Estate, una delle tante estati Venete che scorrono pigre in mezzo all’afa delle colline nei dintorni di Abano.
Quindici giorni in pace lontano dal lavoro con il telefono spento. Si fa per dire, la posta la scaricavo dal mio portatile tutte le mattine poi andavo a fare la mia passeggiata.Giusto in tempo per rientrare e fare colazione in albergo. Non sono più giovane, la mia barba è incanutita e l’autunno del mio tempo è iniziato da tanto. Non ci potevo fare niente, le belle ragazze credo mi considerassero quasi un nonno o qualche cosa di simile, e poi non mi andava di farmi prendere in giro.
E mentre facevo colazione dopo essere rientrato dal mio giretto mattutino mi capitò di notarla. Un tipino sicuramente di carattere un taglio di capelli corto che le stava deliziosamente bene ; e poi aveva gli occhiali e a me sono sempre piaciute le donne con gli occhiali sembra quasi abbiano più carattere delle altre. La ebbi al mio fianco mentre si era in fila al tavolo del buffet della colazione e con mia sorpresa notai che aveva le guance con le lentiggini, le davano un aria da ragazzina, non erano le macchie sulla pelle che vengono passati i cinquanta. Risi tra me e me , figurarsi se glie lo avessi detto considerando il mio carattere privo di tatto.
Indossava un paio di pantaloni bianchi alla pescatora, che le lasciavano le caviglie scoperte e ai piedi un paio di scarpe basse . Era minuta si, ma quei pantaloni bianchi che portava modellavano un bel paio di fianchi che avrebbero fatto la felicità di qualunque maschio con gli ormoni in ordine. Era pensierosa , ma non attaccai bottone , mi bastava guardare una bella donna curata che si sapeva valorizzare al punto giusto senza dare nell’occhio. La rividi nel pomeriggio, doveva avere degli ospiti, una coppia giovane, la ragazza le assomigliava, forse sua figlia ma rispetto a lei aveva i capelli mossi. Una bella ragazza ma ho un debole per i tagli corti da donna.
Ed ora veniamo a quando feci la sua conoscenza. Ero tranquillamente seduto si era dopo cena, lei ara vicina a me con la coppia che avevo visto con lei nel pomeriggio, mi davano la schiena e a quel punto sentì un chiarissimo
“ Smettila” e con questa parola si alzò di scatto da dove si trovava seduta per andare verso la terrazza dell’albergo fuori all’aria. Camminava impettita, un passo veloce, sembrava dovesse smaltire un attacco di rabbia. E a chiusura di quello scatto di nervi quasi inaspettato sentì parlare la coppia che era con lei….
“Andiamo fuori, la mamma ha una sua serata no meglio lasciarla in pace”
Non mi sbagliavo, era sua figlia e mentre i due uscivano mi diressi anch’io verso la terrazza. La vidi, era poggiata alla balaustra, guardava il giardino su cui dava, in mano aveva una sigaretta e provai ad attaccare discorso. La classica frase da imbranato,
“Se vuole ho d’accendere, siamo rimasti in pochi con il vizio del fumo”
Sentendo le mie parole si scosse dai suoi pensieri e si rivolse verso di me guardandomi, porgendomi la sigaretta…sorrise…
“ Come scusa niente male comunque se ha d’accendere la ringrazio, ho lasciato l’accendino in camera, non vogliono che fumi”
Ci mettemmo a ridere, e lo dovevo riconoscere aveva anche un bel sorriso. Elegantissima , un tubino nero la fasciava ai piedi i sandali con un buon tacco e le unghie smaltate di rosso. Al collo un filo di perle che le valorizzavano l’ovale del volto.
