Fu fuori, i suoi preparativi correvano, sembrava fosse un indemoniata, faceva tutto di corsa, Isolde continuava a ripetergli langsam, langsam non abbiamo fretta abbiamo tutto il tempo. Ma lei non la sentiva, voleva spicciarsi, voleva partire subito lo voleva raggiungere, le sembrava che trovarsi prima in aeroporto avrebbe diminuito l’attesa dell’aereo…Non sapeva cosa mettersi e ..si fiondò nello spogliatoio dove aveva gli armadi…optò per un vestito disquared tipo urban….una gonna relativamente corta non eccessivamente aderente e una camicia da portare sopra, camicia con una scollatura che era la delizia per gli occhi, concludeva il tutto uno dei suoi eterni spolverini, ai piedi questa volta un paio di scarpe basse , ma l’insieme era perfetto, una cinghia alta le stringeva i fianchi, borsa a tracolla e….era pronta, le valige erano fatte ora poteva partire; l’auto era ferma nel cortile; Isolde e suo marito l’accompagnarono all’aeroporto di Graz, sarebbe andata da li a Francoforte dove c’era l’aereo per l’Asia, un volo lungo ma era il primo volo utile da prendere per andare in Thailandia. Voleva lui, voleva il suo cazzo lo bramava, voleva dimostrargli che donna era e raccontargli tutto quello che aveva fatto in quei pochi giorni, del tiro mancino di Inge e poi di cosa aveva fatto nel castello, lo stallone quello stallone l’aveva affascinata e se lo era letteralmente fatto, era stata la sua cavalla e si era fatta montare. Furono in aeroporto ormai le valige scomparvero nel tunnel per i bagagli e si salutò con le due persone che l’avevano accompagnata. Isolde aveva le lacrime agli occhi, la considerava come figlia e le disse di coprirsi e di stare attenta a M……e soprattutto di mangiare sempre e non dimagrire ….i vecchi hanno le loro manie…lei le sorrise e si avviò oltre nella zona d’imbarco. Sapeva che doveva cambiare aereo a Francoforte e poi il lungo volo ma finalmente lo avrebbe raggiunto. Finalmente il decollo i motori al massimo e il classico scossone, l’aereo si lanciò sulla pista rombando e prese il volo. Ora era tranquilla, tra non poche ore lo avrebbe incontrato, rilasciata sui sedili pensò alla prima volta di quando si erano visti. Loro lei e il suo compagno erano appena giunti dall’Italia, bagagli, caos quel caldo soffocante lui era da parte stava parlando alla reception in quel magnifico albergo un po’ demodè sulla riva del fiume , l’aveva colpito quell’uomo con il vestito di lino tutto stazzonato e con il papillon che la guardava e le sorrideva, si era sentita in imbarazzo, lei chiusa in quei suoi pantaloni firmati e la maglia, aveva abbassato gli occhi…che cosa voleva qual vecchio, dallo sguardo ironico e poi la sera quando ci fu il colpo di fulmine….Lei prima di partire senza dire niente al suo uomo aveva comperato uno splendido Bubu in seta dalle trasparenze assassine, lo aveva messo direttamente in valigia, doveva essere una sorpresa, poi con una scusa si era fatta la doccia per prima e mentre lui si lavava lo aveva indossato, voleva che fosse una sorpresa e lo aspettava da basso, un po’ impacciata e eccitata, per come i maschi la guardavano e effettivamente era da guardare…..C’era anche quel signore che le aveva sorriso quando era arrivata…il suo esibizionismo latente si faceva strada in lei e sentiva una sensazione strana al suo basso ventre si stava eccitando…….Il suo lui invece non digerì quel vestito e quando scese…
” Ma come ti sei conciata ti sembra il caso”
Giro i tacchi e si diresse verso i loro mici della comitiva e andò con loro verso il pulman che li avrebbe portati a vedere lo spettacolo e a cena….lei rimase male, rimase da sola e si guardò attorno con aria disperata, non sapeva letteralmente cosa fare. Fu a quel punto che si sentì apostrofare nella sua lingua, aveva una pronuncia strana, una r leggermente rotata, quello sguardi ironico l’attirò
” Vuole vedere la vera Asia? Allora venga con me e quando rientrerà sarà cambiata “
E le porse la mano….fu come ipnotizzata, quelle mani si toccarono, si sentì stringere e nello stesso tempo tirare “Andiamo” passarono da una porta laterale del personale di servizio, attraverso le cucine . Odori strani, odori di spezie grida…..come furono nel vicolo il caldo soffocante li avvolse, luci basse il brusio delle cucine si sentiva appena. Passarono attraverso un mercato notturno, bancarelle con prodotti multicolori, galline appese una musica strana di sottofondo.
