Questi erano i suoi pensieri mentre l’aereo iniziava la sua discesa verso il nuovo aeroporto di Bangkok il Suvanhabu, il nuovo scalo; lentamente il Boing come un uccello rapace, mise fuori il carrello, ormai era questione di poco, lo scossone …era arrivata. Le solite pratiche la gente si alzò dai sedili e iniziarono a scendere, portava un vestito corto modello tunica, le cadeva esattamente sopra le ginocchia e le fasciava leggermente i fianchi, un paio di scarpe di Renè Caovilla che le stavano come un guanto nonostante il loro tacco da nove un corto giacchino nascondeva le maniche corte e la borsa a tracolla Vuitton finiva il completo. Prima della discesa quasi lo avesse intuito era andata in bagno e si era rassettata….si era accorta che con i sogni che aveva fatto durante il viaggio era fradicia e terribilmente eccitata, tra un attimo lo avrebbe incontrato, e aveva cose da raccontargli…aveva voglia di lui e non sapeva nemmeno come si sarebbe comportato lui, quel sorriso ironico…..che cosa le avrebbe detto. Era li, lui l’aspettava con uno dei suoi soliti vestiti di lino bianchi , si trovarono subito , ebbe un tuffo al cuore, sapeva che di li a un attimo dopo aver consegnato il passaporto per il visto lo avrebbe abbracciato, e così fu, un bacio al fulmicotone, le loro bocche si perdettero in quel gioco di labbra e di lingue antico come il mondo. Fuori quel caldo afoso della capitale come quando lei era arrivata la prima volta. Solamente ora non era con quel gruppo di turisti italiani ora incontrava quell’uomo che l’aveva stregata, che aveva conosciuto e letteralmente l’aveva rapita facendogli conoscere una sessualità che non sapeva di avere…..furono in taxi, in quel traffico caotico fatto di auto lambrette e ricsciò a motore dai colori smaglianti, colpi di claxon…..lei appoggiò silenziosamente la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi. Sentì la sua mano sfiorarle la gamba e risalire lentamente sulle sue cosce….la gonna del corto vestito che portava era risalita. Lei socchiuse le gambe, voleva che sentisse le sue ninfe bagnate e che era senza slip. Un attimo prima di scendere si era tolta l’intimo e lo aveva messo in borsa….credeva che non si fosse accorto nessuno, ma quando alzò gli occhi un passeggero la fissava…….. le sorrise, strizzò l’occhio e lei divenne rossa…….poi ancora più in alto fino a fermarsi sulla sua fica , era fradicia, reclamava il suo uccello, aveva voglia di lui….. L’autista del taxi intanto occhieggiava la scena dallo specchietto retrovisore , ma a lui non interessava minimamente, guardasse pure e si eccitasse . Giunsero all’albergo sul lungofiume dove si erano conosciuti …come due animali si fiondarono in camera . Era la prima volta che era con lui da sola in quell’albergo, assieme nella stessa stanza , era felice. Rimase a bocca aperta vedendo quel monumentale letto a baldacchino e la vista splendida sul lungo fiume diversi piani sotto di loro. Quelle zanzariere, le venne in mente la camera rossa del bordello di madame Fong, non c’era quell’afa opprimente mitigata solo dalle pale del ventilatore, quella stanza era fresca e si stava divinamente bene. I bagagli erano già in camera e chiusa la porta i loro due corpi si unirono, si strusciarono come due gatti in amore, le loro mani come le bocche si incrociarono e iniziarono reciprocamente a spogliarsi con foga da amanti; la sua mano scese lentamente sui suoi pantaloni, mentre le loro lingue continuavano ad incrociarsi. Un attimo prima con movenze degne di una spogliarellista si era staccata da lui e il suo vestito era caduto sulla moquette della stanza……sotto non c’era altro, il perizoma se lo era tolto in aereo, e la parte alta dell’intimo non lo portava, era completamente nuda solo vestita dei cerchietti in oro che le ornavano i seni e le grandi labbra…..luccicava quell’oro quasi come un invito…..le sue dita cercavano il suo cazzo. Voleva sentire quella pelle morbida, lo voleva sentire indurirsi tra le sue mani…..ormai era una gatta in calore, lo ebbe in pugno, con una mano iniziò a segarlo lentamente mentre con l’altra gli faceva letteralmente saltare i bottoni della camicia ….lo slinguava….” La tua cagna è qua…..” parole dolci, parole oscene, lo voleva avere lo voleva avere dentro che lui la