Poi a quel punto visto che il ghiaccio era rotto…
” Su, non si arrabbi non ho potuto fare a meno di sentire un tonante “ Smettila” . La ragazza credo sia sua figlia, Le assomiglia molto e se vale il detto figli piccolo problemi piccoli figli grandi problemi grandi vedrà che nonostante tutto le cosa andranno come vuole Lei, non se la deve prendere e domani è un altro giorno, sono sicuro che è una donna di carattere e sistemerà tutto”
Mi ero buttato con questa frase, finale di Via col vento, parlo del film, “domani è un altro giorno” avevo scoperto le mie carte per fare amicizia, non potevo mica dirgli che l’avevo notata fin dal giorno prima mentre faceva colazione ? Si mise a ridere, le sue labbra si incresparono mostrando un bellissimo sorriso. Aveva un rossetto perlato che le rifinivano perfettamente. Dietro quegli occhiali due occhi azzurri che ridevano dandole un aria birichina. Il tubino nero che portava aveva una scollatura a taglio e da quella scollatura le perle che aveva al collo le accarezzavano sia la sua pelle ambrata che la stoffa ….Continuai a chiacchierare mentre lei con quello sguardo che sembrava mi prendesse in giro:
“ Come scusa per iniziare a fare amicizia niente male è la prima volta che cercano di farla in questa maniera “
Non potevo dire altro che “ toccato” e poi proseguì…
” Accetti la buona volontà ce l’ho messa tutta ma si vede che ormai sto perdendo la mia verve”
Mi ero scoperto, ora il pallino usando un termine che si usa a biliardo era in mano sua e accettò di giocare….però il fato mi venne in soccorso iniziarono dei fuochi d’artificio, era ferragosto il massimo dell’estate e un botto formidabile fece vibrare l’aria…l’attimo di paura …e….ci trovammo abbracciati. Quell’attimo le labbra che si sfiorano, l’alito leggero e quasi senza volere iniziammo quel gioco silenzioso che si chiama bacio…..all’inizio quel movimento simile allo sfiorare e poi partimmo con un lingua lingua da premio oscar per film osè; voglia e lussuria si affacciarono dentro di noi in maniera spudorata. Quelle labbra scivolavano sulle mie aiutate dalla propria lingua e io non ero da meno….il suo corpo aderì al mio, era morbida e calda, sotto le mie mani le sue forme, la strinsi a me e lei cercò di aderire ancora di più. Lo dovevo riconoscere era uno schianto, donna da capo a piedi e con mia grande sorpresa il mio lui anche senza la mitica pastiglia azzurra si fece sentire. Quel bacio, modello studenti alla stazione delle corriere durante il periodo scolastico fu l’inizio di una serata folle .
Ci ritrovammo così quasi abbracciati mentre passeggiavamo nel paese dove si aveva l’albergo…..le ore passavano e
“ Cosa dici? Fuori dal paese c’è una villa veneta che hanno trasformato in locale si potrebbe finire li la serata ascoltando buona musica da piano bar, e poi li si può anche fumare”
La battuta era giusta così ritornammo in albergo a prendere l’auto, la mia auto. E qui quando vedesti la mia macchina rimanesti di stucco. Non era la classica tre volumi o un Suv, ma un auto due posti una spaiderina inglese bassa e priva di tettuccio. Ti mettesti a ridere,
“ E io mi dovrei sedere li sull’asfalto da tanto è bassa? Non ho il vestito adatto con questa gonna un po’ aderente va a finire che metto tutto in mostra e poi porto le autoreggenti”
La mia risposta fu laconica, ma è quello che voglio una bella donna va guardata e mostrata “
Era si un complimento e nello stesso tempo un invito a scoprirsi e lo devo riconoscere, aveva il senso dell’umorismo, per un attimo tacque, mi aspettavo un nuovo tonante “ smettila!” e invece salì in auto. Naturalmente mostrando spudoratamente le gambe vista l’altezza dei sedili.
LEI Non mi aspettavo una frase simile, frase che quasi mi stizzì, ma se il “ Signorino” voleva guardarmi le gambe lo avrei accontentato.
“ Vuoi vedere le mie gambe? Pensa ho anche le autoreggenti, ti accontento subito, non sono da buttare anzi ……”
E così dicendo mi sedetti in quell’auto mettendole in bella mostra, forse anche troppo per un momento si vide il biancore della mia carne tra il vestito e il ricamo delle calze ma mi sarei vendicata eccome mi sarei vendicata.
CONTINUA