La guardavo, nonostante tutto era splendida, quel corpo nudo sotto le luci al neon del distributore notturno. A pochi metri da noi passavano le macchine a tutta velocità, andavano a puttane, Viale delle Ferriere era una specie di svincolo per quel tipo di traffico notturno. Eppure lei in quel momento era li, vestita di sole scarpe, i suoi seni perfetti, e la bombatura dei fianchi, il viso stravolto dalla stanchezza e dal piacere che l’aveva letteralmente assorbita. Era quasi comica con la pompa di benzina in mano, barcollava su quei tacchi altissimi, la stavo trasformando e dopo il pieno, non la volli far salire in auto subito, volevo godermela, gustarmela, gustare quel magnifico corpo che fino ad un attimo prima era stato chiavato dagli studenti che aveva trovato nel pomeriggio, quando aveva fatto la passeggiata in centro con la mia amica. Così la feci spingere dalla sua accompagnatrice davanti all’auto, la volevo per un momento in vista di tutti e la feci camminare…era riluttante ma alla fine cedette…..
Così la fa camminare davanti alla macchina……. Ora non era più come dietro l’aeroporto di Campoformido alla periferia di Udine quando aveva fatto più o meno la stessa cosa. Ora era ben in vista , in pubblico in un posto illuminato dai lampioni e dalle luci al neon del distributore…tutti la potevano vedere. Poteva sembrare un ubriaca, una drogata, ma uno sguardo attento avrebbe visto l’interno delle sue cosce lucido di piacere, piacere che le colava dalla figa e dal culo. Oltre alla figa che ormai aveva le grandi labbra arrossate per i ripetuti affondi dei cazzi degli studenti che aveva provato, il culo lo aveva rotto; quei ragazzi ci avevano dato dentro come infoiati quasi a volerla impalare mentre lei appoggiata a quel muro aveva sporto il culo in fuori come per facilitarli, chiedendo inconsciamente di essere aperta e sfondata. Non era altro che una puttana a pagamento che in quel momento ci prendeva gusto. Lui la guardava, e pensava a sua madre, madre e figlia, erano uguali, il sangue non mentiva, quando annusavano cazzi come si trasformavano e non capivano più niente se non nel volerli dentro, quella figlia l’avrebbe trasformata in un buco senza fondo, quasi un animale famelico. La figlia, la figlia di Vaiolet che camminava ora davanti ai suoi occhi , la fece passeggiare fino quasi all’altezza della roggia, facendole attraversare tutta la strada che portava all’Eurospar. Lei camminava, ubbidiva, era come una sonnambula e quando ritornò in dietro la fece fermare a pochi metri dall’auto e le sue parole la colpirono…
” Sara, girati e mostrami il culo, piegati sembra che tu lo abbia sfondato”
Erano parole ironiche, lo sapeva perfettamente che di cazzi ne aveva preso nel culo, l’avevano trapanata, ci avevano sborrato dentro e anche usati dei profilattici per non confondersi con il piacere dei precedenti che erano passati e ora voleva che mostrasse il suo culo martoriato, per un momento Sara si sentì persa……Sara lo guardò silenziosa, sembrava che quasi piangesse, i suoi occhi erano lucidi, scosse la testa in maniera negativa si sentì un fliebile nooo; ma nonostante tutto si girò mostrandogli la schiena e piegandosi in avanti; allargò anche leggermente le gambe per stare in equilibrio assumendo una posa sconcia; ma non aveva finito, si portò le mani dietro la schiena all’altezza delle natiche e….
Si aprì; così che si vedesse bene la sua rosetta sfondata e semi aperta…le colava ancora piacere…era andata come in un’altra dimensione, obbediva e basta.
