Le persone che erano attorno alle due donne iniziarono a battere le mani quasi per dare il ritmo. Lei era persa, quei suoni quegli incitamenti li sentiva sempre più lontani quasi svanissero nella nebbia. Un eco indistinto, un brusio sommesso ormai alle sue orecchie mentre il resto del suo corpo era prigioniero di quella forma di piacere perverso nel sentirsi riempita e dominata da quella donna che stava sopra di lei nella classica posa del missionario.
I loro seni si toccavano e i capezzoli a tratti si strofinavano tra di loro provocando altre sensazioni…. Ma tutto questo per quel corpo di donna armato di quel cazzo dalla grossezza del membro di un toro non bastava. Fu in ginocchio sopra di lei, quel cazzo posticcio uscì gocciolante di voglia. Si piegò leggermente e prese le sue gambe poggiandosele sopra le spalle. In quella posizione veniva a presentare figa e culo alla sua portata e capì perfettamente a cosa pensava, si sentiva la figa aperta ma lei l’altra voleva anche il suo fiore scuro. Fiore già abbondantemente lubrificato da tutto quello che le era colato fuori dalla figa. Sentì poggiare quella cosa sul suo fiore e ……iniziare a spingere. Ora la stava forzando li…Non poteva sopportare una cosa simile cercò di dire no con la testa eppure era più forte di lei, le sue mani strinsero le gambe di quella virago e lei muovendo i fianchi cercò di aprirsi ancora di più.
Fu una cosa incredibile quella donna aveva qualche cosa di malefico, se era riuscita con quel fallo artificiale ad eccitarla e a farla venire facendolo entrare e uscire dalla sua figa ….Ora quell’essere borchiato in quella tuta di pelle o latex che fosse: aderente al corpo che lasciava scoperti solo i suoi seni superbi voleva avere il suo culo.
Culo già ampiamente lubrificato e aperto da lui e dal suo amico se si poteva chiamare così e dai falli artificiali con cui aveva giocato. Gioco perverso che le aveva preso la mano fino a farla sembrare un ossessa nella furia che le era esplosa nel volersi impalare e nel voler eccitare i due maschi che la guardavano affascinati. Era esausta, era fradicia di piacere suo e dei maschi che si erano succeduti sul suo corpo fino a quel momento. A tratti le mancava l’aria e si sentiva letteralmente risucchiare dalle ondate di piacere che le partivano dal ventre, voleva smettere e nello stesso tempo voleva continuare quella specie di gioco per godere all’infinito. Tra l’altro mentre quel membro posticcio dalle dimensioni equine le stava letteralmente aprendo la figa le avevano anche infilato un cazzo in bocca con la richiesta di succhiarlo. Cosa che lei aveva fatto, quella carne le era entrata quasi fino in gola e si era sentita soffocare, era diventata quasi paonazza , aveva tossito, sputato piacere maschile misto alla sua saliva cercando di divincolarsi per cercare aria. Mancanza d’aria che aveva avuto aveva acuito i suoi sensi e il piacere si era accentuato. Era quasi diventata un automa, cercava ancora cazzi riducendosi a una baccante . Nella sua mente sognava il susseguirsi di membri maschili tesi, rigidi pronti ad esplodere del loro nettare bianco denso e appiccicoso nel suo ventre, nel suo culo o sul suo viso fin quasi a soffocarla ed accecarla.
