Lei rimase sul letto,era esausta, presa tra due fuochi, presa da lui, da quel vibratore artificiale.Da quella diabolica macchinetta che non era altro che un tiralatte meccanico, e poi la mano di Susy che nel momento clou le aveva pizzicato quasi con rabbia il suo bottoncino. Si sentiva leggera…..sentiva il piacere di lui che lentamente le usciva dalla figa…..le doleva la rosetta scura, letteralmente devastata da quel vibratore che l’aveva fatta tendere al massimo quasi a strapparla e se la sentiva ancora socchiusa…….Come i suoi occhi, erano socchiusi, le voci le giungevano attutite quasi ovattate. Lei era persa e il suo ventre ancora si contraeva, gli spasimi benché diminuiti le giungevano in testa provocandole quella dolce confusione che tanto amava. Si annullava per lui, ma il piacere quel piacere perverso che la pervadeva era tutto suo e nessuno l’avrebbe potuta capire…ma nello stesso tempo voleva trasmetterglielo per farsi sentire per dirgli quasi ti “amo”…..Si alzò lentamente barcollando , raggiunse così la doccia …..un getto tiepido sul suo corpo l’accarezzò ……si accovacciò così e lasciò scorrere l’acqua, gocce rimbalzavano sul suo petto, rigagnoli tra i suoi seni, i capelli le si appiccicavano alla fronte, aveva il volto bagnato, respirava lentamente rilasciandosi….aprì gli occhi. Davanti a lei c’era lui che la guardava,……
” Mi hai fatto godere come una pazza, non reggo tutti e due quando mi lavorate così”
Lui le sorrise, e le diede una risposta che la fece quasi inorgoglire,
“ Per te in fatto di sesso solo la qualità, la quantità non mi interessa, per me tu sei unica”
Lei allungò il suo braccio con fatica, sentiva l’acqua scivolare su di lei……. e la sua mano corse sul suo fianco……e stando accucciata, mosse il busto leggermente fu in ginocchio ai suoi piedi e lo prese in bocca……Lo sentì viscido e mollo, lo picchiettò con la lingua provocandogli brividi, sentiva il suo corpo come reagiva,….poi con un guizzo la sua mano corse tra le sue natiche e ……andò a solleticarli la prostata……( provare per credere……) Fu un lampo nella sua testa e venne tra le sue labbra ……..lei si rilasciò di nuovo sotto la doccia, si appoggiò alle piastrelle e stando accucciata gli sorrise…….Lo sperma le colava dalle labbra ed era portato via dall’acqua. Poi così bagnata si alzò, …….
”Appunto, se non sbaglio ho appena parlato di qualità”
Furono le sue parole e così dicendo l’aiutò ad infilarsi un accappatoio bianco. Furono tranquilli in soggiorno attorno ad un tavolo imbandito, Susy aveva ordinato dei tramezzini da Treceniewsky , c’erano delle birre, loro due erano in vestaglia, mentre la folle Susy seduta completamente nuda si scolava una lattina….
.”E ora cosa facciamo”
chiese lei, ed ebbe una risposta che la lasciò di stucco da parte di Susy:,
“Questa sera ho un saggio di danza con il mio gruppo folcloristico,di danze slave, sapete che ho sangue Ungherese nelle vene, e io vi invito siamo ai Rinzing in un locale”
Lui doveva uscire per vedere del lavoro e loro due sarebbero rimaste a casa ovvero sarebbero andate a zonzo e sarebbero finite da Demel, era nota la golosità di Susy per i dolci………..Venne la sera e in quel locale rimasero affascinati, la Czarda la ballavano magnificamente e la birra e altro alcool lo sligovitz facevano il resto, la struggente tzitara portava tutti in un’altra dimensione. Lei guardava il gruppo affascinata, dai costumi e da ritmo dato da gli stivali che portavano le donne. Susy teneva la scena e piroettando la sua gonna multicolori dalle tante balze che si sollevava mostrando le sue cosce tornite, ballava per lui, lo si capiva chiaramente, il corto bolero che portava le stringeva la vita e faceva intravvedere i suoi seni sotto la camicia bianca del costume,…..punta tacco punta tacco …lui la guardava, lei si strinse al suo braccio facendo aderire i vestito che portava a lui e gli bisbigliò all’orecchio….
”Non voglio Susy, sono io la tua cagna……. , tu vai via, portami nella casa del piacere il tempo che non ci sei lo passerò li”
E mentre diceva queste parole sentì una voce di donna che
“M…..verteufel ( arcidiavolo in dialetto viennese) che non sei altro cosa fai qui?”
