Scesero all’aereoporto di Vienna dopo uno scalo intermedio , il viaggio era stato lungo ma non per lei che continuava ad assaporare la sua vicinanza, valige , auto gli altoparlanti con la voce roca del tedesco. Poi si avviarono, lasciarono la pianura del Danubio per salire tra i monti Una strada tortuosa tra le abetaie….lecci e olmi che si stavano colorando d’autunno nel settembre ormai inoltrato non c’era il caldo dell’Asia ma un aria fresca ……prima di partire in auto erano andati a fare compere il suo guardaroba era stato rifatto …pantaloni attillati che le mettevano in risalto i fianchi quasi efebici, leggins fascianti per le sue gambe lunghe poi c’erano i dingrl dalla seta pesante con profonde scollature e dalle gonne ampie; l’aveva guardata quando si misurava i vestiti e lei aveva di nuovo sentito quella voglia sottile che la prendeva, quel brivido …nuda d’avanti a lui, i suoi piedi scalzi sulla moquette del negozio …
” Fatti guardare” Rimase così con le gambe leggermente allargate portando le mani ai fianchi quasi come sfida; i capezzoli le si stavano indurendo… si guardarono per un attimo, era splendida , una macchina per il sesso e poi…” vieni avvicinati” si strusciò su di lui lo senti diventare duro la sua mano corse sul suo corpo, lo voleva sentire, prenderglielo succhiarlo mangiarlo sbranarlo era suo …..furono alcuni minuti di torrido sesso in quel camerino. Lei godette lui godette dentro di lei ….la voce della commessa li fece tornare nel mondo …entschiuldigung herren ich bin hir …si ricomposero lei rideva…… come due bambini sorpresi mentre facevano le marachelle …presero tutto… ..per il viaggio si mise un magnifico maglione bianco e una mini mozzafiato….mini e maglione si sovrapponevano alla perfezione lasciando addito a tutti i pensieri più folli. Era bella da far paura e nello stesso tempo il suo corpo trasudava sesso, ogni movimento ogni passo che faceva, faceva girare le persone perla strada che si fermavano a guardarla. Un animale da esposizione, ma non aveva la volgarità di una puttana. Lei aveva tirato su le gambe accoccolandosi sul sedile dell’auto pisolava tranquilla , la sua mano lo toccava, si sentiva protetta sentiva il caldo del suo corpo. A una pompa di benzina chiamò l’inserviente per pulire i vetri … “mostrati” il ragazzo sbarro gli occhi ….quelle gambe perfette poi la mini non nascondeva niente si vedeva il suo ventre …le ninfe lucide …non portava intimo……si eccitava anche lei, scesero dall’auto e si diressero verso il bar, l’inserviente pulì coscienziosamente i vetri e poi li segui nel locale, lo osservarono poi decisero di farlo impazzire uscirono, andarono dietro nel vicolo, li lo chiamarono con una scusa, “mettiti in ginocchio e guarda”….….il ragazzo rimase interdetto, fu in ginocchio, lei gli si parò davanti allargando leggermente le gambe, lunghe perfette messe in risalto dai tacchi e iniziò a tirarsi su la minigonna con una lentezza esasperante , il giovane rimase scioccato , non osava parlare senti la sua voce, “die fraulein ist gut?”gli chiese, molto bella bisbigliò il giovane…..continuò quello strip , da un momento all’altro poteva arrivare qualcuno, di fronte e lei un giovane in ginocchio, al suo fianco un uomo brizzolato che le dava gli ordini, pazzia allo stato puro, erano loro tre poi una frase tagliente: “Stando in piedi piscia davanti a lui…… “ Non era costretta ma le piaceva…lo faceva per lui….. essere una donna troia sempre disposta ma nello tesso tempo si sentiva libera …..pisciò,le ninfe si separarono e un rigagnolo giallo battè sull’asfalto, il giovane era a bocca aperta, la sua patta era gonfia, poi con estrema noncuranza lui le diede un fazzoletto di carta, se lo passò tra le ninfe e lo gettò ai piedi del garzone che rimase a bocca aperta, così se ne andarono .