Ne voleva ancora, voleva sentirsi piena e la donna armata di quel fallo posticcio ora era sopra di lei. Lo aveva fatto scivolare fra i petali del suo fiore scuro per farle apprezzare le rugosità che aveva e che sapeva usare ad arte quell’oggetto l’aveva fatta gridare di piacere e il suo grido era stato prontamente soffocato da un cazzo maschile, che le era scivolato nella in bocca trascinando la poltiglia bianca che aveva sparsa sul viso. Ma ora quel gioco era finito, sentì quel membro dalla grossezza di una testa di neonato iniziare a dilatarla . Lo sentiva farsi strada in lei, si sentiva impalata, le gambe le furono allargate nel tentativo di dare spazio….Centimetro dopo centimetro…. poi qualche cosa scattò in lei lo voleva nel culo! Sentì quel membro dalla grossezza equina iniziare a dilatarla, si faceva strada quella cosa entrò in lei lentamente e una volta finito si fermò quasi per permettere alle sue mucose tese di abituarsi a quell’entrata contro natura. Gridò, si contorse come un pesce preso con la fiocina, poi l’altra donna iniziò un andirivieni selvaggio, fu letteralmente sconquassata, dolore e piacere si amplificarono e perse conoscenza e alla fine delle mani l’aiutarono ad alzarsi, era impresentabile, stravolta con piacere appiccicato lungo tutto il suo corpo, si sentiva il ventre in fiamme per non parlare del suo fondoschiena, non ce la faceva a stare in piedi, era troppo, quel nirvana, quelle sensazioni, capiva che aveva lui vicino ma si sentiva come ubriaca e alla fine chiuse gli occhi.
LEI Non seppi mai quanto avessi dormito, forse un paio d’ore o forse di più, ero nel letto della stanza con lo specchio sul soffitto dove tutto era iniziato. Lui era li seduto che leggeva il giornale e vedendomi sveglia mi sorrise, non mi andava di parlare, ero ancora sconclusionata, ma lui .
“ Ora in piedi, fatti una buona doccia e vedrai che starai meglio, sai se ti muovi saremo in albergo e riusciremo a fare anche colazione”
Mi faceva rabbia lo avrei insultato definendolo un porco, ma nonostante tutto la nottata che avevo passato mi era piaciuta, così aiutata ad alzarmi finì sotto una doccia. Quel piacere dell’acqua tiepida mista a schiuma che ti scorre sul corpo, mi sembrava di rivivere, tutta la stanchezza dovuta a quell’orgia di cazzi e altro alla quale ero stata sottoposta alcune ore prima in poco tempo scomparve. Lui mi osservava, sembrava apprezzasse il mio corpo che aveva conosciuto in tutti i suoi particolari, mi venne da ridere , non gli bastava quello che avevamo passato durante quella notte di follia e…ne rimasi piacevolmente colpita, mi guardava, guardava il mio corpo mentre la schiuma e l’acqua lo accarezzavano e scendevano ai miei piedi e a quel punto visto il mio carattere da monella….Mi girai verso di lui. Ci fu un….
“ Guarda, guardami bene” e così dicendo le mie mani scesero sul mio ventre andando a scostare le grandi labbra….Doveva vedere il mio fiore bene, spinsi il bacino in avanti come una puttana da strada quando mostra la merce, sapevo di essere oscena, lo volevo far impazzire, lasciarlo con l’acquolina in bocca. Lui rimase immobile, chiuse gli occhi per un momento quasi per memorizzare la mia figura….
” Riprenderei di nuovo, sei una femmina con la F maiuscola porterò sempre con me il tuo ricordo e conto di trovarti qui anche per le ferie dei prossimi anni….”
Mai fu un complimento così gradito , io con la F maiuscola, così finito quell’intermezzo fummo in auto.
Quel viaggio attraverso le colline venete, il panorama era bellissimo. Precedentemente lo avevo fatto di notte con più di una fermata , ora mi godevo l’aria e alla fine fummo in albergo.
Ci fu un bacio al fulmicotone tra i due fatto nell’autorimessa, lei gli strinse ancora una volta l’incrocio dei pantaloni è…
Furono in ascensore, lei preferì far la colazione subito dove trovò figlia e genero che l’aspettavano spazientiti, mentre lui se ne uscì poco dopo sedendosi al suo tavolo solito. Ci fu la battuta della figlia che lo aveva visto…
” Mamma il signore con cui passeggiavi ieri sera, su racconta che tipo è……”
Lei sorrise, quel suo sorriso strano …..
FINE