e spinsi, spinsi, sentì il mio sfintere che si dilatava, lì davanti a tutti, loro non lo sapevano ma in quel momento ebbi un orgasmo, chiusi gli occhi, sensazioni nuove turbinavano in me, e quella forma di piacere abbietto stava trionfando……. poi fu la fine io in ginocchio con il culo pieno che leccavo la mano di quell’uomo, sapeva di tabacco e aveva un leggero profumo, le unghie curate, una mano lunga e priva di calli. Mi alzai e mi diressi in cucina con l’altra donna…sapevo che mi guardavano, sapevo che guardavano il mio culo,e la cosa mi eccitava…..^

Quando furono in cucina, lontano dagli occhi di tutti, questo lo seppi dopo dalla mia Clara. L’altra schiava la apostrofò quasi con gelosia, “ Non sognarti di togliermi il posto di favorita da parte del padrone, io sono una schiava e tu sei solo una cagna, sei un animale da monta e niente altro, vedrai, il mio padrone ha già iniziato ad allargarti il culo con il plug, ti farà accoppiare con chi vuole lui, sei solo un oggetto e niente altro, sei un essere da educare e lui si diverte……: non farti venire idee strane”
Rabbia e gelosia, si sommavano in quelle frasi, lei ne fu esterrefatta, non capiva e minimamente avrebbe immaginato che cosa le stava per succedere ancora, ebbe paura, ma nello stesso tempo il piacere crebbe in lei nell’essere paragonata a una cosa, a un buco fatto esclusivamente da riempire, poi l’altra donna proseguì con rabbia,
“Ora inginocchiati e baciami i piedi……”
E la dottoressa lo fece, si annullò di nuovo ma questa volta per una schiava, se prima aveva leccato le scarpe del marito ora leccava i piedi nei sandali di un’altra donna, non capiva più niente e alla domanda
“Cosa sei?”
La risposta che ne uscì fu quasi traumatizzante perché non si aspettava nemmeno lei di dire una cosa simile…..

“Sono l’ultima delle cagne, pronta a fare tutto”.

I piatti degli antipasti erano già pronti per essere serviti e loro lo fecero. Vidi Clara rientrare in sala da pranzo, era splendida con il collare e iniziò a servire con l’altra schiava, camminava in maniera impacciata, non era da tutti i giorni servire a tavola con il culo pieno…., avevano tutte e due lo sguardo basso e non proferivano parola, ci fu versato un ottimo vino e l’ambiente presto si surriscaldò, l’alcool, due donne nude e bardate che andavano e venivano dalla cucina, ma se io e l’altra coppia bevevamo, notai che il nostro anfitrione aveva toccato il bicchiere con il vino se non per sporcarsi le labbra e beveva tranquillamente acqua, era l’unico sobrio in quel momento, la mia testa era leggermente annebbiata ….Il loro sguardo era basso e non osavano altro, dalla cucina le portate si susseguivano, antipasti , primo, ma poi il padrone volle rimarcare il suo potere. Aveva mia moglie vicino a lui e facendole un complimento le accarezzo leggermente il dorso del corpo con la mano e esordì………
” Prima lezione di dressage: se una cagna è apprezzata dal padrone si deve mettere in posizione, allarga le gambe e piegati leggermente, le mani dietro la nuca come hai visto fare all’altro animale su spicciati….”
Non mi aspettavo una cosa simile, credevo che ormai non ci sarebbero stai altri colpi di scena, mia moglie nuda, con un collare in acciaio e per giunta con il culo pieno…ma quello non era altro che l’inizio del calvario di Clara, lei si mise in posizione, era impacciata e rossa in volto ma lui non se n’ebbe; ora era davanti a lui, la sua mano le sfiorò i suoi magnifici seni, aveva i capezzoli turgidi e poi le scese sul ventre, indugiò leggermente sulle sue grandi labbra che spiccavano lisce e depilate e le introdusse un dito in fica ….noi osservavamo la scena affascinati , ci eravamo come chetati e nel silenzio le sue parole…
” Ma sei fradicia, sei eccitata.”
Così facendo mostrò il dito lucido del ciprigno di Clara, lei aveva chiuso gli occhi, quasi sveniva, ci accorgemmo tutti che in quel momento stava godendo, e lui si fece serio:
“Non ti ho detto di godere, per questo sarai punita, vedi una schiava gode solo quando il padrone lo vuole”
E così dicendo ordinò all’altra donna di andare a prendere la bacchetta di vimini che c’era nell’altra stanza……
CONTINUA
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