Ci calmammo, mi sentivo stralunato, non capivo eppure tutto questo mi piaceva era qualche cosa di più forte di me. Vedere le esibizioni di mia moglie in pubblico mi faceva ingelosire e nello stesso tempo il mio cazzo era di tutt’altro parere. Michela era stata una bomba in fatto di sesso. Aveva fatto tutto quello che mi sognavo di fare con lei, ma non perché io glielo avessi chiesto ma parché lo aveva voluto lei. Che cosa mi nascondeva ancora del suo carattere? Tutta la rittosità che aveva avuto fino a quel momento era svanita come la neve al sole. Dunque salimmo in auto. Lei era stravolta. Aveva il viso appiccicoso e del mio piacere si stava dissecando tra i suoi capelli. Ma sembrava che la cosa non le interessasse minimamente. Un seno che le sporgeva mostrando un capezzolo duro e impertinente e una volta seduta non fece il minimo tentativo per nasconderselo. Si rilassò sul sedile e…
” Sto perdendo piacere e ho ancora voglia, andiamo in albergo. Dopo una doccia andrà meglio E tu mi laverai ben bene”
Lo disse poggiando la sua mano sulla patta dei miei pantaloni stringendola. Poi continuò sempre parlando a bassa voce e avvicinando la bocca al mio orecchio.
” Oggi sfrutterò il tuo cazzo come un vibratore, ti sei accorto che ho infilato la mano sotto la gonna e mi sto toccando? Sento il tuo piacere che mi cola, mi laverei con quello ….Piacere di maschio tutto per me da spalmarmi sul corpo. Chissà cosa diresti se chiedessi ad altri di lavarmi ben bene con il loro nettare. O vuoi che la chiami sborra bianca viscida e lattiginosa? Sono sicura che ti piacerebbe guardare tua moglie che fa la troietta come quella che ti sei guardato sulla spiaggia”
E continuando quel dialogo che nonostante il senso mi eccitava.
“ Sono sicura che la troietta non sa minimamente succhiare un cazzo come si deve, e a me piacciono anche le palle da succhiare”
Era vero, mi aveva aspirato e tolto l’anima. E poi sentirmi le palle nella sua bocca prima una e poi l’altra era stato qualche cosa di malefico. Ma alla fine mi arrivò la stoccata maligna..
” E quando non ce la farai ti metterò un dito nel culo e ti solleticherò la prostata, vedrai che effetto..e non chiedermi come lo so. Avrai capito che quando mi metto so essere una viziosa. O tu preferisci il termine puttana personale?”
Non capivo dove volesse arrivare erano cose folli che mi proponeva e che non mi sarei mai aspettato…Mi leccò l’orecchio. Poi continuò a bisbigliarmi ancora oscenità che avrebbero fatto diventare rossa una puttana scafata. In quel momento era senza freni. Poi si rilasciò sul sedile chiudendo gli occhi. Sembrava paga di tutto quello che aveva fatto e che mi aveva detto. Invece con la coda dell’occhio mi accorsi che aveva ancora infilata la mano sotto la gonna. Cosa mi stava combinando ? Così…
” Cosa stai facendo, non ti toccherai mica in mezzo al traffico?”
Una frase che mi uscì di botto quasi senza pensare. E a quel punto lei..sempre tenendo gli occhi chiusi.
“ Mi sto toccando, sono in calore e ho voglia ancora del tuo cazzo oggi ti voglio spremere fino all’ultima goccia.”
Quasi sbandai con l’auto sentendo quello che mi proponeva e al pensiero di quello che aveva in mente. Poi lei continuò imperterrita a darsi quel piacere solitario quasi io non ci fossi.
Finimmo così all’albergo, lei era impresentabile. Sul suo viso macchie secche del mio piacere ma sembrava che la cosa non la riguardasse minimamente. Nel frattempo aveva chiuso gli occhi facendomi capire che era partita per un altro mondo. Le sue uniche parole biascicate quasi con un misto di gorgoglio furono…
”Sto godendo ho due dita in figa e una la faccio sfiorare il mio bottoncino”
Lei che era tanto restia ad esprimersi in quelle situazioni e ora….ora era cambiato tutto. L’auto era ferma quasi difronte all’albergo. Dal marciapiede qualunque persona avrebbe capito che cosa stava facendo ma non ne era minimamente infastidita. Il nostro gioco stava prendendo una piega strana e anche se mi trovavo imbarazzato per quella sua esplosione di esibizionismo la cosa mi piaceva. Io ormai ero sceso dall’auto e dalla posizione in cui mi trovavo potevo vedere la sua figa. Lei se ne accorse; e come per farmi vedere meglio fece scivolare la gonna ben più in alto di quello che era così che avessi una buona visione del suo intimo gocciolante. Mi face segno di avvicinarmi. Sembrava non volesse scendere e una volta ritornato alla macchina nel punto dove voleva cioè dalla sua parte abbassò il finestrino. Non si mosse da quella posa a gambe aperte in modo che la vedessi….
