Succhiava con avidità il buco sfondato della figlia la sua lingua cercava di entrare il più possibile in quella specie di voragine che il cazzo di lui aveva provocato nel suo corpo. Le mucose erano congestionate ma come un automa sotto quell’ordine leccava e leccava. Sapeva, lo aveva intuito quello che lui voleva fare,lo aveva provato,quel posto lo conosceva aveva lavato la macchina più di una volta e un fremito la percorse al pensiero di quello che sarebbe successo.
Sara nel frattempo non capiva più niente,si crogiolava e nello stesso tempo si vergognava per quello che stava succedendo. E poi lui, in maniera ironica.
“Sai Sara , tua madre dalla troia che è gira ormai senza slip come te,siete proprio uguali.”
Le tormentava e nella testa di Sara ormai c’era il caos, sentiva la lingua della madre imperversare nel suo culo e le parole di lui che incitavano Vaiolet a darci dentro. Sapeva che quello era il soprannome di sua madre, ma dentro di lei non riusciva a mettere a fuoco che cosa avrebbe dovuto fare sulla sua auto. Solo di una cosa era certa, avrebbe dovuto passare la serata se non la notte intera come un indemoniata ninfomane a prendere cazzi su cazzi; era stata offerta agli studenti. Non voleva ma nello stesso tempo quel pensiero le stava provocando un’agitazione malsana.
Finalmente sua madre finì quella schifosa pulizia e la slegarono dai montanti di quel letto d’ottone. Era come ubriaca, il petto le faceva male e un rigagnolo bianco le scendeva da un seno. Teneva gli occhi chiusi, non aveva il coraggio di aprirli, sapeva che vicino a lei c’era sua madre e sentiva la presenza di quel porco con la sua puttana , schiava di lui e insegnante padrona di lei . La sua voce si fece sentire tagliente come la lama di un rasoio :
“Sara, mostra la figa e il culo, vediamo se tua madre ti ha pulito a dovere”
Quell’ordine malefico rintronò nella sua testa:…….
Non sapevo come fare, ero nuda come un verme eccetto che per i sandali con il tacco alto che portavo, seduta sul bordo del letto con i piedi poggiati sul pavimento; ero leggermente incurvata, non sopportavo il gonfiore delle mie tette che mi facevano male e in più gocciolavano. Aprì gli occhi, guardai le mie scarpe, non avevo il coraggio di sollevare lo sguardo. Vicino a me in ginocchio sul letto c’era mia madre, non lo so neanche io in quali stati fosse il suo viso dopo quella sessione di leccaggio cui mi aveva sottoposto. Dovetti allargare le gambe, nonostante tutto mi vergognavo e alla fine la battuta del mio padrone fu la peggiore…..
” Vediamo il buco del culo, Sara buttati all’indietro sulla schiena e tirati su le gambe, tienile aperte , tenendoti per le ginocchia”
Mi aprì come una rana sulla pancia, mi sentivo oscena, aperta e esposta in quegli stati cui mi trovavo. Inoltre mi ero vista l’interno delle mie gambe e fino al ginocchio le mie cosce erano lucide di ciprigno, ero eccitata come una cagna in calore, il mio corpo non mentiva, tutto quello che avevo subito e mi avevano fatto era stato apprezzato anche se me ne ero vergognata .. Ci furono dei commenti feroci….
” Vedi Viiolet, il ragazzo di tua figlia diceva che non si faceva inculare; ma a quanto pare le è piaciuto,, metti un dito nel suo sfintere e senti com’è cedevole”.
Quelle parole bruciarono nella mia testa come un ferro rovente e sentì il dito di mia madre che entrava in me, lo fece lentamente quasi per dar tregua alle mie mucose infiammate, ma lo mise, lo roteò lentamente, non saprò mai per quale motivo e quel dito entrò in me fino alle nocche . Un umiliazione unica, la madre che sentiva quanto fosse sfondato il culo della figlia. A lui non bastava averla costretta a ripulirla a fondo del suo piacere, ora voleva fare in modo che anche la madre partecipasse in qualche maniera all’abbruttimento di sua figlia giocando con il suo culo. Non saprò mai chi delle due fosse la più viziosa, se io che mi stavo aprendo e mostrandomi in quella maniera o lei che stava ubbidendo come un automa ai suoi ordini.. Nella stanza scese un silenzio di tomba, si sentì per un momento solo il mio mugolio dato dall’umiliazione e dal piacere che provavo. Poi se dio vuole tutto questo finì, la bambola ormai era rimasta completamente senza carattere e agivo a gli ordini come una marionetta….I fili li stava reggendo lui e facevo tutto quello che voleva. Mi fecero alzare, traballavo, non avevo il coraggio di guardarmi attorno, ma il mio “ martirio” non era ancora terminato perché …
” Ora andiamo a pulire la macchina, su Sara spicciati che usciamo tutti assieme, credo che tua madre voglia assistere”.