“ Tra un po’ arriverà un taxi, ora siediti”
Furono su una panca a un tavolo, vociare in thay una ciotola di caopat e aspettarono, per la prima volta le diedero in mano le bacchette e cercò di mangiare, lui si mise a ridere , rise anche lei ; Arrivò l’auto e furono a bordo…per il caldo ormai il vestito le se era appiccicato addosso e le trasparenze risaltavano eccome. I suoi seni si vedevano perfettamente e lo scuro dei capezzoli spiccava. Furono nel traffico, lei con quell’uomo si sentiva impacciata e nello stesso tempo l’attirava, dove la portava? Il traffico caotico, luci multicolori un orgia di motorini e i classici tricicli a motore dalle luci lampeggianti. Furono davanti alla palestra, una casa bassa e ampia…entrarono anche qui da una porta laterale e furono negli spogliatoi degli atleti. Corpi seminudi di maschi sudati, un odore di sudato e di paura l’ambiente era ampio ma il caldo era opprimente, aleggiava la paura e la voglia di vincere . Si fermò come impietrita si strinse a lui e…..” vai in mezzo a loro” si ricordò quell’attimo, come un automa e fu in mezzo a quei corpi seminudi ….mani, bocche furono sul suo corpo, fu spogliata il suo vestito bianco che cadde al suolo come un fiore, nuda senti quei cazzi sul suo corpo, ne fu sfiorata e il loro piacere disegnò strisce bianche sulla sua pelle, mani la forzarono le sentì entrare nei suoi buchi….ora godeva. Scosse elettriche partivano dal suo ventre per andarsi a confondere in testa, tutto girava il piacere esplodeva con tutta la sua forza i suoi splendidi occhi erano dilatati sembrava quasi una drogata, ebbe quei cazzi in mano sentì quella pelle delicata e sottile sotto le sue dita quell’odore acre e…..anche il sapore, sapore di urina stantia li stava succhiando, forse qualcuno sarebbe morto ora non le interessava, voleva godere e voleva farli godere……ormai nuda era come una baccante succhiava, sputava ingurgitava in mezzo a quei maschi nudi o seminudi attorno a lei, erano tanti, non le interessava, voleva sborra e basta, il pavimento si stava facendo viscido sotto i suoi piedi….cazzi e cazzi . Si ricordò in ginocchio su quel cemento viscido e sporco con il corpo ricoperto da tutto. Il suo ventre era contratto e stava godendo. Una sensazione nuova, non era l’orgasmo che provava quando era chiavata dal suo lui ma era un orgasmo strano dato da tutte quelle sensazioni, dalla situazione in cui si era trovata li a terra , tra cazzi, tra uomini nudi e seminudi come un animale in calore. Si era letteralmente annullata per tutti quei cazzi che la volevano e che aveva letteralmente pompato e segato. Voleva esclusivamente piacere da dare e ricevere quel lattice bianco e denso, lavarsi spalmarselo addosso, berlo, ingurgitarlo ubriacarsi di sperma e goduria .Il suo ventre urlava per le contrazioni , ora voleva cazzi che la possedessero, non era più lei era un unico buco che cercava libidine . Così in ginocchio mostrò il suo collo a lui quasi come una condannata glie lo porse e lui le mise il collare. Quello fu l’inizio, schiava per il piacere per annullarsi nella ricerca di cazzi e cazzi grandi e piccoli che la chiavassero che la forzassero fino all’inverosimile . ma soprattutto voleva la sborra che la lavasse per sentirsi sporca. In quel momento se lui le avesse chiesto di fare la puttana lo avrebbe fatto, non lo sapeva se per lui o esclusivamente per lei, per quel gusto perverso che in quel momento le era uscito, voleva sentirsi sporca. Il laccio si chiuse attorno al suo collo e ne fu strattonata. Ora era un’altra persona, non era più la turista che era venuta a visitare l’Asia, ma l’Asia l’aveva sopraffatta con il suo caldo e i suoi odori……. Poi fu la volta del moribondo, sanguinava dal viso e dalla bocca, il suo respiro era un rantolo…quell’ordine : “Dagli piacere” le sue mani gli tirarono fuori il cazzo, era come sotto ipnosi lo voleva sentire in bocca , quel sapore acre di sudore e di urina stantia . Fu sopra quel corpo quasi con riverenza, lo tirò fuori e la sua bocca e la sua lingua letteralmente lo lavarono, saliva……… voleva pulirlo, voleva dargli piacere , letteralmente puzzava ma non le interessava . mentre faceva tutto questo lui la prese da dietro e ne ebbe un orgasmo immenso ……schiava di sua volontà esclusivamente del suo piacere e il piacere di lui, godeva, pompava