Poi partì di botto con quel suo sguardo innocente…
”Mi devi portare in un porno shop, so che ci vai, ho visto dei filmini porno in casa che tu ti guardi quando i figli sono via e io sono a dormire. Sai me li sono visti tutti e ho un idea dei tuoi gusti, d’ora in poi ce li guarderemo tutti e due assieme comodamente seduti sul divano”
Mi venne un colpo io che ero sicuro che non scoprisse niente invece ora ero letteralmente alla sua mercé. I miei gusti….E poi portarla in uno di quei negozi non me la sentivo proprio. Con tutta quell’esplosione di voglia che aveva, cosa mi avrebbe combinato?
Continuò a parlare…
”Su Sali fammi da autista in albergo per ora no, ho cambiato idea. Andiamo nel negozio che ti ho detto. Cosa dici sono presentabile? E poi è un posto dove vendono ammennicoli per il sesso. Cosa possono dire delle mie tette? Se abbasso leggermente il vestito posso mettere in mostra le aureole dei capezzoli ti và? Potrà piacere in quell’ambiente? O avranno idee strane nel guardarmi? Per un paio di tette in spiaggia ti sei slogato il collo. Vero, erano tette giovani ma una con un paio di tette come le mie non ha la minima idea di come si possa far guaire di piacere un uomo…Ora sali e portami”
Abbassai la testa, non avevo fiato per rispondere, io che mi pregustavo una scopata in albergo…..Cose da matti. Così risalì in macchina e una volta seduto al volante la mia Michela si allungò verso di me abbracciandomi e con un abilità incredibile infilò la sua mano nella patta dei miei pantaloni. Fu un fulmine le sue dita mi strinsero il cazzo e scivolando anche sulle palle e poi chiuse il pugno.
“ Hai ancora sborra per me? Vale sempre quello che ti ho detto se tu non ce la fai più posso rivolgermi ad un altro”
Ma dove voleva arrivare? Ormai da lei mi aspettavo qualunque sorpresa. Anche quel cambio di idea nel voler andare in un negozio di articoli porno. Lei tergiversava sulla scopata in albergo. Ma tergiversava per modo di dire, perché guidare con la sua mano dentro i pantaloni mi faceva andare a zig, zag. Dovevo concentrarmi nella guida se no avrei potuto fare un disastro. Lei invece sprizzava gioia come una ragazzina che va a fare spese in un negozio di abbigliamento. Sembrava che fino a quel momento non fosse successo niente.
LA MOGLIE
Lo facevo guidare con una mano infilata nei pantaloni, gli stringevo il cazzo e a tratti riuscivo anche a passargli le dita sulle palle. Lui era teso, il mio bel porco a cui piaceva guardare le ragazzine. Mi aveva fatto ingelosire e l’ira di una donna in fatto di sesso quando si sente scavalcata e messa da parte non la auguro a nessuno. Bene, aveva un debole per le troiette esibizioniste. Ora invece aveva al suo fianco una troia esigente che non si accontenta di farsi guardare o di una botta e via. Mi sentivo ingorda.
Così giungemmo davanti al negozio. C’era solo la scritta, la vetrina era anonima con solo qualche capo d’abbigliamento estivo. Capi che non avevano niente di osé. Quando ci fermammo mi guardai allo specchietto dell’auto. Ero impresentabile lo dovevo riconoscere ma non me ne fregava niente. Sulla guancia avevo il piacere di mio marito disseccato. Decisi di lasciarlo, mi detti solo un colpo di pettine per riavviare i capelli mentre dalla scollatura lasciai che si vedessero le aureole dei miei capezzoli. Ero pronta, lui mi guardò per un momento con aria pensierosa, ma bastò un mio sguardo per farlo stare zitto.
Continua