E una volta rientrati in casa, chiusa la porta, quasi sbattuta con rabbia, la mia testolina Bionda si scatenò. Era scandalizzata…
” Ma come si fa a trattare una donna così, si lo so, è il tuo sogno perverso, ho visto come la guardavi mentre ci accompagnava alla porta, come guardavi quel culo fasciato da quei calzoni di pelle lucida, e quelle tette inanellate; te la mangiavi con gli occhi”
E così dicendo mi diede del porco…”
“Sei un porco come tutti i maschi, andate in fregola quando vedete una donna mezza nuda ma non sognarti che io faccia cose del genere.”
Mi aveva letteralmente assalito, era rossa in volto, con la sua bella testa bionda sembrava indemoniata…gli occhi le luccicavano e la mia risposta fu laconica….
.”Si, è vero è una bella donna ma non mi sembra di essermi comportato male e poi le tette le hai palpate tu e non mi è sembrato che ti dispiacesse….”
I nostri volti nel frattempo si erano avvicinati, la sua bocca era a pochi centimetri dalla mia, quelle labbra sensuali, il suo sorriso da leonessa…era del segno del leone e le sue ire quando si scatenava erano epiche , sentivo il suo alito, sapeva di menta, quel sciroppo alla menta che ci aveva offerto il nostro vicino di casa…. E poi i suoi splendidi occhi mi facevano sentire…….pronto al sacrificio, e che sacrificio. Fu l’attimo, scoccò un bacio al fulmicotone, esplosivo puro, le labbra, le nostre lingue iniziarono quel gioco vecchio come il mondo, le mani corsero sui nostri corpi quasi fossero le dita di un pianista, fremevamo tutti e due, io avevo il cazzo eccitato, la visione di quella donna nella casa accanto, non lo negavo, mi aveva messo in confusione gli ormoni e anche lei era eccitata. Fu un susseguirsi, le feci scendere la zip del vestito di lino che indossava mentre le sue mani mi aprivano la camicia quasi volerla strappare…..la sua lingua sul mio petto, mentre il vestito cadeva sul pavimento aprendosi come un fiore lasciandola solo in quell’intimo classico fatto di trasparenze che lei amava tanto, perizomi e minislip per lei erano cose da troia me lo aveva detto a chiare lettere tanto per mettere i puntini sulle i……Ci amammo, ci prendemmo li sul pavimento. La mia mano fu sul suo ventre , le sfilai quell’intimo afrodisiaco che indossava e ebbi le sue grandi labbra a portata, la mia lingua….su di lei, era fradicia e tra me e me pensai
“Senti senti la puritana…… tutto sommato certe cose la eccitano……”
Ma finì tutto li poi i sensi ebbero il sopravvento, le fui sopra, feci per prenderla e
“Dai non qui andiamo a letto saremo più comodi…..”
Come smontare un toro…… e anche se in quell’attimo l’avrei strangolata feci buon viso a cattivo gioco, la presi in braccio e la portai in camera. Gridò mentre la facevo cadere sul letto e poi…… si sesso, sesso come lo fanno due persone che si amano , eravamo eccitati tutti e due e bisbigli, gemiti si susseguirono in un crescendo. Il mio cazzo iniziò a farsi strada nel suo corpo, lentamente sentivo le sue mucose che si allargavano, mentre lei aveva chiuso gli occhi come per assaporare quella carne che la stava prendendo….sentivo il mio cazzo che si stava gonfiando, ero al limite, di li a poco sarei esploso…avevo voglia una voglia cattiva, la volevo mia a tutti i costi, vederla palpare le tette di una donna mi aveva eccitato e nello stesso tempo mi aveva ingelosito. I complimenti di quel vecchio, poi, si mi ero accorto come se l’era guardata; aveva guardato mia moglie perché era una bella donna, ma quella donna era mia anche se il mio sogno perverso era quello di farla esibire. Sentimenti contrastanti , l’avrei voluta più porca, farlo li sul pavimento e non sempre in camera o sul divano per stare comodi…Ricordavo i tempi dell’ università; con una mia fiamma, ogni posto era buono e i cessi della facoltà di legge dove lei studiava più di una volta erano diventati la nostra alcova. Ma con Testolina Bionda con quella persona che ora era diventata mia moglie le cose erano cambiate, il dai mi vergogno, e se ci scoprono?