prendesse fino a farglielo uscire dalla bocca, voleva che la impalasse, che la squassasse, che la facesse sanguinare. Non sapeva più se voleva lui, quell’uomo che le aveva cambiato la vita o se voleva esclusivamente la sua carne palpitante. Sentì le mani sul suo culo, senti che le allargavano le natiche le tirava come per aprirla, la faceva così aderire di più a lui, mugolava di piacere “ Prendimi sono qua sono la tua troia” . Furono in quell’immenso letto dalle coperte di seta, un brivido leggero nel scivolare sopra di loro. Poi si trovarono nella classica posizione del missionario . Senti il cazzo che entrava dentro di lei scivolava lentamente in quel mare di piacere che sgorgava dalle sue ninfe , entrava dentro, si faceva strada fino in fondo . Iniziò il suo andirivieni, lo sentiva sbattere sul collo del suo utero , quella sensazione di pienezza si ingigantiva sempre di più, si sentiva allargare, brividi di piacere partivano da suo ventre e andavano ad accarezzare tutto il suo corpo …..quella confusione che tanto amava……Si accorgeva che di li a poco non avrebbe capito più niente e l’orgasmo l’avrebbe travolta come un fiume in piena , lei lo aspettava, lo bramava per confondersi in lui . Il suo cazzo ormai era al limite e si ingrossava…. ogni movimento che faceva dentro di lei lo rendeva più ricettivo. Iniziarono anche per lui quei classici brividi forieri del suo piacere….si estraniò per un attimo, la voleva portare al limite, voleva raggiungerlo per godere all’unisono. Concentrandosi giocò con il suo cazzo attorno alla collo del suo utero, lo accarezzava dall’interni, ora lui l’aveva in pugno…..lo roteava……E così fu, vennero simultaneamente tutti e due entrarono in un’altra dimensione data esclusivamente dalla lussuria. Piacere, lussuria amplificati perché quelle due persone si amavano, si amavano alla loro maniere ma erano fatti l’uno per l’altra. Dalla sua bocca partì un rantolo che si tramutò in grido, un insulto, non capiva letteralmente più niente e così fu per lui. Si piantò con rabbia nel suo corpo e se avesse potuto le sarebbe entrato dentro anche con le palle per aprirla di più per farla sua. Le gambe di lei si chiusero attorno al corpo di M…..le sue mani gli artigliarono la schiena lasciando strisce rossastre come colpi di scudiscio quasi a sottolineare che quell’uomo le apparteneva . Godeva lui, godeva lei, i loro corpi sudati in quell’orgia di sensazioni . Si chetarono per un momento quasi come due lottatori nella pausa. Lei sentiva dentro di lei ancora il suo cazzo duro nonostante avesse goduto….gli intrugli di madame Fong erano portentosi, lo sentì uscire portandosi dietro una marea bianca, sentì le sue mani che le andavano ad allargare le natiche e le portavano le gambe in aria allargandola e sentì i suoi pollici piantarsi nel culo e allargarla e poi……. il cazzo che iniziava a entrare sulla rosetta scura letteralmente aperta……abbondantemente lubrificata dalla semenza che le era uscita dalla figa. Lui quasi in ginocchio davanti a lei letteralmente aperta e iniziò a forzarla, il suo buco scuro era come una voragine e il suo cazzo iniziò a farsi strada nel suo budello, non si era lavata , era piena la sua merda veniva compressa ma lui entrava implacabile il suo orifizio cedeva,sentiva la corona del suo culo sempre più tesa, dalla posizione in cui si trovava, lui le teneva le gambe sollevate e lei era quasi seduta, si stava impalando aiutata dalla forza di gravità. La sua schiena era appoggiata ai cuscini……chiuse gli occhi, ora assaporava il suo culo pieno e lui aveva davanti la visione dei suoi seni inanellati e abbassando lo sguardo della sua figa che tracimava del suo liquido bianco filamentoso…..la mano di lei corse li, e mentre aveva il cazzo nel culo guardandolo dopo essersi intinta nel suo piacere se lo portò alla bocca. Una troiaggine portata a mille, era lei, quel suo faccino biondo con i capelli appena ricresciuti dopo l’avventura del centro america, un faccino angelico ma che ci sapeva fare più di una troia scafata da bordello per eccitare gli uomini…..si succhiava le dita davanti a lui, se le passava tra le labbra che ormai luccicavano del loro piacere e sotto voce con aria da gatta lo incitava a darci dentro per sfondarla anche li, e lui non se lo fece