Il tragitto non fu lungo, l’auto non si inerpicò lungo le strade tortuose di Victoria verso l’alto dove c’era il ristorante il Pic a cui si poteva giungere anche con la cremagliera ma si fermò in basso tra i grattaceli dove giganteggiavano le insegne della pubblicità e dei locali …erano arrivati. Il suv accostò davanti a un locale, uno strip bar ,una porta pesante con due battenti foderati in cuoio e ornati da oblò, ai lati nelle bacheche foto di ballerine e tette al vento, lap dance e altro…
In auto era stata costretta a toccarsi dalla cinese che era rimasta colpita dagli anelli che portava alle sue ninfe. Ora era li ancora scossa dall’orgasmo avuto e a quel punto la obbligarono a scendere. Era nuda, tirata da un guinzaglio….si vide come merce in vendi; alcune persone la guardarono di sfuggita. Non era altro che una puttana, una schiava del sesso che veniva portata da un locale a un altro, si sentiva una cosa è nello stesso tempo provava un sottile piacere essere trattata così. Merce di scambio, carne pura, carne, neanche una donna, solo un buco da riempire , ricordò le parole durante l’addestramento, sono la vostra svuota cazzi, fate di me quello che volete, Questi pensieri le correvano nella mente, si sentiva abbandonata, quali erano i suoi limiti. Il frastuono del traffico, poi la porta si aprì ed entrò in un corridoio dalla moquette rossa con le luci soffuse, camminò nuda nel silenzio ovattato; dal fondo musica , un bancone, tavoli, sul palcoscenico una donna completamente nuda si dimenava attorno a un asta metallica quasi fosse il simulacro di un cazzo. Alcuni avventori si girarono ma loro proseguirono oltre. Si sentì guardata, osservata, violentata nella sua intimità ma si stava bagnando, provava un piacere immondo nel sentirsi in quella situazione e ad essere trattata così . Giunse così nella sala della gabbia …il suo cuore ebbe un sobbalzo una vera e propria gabbia con tanto di sbarre. Quanto sarebbe stata li dentro? Ebbe paura ….non voleva…fu come presa dal panico. La cinese dette uno strattone al guinzaglio e le sibilò un avvertimento. ” Farai tutto ciò per cui sei qui, ti esibirai, sarai una cagna ed ecciterai i clienti….prima ti barderemo………” Lei abbasso gli occhi e dette un cenno di assenso.
La fecero passare in un’altra stanza, al centro una sedia ginecologica dove la costrinsero a sedersi, era di nuovo oscenamente aperta, non sapeva se stava provando piacere, ma un eccitazione perversa si stava impadronendo delle sue ninfe. Le legarono le mani dietro la schiena in modo che le tette si protendessero in avanti. Doveva stare diritta e immobile…….rivide il volto grinzoso di madame Fong era li presente. Quella frase….Ecco il fiore di M……ora mio, purtroppo per poco e dicendo quelle parole, si avvicinò a lei e le strofinò i capezzoli con la sua mano rugosa, quelle unghie lunghe quasi nere, le passo sulle sue tette per un momento credette che le volesse graffiare, scivolò anche a tastare le sue grandi labbra, come la prima voltale le infilò un dito per sentire se era bagnata.
” Ti stai eccitando so che sei una cagna perfetta io me ne intendo puoi dare punti alle puttane che ho qui, l’addestramento che hai avuto, anche se per poco ti è entrato nel sangue, sei fatta esclusivamente per il piacere , ti piace darlo ma ti piace anche prenderlo niente male per una come te”.
