Il caldo, la gente più di una persona si girò a guardarla, la classica turista che si vuole far ammirare, non era però volgare e così dopo il tratto a piedi giunse in albergo. Lui la stava aspettando era seduto nella hall , un vestito scuro, con la farfalla….camicia bianca i pantaloni cadevano in maniera perfetta e la giacca aperta visto che era seduto metteva in risalto un uomo dalla figura asciutta, forse magro, di questo lei non si era accorta e ne rimase piacevolmente colpita …Lui la squadrò con un occhiata ma non disse niente, anzi le chiese come stava con aria impersonale e le volle offrire l’aperitivo…
Lei si sentì come impacciata, seduta in quell’ampia poltrona davanti a lui, la gonna le era salita vertiginosamente e metteva in risalto le sue gambe, cosa che non passò inosservata al cameriere il cui sguardo ne era calamitato e calamitato anche dalla sua scollatura.Si vedeva perfettamente che quei seni avevano preso il sole senza l’inghippo del costume e la sua carnagione era ambrata in maniera uniforme. Ma lui niente nessun apprezzamento sul vestito, sull’insieme della sua mis.
Ne era quasi scocciata ma chi si credeva di essere ….e poi, sorseggiando quella bibita leggermente alcolica si rilasciò lentamente, un tipo strano e niente di più avrebbe passato una serata e avrebbe conosciuto un po’ di gente nuova……. Finito il tutto si diressero verso l’autorimessa dell’albergo, il classico rumore dell’ascensore, il suo singhiozzo e furono sotto. Quell’odore di olio e benzina, odore d’officina come lo chiamava lei, si attardò un attimo in cabina dell’ascensore e lei uscì per prima quei quattro passi avanti a lui per un momento, si stava abituando a quella penombra e cercava di capire quale fosse la sua auto; ma in quel momento le arrivò una sua frase che la paralizzò come una fucilata….
”Togli il perizoma, hai un vestito che ti mette in risalto il corpo, ma il segno del perizoma è antiestetico, fallo qui e ora prima di salire in macchina! “
Rimase di stucco, non si aspettava una frase simile e lui continuò freddo e impersonale….
” Girati e guardami mentre lo fai e spicciati ”
Lei ne fu colpita, calamitata, era un ordine secco e preciso come se lei fosse una cosa e niente altro, non c’era cortesia ma era quel vecchio e una cosa del genere non se l’aspettava…….
Lei come un automa lo fece….Erano in quell’autorimessa, le pareti tirate con il cemento, un caldo soffocante e quella penombra, sapeva anche che l’area era video sorvegliata ma quell’ordine…e lo fece…..Si girò verso di lui, si guardarono e lei lentamente tirò su quella gonna corta che le fasciava i fianchi , con un movimento flessuoso si sfilò quella stoffa sottile….Fu tra le sue gambe e la raccolse, lui voleva così….La teneva in mano, ora sapeva che era nuda sotto il vestito quello era il suo unico capo di abbigliamento, si sentì, era imbarazzata, le sue gote erano arrossate, se le sentiva calde ma….le sue ninfe si bagnarono, le era stato dato un ordine e lei lo aveva eseguito come un automa. Lui si avvicinò a lei, la prese a braccio, un sorriso strano e si diressero così verso l’auto ; una due posti scura con il tettuccio rigido, capì subito che avrebbe mostrato le gambe in tutta la loro bellezza , si vergognò ma lui con aria impersonale…è un peccato nascondere cose così belle conto che i passanti ti vedano, si bagnò di più , ora non solo riceveva ordini ma le veniva chiesto di mettersi in mostra e una volta saliti in auto quella gonna le risalì fino all’inguine, intuiva che per uno sguardo attento aveva tutto in mostra, si vergognava ma nello stesso tempo un piacere strano …..e con questa sensazione l’auto uscì dalla rampa sotterranea ora so dirigevano verso il luogo della festa…
Le era venuto un mezzo colpo alla richiesta di quel vecchio, lo aveva detto in un tono monocorde per niente emozionato ma quell’ordine lo aveva eseguito e ora era in auto. Il vestito già corto le era risalito lungo le gambe in maniera indecente, si sentiva emozionata ma anche eccitata. Era quasi in pubblico, divisa dai finestrini e da quel tettuccio di tela di quell’auto sportiva, bassa come non mai, le sembrava di essere seduta sull’asfalto. E data la posizione le sue belle gambe spiccavano in tutta la loro bellezza. Il rombo del motore, furono fuori dalla rimessa dell’albergo. Ma non era finita, come furono pronti per svoltare in strada, lui liberò il tettuccio che si aprì automaticamente e allora se le sue belle gambe che prima si potevano solo intravvedere nella penombra dell’abitacolo ora erano in piena luce, alla vista di tutti i passanti e rincarò la dose, facendole se così si può chiamare, vista la situazione, un complimento:
“Le cose belle vanno fatte ammirare, perché tenersele tutte per sé? “ Era imbarazzata e nello stesso tempo un brivido la pervase: quello di essere messa in mostra. Sapeva che sarebbe bastata l’occhiata distratta di un passante per capire che non portava altro se non quel vestito aderentissimo. Lì, in strada, quasi nuda e la conferma la ebbe quando l’auto si fermò a un incrocio per lasciare attraversare i pedoni. Due ragazzi si fermarono, altri rallentarono vistosamente mentre una donna distolse lo sguardo facendo una smorfia. D’imbarazzo, e quella forma di imbarazzo le piaceva, la sua farfalla non mentiva, si stava bagnando. Lui con la coda dell’occhio capiva perfettamente la situazione in cui si trovava. Aveva le gote arrossate e lo sguardo fisso sulla strada. Teneva gli occhi bassi e a quel punto le arrivò un altro ordine; un ordine cattivo perché la trattava come un oggetto.
”Hai voluto un vestito corto, allarga le gambe”.
Lei scosse la testa ma lui fu inamovibile,
“ Fatti guardare, spicciati .”
Lei chiuse gli occhi ed eseguì. Aveva tutto in vista, la sua figa depilata per gli occhi di tutti…….Ebbe paura, se un qualche suo conoscente l’avesse vista ? Pensieri folli le mulinavano in testa ma venne anche una scossa di piacere. Quante volte aveva sognato che il suo ragazzo le desse un ordine del genere. E ora la cosa si stava avverando ma non era lui. Il suo ragazzo amava il pallone e le birre del dopo partita. Gli ordini che riceveva erano di un vecchio, quasi un estraneo per lei. Ordini dati con la più grande naturalezza, senza imposizioni ma nonostante tutto lei eseguiva. Scoprì che quella maniera di fare le piaceva e quegli ordini anche, che cosa stava diventando? Un lato del suo carattere che non conosceva usciva allo scoperto. Sì, qualche volta le era capitato di pensare a una cosa simile ma tra il pensare e il trovarsi a metterla in pratica ne passava…e poi a che razza di festa stavano andando? Non conosceva nemmeno il posto e quell’uomo per lei tutto sommato era un estraneo . Provava paura, ma la voglia di conoscere cose nuove, al limite della trasgressione, la eccitava. Le sue ninfe non mentivano. Ora erano fuori, l’auto filava tra i saliscendi della campagna toscana. Lui la guardò per un attimo poi
”La festa cui andiamo è una festa un po’ particolare e a questo proposito visto che hai un magnifico collo apri il cruscotto, c’è una cosa per te da indossare. Questa sera sarai la mia “ gatta””.
CONTINUA