Il fotografo continuò a parlare guardandola fisso negli occhi: “Lui ti entrerà dentro fino in fondo. Il pubblico apprezzerà un simile animale da letto e i lettori si domanderanno se è tutta una finzione. La stessa cosa se la chiederà tuo marito quando gli mostrerai le foto e sono sicuro che ne sarà molto colpito. Ora basta, inculati da sola mostra che cosa sei capace di fare e che cosa sei realmente.”
Quel coso ora era tra le sue gambe gli altri due stavano aspettando che lei si lasciasse andare. La testa di quella specie di cazzo era lucida di lubrificante. Inoltre l’altra donna prima aveva ben lubrificato anche lei. Le dita erano entrate e uscite dalla sua rosetta scura non una ma più volte. Lo aveva fatto a lungo quasi che il tempo si fosse fermato. Era persa, osservava quella cosa come affascinata, sapeva che le avrebbe fatto male. Ma al punto in cui era arrivata non le interessava minimamente, ora voleva essere piena, la voleva provare. La punta era stata appoggiata sul suo culo, e lentamente iniziò a piegarsi sulle gambe da accovacciata che era. Si sentì forzare, forzare sempre di più. Quella plastica lucida dalle sembianze di un cazzo iniziò a farsi strada in lei. Il fotografo intanto scattava, sentiva il clic della macchina e i lampi dei flash. La stava immortalando da dietro in modo che dalle foto si vedesse chiaramente che si infilava quella cosa nel culo. Il suo fiore scuro si tese allo spasimo e poi dentro, sempre di più. Si stava umiliando ma tutto questo le provocava un piacere perverso. Quasi per aiutarsi iniziò a stuzzicarsi tra le gambe. Le sue dita artigliarono le sue grandi labbra. Entrarono in lei dividendole tra di loro. Era fradicia, il piacere di prima le colava ancora tra le gambe. Mugolò, gemiti sommessi uscivano dalla sua bocca, era come persa. Piacere, per quelle sensazioni che provava poi anche il gusto di umiliarsi davanti a quelle due persone che la guardavano come affascinate per quello che faceva o che si stava facendo con le proprie mani. A quel punto la voce di lui, leggermente rauca le chiese che cosa stesse facendo. Era troppo, non le andava di rispondere, vedevano benissimo che cosa si stava facendo, si stava inculando davanti a due estranei con i quali prima aveva fatto sesso e ora si stava dando piacere con le dita. Lui però la voleva sentire, voleva sentire la sua voce scandire quelle parole, e lei alla fine cedette anche se all’inizio aveva scosso la testa in maniera negativa.
“Mi sto inculando con un mega cazzo me lo sto piantando nel culo, mi sto letteralmente impalando, sento che mi spinge in su tutta la merda che ho dentro di me…mi piace.”
Così dicendo fece un ultimo sforzo e quella cosa le entrò completamente nel culo fino alla base. Perdette Urina, l’ultima urina quasi per far posto a quel cazzo posticcio dentro di lei. Chiuse gli occhi, sentiva il rossore sulle sue guance per quello che aveva detto e per quello che aveva fatto. Eppure tutto quello che aveva fatto le era piaciuto. Abbassò la testa ansimando mentre l’altra donna che la osservava le fece dei complimenti hard:
“Sei un vero animale da letto tuo marito è un uomo fortunato, vedremo che cosa dirà per le foto, e una prossima volta se ci sarà un’altra volta non mi dispiacerebbe fosse presente.”
Tra se e se Lara sorrise, era ancora stravolta per quello che aveva fatto, anzi lei non aveva fatto niente aveva fatto tutto la forza di gravità, lei si era lasciata andare su quella cosa. Si sentiva dannatamente piena, cercò di sollevarsi leggermente ma non ce la fece. Ora doveva togliersela, incastrata com’era dentro di lei chiese aiuto. Allungo la mano, era letteralmente seduta su quella cosa e non sapeva come fare. Fu tirata in modo che riuscisse a mettersi in ginocchio. Era piena, si trovò così a quattro zampe- Ansimava, dalle labbra le scendeva un filo di bava. E a quel punto cercò di togliersela infissa come era dentro di lei ma il movimento non le riuscì così intervenne l’altra donna che spostandosi dietro di lei: prima le accarezzò le natiche esposte come erano con al loro centro un cazzo finto quasi asinino. Poi con le dita lentamente iniziò a sfilarle l’oggetto. Per Lara fu quasi una liberazione la cosa uscì da lei assieme a tutta l’aria che si era pompata dentro infilandosela. Aria e altro specificò la donna che descrisse accuratamente il suo culo rimasto letteralmente aperto subito dopo. “Hai una voragine, ma vedrai che nel giro di qualche minuto ti passerà, quasi un prolasso, io non sarei riuscita a fare una cosa simile anche se il mio uomo me lo ha chiesto più volte”.