Assistere purtroppo si, ubbidiva anche lei , ma intervenne quasi come estrema difesa della sua bambina…
” Non vorrai farla uscire così, è nuda la vedranno tutti”
Lui stette un attimo sopra pensiero, tre donne, tre donne che aspettavano i suoi ordini e
“ Vaiolet dagli il tuo spolverino da mettere, è nuda e quella cosa che porti è quasi trasparente ma visto che ormai il sole è al tramonto la nostra puttanella passerà inosservata, e tu”
Lo disse alla mia maestra
“Va a prendere quello sbrindolo di stoffa pieno di sborra che è rimasto sul pavimento dell’entrata, se non sbaglio è il suo vestito, ma portalo con te, la nostra Sara la voglio ben esposta”
Erano parole che mi bruciavano e bruciavano anche alla mamma, ma il nostro silenzio fu acconsenziente e così, con un a specie di impermeabile quasi trasparente ci avviammo verso l’uscita. Io ero in mezzo tra le due donne che mi avevano presa a braccetto quasi per non farmi cadere tanto ero esausta, La mamma approfittò per un attimo, mi parò all’orecchio
” Sara tieni duro ancora poco e poi è tutto finito, lui è fatto così”
Lo difendeva in qualche maniera, stava ritornando la sua schiava anche lei, la sua figa ai barboni non le era bastata e ora quell’uomo le stava facendo ritornare la voglia come una droga. E dire il vero lo ero anch’io non capivo che cosa volesse ancora. Sapevo che avrei passato la notte chiavando , ci aspettavano in Viale delle Ferriere, ma questo particolare a lui quasi non interessava, mi voleva umiliare e esporre in pubblico. Così’ mi trovai praticamente nuda tra mia madre e l’altra donna se non per quel leggeri spolverino che la mamma mi aveva fatto indossare, lui non aveva fatto obiezioni, anche se indossavo quella specie di capo d’abbigliamento ero praticamente nuda, mi vergognavo, avrei voluto scomparire ma stavo seguendo i suoi ordini come un animale da circo. Per fortuna non incontrammo nessuno, e una volta scesi in ascensore fino alle autorimesse, saliti in macchina fummo in strada. Ero seduta dietro con a fianco la mia padrona del momento, mamma era seduta al suo fianco, anche lei era quasi impresentabile con quel vestito ultra aderente che si fermava sopra il ginocchio. Per fortuna non ci aveva fatto aspettare fuori, sarei rimasta nuda davanti alla pizzeria Cantina Fredda aspettando l’auto , aveva avuto pietà di me…..e una volta saliti in auto, iniziò la seconda parte del mio calvario di femmina a sua completa disposizione pronta ad eseguire i suoi ordini. L’auto dopo una brevissima attesa al semaforo di Piazzale Osoppo puntò verso Piazza Primo Maggio per poi girare a sinistra all’ultimo incrocio in via Diaz e li ci fu un altro ordine dato da lui. In quel breve percorso i fari illuminarono una donna ferma sul marciapiede, portava un vestito appariscente e…sicuramente una parrucca bionda, a quell’altezza il nostro suv salì sul marciapiede esattamente vicino alla tipa che ci guardò con un sorriso strano. E una volta abbassati i finestrini si avvicinò a noi, ancheggiava aveva l’aria di una puttana scafata , ma quando aprì la bocca mi accorsi subito che non era donna, se la parrucca mascherava un collo maschile la voce la tradiva e lui rivolgendosi a lei….
”Ora ti mostro una schiava femmina, tu guarda…”
Lei ebbe un attimo di stizza, poi si mise a ridere mentre io cercavo di dire un noo….ma quella negazione mi morì in bocca perché lui gelido …
”Sara scendi accucciati e falla davanti a lei, la troia sogna di avere una figa, mostrala e mostragli come pisciano le donne “
Lo feci, mai avrei creduto di fare una cosa simile davanti a un travestito, mi misi accucciai tirando su quella specie di spolverino che portavo, e data la posizione per farla dovetti allargare le gambe una volta accucciata e mostrare bene le mie tette che penzolarono gonfie com’erano simili a due mammelle di vacca. Dovevo essere oscena, mi sentivo rossa in volto..e nonostante tutto mi scaricai davanti a quell’estraneo travestito da donna che mi osservava con curiosità, non ebbi il coraggio di guardarlo in faccia, mi vergognavo, ma lui a quel punto accorgendosi …
“Sara guardalo in faccia e di quello che stai facendo, sei una schiava obbedisci….”
