Si addormentarono così con quella sensazione di frescura data dall’aria che gonfiava le tende in quell’alba Greca. Sonno, e sogno, i loro corpi…….., lei ne gustava la sua vicinanza ma non riusciva a focalizzare i ricordi del Centro America, a tratti come lampi le apparivano facce anonime che la guardavano, erano facce da indio, un palo dove era legata come una cagna in un aia assolata nella foresta, lo schifo dei maiali, a queste immagini si sovrapponevano quelle dell’incidente, Susy distesa a terra esanime,la sua bella figura, poi lampi, tuono, caos di scoppi, la faccia di lui, il sangue e soprattutto un magnifico copricapo di giada ornato con le piume del Ketzal. Si svegliò in un mare di sudore con un grido, si svegliò anche lui. Spaventata lo abbraccio tremando di paura……
”Credo di aver avuto un Incubo, non arrivo a capire che cosa sia successo quando ho avuto l’incidente delle immagini strane, tu ne sai qualcosa?”
Lui si mise a ridere stringendola a se, “Non preoccuparti prima o dopo ti racconterò tutto, certo hai avuto un brutto incidente ma le cose come vedi si sono messe nel migliore dei modi, ora siamo qui, siamo vivi e io mi trovo con la donna più bella del mondo”
Si sentì come rincuorata, si alzò dal letto e andò a sedersi sulla piccola terrazza sopra il porticato della veranda. Il mare era splendido nel silenzio di quelle ore, il sonno le era passato, poi ebbe un lampo negli occhi, corse in camera e frugò tra i bagagli….tirò fuori la tuta di latex che aveva indossato quella notte e New York , non voleva farsi vedere da lui , voleva fosse una sorpresa, corse in bagno e se la mise, le aderiva come una seconda pelle, lasciava scoperto il pube e il culo, le tette inanellate le fuoruscivano , era affascinante e praticamente oscena, un corpo con in vista esclusivamente gli organi sessuali per attirare, il resto era tutto coperto, il viso aveva una maschera che l’incapucciava perfettamente facendola sembrare un essere di un altro pianeta, quasi un marziano, stretta in quella tuta si mise anche un paio di sandali dal tacco altissimo che si era portata e che lui non aveva visto, gli si presentò così, un essere fatto esclusivamente per il sesso .
“Sei affascinante, sei un ingorda, il tuo invito è esplicito metti in vista quello che ti serve”
Se ne stava davanti a lui con le gambe leggermente allargate, le sue grandi labbra inanellate erano visibilissime ed erano li a pochi centimetri dalla sua faccia, era disteso sul letto e si gustava quella figura affascinante, si girò, si mise in mostra,il suo culo era completamente in vista, la tuta quasi lo incorniciava, si piegò fino a toccarsi le caviglie con le mani per farsi vedere meglio, era di un fascino osceno e nello stesso tempo di un invito esplicito….culo e figa, messi in mostra per essere usata, era li, era un animale da letto. A lei la sua voce giungeva ovattata, la cosa la stava eccitando e si accorse che anche la sua eccitazione stava salendo, salì sul letto e si mise a quattro zampe , mosse leggermente il culo facendo quell’invito più antico del mondo, si dimenava….nel silenzio di quella casa che ancora dormiva lui scese dal letto e si piazzò dietro a lei, voleva usare i suoi buchi, l’essere quasi non esisteva esistevano solo i suoi buchi…sentì il suo uccello strofinarsi sulle sue ninfe e diventare sempre più duro…lei si stava bagnando sempre di più, il suo ventre iniziava a darle delle contrazioni leggere, che aumentavano al contatto di quel cazzo duro. Poi lo senti,forzare, e iniziò a entrare in lei , centimetro dopo centimetro la forzava a lui sembrava di entrare in un mare si piacere, lei ormai era fradicia e si vedeva chiaramente il luccicore del piacere che le colava…si ricordò di quando se l’era messa in quel locale e l’avevano costretta da impalarsi , ed impalata con un cazzo finto nel culo era stata palpata, soppesata e le persone le avevano sborrato addosso…a quei pensieri venne ancora di più, poi la sua voce….in quel locale eri favolosa, mi hanno mandato le riprese, una femmina quasi destinata al sacrificio ma che godeva di