Lo specchio di quella stanza sopra il letto vide due corpi avvinghiati in un crescendo. Il maschio con la testa tra le gambe intento a succhiare il suo fiore mentre lei si inarca per le sensazioni che le dava quella bocca. Allargava le gambe a dismisura spingendo il suo ventre in avanti e a tratti cercava di chiuderle quando quelle sensazioni date dalle sue succhiate erano troppo forti. Erano simili a scosse elettriche che si irradiavano dal suo ventre.. gemeva, imprecava, si definì troia da letto in cerca di cazzi , era completamente partita.
Su quello specchio si poteva vedere e vedere lui come dal di fuori. Quello specchio sembrava lo schermo di una sala cinematografica dove proiettavano un film porno. E l’attrice era lei, lei l’unica regina per un maschio infoiato. Attimo per attimo, vista e sensazioni erano appagate. Vide lui risalire dalle sue gambe dove si era perso a leccarla e a succhiarla lungo la sua figura. Le sue gambe con ancora le calze nere l’unico suo vestito che ancora indossava, si chiusero attorno ai suoi fianchi. Ne vide il movimento, movimento accompagnato dalla sensazione di sentire il suo cazzo entrargli dentro. Quella carne calda e tesa che si faceva strada nella sua figa. Le piaceva, bramava quella carne. Quel gusto di sentire il maschio sopra di lei, ansimante, un animale infoiato per la femmina che monta. Un delirio di sensi. Le bloccò i polsi con le sue mani sopra la sua testa e gli affondi si susseguirono in maniera veloce. Lei si ammirava e si eccitava ancora di più, le loro figure erano riflesse su quello specchio. Furia, passione, libidine di due corpi che si “ amano” carnalmente. Allo stato puro.. lei poteva gustare i suoi fianchi muoversi con rabbia. Le piaceva quel maschio le dava piacere come voleva lei….e che piacere. Quasi non ce la faceva a respirare, il suo volto era arrossato. Poi quasi un ordine….
” Spaccami ancora sfondami ti voglio sentire in fondo, entrami anche con le palle”
Una frase detta di rabbia a lui che…Le lasciò le mani libere passò con le sue braccia sotto le sue gambe per portarsele ad appoggiarle sulle spalle. Ora era aperta, offerta. Figa e culo erano li alla portata del suo cazzo e…la prese anche li. Il suo culo era stato già lubrificato da tutto il piacere che le era colato dalla figa. Sentì la sua carne poggiarsi e entrare….ormai godeva anche da li. E alla fine un getto caldo del piacere di lui si andò a mescolare con ciò che aveva nell’intestino. Lei, riflesso in quello specchio lo vide inarcarsi, quasi contorcersi nel tentativo di entrare più a fondo dentro di lei anche in quella situazione contro natura.
Si calmarono, i loro corpi erano uno accanto all’altro. La mano di lui era poggiata sul suo ventre. Non mollava la voleva ancora con la voglia perché le dita della sua mano le stuzzicavano il suo cespuglio pregno di umori di lui e di lei. Era ancora in quella specie di nirvana dato da tutte quelle sensazioni che si erano succedute nel suo corpo. E sentì qualche cosa, oltre alla mano di lui una bocca. Aveva sentito un movimento strano fatto dal letto come se un’altra persona fosse salita, ma presa come era da tutte quelle sensazioni non ci aveva fatto caso. Ora invece qualche cosa di diverso, una bocca scivolava sul suo corpo dandole un brivido nuovo. Aprì gli occhi per sincerarsi che cosa stesse succedendo. Lo specchio sopra il letto l’aiutava, aiuto che le aveva già dato nel vedersi proiettata come in un film . Una donna, donna che lei aveva già visto era acquattata sul suo corpo quasi fosse una fiera che si cibava della sua vittima. Era nuda, si, era lei la riconobbe subito, quella porca che aveva baciato con trasporto il suo accompagnatore e M. aveva contracambiato di gusto facendole salire la stizza sopra le righe. Quella donna dalla figura flessuosa ora si dava da fare su di lei. Quella lingua la baciava, la leccava spostandosi lentamente sul suo seno. La baciava senza fretta usando le labbra a tratti come se fossero delle ventose. Leccava, succhiava i suoi seni per risalire lentamente sul suo collo. A. cercò di spostarsi, ma in quel momento intervenne M.:
” No, mia cara, ora ti gusti le labbra di una donna sul tuo corpo, lei ti deve preparare, per te ci sarà una sorpresa vedrai…..e poi ti ho detto se non ricordo male che la notte è lunga.”