“Non preoccuparti ora quel ragazzo correrà in bagno a farsi una sega, penserà al tuo corpo a che cosa gli è successo, tutto sommato lo abbiamo fatto contento”…
La macchina riparti il castello ormai era prossimo, lasciarono la strada principale per una secondaria il suv arrancava, una discesa poi la valletta oltre la quale sul picco un burg dai tetti spioventi alte mura con finestre incassate …non era un castello italiano fatto per godersi la vita sulle colline di fiesole ma un mastio possente e chiuso. Lei ebbe un brivido….l’auto si fermò davanti al portone . Saremo soli la fida Isolde e suo marito non ci sono ma ci hanno lasciato tutto pronto, tra un paio di giorni arriveranno altri amici … scendi e spogliati ti voglio ora tutta per me …..Iniziò uno strip da professionista non che avesse tanto da togliersi ma lo fece con movimenti felini che avrebbero portato un santo sulla strada del peccato. Si tolse così tutto, nuda con le scarpe entrò nel cortile …si guardò attorno……. , il pozzo, e alzando gli occhi le balconate ornate da gerani ricadenti, tutto attorno non c’era nessuno, le sembrò di essere in un arena …dea, regina, era lei, immagino i volti anonimi che la guardavano donne e uomini…l’auto era ferma anche lui era sceso la stava ammirando, le sue labbra ridevano, la stava amando a suo modo……….fece qualche passo di danza, era completamente nuda, nuda per lui per il suo piacere poi folgorata corse ai gradini del pozzo e li si sedette; ne uscì la cagna addestrata che era in lei, i giorni passati nella casa di madame Fong l’avevano programmata per dare lussuria…..si scompose allargo le gambe toccandosi i seni, le mani a coppa, li spinse verso l’alto, quasi soppesandoli, come se facesse vedere la merce tiro fuori la lingua passandosela sulle labbra …., puttana da strada che adesca il suo cliente ma in quel momento ne aveva solo uno che era rimasto annichilito da tanta bellezza e lussuria nello stesso tempo. Così guardata si sentiva la “padrona” ..comandava il suo cazzo: e come lo comandava ….piegandosi ancora di più infilo il dito nel suo buco scuro e iniziò a titillarlo un va e vieni veloce gridandogli…”Sono qua, dai vieni, culo fica e bocca tutti per te USALI USALI e usali ancora, correvano le sue mani sul suo ventre reso lucido dalla voglia e dal piacere che le stava colando. Gridò parole di fuoco ….
”La tua cavalla da monta è pronta, mi sento cagna ho voglia”
Le parole gridate rimbombarono nel cortile deserto …la prese,la scopò con rabbia affondò nella sua vagina come il burro tanto era bagnata di voglia ; lei sentì il suo cazzo farsi strada tra le sue ninfe, si sentii lentamente riempire , l’affondo, il dolore poi via via un veloce va e vieni. Scivolava in lei , il suo piacere le scendeva tra le gambe …le cosce erano lucide ….pulsavano le vene del cazzo che aveva piantato, lei le sentiva. Lo sentiva gonfiarsi fino a quando non giunse l’orgasmo…si piegò anche lei, la sua bocca rimase aperta in un urlo muto …chiuse gli occhi per assaporare le scariche di piacere che partivano dal suo ventre per esploderle in testa..si piegò sulle gambe ansante come dopo una corsa……l’aveva presa da dietro in piedi con le mani appoggiate al bordo del pozzo……voglia, ancora voglia …voglia che prende, solo lei bella tra le belle, donna fatta per il cazzo di lui. Entrarono nel castello, stanze, scale , si diressero per un momento verso le cantine dove c’erano le antiche celle, lei nuda in quei corridoi semibui, come una visione di fantasmi, una cella un tavolaccio, si vide come a Hong Kong, ebbe paura , lui le prese la mano per rincuorarla aveva capito la sua paura …basta celle per te, al massimo una gabbia da esposizione sei il mio animale fatto per la lussuria, puttana perfetta…… Salirono al piano per entrare in una sala affrescata, da un parte il salone delle feste dall’altra una stanza con una stufa immensa , le finestre incassate, correva nuda per quelle stanze come una baccante , rideva…la chioma dei suoi capelli si agitava scomposta, era felice , giù sotto la Sava scorreva in un ansa…Qui ti potresti perderti sotto di noi ci sono le cucine e ancora sotto le segrete di cui ai visto solo una parte . “Vai sopra” ,Salirono ancora per entrare in una stanza con il letto a baldacchino, la stanza della torre, pesanti i tendaggi, folti i tappeti un camino monumentale per dare il calore d’inverno su un letto immenso tra coltri dai colori di seta si amarono di nuovo con rabbia quasi fosse un ultima volta e in quel poco tempo riuscire ad assaporare tutte le sensazioni dell’altro, fagocitarle farle proprie per ricordarle, lussuria, amore, voglia, tutto questo insieme portato a mille per loro due, quante persone erano passate in quelle stanze, quante cose avevano visto quegli specchi, discussioni, amori, duelli ma ora erano loro due e i fantasmi di quel maniero si assieparono attorno a quel letto per guardarli. Intanto la notte era scesa e il buio era entrato dalle finestre ma loro si rischiarano i volti con il sorriso…sentiva il corpo caldo di lei vibrare di piacere e lei amava il suo corpo come un cieco per non dimenticare niente, le sue mani correvano fino a soffermarsi sul suo ventre per assaporarlo ancora, si strinsero come bambini continuando ad amarsi. Si chiamarono in cento modi diversi e poi lentamente se li tolsero tutti…….. nessun ieri nessun domani……..il sonno li avvolse così…….
Continua