ripetere…….fu una galoppata formidabile, saltava letteralmente su quel cazzo reso duro dall’eccitazione e dagli intrugli della medicina Cinese, balsamo di tigre e corno di rinoceronte avevano risvegliato i suoi ormoni e il suo cazzo aveva ripreso vigoria; i suoi seni saltavano per gli scossoni e si sentiva letteralmente aprire, nuove sensazioni di pienezza si affacciavano nel suo corpo, altro piacere, piacere diverso entrava in lei e le esplodeva in testa. Si abbracciò a lui baciandolo avidamente e con quel movimento il cazzo le entrò più a fondo e lei si avvinghiò a lui quasi come un parassita. Cercava lussuria e piacere e se li stava prendendo , forse usava quell’uomo o lui usava lei, erano letteralmente fatti l’uno per l’altra. Erano distesi in quell’amplissimo letto, lui dormiva mentre lei osservava il suo corpo, i segno rossi delle sue unghie sulla schiena, e la cicatrice ormai rimarginata del macete che gli aveva morso la carne, lo aveva fatto per salvarla, non lo capiva, la lasciava nei più infimo bordelli a farsi scopare come una cagna e nello stesso tempo non riusciva a vivere senza di lei. Ripresero ad amarsi, con foga, la sua bocca corse sul suo cazzo, la lingua le accarezzo le palle, lentamente, ne mise una in bocca e chiuse i denti leggermente, lui ebbe un brivido, lei lo sentii attraverso le labbra e allora si buttò sul suo cazzo con voglia famelica, era mollo, lo ebbe tutto in bocca e con foga lo iniziò a succhiare di nuovo, rabbia, voglia, c’era tutto nella sua bocca, lo stava rivitalizzando, sapore di sperma e di piscio, le piaceva, con un balzo le fu sulla faccia, grondante , si aprì le natiche e con un grido roco….leccami il culo porco senti il tuo piacere che ne esce succhialo lecca il piacere che hai messo dentro alla tua cagna, lui lo fece, senti la lingua che la lappava e la libidine la raggiunse, aveva il suo cazzo sotto gli occhi e mentre lui la leccava imperterrito lei lo fece venire nella sua bocca……in sessantanove perfetto , due animali infoiati fatti esclusivamente l’uno per l’altro. Rimasero immobili poi lei lentamente scivolò sul suo corpo lasciando una scia di tutto, le fu al fianco e iniziò a lappare quella scia . Le ore erano passate, ormai la notte in quella metropoli si stava affacciando lasciando solo l’umidità opprimente e i suoi odori di marcio. Il fiume continuava a scorrere con le sue acque sporche , i quartieri a luci rosse accendevano le insegne. Loro intanto si erano cambiati, avevano degli invitati e avrebbero cenato in albergo avevano degli invitati, lei chiese chi fossero….
” Ricordi quella coppia con cui parlavo quando ci rivedemmo dopo l’avventura di madame Fong? “ Lei ebbe un sobbalzo, quella donna vicino a lui che l’aveva fatto provare un impeto di gelosia……lui continuò,
“Sono amici hanno un paio di piantagioni al nord ma vedrai sono una coppia simpatica, lei non è giovane come te ma ha una verve formidabile ed è un accanita frequentatrice delle case di piacere nonostante suo marito sia geloso”.
Lei lo guardava interdetta, la gelosia la rodeva, conoscendolo…..che cosa c’era stato tra lui e quella donna per sapere quelle cose?’ Lei sapeva di Susy la folle ma ora ne stava saltando fuori un’altra e i suoi gusti li conosceva, non poteva ammettere che ci fossero altre donne in giro a spodestarla….Doveva essere unica; Scesero nella hall dell’albergo, lei portava uno splendido smoking da donna con un unico bottone che le bloccava la giacca, mettendole in risalto una scollatura a precipizio per la quale un santo avrebbe volentieri venduto l’anima, aveva i capelli raccolti e un paio di orecchini lunghi le pendevano dai lobi delle orecchie, il solito collarino che la ornava il collo, la giacca non era eccessivamente lunga, anzi, forse corta ma l’insieme lasciava esposto il suo fondo schiena fasciato da quei pantaloni lucidi, era da guardare erano da guardare perché anche lui era perfetto con quel vestito scuro, non portava camicia ma una maglia senza collo dello stesso colore. L’altra coppia li aspettava, ci furono i soliti convenevoli e lei si sentì spogliata da quella donna, aveva lo sguardo gelido, mora con i 40 passati da tanto ma un corpo ancora da far invidia a un’adolescente, il vestito era aderente e metteva in risalto le sue forme……CONTINUA