….. erano diventate due frasi di rito…ma la vita andava avanti anche se averla come schiava, fatta esclusivamente per il sesso mi affascinava…..Tra me e me pensavo, ma come ha fatto quel cazzo di vecchietto a programmare una pantera nera come quella, si vedeva che era una donna di carattere , ma vedere la sua accondiscendenza e sentirla dire si padrone mi metteva in ansia , una femmina sempre a disposizione pronta a tutti i voleri…chissà se l’aveva inculata con la mia lei solo due volte e quella frase mi fa male , dai lo fanno le donnacce non mi piaceva per niente. Erano i suoi limiti, di certe cose non ne voleva parlare e non amava farle, solo in viaggio di nozze si era scatenata, quasi mostrando un’altra faccia di lei un altro lato del suo carattere…..quello che mi aveva detto sotto la luna mentre ci amavamo sulla spiaggia ….sono il tuo animale mi aveva letteralmente fatto saltare gli ormoni e quella scopata sotto le stelle fu epica. Ora ero li, questi erano i pensieri che mi correvano in testa. Lei dormiva al mio fianco, i suoi capelli sparsi sul cuscino, la sua bocca imbronciata Angelo e Leonessa era uno schianto e dire la verità avevamo fatto all’amore in maniera sublime, si era letteralmente scatenata, la sua bocca mi aveva fatti un pompino imperiale, mi aveva leccato le palle,e mi aveva fatto venire anche se l’attimo prima di godere nella sua bocca si era tolta e mi aveva fatto godere sulla mia pancia …i suoi limiti, mi ero accontentato…..E con tutti questi pensieri che mi frullavano in testa suonò la sveglia della mattina. Ci alzammo, io fui in cucina a preparare la colazione mentre lei correva in bagno a vestirsi, mi affacciai, il suo bel corpo sotto la doccia, la sua figura stupenda. Quando fummo a tavola tutti e due mi venne un colpo, si presentò con una sottoveste leggera che la modellava perfettamente e sotto , mi caddero gli occhi, non portava la parte alta dell’intimo, si vedevano chiaramente le punte dei capezzoli che premevano impertinenti su quella seta. Il movimento dei suoi bellissimi seni…… glie lo feci notare, rimase come imbambolata e
“Sai , il sole mi ha irritato la pelle e mi da fastidio il reggiseno”,
Era diventata rossa, era una scusa bella e buona, ma sul momento non lo capì e lo dovevo capire…stava cambiando e questo era solo l’inizio della mia rovina, forse voluta. Dopo colazione si presentò a me per uscire…Portava un magnifico vestito, giacca e gonna aderente al ginocchio, e le sue eterne scarpe mezzo tacco la giacca chiusa con un unico bottone lasciava intravvedere il bordo della sottoveste di pizzo, era bella, bella da far paura, era mia moglie e alle mie domande ,
”Non ti vergogni, l’eleganza è il tuo stile ma si vede perfettamente che non porti intimo…”
La sua risposta fu laconica, ho la giacca, nessuno se ne accorgerà e come ti ho detto la scottatura presa in viaggio di nozze mi da fastidio. Mi piaceva e nello stesso tempo ne ero geloso, chissà in quanti l’avrebbero guardata e quella scusa della scottatura non la capivo, maniaca e precisa si era portata tutta una serie di abbronzanti e sapevo io il tempo che avevo passato nell’ungerle le spalle e il corpo…….uscì così, con una borsa a tracolla e io rimasi in casa sarei uscito anch’io di li a poco. La pensai nel traffico cittadino, con la sua giacca…….E al minimo movimento si poteva capire che non portava altro,ma l’avrebbero guardata e il mio sentimento di gelosia crebbe……
E lei? Lei era eccitata, prendendo l’ascensore si sentiva gli occhi di tutti addosso. Quella schiava ai piedi di quel vecchio le aveva fatto venire un pizzicorio strano, quella donna si era annullata per quell’uomo….. era il suo sogno perverso di cui non ne aveva mai parlato neanche a lui, suo marito …essere una schiava, avere un padrone che la costringesse a fare cose innominabili, farsi guardare, essere esibita, su un palco , sguardi famelici di maschi che la spogliano….nuda….i suoi buchi in mostra e ora quasi senza volere come se una bit nella sua testa si fosse aperto……..Quella mattina quando aveva avuto il reggiseno in mano lo aveva rimesso nel cassetto, e si era infilata direttamente la sottoveste di seta, non l’aveva quasi mai messa, Aveva sentito subito quella stoffa liscia e fredda eccitarle i capezzoli , un brivido strano le era partito dal ventre e si era dovuta appoggiare al lavandino per rimanere in piedi . Hai tempi dell’università con la sua migliore amica Grazia aveva giocato alla schiava e alla padrona e lei immancabilmente faceva la parte della schiava, le piaceva e in certi momenti ne era quasi orgogliosa, si era annullata aveva dato in mano alla sua amica tutto il potere e lei sempre nei limiti della pulizia e del buon gusto, l’aveva fatta impazzire di piacere come quando con delicatezza le aveva