Così dicendo si spostò prendendole nuovamente i polsi. Lei non si aspettava tutte quelle novità date da una fantasmagoria di sesso che non sembrava avere limiti e che lui dopo quello che era successo fosse ancora in grado di reagire in maniera così veloce. Invece….
LEI mi trovai con le mani legate da un nastro di seta e fissato a un gancio sopra la mia testa sulla spalliera di quel letto monumentale. Gancio che non avevo visto quando avevamo iniziato i nostri giochi. Ora ero offerta, aperta perché una volta bloccate le braccia quella troia mi aveva bloccato anche le gambe legandomi le caviglie. Ero li, legata senza potermi muovere alla mercè di quella donna mentre lui M. si gustava la scena. Ci fu una nuova sensazione, sensazione che non avevo mai provato, quella di essere offerta. Diventai il loro giocattolo per le loro bocche che assieme mi baciavano, succhiavano e leccavano, mi facevano aumentare quell’ubriacatura di sensazioni che già provavo. Ero infoiata e non so neanche perché lo dissi quasi nel tentativo di non farli smettere e di provare qualche sensazioni più forte.
“ Datemi anche di cazzo, riempitemi…fatemi sentire piena. ”
Non avessi mai detto una cosa simile perché la bionda scivolò tra le mie gambe, mettendomi un cuscino sotto i fianchi in modo che il mio ventre fosse ben offerto. Quella bocca mi accarezzò la figa subito seguita dalle sue dita….prima una, poi due….poi tre mi riempiva lentamente quelle dita entravano e uscivano da mio corpo. Alla fine le dita furono quattro, loro non lo sapevano ma amavo quel gioco lo facevo da sola e lo avevo fatto anche in presenza di un ombra sul pc che mi guardava, quella sensazioni quando oltre alla mano nei miei giochi mi infilavo li una collana di perle e me le estraevo lentamente facendole scorrer sul mio bottoncino eccitato .
Fu il momento, l’attimo in cui il pollice della donna mi forzò, la mano era a cuneo e le mie grandi labbra erano tese al massimo, le nocche….. e poi fu dentro di me fino al polso. Fu un lampo allucinante quella mano dentro di me fino al polso.
Le sembrava che fosse un cazzo mostruoso che la possedesse. Se non fosse stata legata a quel lettone mani e piedi, offerta all’altra donna perché si divertisse su di lei forse sarebbe scappata. Le avevano messo anche il cuscino sotto i fianchi per far in modo che la sua figa si mostrasse in tutto il suo splendore . Il suo corpo si inarcò quasi avesse un attacco di epilessia. Cercò di fuggire da quel folle amplesso, ma era legata. Scosse la testa a destra e a sinistra gridando, rantolando. Lui intanto la guardava, si era alzato dal letto e osservava le due donne prese da quel gioco stando comodamente seduto in poltrona. Una bionda e una mora, e la mora come presa da un raptus anche se un attimo prima aveva cercato di fuggire da quella specie di amplesso ora con quella sua voce roca da fumatrice incitava l’altra donna ad andare più a fondo dentro di lei dando il cambio alla mano che aveva in figa con l’altra. Il tutto per essere presa in continuazione, prima una e poi l’altra. Le stava letteralmente aprendo la figa ma questo a lei non interessava, voleva solo il piacere, voleva far capire al maschio presente che non le bastava solo un cazzo. Fu una follia e quando la bionda si calmò A. era esausta, la testa le girava era come se fosse ubriaca. Sentì la voce di M…
“Scioglila, falla venire da me come una cagna in calore.”
LEI. Io una cagna, ma quell’uomo se lo poteva scordare, sono esausta, il trattamento d’urto a base di sesso che ho avito da quando siamo partiti a mia memoria mi ha stravolto e una cosa simile non l’avevo mai provata, ma comportarmi come una cagna se lo poteva scordare. E invece quando mi alzai da quel letto dopo essermi seduta per un momento e poggiato i piedi sul pavimento cercai di stare diritta, in piedi ma non ce la feci….mi trovai inginocchiata su un folto tappeto che non avevo neanche notato quando eravamo entrati in quella stanza eccitata come ero di conoscere la camera rossa.
Continua