E io obbedì ai suoi ordini, lo fissai come in trance scandì le parole, dicendo che stavo urinando davanti a lui completamente nuda eccetto che per quella specie di straccetto trasparente che indossavo. Quel volto truccato pesantemente mi sorrise leggermente e fece una battuta che mi fece rabbrividire…
” Avrà la figa ma non ha un culo come il mio”
A quelle parole lui si fece serio, forse aspettava una frase simile e come risposta…
” Sara mostra il culo sfondato che ti ritrovi, e di di farti controllare, visto che ha il cazzo puoi fargli un pompino se lo vuole”
Mia madre cercò di reagire, ma lui la zittì con un “taci” perentorio mentre l’altra donna si mise a ridere come divertita della scenetta che stava succedendo. Li, semi nascosti dall’auto salita sul marciapiede, io piegata che stavo mostrando il culo a una donna che donna non era, mentre il fari delle macchine che transitavano ci sciabolavano a tratti. Mi piegai, mi allargai il culo, lo mostrai, sapevo che avevo il buco sfondato e congestionato, la corolla mi bruciava ma non mi interessava, in me era salita nuovamente quella voglia strana data dall’eccitazione che provavo nel mostrarmi e aprirmi davanti a un estraneo. Ero partita, piacere , voglia, vergogna si stavano sommando in me, mi avesse chiesto di battere ora e li, di mostrare il mio culo sfondato alle auto…lo avrei fatto. Cazzi lucidi, grossi con le vene in rilievo per il mio corpo per il mio culo e per la mia bocca, bere il loro piacere fino allo sfinimento di quando le mandibole ti fanno male dal tanto succhiare. Avere quei maschi in pugno e assorbirli fino all’ultima goccia. Mi costringeva ad esibirmi davanti a quella “ donna” dalla voce profonda che mi guardava con disprezzo; mi sarei potuta opporre e invece lo stavo facendo come imbambolata; non reagivo e con mia grande sorpresa mi stavo accorgendo che l’eccitazione mi saliva. Giorni prima avevo fatto un numero simile dietro ai Piombi in Vicolo della Prefettura, dove durante la notte non passava mai nessuno, ora invece ero in una via trafficata dove tutti mi potevano vedere anche se la macchina mezza sul marciapiede ostruiva leggermente la visuale……Ero……so lo devo ammettere terrorizzata che mi vedessero. Ero nuda se non per quella specie di spolverino di mia madre che indossavo il quale anziché nascondere non faceva altro che mettere in risalto il mio corpo con le sue trasparenze . Accucciata, aperta in una posa oscena se così si può dire non ero altro che una puttana che si stava esibendo davanti a un maschio travestito. E lui insistette….” Su Sara, girati mostra quanto sei aperta di culo, ti ho sfondato il culo e Vaiolet te lo ha pulito accuratamente…….: Mi alzai, le gambe mi tremavano per la tensione e il nervosismo e mi girai piegandomi in avanti, come un automa mi allargai le natiche con le mani per mostrare la mia rosetta scura sfondata e congestionata affinchè quella persona mi vedesse bene. Mi vide, mi guardò con attenzione, le sue dita mi sfiorarono il buco commentando……
” La troia è sfondata, complimenti, ma di cazzi ne deve prendere ancora; sembra però che abbia iniziato bene, ha ricevuto una buona ravanata …”
E con queste parole terminò di esaminarmi per andarsene, ma aggiunse una frase sibillina…
” Mi piacerebbe lavorare con lei, sapete dove trovarmi….”
Rimanemmo così da soli, io fuori dall’auto con la sua schiava e mia padrona mentre mia madre non si era mossa, non mi degnava di uno sguardo, aveva le labbra tese, mi chiesi che cosa passasse nella sua mente. Ma se nella mente di mia madre faticavo ad entrare la mente del mio padrone era fervida…..
” Sara risali in macchina ma dalla parte della strada, se passa qualcuno ti devono vedere, ne vale la pena…obbedisci”
Non risposi, era un ordine, non mi restava che obbedire e niente altro così feci il giro dell’auto, e non più nascosta salì, giusto nell’attimo in cui un paio di fari mi inquadrarono e per sentire il colpo di clacson, era si una zona di puttane e travestiti, ma una donna nuda da vedere per la strada non è da tutti i giorni. Lui si mise a ridere e accendendo il motore….
”Ora al lavaggio, poi vediamo di portare a casa tua madre, per te la notte è ancora lunga…”
CONTINUA