Mi stuzzicava, rabbrividivo, sotto questo aspetto non la riconoscevo più: erano tutte novità per me. Lei che non amava frasi volgari ne tanto meno vestirsi in modo appariscente si era trasformata, era qualche cosa di nuovo. Ma anche se questi pensieri mi arrovellavano accettavo tutto.E lei, il gioco che aveva iniziato non avevo la minima voglia di fermarlo ne tanto meno desistere con quella lenta sega fatta al mio cazzo. Mi baciò con passione facendomi traballare, non ce la facevo quasi più, avrei voluto saltarle addosso!! Ma quel pensiero per lei era ben lungi dall’avverarsi perché:
“Mio caro, il cazzo ti sta diventando duro come non mai, sei pronto ad adorare la tua unica Regina?”
Frasi, parole……accettavo tutto da lei in quel momento, mi avesse detto di camminare sui carboni ardenti lo avrei fatto senza avere il minimo tentennamento. Continuava a stuzzicarmi e la frase che seguì fu l’inizio dei nostri giochi; il pranzo poteva aspettare e da come ero eccitato l’appetito mi era completamente passato.
“ Ora in ginocchio”
E una volta che mi trovai in quella posizione si pose difronte a me, allargò leggermente le gambe e iniziò a tirarsi su quella gonna già maledettamente corta. Centimetro dopo centimetro la fece risalire lentamente fino all’altezza dei suoi fianchi. Mi sarei immaginato che non portasse intimo e invece ai miei occhi si materializzò un minuscolo perizoma a rete che non nascondeva niente. Incorniciava le sue grandi labbra, il suo monte di venere era prominente e poi continuando con quella sua aria beffarda….
”Su, leccami: che profumo mi sono messa?”
Non me lo feci ripetere due volte, la mia lingua saettò su quella rete a maglie larghe cercando di passare tra loro nel tentativo di sentire il gusto della sua pelle. Era un piacere, e più cercavo di leccare più la mia eccitazione saliva. Intanto da parte sua aveva spinto il bacino in avanti cercando di agevolarmi. Ero li, in ginocchio ai suoi piedi come uno schiavo. La mia padrona si concedeva, voleva godere e io di buon grado cercavo di assecondarla. Mentre facevo tutto questo con una mano cercavo di segarmi, volevo avere anch’io un briciolo di piacere . Di questo se ne accorse a cambiò completamente il suo modo di fare ….
“No, bello mio il piacere deve essere mio, tu sei solo un mezzo, il mio vibratore naturale.”
Così dicendo si scostò da me e si diresse verso la cristalliera dove facevano bella mostra dei bicchieri in cristallo di boemia. Io rimasi in ginocchio, non mi mossi, solo il mio sguardo la seguì. Mi mostrava il culo, le sue natiche ondeggiavano in quell’equilibrio precario sui tacchi a spillo che le ornavano i piedi. Il filo del perizoma di quel triangolino a rete che avevo avidamente leccato le scompariva nel solco delle natiche tanto da sembrare inesistente. Ritornò di li a un attimo e
“ Maritino mio ora sborrerai dentro il bicchiere, so che di sborra ne devi avere tanta visto come sei eccitato e una volta venuto mi potrò gustare il tuo piacere distesa e aperta davanti a te. Se avrai il cazzo ancora duro, mi potrai chiavare ma lo voglio grosso e teso, sei avvertito, lo voglio dentro fino alle palle. Ho voglia di sentirlo gonfiarsi dentro di me come il cazzo di un cane, sentirlo esplodere di piacere, ti ho detto che mi sento troia, un amante dei cazzi e…lo sai sono molto esigente.”
Mai e poi mai avrei pensato a una cosa simile , neanche nei miei sogni più osè . E ora ad invitarmi a fare una cosa simile era mia moglie che in quel momento si stava dimostrando una troia nata. La novità, tutte quelle sensazioni nuove. Rimasi di sasso, quelle sue parole mi avevano stranito ero li, con il bicchiere in mano e nel frattempo lei si mise in poltrona davanti a me allargando le gambe a dismisura mettendo le cosce sui braccioli della poltrona. Si stiracchiò mettendo le grandi labbra in risalto e per eccitarmi iniziò a passare sulle rete del perizoma le dita in maniera leggera e distratta. Socchiudeva gli occhi per gustarsi le sensazioni, mi stuzzicava, il gioco che stava facendo con me la eccitava….E non contenta di torturarmi in quella maniera mi strofinò distrattamente il cazzo con il piede, anzi con la scarpa che ancora indossava…
” Su, caro non startene li imbalsamato a guardarmi, so che mi adori, ora però mi devi riempire il bicchiere con il tuo nettare bianco …la tua Regina ha sete”
Capivo perfettamente quello che mi chiedeva, mi voleva veder venire e veder versare tutto quello che avevano le mie palle nel bicchiere. Mi segai, ansimavo come un animale fissando la sua figa vestita di niente, la sua mano se la stuzzicava e se prima lo faceva distrattamente ora con una lentezza esasperante quelle dita erano finite sotto quel minuscolo perizoma a rete. Le vedevo giocare con le sue grandi labbra, era una cosa che non mi aspettavo. Era lei, la mia donna che in quel momento si era tramutata in una cagna in calore. Tremavo, sentì il piacere salire dentro di me lungo il mio cazzo e finalmente venni. Venni in abbondanza e versai tutto nel bicchiere facendo in modo che neanche una goccia cadesse sul pavimento. Lo porsi poi a lei e le sue mani dalle unghie smaltate di rosso fuoco circondarono quel cristallo entrando in contrasto con il bianco del mio piacere che vi avevo versato. Fissandomi se lo portò alla bocca, la sua lingua scivolò sul bordo quasi per gustarsi le eventuali gocce in bilico che non si voleva perdere . Poi….dopo un sorso ….
“Ora puoi chiavarmi, su, datti da fare, vedo che per l’eccitazione il cazzo ti è rimasto in tiro, perfetto, sborra in bocca e cazzo in figa, mi sembrerà di far sesso con due maschi e poi non è detto che possa succedere”
Era troppo, le saltai addosso come una bestia affamata, le strappai quel minuscolo perizoma e affondai il mio cazzo nella sua figa con una rabbia inusitata. Le entrai dentro fino alle palle quasi volerle far uscire il cazzo dalla bocca, non lo sapevo neanche io se per l’eccitazione o per un attacco di gelosia folle per quello che mi aveva appena detto….