E la vendetta la assaporò in un attimo, una volta che lui si fu seduto sentiamo quello che lei disse:
LEI – E no! Non mi sarei lasciata sfuggire una piccola vendetta e così quando si sedette anche lui ….da notare eravamo ancora nell’autorimessa dell’albergo…. mi piegai e in un attimo partì con una palpata alle sue palle. La scusa era buona e poi volevo sapere se era eccitato. Quei baci, il camminare assieme quasi abbracciati come due ragazzini mi faceva sentire sopra le nuvole.Ma come aveva detto a lui ero una donna di carattere e allora:
“ Fammelo vedere , su , io mostro le gambe ma tu mi devi mostrare quello che hai nascosto”
Ridevo, mi sentivo eccitata i baci tutto sommato mi avevano messo di buon umore. Non avevo perso la mia verve; scivolai con la mano sui suoi pantaloni, ora lo volevo, volevo vedere il suo cazzo e poi se io mi dovevo mostrare perché lui no? Aprì quella zip e lo ebbi in mano. Lo sapevo! Era eccitato come me!
Lui spinse l’acceleratore e inserì la marcia, ora mi divertivo io e su quella piccola auto iniziai a segarlo.
Proprio una bella coppia di adulti, lei con le gambe completamente scoperte semidistesa su quel sedile mentre con la mano allungata verso di lui gli teneva, anzi stringeva il suo cazzo.
LEI. Lui guidava cercando di fare l’indifferente ma a tratti lo facevo irrigidire perché con l’unghia gli andavo a stuzzicare il meato; sapevo di provocargli delle vere e proprie scariche elettriche ma comunque mi stavo divertendo.
LUI “ E ora cosa facciamo? Credo che il localino dove ti avevo proposto di andare aspetterà, la notte è ancora lunga “
Così dicendo accostai la macchina in uno slargo della strada; eravamo quasi defilati dal traffico di quella via, se traffico si poteva definire visto che non avevano ancora incrociato un auto e eravamo ormai in aperta campagna.
I signori veneti di un tempo amavano le ville isolate. E una volta fermati partimmo con una pomiciata da preludio dove oltre che la bocca anche le mani si dettero da fare quasi fossero quelle di un cieco che vuole memorizzare le fattezze della persona che gli sta accanto. Risalì lungo le sue gambe fino all’attaccatura delle autoreggenti….Il caldo della sua pelle morbida all’interno delle sue cosce lei si allargò leggermente per facilitarmi. Il vestito ormai era risalito e non portava ne perizoma ne slip ma una culot nera trasparente ornata da ricami. Sotto quella stoffa illuminata solo dalle luci di cortesia dell’auto potei vedere le grandi labbra del suo fiore …ma lei si piegò su di me non voleva più baci ne segarmi…non le bastava…. Ora la sua bocca voleva altro e ebbe tra le sue labbra il mio cazzo. Piegandosi su di me mostrò i suoi fianchi che potei accarezzare mentre mi succhiava. Riuscì ad infilare la mano in quell’intimo trasparente. Scesi lentamente lungo il suo fianco la sentì per un momento irrigidirsi poi con un movimento dei suoi fianchi quasi impercettibile cercò di agevolarmi. Toccai il suo fiore scuro, spinsi leggermente il dito e sentì la sua voce..”Porco, ti piace” e così dicendo si lasciò andare indietro in modo che la falange del mio dito entrasse in lei…entrai e su e giù un paio di volte…. poi scesi ancora per arrivare alla sua figa da dietro….un ditalino, da quello che ricordavo in certi momenti non veniva mai rifiutato. Disse solo una cosa …..:
“Metti due dita, metti due dita”…
E le dita da parte mia furono ben tre. Era un lago, fremeva. Stavamo facendo le contorsioni in quel piccolo abitacolo..e lei sollevando quel suo bel visino dal mio cazzo che stava beatamente succhiando….
“Dammelo, lo voglio dentro”
Era il ritratto della voglia, era scatenata, un filo del mio piacere le colava lungo il mento, i capelli leggermente scomposti ma non se ne preoccupava, la voglia ormai ci aveva letteralmente travolto e si sarebbe potuto scatenare Giove pluvio che non lo avremmo minimamente sentito. Quel…..