quella situazione perversa, mentre la pistonava continuava a parlare, “ Ho visto che il latex era coperto da spruzzi di sperma, sai far godere gli uomini…… come stavi col culo pieno…..?” “Ero impalata e godevo, godevo nell’essere trattata da oggetto, ho immaginato che tu lo volessi e ora so che era vero, mi sono fatta aprire il culo per te come tu hai voluto, mi sono esibita nella gabbia” e a queste parole le giunse un orgasmo fulminante e venne anche lui. Lo sapeva, se fosse finita di nuovo nella gabbia o in un bordello lui ci sarebbe stato e avrebbe amato la sua cagna e che cagna…….I loro corpi giocarono con il piacere con le scosse che rendevano tutti i loro sensi vigili e ricettivi. Loro non esistevano più solo le loro sensazioni esistevano e nulla altro attorno. Non si erano accorti che la moglie del custode aveva bussato e avendo sentito rumori strani era entrata nella stanza, era li ferma, affascinata da quella scena . Quella pantera greca era li, li fissava e ne era colpita, lui mentre letteralmente pompava lei, si girò a guardarla e le fece segno di avvicinarsi, si avvicinò a quell’essere coperto di latex , le fu davanti e dopo un attimo di esitazione allungò le mani, le allungò sui suoi seni inanellati che data la posizione a quattro zampe le pendolavano come mammelle di vacca, erano li a penzoloni con gli anelli che le ornavano i capezzoli. Corsero quelle mani sulle sue tette, prima le sfiorarono poi una carezza leggera ed infine la palparono, toccarono gli anelli e li tirarono, lei ebbe un fremito, era come persa per le ondate di piacere che si susseguivano dal suo ventre, era concentrata sul cazzo di lui e lo stava assaporando nei minimi particolari. La donna ora la massaggiava e lei era tra due fuochi. Compressa nella tuta, con il caldo che stava uscendo il suo cuore iniziò a battere all’impazzata, voleva uscire, il piacere la scuoteva…poi non capì più niente e svenne…….Si riebbe sul letto, lui era accanto a lei,
“ Vedo che abbiamo invertito le parti , quando mi sono svegliato in Sud America eri tu accanto a me, ora tocca a me” e così dicendo le diede da bere una bibita fresca, lei si crogiolava in quelle sensazioni era completamente rilasciata e aveva voglia di dormire. Dormì per un giorno intero, al suo risveglio si sentì dire che l’indomani sarebbero partiti e si sarebbero diretti verso il nord. Così fu, i soliti bagagli , le trafile per gli imbarchi , il caos delle partenze, finalmente furono in volo. Si rilasciò sul sedile e chiuse gli occhi e gli chiese nuovamente…..
”Cos’è successo dopo l’incidente? ”
“Ancora vuoi sapere che cosa ti è successo dall’altra parte del mondo? Tutto è incominciato a Madrid, quando siamo partiti. Tu e Susy eravate davanti a me e io mi gustavo le vostre figure, eravate due splendide donne e la gente vi guardava. Vidi anche due persone di chiare origini centroamericane che al vostro passaggio si segnarono. Mi colpirono ma non ci feci più che tanto caso. Poi durante il volo mi accorsi che quelle due persone erano sedute dietro a me e parlavano concitatamente in spagnolo; dai loro dialoghi riuscì a capire che parlavano di te . Dicevano che eri uguale a una statua Maya raffigurante la Dea Serpente, Statua che si trova in un museo a Città del Guatemala . Dicevano che di li a poco ci sarebbe stata la congiunzione di Venere alla Luna era la congiunzione in cui si festeggiava la Dea e ci sarebbe stato un sacrificio. La Dea protegge le nascite e l’amore perciò niente di meglio di darle una vita………”
Lei ebbe un brivido…
.”Vedi questo gioco di parole lo capì dopo e mi fece venire quasi un accidente , me lo tradusse l’autista al quale chiesi il significato di alcune parole che mi ero scritto per non dimenticarle. Perciò detti l’ordine di tenerti d’occhio. Ti controllarono a New York , ma soprattutto Mama Dolores la santona della finca di Don Josè mobilitò tutti i suoi spiriti, se non sbaglio ti ha fatto partecipare a una sua cerimonia “
“Si ho partecipato e ho goduto, sono quasi impazzita di piacere, quel caldo e la musica assordante erano quasi afrodisiaci……..”