E per fare in modo di farla sentire solo un oggetto in mostra accesi gli abbaglianti in modo di illuminarla e per far si che si vedesse nei minimi particolari. Proprio in quel momento giunse un’altra macchina per fare benzina…Erano due maschi e una femmina e i maschi furono subito colpiti dalla scena che stava succedendo sotto i loro occhi. Rimasero per un momento silenziosi e poi uno, quello sceso per fare il pieno si rivolse alla mia amica chiedendo che cosa stesse succedendo con un sorriso stampato sulla bocca; la occhieggiava si vedeva lontano chilometri che le avrebbe voluto mettere le mani addosso se non altro, la donna in auto la osservavo, guardava con disgusto Sara e nello stesso tempo si, lo devo ammettere forse invidiava quella donna capace di fare un numero simile….Ci fu una risposta laconica,
”Una masochista esibizionista in fase di addestramento, stiamo facendole capire chi sono i padroni e che deve eseguire tutto quello che i padroni vogliono, è solo una marionetta, non ha il diritto di pensare, deve solo sapersi mostrare e…dare figa e culo a chiunque vogliano i suoi padroni”
L’uomo ascoltava affascinato quelle parole e poi quasi per fare una prova parlando sottovoce quasi vergognandosene…
” Vuole dire che se lei o il signore che è in macchina lo ordinate quella ragazza può venire qua a succhiarmi il cazzo senza dire niente ma solo perché voi lo ordinate? “
Riuscivo ad ascoltare quel dialogo, capivo dove voleva andare a parare, fissava Sara affascinato, anche se Sara in quel momento non era un bello spettacolo, aveva il viso tirato, figa e culo ancora pieni e in più era ancora sporca per il lavaggio dell’auto che aveva fatto in via Cividale…ma nonostante tutto era una donna nuda in mezzo alla strada che si mostrava e a quel punto rivolgendomi alla mia amica…..
”Dai di a Sara che faccia una sega al signore e che poi facci il pieno alla loro auto, facciamola diventare un addetta al servizio, servizio completo…”
Sara intanto si era avvicinata, le avevo fatto segno con la mano, a questo punto mi volevo godere la scena, stava per rientrare nel vortice di lussuria che nonostante tutto l’attirava. Ormai ora non la potevano vedere dalla strada era si nuda ma tra due auto li tra le colonne del distributore Erg, si guardò attorno come stranita, aveva sentito parlare di servizio completo era li che non capiva, ma…… Un uomo davanti a lei, e poi un altro, mentre una donna in auto la stava osservando e un’altra era pronta a darle ordini….
Fu un attimo, e mi trovai così completamente nuda seduta sul sopralzo delle colonnine e della macchina per mettere dentro i soldi per far funzionare così l’automatico. Nuda mi trovai seduta su quella specie di pavimento di colore verde e l’uomo davanti a me, mentre sentivo la voce della mia accompagnatrice, venire come da lontano per le mie orecchie.
“ Su allarga le gambe, così mostri anche la figa”
Mi finì di sedere anzi mi quasi distesi su quel pavimento lurido poggiando la schiena alla pompa del distributore, l’uomo davanti a me fece un passo avanti, ora avevo le sue gambe tra le mie, e all’altezza del mio viso c’erano i suoi pantaloni, ma se a lui in quel momento poteva bastare e aspettava il lavoro delle mie mani sul suo corpo. L’altro nel frattempo scese dalla macchia e tirata giù la zip mi si avvicinò già con il cazzo fuori. Mi mostravo, sapevo che li stavo eccitando come non mai, e anche la donna rimasta nell’auto mi stava guardando. In un attimo ebbi un cazzo in bocca, mi sentì brutalmente forzata, l’ultimo arrivato mi prese per i capelli e mi sbattè direttamente in bocca il suo uccello senza preamboli, era viscido, già turgido di voglia, , lo ebbi sulla guancia ma poi con un movimento rapido mi fu sulle labbra e io…non mi opposi, aprì la bocca, qualche cosa era scattato in me, anche se ero in ginocchio lo avevo ai miei piedi lo dominavo chiedeva piacere e io ero in grado di darglielo…non so che cosa mi sesse succedendo, lo ebbi in mano per succhiarlo meglio e con l’altra mano per eccitarlo ancora di più la portai alla figa e iniziai a toccarmi. Ora voglia, piacere , sottomissione e potere si stavano sommando in me, volevo il mio piacere volevo sentire il cazzo gonfiarsi fino a diventare come un muscolo contratto teso allo spasimo nello sforzo . Ero come ubriaca, i due iniziarono a usare la mia bocca come quasi una vagina, le loro mani nei miei capelli e la mia testa sballottata, a tratti mi sentivo due cazzi in bocca, mi stavo slogando le mandibole tanto la dovevo tenere aperta e se ne fregavano dei miei colpi di tosse quando i cazzi mi entravano in gola fin quasi oltre le tonsille.