infilato un plug nel culo, si ricordava la scena, a quattro zampe sul letto, quasi in offerta, prima di tapparla aveva sentito il suo dito, una carezza fatta con la fredda vaselina sul suo sfintere, quel brivido, la sua rosetta scura si era increspata, e l’eccitazione era salita, il dito l’aveva accarezzata a lungo, l’aveva forzata, era entrato in lei e ne era stata abbondantemente lubrificata, già quelle sensazioni quella scena di lei a quattro zampe come un animale , offerta la faceva bagnare e ora quel dito la stava portando al delirio, la massaggiò a lungo, fino a farla tremare e poi, poi il plug, quella fredda plastica che si era fatta strada nel suo culo sempre più a fondo, si sentiva piena , farcita ma non le interessava, quella forma di annullamento le piaceva, era una cosa un oggetto che dava piacere e riceveva piacere, quando giunse alla fine sentì un ultima forzatura e in quel momento capì di essere piena….Si alzò lentamente , era impacciata e la sua amica la sua Grazia dopo averle fatto indossare un perizoma la fece uscire……camminava diritta, leggermente impacciata, ma si sentiva schiava, si sentiva un buco pieno e le sensazioni nel suo corpo si accavallavano , correvano, quell’annullamento le piaceva il tragitto in auto con il culo pieno, un incubo e nello stesso tempo piacere…doveva andare in bagno lo stimolo si faceva intenso…..la sua corsa in un bagno di un bar dove se lo era tolto, non ce la faceva più, e la litigata che ne era uscita……la pace, quella promessa sarò il tuo animale domestico……..Era stata un animale domestico, l’eccitazione nell’essere costretta a lappare l’acqua da una ciotola sotto lo sguardo di Grazia, la faceva bagnare. Ma questo era rimasto tra lei e lei, suo marito non lo sapeva…se no, si sarebbe montato la testa e chissà cosa avrebbe detto, questi erano i suoi gusti e quel diabolico vecchio , in quella casa dai mobili in stile le aveva come acceso una lampadina. Quella donna le piaceva, l’affascinava, quel corpo fasciato in quei calzoni di pelle lucida e gli anelli che portava ai seni, quasi in una maniera orgogliosa….chissà se aveva anche le grandi labbra inanellate ; e quel vecchio chi era’ chissà come era nudo, il corpo di un vecchio, si ma non se lo riusciva ad immaginare, il suo cazzo di cazzi non ne aveva visti tanti, chissà come era, grosso, storto….si, doveva essere flaccido era il cazzo di un vecchio e si mise a ridere e tra se e se chissà se fosse riuscita a farlo diventare duro….. Questi erano i pensieri di quella mattina che la arrovellavano, e ferma a un semaforo nel traffico cittadino si accorse che un lavavetri le occhieggiava le gambe , quella gonna stretta era ben risalita e le lasciava scoperta di un ampia porzione di gambe e poi causa la guida le sue gambe erano socchiuse…ebbe un attimo di stizza e mostrò la lingua con rabbia, fece una boccaccia…ma nello stesso tempo si sentì bagnare, un uomo che occhieggiava le sue parti intime che cosa le stava succedendo. Quei pensieri e ora di nuovo quella dolce sensazione al suo basso ventre . Li, nel traffico cittadino si accorse che si stava bagnando e ebbe come un orgasmo, si stizzì con lei, avere una cosa simile non era nel suo stile ma era successo. In ufficio i colleghi e le colleghe la guardarono interdetti. Quel magnifico vestito giacca e gonna le stava d’incanto e le sue tette si vedeva che non avevano costrizioni…si sentiva i capezzoli sempre più turgidi e le sensazioni che e lei piacevano si stavano accavallando nel suo ventre e si rincorrevano nel suo corpo…dovette andare in bagno, tirò su la gonna per pisciare, le sue mutandine di pizzo erano fradice era bagnata, si accorse che realmente aveva goduto e ora mentre era seduta sulla tazza del vater quasi senza volere si toccò di nuovo e le partì un altro orgasmo si vergognò, ma nello stesso tempo le piacque . Quando uscì dal bagno, era barcollante e una sua amica di laboratorio le chiese se andava tutto bene. Annuì, ma la sua testa era via, pensava a quel vecchio, a quale scusa per rivederlo , si faceva di una rabbia unica ma quella persona lo doveva riconoscere lo attirava…Si ricordò del livido sul polso di lei, forse era stata legata al letto e lui l’aveva colpita o violentata,,,,la sua eccitazione crebbe….Ormai l’ora di uscita, la giornata stava volgendo al termine , voleva ritornare a casa, chissà se avrebbe incrociato quell’uomo… CONTINUA