“.Lasciamo perdere e andiamo sul pratico, visto che sono considerato quasi un Thay Pan i cinesi della comunità di Città del Guatemala mi misero a disposizione una guardia del corpo, ricordi l’autista, Madame Fong aveva dato il suo consenso, i tuoi filmati del periodo in cui sei stata nella gabbia hanno avuto un successone e sono proiettati in tutti i suoi bordelli .Non esiste una donna come te capace con le sue acrobazie sessuali di calamitare il pubblico di una casa di piacere” Sentendo quella frase lei ebbe un fremito e…..
“Me lui devi mostrare, li voglio vedere, si ,ti porterò in un bordello a Wienna la casa di piacere dove sei stata e li vedrai le riprese dove sei tu la regina, ma ti potrà succedere qualche cosa , sicuramente per il mio piacere e non nego anche per il tuo, se te la senti…..”si padrone sono la tua schiava” e si strinse a lui……ma non perdiamo il filo della storia proseguì lui…., Devi sapere che l’incidente non è avvenuto per caso ma è stato voluto e tu sei stata rapita. Per fortuna l’autista prima di svenire e creduto morto dai tuoi rapitori ne riconobbe uno di loro. Siamo riusciti a rintracciarlo e ci raccontò tutto……..tutto quello che volevamo sapere……. . Furono giornate folli si rincorreva il tempo, sapevamo dov’eri bisognava raggiungerti prima di quella congiunzione astrale, perché in quella notte tu saresti stata sacrificata. Ti ho vista legata nuda in quell’aia, incatenata al palo, eri splendida, ho visto che ti violentavano erano in quattro e a turno ti hanno preso, li hai dovuti succhiare, ti tenevano la testa, eri come suonata, poi ti lavarono, ti pisciarono addosso, fosti per un momento abbandonata in quell’aia nel fango tra i maiali….. non potevo fare niente e la mia rabbia è aumentata, mi sono accorto che ci tenevo a te anche se te ne ho fatte passare di tutti i colori, il nostro rapporto è una cosa diversa….è poesia quella lussuria che arrivo a ricevere dal tuo corpo, che tu sai dare, e a te so che piace. Ti ho vista poi quella notte, il copricapo maia, il diadema di giada che ti sogni, oltre a quello avevi bardati i seni e il ventre, anelli con pendenti pesanti che ti facevano sembrare realmente una Dea, non portavi altri vestiti se non fili d’oro che avevi attorcigliato attorno alle tue gambe e alle braccia, dovevi essere drogata, avevi uno sguardo fisso eri pronta per essere sacrificata, ma siamo intervenuti….gli scoppi, il caos quello che ti sogni, il sangue…io come ricordi ne ho due , te che sono riuscito a salvare e il ricordino che ho sulla schiena , le lame dei macete mordono, non sono caduto da cavallo come ti ho detto in un primo momento”
A queste parole lei si strinse a lui, la sua mano corse sul suo ventre e inizio a massaggiarlo, un gioco di labbra delicato che di battito in battito di ciglia diventa lussurioso, nonostante tutto lui le voleva bene,ci teneva alla sua schiava e lei in quel momento ne era follemente “innamorata” e non lo avrebbe lasciato per tutto l’oro del mondo, si promise che nel castello gli avrebbe fatto dei numeri da alta scuola e che lui non si sarebbe potuto dimenticare……… aveva questi pensieri e con questi pensieri sentì il segnale dell’allacciarsi le cinture, erano arrivati, l’aereo faceva scalo nella sua città, si sarebbero fermati un paio di giorni al Cellini, l’albergo della sua seconda fuga da tutto ciò che conosceva, per lui era disposta a tutto e mentre scaricavano le valige dal taxi…..” esibisciti” non se lo fece ripetere, dischiuse un bottone della giacca come aveva fatto a NewYork e il tassista ebbe una visione dei suoi seni inanellati, tenne la giacca semi aperta alla reception e la poterono vedere tutti,li lui era conosciuto e il mentre si ricordò anche di lei…”vedo che la signora ha cambiato completo non porta più lo spolverino sportivo ( vedi cap.10) ma ora veste sul classico” lui sorrise e si diressero verso la loro stanza. CONTINUA