“Senti il tuo sapore, sentilo, il tuo piacere nella mia bocca ora anche nella tua”
Un bacio e per quanto ci permettesse il sedile …
”Su R…..sopra di me, uno spegni candela”
Non se lo fece dire due volte , scavalcò e fu sopra di me, scivolò sul mio cazzo quasi fosse una vincitrice, si scostò l’intimo e le fui dentro.Mi sembrò di entrare in un bagno caldo. Iniziò a muovere i fianchi come una danzatrice esperta, sentivo, mi accorgevo che muoveva i muscoli della figa massaggiandomi lentamente. Le sensazioni si accavallavano e se in quel momento lei giocava con il mio cazzo esclusivamente usando la sua figa le mie mani furono dentro la sua scollatura riuscendo ad estrarle le tette. Ora era partita, non più i suoi muscoli, a tratti si contorceva sul mio cazzo, mi dava l’impressione di essere simile a un pesce preso con l’arpione. Passò anche lei ad usare le mani non gli bastava la mia lingua sui suoi seni, lo fece per eccitarmi o per acuire la sensazione che le dava il mio cazzo mentre si muoveva dentro di lei. Fremeva, eravamo in un crescendo, il piacere ormai per lei era li, stava arrivando, un turbine di sensazioni che stava per partire dal suo ventre per irradiarsi in tutto il suo corpo quasi fosse una dolce ubriacatura.
LEI quell’invito a calarmi sul suo cazzo non me lo feci ripetere due volte e dopo aver scostato l’intimo sentì la sua carne entrarmi dentro, lo avevo succhiato come solo io so fare quasi volergli aspirare anche le palle e l’anima. Ora quel cazzo violaceo dalle vene in rilievo iniziava a farsi strada nel mio fiore . Lo volevo dentro fino alle palle e se avessi potuto anche oltre. Iniziai così a muovere i fianchi con quella danza antica che solo le femmine sanno fare per la ricerca del piacere. Mi strofinavo su di lui, facevo tutto io, dosando le sensazioni per farle durare più a lungo. Ma se io facevo questo movimento le sue mani erano riuscite a tirarmi fuori le tette dalla scollatura del vestito…la sua bocca si dava da fare sui miei capezzoli, slinguate , succhiate, quasi morsi leggeri e…l’auto partì con una sgommata sibilante dallo slargo dove cui eravamo fermati. Uno spavento ma fu questione di un momento ….
Lanciati, l’auto correva , lui aveva spostato la testa per vedere la strada mentre io…io continuavo a impalarmi, volevo sentire il suo piacere caldo nel mio ventre.Ormai ero al parossismo. E se io ero al parossismo come invasata nella ricerca del piacere la follia di essere sulla strada a tutta la velocità mo provocava brividi ancora più forti, l’aria mi scompigliava i capelli mentre sentivamo colpi di clacson da parte di auto che superavamo per non parlare degli abbaglianti di un autotreno che ci illuminarono quasi a giorno. Lo dovevo riconoscere come botta di vita era niente male …Lo gridai a lui,
“ Dai M….fai che ci vedano mi sento porca, ho le tette fuori e stanno capendo perfettamente quello che faccio sopra di te “
Il mio senso dell’esibizionismo stava trionfando mi sentivo felice, e le litigate e i malesseri che avevo avuto all’inizio della serata erano definitivamente scomparsi. Ad un certo punto sentì il suo piacere esplodere in me, le vibrazioni del suo cazzo, ormai non riusciva più a trattenersi e la mia figa fu letteralmente invasa dal suo lattice bianco. Una delizia, quelle sue contrazioni furono il colpo di grazia anche per me perché quella lava che avevo trattenuto fino a quel momento traboccò e mi andò ad invadere tutto il corpo provocandomi quello stordimento che apprezzavo sopra ogni cosa…..Non mi accorsi, l’auto iniziò a rallentare ormai eravamo arrivati e se come aveva detto lui la notte era ancora lunga sarebbe stata pregna di sorprese…..