Sara era uno spettacolo ridotta in quegli stati, anche stando in auto avevo un ottima visione era entrata come in un’altra dimensione, succhiava, sputava ma non mollava, quei cazzi le piacevano e li voleva far venire a tutti i costi, era partita, poi uno alla volta vennero dentro di lei e sul suo viso letteralmente lavandola. Una maschera di piacere, ansimava tenendo gli occhi chiusi per quel che poteva, perché uno dei due era come sigillato dal piacere dei maschi che si erano divertiti mentre come persa la sua mano continuava a giocare con le grandi labbra della sua figa. A quel punto ci fu un altro numero, uno dei due ragazzi si rivolse alla donna dentro l’auto invitandola fuori , non capì le parole in maniera chiara, ma mi aspettavo che la donna facesse qualche cosa. Quella che uscì dalla macchina era una ragazza relativamente giovane, portava un paio di Jeans aderentissimi che le stavano come una seconda pelle e i sandali dal tacco niente male le allungavano la gamba ancora di più, per il resto una maglietta e un giubbotto della stessa stoffa dei pantaloni, rideva, a tratti un aria imbarazzata, ma quando fu davanti a Sara cambiò completamente espressione guardando quella donna li semi distesa ridotta con una maschera di piacere che dal viso e dalla bocca che teneva semi aperta come ansimante ora le stava colando tra i seni saliva e voglia di maschio. I due maschi che si erano divertiti fino ad un attimo prima la guardarono perplessi; era vero che uno dei due l’aveva invitata fuori a guardare bene, però in quel momento non capivano, uno aveva ancora il cazzo fuori in semi erezione. La donna si accucciò tra le sue gambe aperte, e la osservò attentamente, sorrideva leggermente , accarezzò per un momento una gamba di Sara e…scandì un ordine perentorio…
” Puttana accarezzati le tette che alla figa ci penso io”
Lo sguardo perso di Sara che come programmata a quelle parole……, la mano che si stuzzicava le grandi labbra della sua figa e l’altra andarono a toccare i capezzoli e le tette…ci fu un fliebile
“ Va bene così padrona….?”
L’altra la guardava, ora Sara aveva lasciato la figa libera, non aveva avuto la forza di chiudere le gambe e allora l’altra rialzandosi in piedi, poggiò una mano sulla spalla di uno dei suoi due amici per rimanere in equilibrio e con un piede fregandosene di sfilarsi il sandalo andò a stuzzicare la figa di Sara…Ci fu un grido un singulto, la donna ci sapeva fare, sapeva toccare quella pelle delicata e sensibile del bottoncino con la pinta di quel sandalo provocando all’altra scosse elettriche uniche. Il suo grido e il movimento del piede dell’altra furono un tutt’uno, forse la situazione forse il tutto non lo saprò mai ma Sara ebbe un piacere grande che se era già stremata fino a un attimo precedente la mise letteralmente a Ko. Quella maschera collassò definitivamente poggiandosi alla colonnina del carburante mentre rattrapiva le sue gambe, che nonostante tutto con uno sforzo unico continuava a tenerle aperte, voleva essere toccata ancora e ancora, tremava , gorgogliava, piacere, il suo piacere le colò fuori, credo se la facesse anche addosso tra le risa dei suoi spettatori. Sara in quel momento stava superando Vaiolet, sua madre, due puttane nate, ma più che puttane due ninfomani che per il piacere non si fermano davanti a niente…mi bastava vedere come si sforzava di fare in modo che quel piede non finisse di stuzzicarala, sentì chiaramente la sua voce …un “Ancora……” persa nel nirvana dei sensi quasi come quello di una drogata in cerca di una dose sempre più grande per farla andare in orbita. La lasciarono per un momento in pace in modo che si riprendesse, doveva ancora fare il pieno alla loro auto. La sua accompagnatrice le tirò il reso del vestito, quello che ne rimaneva dopo tutte le avventure che aveva passato,
“ Pulisciti e vedi di tirarti su, non penserai che se andiamo in birreria tu possa entrare nuda con la faccia dipinta dal piacere dei maschi? “;