Con quel tono, si senti come un animale in vendita, ebbe paura per quelle parole che diceva, sapeva che aveva ragione, si, era cambiata in quei pochi mesi, era diventata una cagna masochista , una puttana che non voleva ma bramava visceralmente essere riempita e violentata fino all’estremo, nella sua mente la rivide mentre dal vaso prendeva le formiche rosse e la faceva pungere, le pinze che si conficcavano nella sua carne……paura…..piacere…… Fu un attimo, prese i capezzoli ormai duri dall’eccitazione, li tirò, il suo seno si allungò leggermente, li trafisse con un ago, un grido di dolore poi velocissima quasi da esperta fece passare nel buco lasciato dall’ago due anelli in oro . Pianse, pianse di dolore e di rabbia, si sentiva marchiata come un animale. Madame Fong si allontanò per contemplare il suo lavoro …”Perfetta una puttana inanellata…perfetta”. Ora vestitela, un ordine secco non ebbe tregua non più il profumo di Dior ma un profumo dolciastro e pesante che le prendeva alla gola, un bustino di cuoio nero che le strangolava la vita che diventava stretta e sottilissima mettendo in risalto le tette e il culo, un corsetto che attira e fa cadere proprio li gli occhi, che esalta la sua femminilità, la rende altera e inaccessibile, la espone, la offre quasi a dire ecco il corpo esaltato all’estremo nelle sue forme ; sul pube, sulle sue grandi labbra passarono del lucido per farle risaltare di più, tra i due anelli che portava al pube misero un piccolo lucchetto, quasi come una cintura di castità, la cinese ridendo gli mostrò il suo dito dicendole …”Quando ti porteremo in gabbia passerai tra i tavoli, il lucchetto per le dita impertinenti….avrai solo il culo libero”
Ma anche per questo………per non essere da meno le infilarono un piccolo dildo nel culo che finiva con un fiore di plastica: oscena e schiava .. calze nere velate che si legavano alle giarrettiere del bustino, le fecero un trucco pesante, che si intonava perfettamente alla sua capigliatura corvina….un paio di scarpe dai tacchi altissimi con i lacci alle caviglie, alle sue caviglie legarono due campanelle, quasi fosse una lebbrosa …..era pronta. La cinese guardandola le disse di stare il più possibile diritta.
“ Ergiti devono vedere tutti passare una schiava devi essere altera e sottomessa, sei un pezzo di carne che li deve eccitare e tu ne hai la stoffa sei una masochista esibizionista nata”.
Venne fatta passare tra i tavoli vestita così, i tacchi alti le facevano muovere le natiche in maniera oscena, aveva il culo incorniciato, messo in risalto dal bustino di pelle che la stringeva in maniera inverosimile e dalle giarrettiere che si agganciavano alle calze nere con la riga dai riflessi di seta, un cazzo posticcio le sporgeva leggermente dal culo, il pube inanellato e chiuso con il lucchetto , i suoi magnifici seni erano spinti all’infuori per la posizione che doveva assumere in quell’ equilibrio precario in cui si trovava. Anche loro ornati dagli anelli rotondi, le avevano anche cambiato il collare. Non più una cinghietta di cuoio sottile da gatta ma una collare pesante borchiato che quasi le bloccava il collo un collare da puttana. Nell’insieme col trucco che aveva era diventata una splendida schiava destinata a dare il piacere e basta, cagna fatta per eccitare . Si guardò attorno sentendo farfalle nella pancia, un brivido scivolava nel suo ventre, si stava eccitando, le ninfe bagnate …stava diventando una masochista perversa che godeva di quelle situazioni…. Ebbe paura, era proprio lei? O ormai era diventata un’altra persona? La cinese che la tirava aveva un sorriso perverso, la femmina di M….l’amico di madame Fong. Mentre passava più di un cliente poté allungare le mani, senti le dita scorrere sulla sua pelle, fu pizzicata, palpata soppesata, cercarono di forzarla nei suoi buchi chiusi in maniera oscena, la rosetta del culo era chiusa da un tappo e le grandi labbra chiuse da un lucchetto. Fu fatta fermare per un momento, prima di salire sui gradini che l’avrebbero portata sul palco della gabbia, altre mani la palparono. Il banditore dall’altra parte della sala con voce tonante in inglese, cinese, thai “Ecco signori (puciai) ,ecco a voi uno splendido esemplare di schiava bianca, non lo fa per soldi ma lo fa per vizio, una masochista nata a lei piace eccitare e farsi guardare ve lo farà tirare così avrete pronto il cazzo per le nostre puttane che vi aspettano”