un moribondo con il corpo coperto di sborra e nello stesso tempo si faceva chiavare. Si accorse che l’uomo mentre godeva stava morendo , sollevò il viso da quel cazzo mentre lo sperma le colava dalla bocca , l’ultima cosa di vivo di quell’uomo, Sentiva il cazzo di quell’uomo che la chiavava da dietro si sentì riempire dal suo padrone sentì le contrazioni del suo cazzo …..Nirvana…..lussuria allo stato puro…….Lo strattone del guinzaglio voleva che si alzasse, ormai era vestita di sole scarpe e collare quella discesa a precipizio per le scale della palestra fuori sulla strada una donna nuda tirata da un guinzaglio tra le luci e le bancarelle della notte….non la degnarono di uno sguardo, una delle tante puttane e questa volta era una bianca, non ci fece caso nessuno ….vide il pulman dell’albergo dove a bordo c’erano i suoi compagni di viaggio e il suo lui, fu guardata ma come se non l’avessero vista……..salirono in taxi , le sue parole in thay, l’indirizzo, si buttò su di lui, sul suo cazzo e lo pompò avidamente, voleva essere ancora posseduta, lo voleva, voleva quell’uomo ancora e ancora era drogata, drogata di lui, di quello che le aveva fatto fare e che l’aveva letteralmente cambiata…..furono in una zona di case basse, una villa dalle luci soffuse, un prato tagliato accuratamente e lo splendore delle buganville fiorite. In quella casa dalle luci basse e dalla musica cinese di sottofondo, lei era nuda , lui la tirava….non preoccuparti ora conoscerai una persona speciale. Così conobbe Mdame Fong lui la conosceva e la cinese lo prese in giro, dicendogli che era pazzo, lei se lo ricordava, era seduta ai suoi piedi tenuta al guinzaglio, completamente nuda, sentiva la sborra che le colava dalla figa e che si perdeva sul pavimento, il suo corpo era ricoperto ancora di sperma seccato, ma non se ne interessava era una cosa in mano sua e quella donna dal sorriso enigmatico l’affascinava. Andò a quattro zampe da lei, sapeva che lui le vedeva la sua figa grondante ma se ne compiaceva, poi le mani della cinese quelle dita lunghe e secche che la forzavano come soppesandola, quelle parole un bell’animale credo sia una cagna giusta per te e tu sai che me ne intendo, ebbe un brivido sotto quelle mani, che cosa voleva dire con quelle parole una cagna giusta per te…..poi tutto il susseguirsi su un tavolo nuda e aperta, la ceretta che le colava tra le gambe e lo strappo , la sua pelle liscia e quella pomata dall’odore strano che la portò a un eccitazione altissima, le bastava essere toccata li e…..partivano contrazioni dal suo ventre, una cinese bellissima come uscita dal niente le titillò il culo e la fece tremare quel dito le entrava e usciva, quella pomata e …non riusciva più a connettere , nella sua testa voleva il cazzo di lui, sapeva che la guardava, che guardava il suo buco forzato da quelle dita sottili, il suo rantolo….dammi il cazzo, le uscì dalla bocca quasi come una liberazione….poi le formiche rosse, le loro chele che si chiusero sui suoi capezzoli, un dolore fortissimo e anche un eccitazione , la stavano riducendo a un buco, toccata, in qualunque punto ormai le provocava orgasmi e scosse elettriche che partivano da sui ventre per andare a confondersi in testa, la stavano trasformando in un animale da sesso per lui, per passare una notte da cagna, da vacca, pronta per essere montata da chiunque e assaporare tutto quello che il cazzo le poteva dare…..quella sensazione, quando lui l’aveva presa da dietro, quando lentamente era entrato in lei e le aveva dato un’ affondo furibondo mentre succhiava il cazzo del moribondo, piacere allo stato puro che non aveva mai assaporato con il suo uomo in Italia. Piaceri diversi, l’Asia si stava impossessando di lei, le sue droghe i suoi odori entravano nelle sue sensazioni, il corpo era solo un mezzo per assaporare piaceri quasi esclusivamente di testa, fatti da sensazioni dove il corpo diventava un ricettacolo per far scuotere tutti i suoi sentimenti e il suo volere. Stava diventando una cosa per ricevere piacere e darlo…… solo quello, il suo io si stava annullando , ora voleva cazzi, voleva il suo cazzo che la martirizzasse in tutti i suoi buchi. La sborra, quel lattice bianco, vivere di quella cosa assaporarla solamente assaporarla e assaporare il membro dell’uomo con le sue vibrazioni.
CONTINUA ,