Lentamente il jumbo scese verso l’aeroporto di Hong Kong, quello nuovo, lo scalo moderno non la vecchia pista coloniale tra le case di kowloon Sorvolarono la megalopoli con lo sfavillio dei grattaceli e il traffico intenso, la baia, l’isola di Victoria e poi giù verso la pista…erano arrivati. Lei era sempre più irrequieta, la sua affermazione nello toilette dell’aereo , mentre era scossa da innumerevoli orgasmi . Cosa mai aveva detto, essere addestrata in un bordello di madame Fong. Dressage, ammaestramento per diventare una cagna perfetta pronta al volere del suo padrone. No non era da lei, cosa le stava succedendo. Ormai erano in aeroporto, erano scesi, le chiamate in inglese , la melodia incomprensibile del cantonese quasi cantato. La comitiva era in pulman, si accostarono al marciapiede dell’albergo, l’Hong Kong Hotel, la ressa, i facchini per scaricare le valige. Lei rimase staccata dal gruppo, un auto nera lentamente uscì dal traffico e si diresse verso il marciapiede . Sentì il suo nome, si fermò un momento guardandosi attorno , si aprì la portiera dell’auto: fu un attimo, entrò, nessuno si era accorto di niente, così scompariva una donna. L’auto rientrò nel traffico della megalopoli i fari di posizione si confusero tra le altre auto…….Fu dentro come in un alcova , lui era li , sentiva il suo profumo il suo sorriso sornione la persona per la quale aveva perso la testa e buttato tutto sul piatto del destino. Si stava arrapando la voglia la stava prendendo voleva il suo cazzo lo voleva dentro, gli sbottonò i pantaloni se lo prese in bocca iniziando a succhiarlo come una sacerdotessa di Venere , era lei la dea , lo titillava con la lingua lo leccava, voleva come dargli la vita..,era solo lei per lui. Mentre lo fai spogliati ti voglio nuda …con rabbia inizio a sbottonarsi la giacca, sotto non portava niente , la gonna stretta a tubino dallo spacco vertiginoso che le metteva in risalto le gambe lunghe, uno spogliarello tra il traffico caotico, lampi di fari sul suo corpo , rosso, giallo bianco abbagliante , clacson , la metropoli la stava fagocitando e lei stava diventando la cagna , l’animale per lui , fu nuda , continuò a succhiarlo fino a quando non esplose nella sua bocca, un filo di piacere le colava dalle labbra , era bagnata sentiva il suo piacere tra le ninfe ….
”Toccati”
Accucciata tra le sue gambe, nuda si toccò con rabbia una, due , quattro dita piantate nella sua vulva, l’orgasmo la prese , si sentii sporca ma era felice. L’auto continuava la sua strada, ormai aveva passato la galleria sotto la baia e si era immessa nelle strade di Victoria . Su verso il Pic dove c’erano ville isolate con la vista sul mar Giallo, giardini perfetti dalle cascate di fiori, il porfido dei vialetti dove le auto entravano silenziose. Furono dentro, il cancello elettrico si chiuse dietro a loro, sullo spiazzo davanti alla villa li stava aspettando un cinese altissimo dal cranio rasato, una bocca tagliente, le faceva paura era l’emanazione di un perfetto prussiano orientale. Si presentò come il “ Portinaio” ormai era arrivata, fece per rivestirsi ma sentì la sua voce
“ No devi essere nuda”
Scese così sentii un aria umida che veniva dal mare che le accarezzava il corpo, ebbe paura , l’uomo le allacciò il guinzaglio al collare che portava stretto attorno al collo, si diressero verso una porta di mogano massiccio. Un corridoio lungo dove risuonarono i loro passi ,l’unica cosa che gli disse:
“Tieni la testa bassa e non parlare”.
Entrarono in una stanza e qui si trovò a tu per tu con una orientale perfetta , incarnazione del piacere della città proibita, lineamenti perfetti e un corpo armonioso , chiuso in un vestito aderente quasi una seconda pelle dallo spacco vertiginoso.
“Ecco qua il fiore di M…… , madame Fong me ne ha parlato; io qui sono la padrona e posso fare di te quello che voglio, ti posso addestrare o mandarti nei più infimi bordelli di questa città, sta a te accettare la disciplina qua dentro diventerai una cagna perfetta “
Taceva con gli occhi abbassati, “Guardami vediamo che lineamenti hai “ la soppesò la osservò come fosse stata una cosa, la sua mano corse sul suo corpo per sentirne la consistenza. “ Sei mai stata frustata?” fece un diniego con la testa “ Qui ti frusteremo rimarrai dei giorni con le striature rosse sulla schiena, imparerai ad apprezzare il dolore che ti daremo e anche ringrazierai per il male che riceverai”
Parole folli che non capiva , trattata come un animale da educare….allungo la mano sulla sua vulva. “ Sei bagnata, vuol dire che ti ecciti facilmente buon segno, ora leccami la scarpe; in ginocchio, voglio vedere quanto è lunga la tua lingua ….” Si inginocchio, abbassata la testa iniziò a pulire le scarpe della sua nuova padrona con un misto di paura e nello stesso tempo di piacere , si sentiva un animale. La donna si girò, mostrò lo spacco del vestito, “ Ora risali lungo la gamba” Lei lo fece si stava consumando la lingua, l’orientale aveva un corpo profumato ….invitante ….lei teneva sempre gli occhi bassi e con devozione continuò a leccarla. Quasi il suo unico modo di ringraziare…..Prima di andarsene la padrona ordinò al portinaio di bardarla, le passarono una catena attorno ai fianci quasi a strangolarla e un’altra tra le gambe , strette all’inverosimile, le penetrarono nella carne lasciando segni rossi sulla sua pelle . Si allontanò camminando a gambe larghe, fitte di dolore si irradiavano dai fianchi e dal suo ventre, doveva anche urinare .
Lo chiese, chiese il permesso, ricevette un colpo di cinghia tra le gambe.
“ Devi dire devo pisciare padrone, chiedo il permesso, ora ripeti”
Le stesse parole le dovette scandire ad lata voce ….”DEVO PISCIARE PADRONE”. Non la portò in un bagno ma fuori in giardino, “Sei una cagna oggi la farai qua”. Si vide come i cani portati a passeggio dai loro padroni nelle serate d’autunno quante volte li aveva osservati camminare con le gambe leggermente allargate e mai si sarebbe immaginata che un giorno sarebbe stata trattata alla stregua di quei animali……., “Spicciati” Le staccò la catena che aveva tra le gambe le ordinò di tenerla in bocca ..era accucciata non ce la faceva……..ricevette dei colpi di bacchetta sulle spalle , il vimini le lasciava strisce rosse vive ..urlò do dolore…poi pianse tra i singulti e i lacrimoni che le rigavano il volto riuscì finalmente a liberarsi……..
CONTINUA