Un complimento o qualche cosa di peggio, il suo culo aveva provato si cazzi, anche se sempre controvoglia ma quello che aveva provato era stato un mostro. Non riusciva a capacitarsi come avesse fatto, visto che lei preferiva averlo in figa o far impazzire il proprio partner con formidabili succhiate al cazzo fin quasi ad aspirargli le palle.
Si riebbe lentamente, era stata forzata da quella cosa, anzi si era forzata da sola e nonostante tutto
doveva riconoscere che le era piaciuto, un piacere misto a disagio era una cosa nuova per lei. Fu aiutata ancora, e alla fine fu in piedi. Si sentiva stanca e accorgendosi del suo stato il fotografo le sorrise dicendo:
“Ora una bella doccia, accompagna la nostra ospite nel bagno dietro così che si rimetta in sesto, il book fotografico è quasi concluso, dobbiamo scegliere le migliori da impaginare.”
La donna l’accompagnò in un minuscolo bagno completo però di doccia. Non le diede nessun accappatoio per girare, le portò solo i vestiti. Così Lara si trovò seminuda in quegli ambienti, tra pacchi di abiti e rastrelliere per appenderli. Ebbe un attimo di esitazione, ma poi lo trovò del tutto naturale. Sorrise, se le avessero raccontato una cosa simile nella quale si sarebbe trovata avrebbe dato del matto all’interlocutore e invece era li. Finalmente fi ne bagno di quella specie di magazzino, non vedeva l’ora di potersi dare una rinfrescata. Sapeva di maschio e sudore, sapeva di tutto aveva anche piacere seccato tra i capelli. Una doccia schiuma, la letteralmente rimise in sesto, quell’acqua la accarezzava e le gocce scivolavano sui suoi capezzoli ancora eccitati.
Cosa che non passò inosservata alla donna che l’aveva accompagnata e che si era fermata con lei in quella stanza. Volle passargli con la spugna sulla schiena. Lara si accorse che quelle mani indugiavano sul suo corpo, d’altro canto aveva già provato la sua bocca sulla sua pelle e….ci sapeva fare. Così una volta indossato un accappatoio di sugna per asciugarsi le bocche delle due donne furono per un momento vicine. Le labbra si sfiorarono e tra loro ci fu un bacio dove le loro lingue si accarezzarono a lungo. Lara non si aspettava una cosa simile, quasi un: “di nuovo” per quello che era successo in precedenza con il fotografo. Ma fu solo un attimo perché la donna continuando ad accarezzarle le punte dei capezzoli mentre con le labbra le accarezzava il collo baciandola… “Ci dobbiamo vedere da sole, ho moltissimi oggetti e capi di vestiario da farti indossare. Con la tua figura da ragazzina te li puoi permettere e potremmo giocare tra di noi senza avere un maschio che ci dia fastidio. E dopo quel bacio che non aveva niente a che fare con l’amore ma che era un concentrato di voglia e lussuria. Lara si rivestì e ritornò sotto le sembianze della donna perfetta. Indubbiamente anche vestita era affascinante. Un pensiero su quello che aveva fatto ma in quel momento ne provava ancora una sorta di eccitazione. Quel gusto di succhiare e di farsi succhiare i capezzoli. Niente amore, solo lussuria e in lei il piacere dato dall’orgasmo. In autobus mentre rientrava a casa nei suoi pensieri mentre osservava le persone attorno a lei chissà che cosa avrebbero detto al sapere di quello che aveva fatto. In quel momento era li in piedi mentre si teneva alla sbarra del bus, sotto la gonna non aveva intimo. Nella borsa che indossava a tracolla aveva un cd con una parte delle foto che gli avevano scattato. Si sentiva ancora eccitata, chissà che cosa avrebbe detto suo marito del regalo che gli voleva fare. Aveva intuito riguardo a cosa si trattava ma non aveva detti niente, aspettava la sorpresa di qualunque tipo fosse stata. Chissà come avrebbe digerito le immagini e il filmato che su quel cd era stato caricato. Avrebbe voluto avere una chiavetta ma lui non aveva voluto quel cd, serviva a loro due per farsi un’idea del book fotografico. Aveva una mezza idea su come mostrargli quelle foto, proprio quella sera non stava nella pelle e non si faceva eccessivi problemi sulle sue reazioni. Alle volte parlando con lui, avrebbe voluto provare un menage a trois. Una donna decisa che si divideva tra due maschi. Oppure sesso hard tra lui lei e un altro maschio tutti e tre assieme nel medesimo lettone.? Una giornata intera per dividersi con due uomini, nell’appartamento proprio o in una casa al mare. Una giornata in cui essere presa senza requie per il suo piacere e anche quello di due maschi. Essere presa contemporaneamente da due cazzi. Averli dentro di lei, e sentirli vibrare pronti a darle il loro nettare. Ora lui avrebbe visto come sua moglie scopava senza poter intervenire, chissà come si sarebbe sentito, che cosa le avrebbe detto. A quel punto si accorse di essere arrivata scese così e si avviò verso casa.