Sara non reagiva,la guardò con quel suo occhio visto che l’altro era quasi incollato dalla sborra e come un automa si passò la maglia sul viso per pulirsi, poi se la passò lungo il coro e cercò di mettersi in piedi…non ce la fece, cadde in ginocchio con le mani poggiate sull’asfalto. Li, nello stretto spazio tra due auto mentre a terra c’erano macchie di unto e gasolio o benzina. Le scappò aria dal culo, ma in quel momento non ci fece caso nessuno dei presenti intenti com’erano a guardarla, le sue tette penzolavano, quelle tette che evo intenzione di far gonfiare, avevo il permesso della madre. Poi con infinita fatica ce la fece, da in ginocchio a quattro zampe e accucciata, in una posa oscena con le gambe aperte in equilibrio precario sui tacchi, e alla fine in piedi, si rinfrancò leggermente e fece il pieno alla macchina dei ragazzi che ripartì un attimo dopo sgommando. Ora eravamo rimasti soli sotto la tettoia di quel benzinaio della Erg, il suo vestito, il maglione era a terra, e fu costretta a chinarsi per riprenderselo. Non era un bello spettacolo, puzzava e era sporca di tutto, le sue ginocchia per essersi appoggiate su quell’asfalto sporco e unto erano nere come il palmo delle mani. Aveva uno sguardo perso, rimaneva li immobile aspettando con le mani lungo i fianchi, non si muoveva, aspettava quello che volevo fare, mi avrebbe seguito ed eseguito tutto quello che avrei voluto; la volevo portare da Bire, e nello stesso tempo negli stati in cui si trovava ero indeciso se portarla o no, lercia com’era forse non l’avrebbero fatta neanche entrare, così ci ripensai e a quel punto decisi di riportarla a casa senza dirle niente. In quel momento di lei avrei potuto fare quello che volevo; dopo essere stata letteralmente chiavata e aperta dietro il benzinaio, aveva accettato il pompino maxi fatto ai passeggeri della macchina lasciandosi poi stuzzicare fino a venire dal piede della ragazza. Ora aspettava, era , si, avevo altre idee per continuare quella notte che si stava svolgendo in maniera niente male per i miei gusti ma ebbi pietà di lei. La feci rivestire…. indossò il mini vestito o quello che ne rimaneva con un movimento sensuale, i suoi fianchi si mossero come quelli di una danzatrice del ventre e poi nascose tutto, quello che poteva, perché quella stoffa si andò a fermare esattamente sopra la sua farfalla e se avesse camminato l’avrebbe mostrata a tutti così pure la parte bassa del suo fondo schiena. Era nuda e nello stesso tempo vestita. Mi piaceva, eccome se mi piaceva e alla fine salì in macchina al mio fianco, mentre la mia amica si andava a sedere dietro.
Così alla fine mi fece salire in macchina; non avevo il coraggio di reagire, qualunque cosa mi avesse chiesto in quel momento l’avrei eseguita. Se da una parte mi facevo schifo per i numeri che avevo fatto, dall’altra al solo pensiero per quello che mi bagnavo di piu, ero come una fontana. Non so che cosa mi stesse succedendo; poi c’era il pensiero di mia madre quando nella sua giovinezza aveva fatto tutto quello che ora stava capitando a me . Quella donna integerrima con la quale ero stata più di una volta in urto per “ i morosi e rientri notturno”. L’avevo vista comportarsi come una puttana scafata, e il bacio di lingua con tutte le carezze del caso che mi aveva fatto in cucina non lo avevo ancora dimenticato….quello che poi era successo a casa sua quando era venuta a prelevarmi. Lui in quel momento stava guidando,eravamo partiti e lo vidi mettere il viva voce al telefono che aveva collegato con il display del navigatore e l’altoparlante dell’auto. Quel dialogo che ne seguì mi fece inorridire e definitivamente sbarellare per quello che in quel momento chiedeva, anzi, ordinava di eseguire all’altra persona che stava dall’altra parte del filo. Mi accorsi immediatamente che la telefonata la stava facendo a casa mia e a casa in quel momento c’era solo mia madre e dopo pochi squilli la sent’ rispondere . Una voce impastata di sonno, sapevo che papà era assente per un paio di giorni e a casa c’era solo lei con mio fratello. Ci fu un……
“Ciao Violet, come sta la mia cagna da letto”
Mentre dall’altro capo del filo a quelle parole nessuna inflessione di stizza per quella specie di insulto e la risposta …
” Si padrone, sono a casa e sola, mio marito rientra domani sera , cosa vuoi che faccia?”
Vidi il suo sorriso ironico che non faceva presagire niente di buono…….
CONTINUA