Lui si girò di scatto sentendosi apostrofare così,e il suo sguardo si illuminò
“ Tante Mitzi si sempre unica”
Era una signora anziana con il suo stesso sguardo ironico ….
”Ti presento mia zia….e Tante puoi portare a casa tu Susy io e lei dobbiamo scappare, io parto domani per l’Asia”..”Ho capito questa è la bionda che ti ha fatto girare la testa andate andate a Susy ci penso io……..
”Così furono fuori nel tiepido autunno austriaco la loro auto sfrecciò lungo quelle coline per dirigersi verso alla villa dove lei era già stata…era eccitata , si strinse a lui, voglio godere , voglio essere posseduta, tu non ci sei, lasciami in quella casa mi voglio annullare per te, ti manderanno i filmati te li potrai vedere giorno per giorno, sono la tua schiava…..”
Parole forti, parole folli, si voleva letteralmente fare aprire per lui: che la vedesse! Un rapporto maso folle, voleva soffrire di piacere per lui e lui che nello stesso tempo l’avrebbe vista e non avrebbe potuto fare niente per averla; sotto sotto soffriva anche lui nel vedere la sua “schiava “ posseduta e aperta……Durante il percorso iniziò a spogliarsi, la giacca, sotto non portava niente i suoi seni pesanti furono in vista ornati dagli anelli in oro, via la gonna, gambe lunghe e tornite. L’auto imboccò il viale d’entrata della villa, davanti al portone c’erano altre auto , auto scure che sembravano scarafaggi neri sulla ghiaia bianca che sfrigolava sotto le ruote .Alla porta il vecchio dal volto enigmatico…lei scese, era nuda, vestita solo del minuscolo perizoma che portava, Un triangolino trasparente che nei riflessi mostrava le sue grandi labbra incorniciate dal gioiello che lui le aveva regalato.Tolse anche quello……. Nella villa c’era una festa, le diedero una mascherina dalle piume di civetta e ne diedero una anche a lui, quel corridoio che aveva fatto con Susy………. ebbe un po’ di paura , si strinse a lui, sapeva che lui se ne sarebbe andato e l’avrebbe lasciata in quella villa.
Nella sala luci soffuse, e appena entrata due persone le furono addosso, fu un attimo, fu allontanata e sentì delle mani che correvano sul suo corpo, quella sensazione strana di nuovo che partiva dal suo ventre……. La forzarono la pizzicarono lentamente poi con rabbia, mugolò di dolore…….., fu in ginocchio,ebbe davanti un cazzo turgido che le entrò subito dentro in bocca, lo sentì gonfiarsi , ma continuò a spingere e lo ebbe in gola poi lentamente si ritrasse e iniziò a stantufarla una due volte per poi uscire completamente e correrle lungo il viso quasi per accarezzarla, strisce bianche sulle sue guance, sui suoi occhi sulla mascherina…..lei lo voleva in bocca la sua lingua usciva quasi rincorrerlo ma una mano le bloccava la testa, poi corse sui suoi seni, l’uomo si distese e lei le fu sopra, con un movimento lento si impalò e cercò di aderire sentiva lui il cazzo farsi strada nel suo ventre ridotto a un lago, non paga mosse i fianchi per farlo venire, ma un’altra persona le fu sopra, era lui M……..la prese da dietro il suo cazzo le entrò nella rosetta scura………. Eccolo di nuovo dentro di lei come in aereo, si dilatò le natiche per riceverlo , le sue mani la presero per i fianchi e la forzò brutalmente, dentro fino alle palle, sentì che si stava pisciando per fargli spazio, non ce la faceva, due cazzi in lei divisi dalla sottile membrana, poi un terzo le entrò nuovamente in bocca…..ora era un buco solo un buco voleva godere, e voleva che tutti e tre venissero in contemporanea, un mare di sborra solo per lei per il suo piacere. Ansimava……le sensazioni si stavano moltiplicando ormai era al limite non connetteva quasi più e venne…..un grido soffocato, la goduria come un mare in tempesta che si abbatte sugli scogli, la roccia che esplode sotto l’impatto delle onde, un calore si irradiò dal suo ventre e le esplose in testa, allargò le mani, ma le presero e si accorse di impugnare altra carne che si ingrossava, il piacere dei maschi lo sentì nel suo ventre in bocca, nel suo culo, il piacere di M…..il suo seme caldo dentro di lei, chiuse gli occhi, godeva anche lei ………godeva ora per quel solo seme, respirava in maniera affannosa,la bocca era aperta e le colava quello che aveva ricevuto sulle labbra.Sembrava