Femmine tra i tavoli, sguardi di maschi infoiati….Lei ormai era un oggetto una macchina per il piacere e per eccitare ….Brusio, riflettori piantati sulla gabbia e il resto della sala era in penombra . Trattata alla stregua di un animale da circo, fu fatta piegare, la obbligarono ad allargarsi le natiche così che la cinese in maniera plateale le estrasse il tappo che aveva nel culo, il pubblico ebbe un ovazione, poi toccò alla sua figa, le fu tolto il lucchetto: ora era libera e scivolò all’interno della gabbia, dovette entrare a carponi, a quattro zampe dimenando il culo, splendida….Era lei, la schiava e lei stava godendo, aveva gli occhi lucidi….Volevano una troia, e l’avrebbero avuta. Fu fatta passeggiare al suo interno il suo corpo risaltava splendido messo in risalto dal poco che indossava, i seni belli diritti e inanellati, le natiche tese obbligate dai tacchi altissimi che portava, lunghe e sottili le sue gambe che la facevano sembrare una gazzella…., non si sentiva tale, si sentiva una tigre in gabbia sfiorò le sbarre con le mani, si accucciò davanti al pubblico allargando le gambe e tenendosi alle sbarre, mostrò tutto di lei, il suo pube inanellato e le grandi labbra socchiuse e lucide di piacere che le colava, avevano un colore rosso cupo, prima di entrare le avevano passate con del lucido per farle risaltare….la sala esplose, alcuni uomini si tirarono fuori il cazzo e se lo fecero menare dalle puttane presenti, lei così accucciata mosse i fianchi , si girò mostrando il suo culo, allargo le natiche esponendo la rosetta scura con un piacere perverso e masochistico si infilò la prima falange del dito nel culo facendolo ben vedere al pubblico e lo mosse in maniera voluttuosa, l’addestramento che aveva ricevuto le permetteva di usare il culo e la figa come una bocca era ormai esperta. Si dimenò ancora poi a quattro zampe lentamente raggiunse l’unico mobile che si trovava nella gabbia…una sedia, salì sopra , prima mostrò nuovamente il culo alla platea piegandosi leggermente in avanti muovendo ancora la rosetta…..dal pubblico un grido “ datele un vibratore” poi lentamente si girò, si ricordò di come lo aveva fatto la folle Susy quando si era piegata sul tavolo del casino di caccia dopo la caccia al cervo e si piazzo a gambe larghe , si piegò leggermente, poggiando le mani sulle ginocchia, poi allargò all’inverosimile le gambe e facendosi passare la lingua sulle labbra iniziò a sfiorarsi, si rivide come in sogno di quando lo aveva fatto per lui all’interno del castello appoggiata agli scalini del pozzo ricordò il piacere con cui lo aveva fatto, ma lui ora non c’era, il suo piacere …..il loro piacere il piacere che era capace di dare ora era riservato esclusivamente per un pubblico di vecchi viziosi pronti ad essere eccitati per poter accoppiarsi con le puttane del bordello di madame Fong, lei ora era una macchina esclusivamente una cosa , un oggetto per dare piacere e far crescere la voglia e tutto questo a lei piaceva ……. Ne provava piacere, la testa le ronzava e quella deliziosa confusione le stava nascendo dal ventre, sapeva di essere guardata e questo al esaltava, non si riconosceva più per quella “signora” tranquilla che era stata fino a pochi mesi prima, tutto rea cambiato e il sesso che lo faceva il sabato con il suo ex era un lontano ricordo, ora predominava la lussuria, il piacere sottile, quella forma di esibizionismo che ormai travalicava nel masochismo più sfrenato. Le piaceva essere trattata come un oggetto, lui M….lo voleva e lei accettava, poteva andarsene ma essere li dietro quelle sbarre le metteva una insana eccitazione . Femmina da bordello fatta per eccitare, almeno le puttane avevano i cazzi, lei no doveva eccitare gli uomini, era più troia delle puttane presenti, si sentiva un oggetto e nello stesso tempo amava di essere ritenuta tale ……
CONTINUA