avesse la bava, non c’erano baci, solo sperma a mani che si rincorrevano su di lei. Rimase in ginocchio come per calmarsi, le misero un collare e un guinzaglio e in quella luce soffusa la portarono al centro della sala si guardo attorno per un momento ma, lui M….era scomparso non c’era più, Altri uomini si avvicinarono, c’erano anche delle donne che la guardavano come una cosa, seni e figa inanellati, animale da sacrificare. Le furono di nuovo addossi, bocca, figa e culo di nuovo esplorati e trafitti mani le pizzicavano le tette, tutto il corpo, non esistevano carezze in quel delirio pensò ai lividi che sarebbero usciti, poi altri pensieri, mare, visioni, piacere che galoppava dentro di lei, di nuovo i cazzi che si gonfiavano e la riempivano. Era li, era stata messa su un divano girevole al centro della sala, si pensò nella gabbia dove era vissuta, mancavano solo le sbarre, il perimetro era rotondo………. Li, in mostra e tutti la potevano chiavare, le vennero anche addosso come furie, ora era lucida e il piacere degli uomini le colava sul corpo, teneva sempre la maschera quasi fosse un uccello notturno, ma era lei e non capiva per chi lo facesse…… M…..era andato via e non sapeva minimamente quanti giorni si sarebbe fermata…….Svenne…..si riebbe, fu messa seduta e le diedero dei Sali, il piacere era troppo. Poi di nuovo………. , in bocca, sputava, succhiava , menava e sputava, la figa era in fiamme arrossata e il culo le doleva, non le diedero requie ancora e ancora. Esausta la legarono a una specie di altalena, le sue gambe furono fissate e sollevate, aveva così in vista culo e figa…….Gli uomini venivano da lei con il cazzo duro, la dondolavano e la chiavavano quasi al volo senza fatica …era un oggetto, il loro oggetto. La notte era ancora lunga e i cazzi si susseguivano…Le donne la guardavano quasi la disprezzavano per l’animale di puro piacere che era diventata. La portarono in un’altra stanza , pareti di specchi, al centro un trespolo come a New York, il cazzo meccanico svettava massiccio, ebbe un attimo di panico le sue mucose erano state massacrate dai cazzi di prima, non ce l’avrebbe fatta. Poi quella voce: “Lo vuole il tuo padrone tra due giorni partirai per l’Asia è già tutto pronto……” Per un momento fu felice , ormai camminava a gambe larghe tutto le colava dai buchi, viscida sporca di tutto. Salì sul trespolo chiese aiuto, non ce la faceva, stanchezza data dal piacere, dolore e lacrime di rabbia……No….il palo ……no…….non ce la faccio……La presero e la portarono sulla punta di quel cazzo massiccio e la lasciarono,…..il resto fece la forza di gravità, non poteva far niente si impalava si letteralmente piantava su un cazzo finto il cui diametro era da mostro. Un urlo, lacrime, il caldo del piacere e svenne. Si riprese lentamente, altre persone erano attorno a lei, sentiva sempre il suo culo oscenamente aperto per quell’introduzione che aveva avuto, lo sentiva dentro, era come se fosse stata impalata ma era li immobile, dolore e piacere, umiliazione di trovarsi davanti a quelle persone in quegli stati. Era in vista era offerta, mani, bocche , dita correvano sul suo corpo e lei quasi non si poteva muovere. Le avevano bloccato le mani, sentiva la sua figa forzata , un cazzo le scivolava lungo il corpo lasciando la sua scia bianca, godeva anche lei per tutto quello che le stavano facendo…..Piacere, solo piacere. Quel piacere perverso nel sentirsi cagna in calore, animale solo fatto per essere riempito, era tornata lo svuotatoio di cazzi della casa dell’addestramento di Hong Kong, non le interessava di altro, essere riempita…voleva il cazzo di M……lo voleva, sapeva che lui se n’era andato , non si dava pace lo avrebbe voluto vedere li che la guardasse per mostrargli come si riduceva per il suo padrone. Le furono di nuovo addosso quasi come un ondata, bisbigli, mani , graffi, colpi di staffile sul suo corpo, le sembrava di essere quasi una San Sebastiano, dardi , frecce, non erano altro che cazzi che entravano nella sua figa e nella sua bocca, mentre il suo culo era dilatato all’inverosimile, sentiva la merda calda scivolargli fuori assieme allo sperma che le avevano infilato tutti quegli uccelli che l’avevano aperta .CONTINUA