Spostarono i tavoli, fecero cerchio. Le persone presenti si sedettero comodamente e si versarono da bere erano in attesa e l’attesa fu ben ricompensata. Fecero distendere lei li sul pavimento e l’altra donna le fu sopra, la iniziò a leccare….Lingua di femmina su corpo di femmina, lingua che conosceva tutti i suoi anfratti e i suoi punti per farla godere. Ci volle poco dalla sua bocca prima un lamento, quasi un mugolio e poi il suo grido di piacere. La lingua dell’altra in quel momento le lavorava il ventre e le sue mani corsero sulla sua testa per farla aderire di più alla sua figa. Le sue cosce le bloccarono la testa. Si scosse implorò un..
“Ancoooraaa , ancoooraaaa voglio godere di più sono una cagna, la vostra vacca da monta”.
Con quelle parole perse conoscenza, se la fece addosso mentre l’altra donna continuava a succhiare e a bere. Ormai la serata stava volgendo al termine. Le due donne si pastrugnavano in un sessantanove perfetto. Erano perse nella loro goduria. Attorno a loro maschi con altre puttane, gente eccitata, gli incassi del casino sarebbero stati ottimi. Questo fu il finale della loro serata, mentre gli altri andarono verso le camere…. Loro due, un padrona schiva e la schiava per quel contratto che aveva sottoscritto rimasero da sole in quella sala mezza vuota ormai in penombra. Continuarono a darsi piacere a modo loro. Per loro il tempo si era fermato..La maharani sporca di tutto anche lei continuava a leccarla e a baciarla, gioco di lingue leggero e altre volte famelico come voler aspirare l’altra. Sesso e lussuria che solo due donne potevano comprendere. Finirono nella loro stanza, quasi una cella, le facevano dormire assieme e per spregio furono messe alla catena. Legate sul letto con la caviglia legata da anelli metallici, potevano spostarsi e andare solo al bagno ma non altro, non potevano uscire, solo aspettare per andare dai clienti. Avrebbero passato così i giorni restanti . Chiavate senza tregua , in coppia o singolarmente ma l’altra la maharani, la sua schiva aveva il compito di pulirla. E sapeva, le dissero che l’indomani avrebbero avuto una seduta maso, lei ebbe un brivido, la frusta la terrorizzava. L’aveva provata nella casa di Hong Kong quando lui l’aveva fatta addestrare. In quella casa era uscito definitivamente il suo esibizionismo misto a quella forma di masochismo perverso che la faceva cercare l’annullamento totale…Solo cazzi e sborra e niente altro. Il giorno dopo sia lei che la sua compagna erano intorpidite, esauste, si erano date piacere, avevano chiavato e erano state chiavate per tutta la notte; ora spettavano i clienti. Furono prima lavate e lustrate di tutto punto, massaggiate a lungo quasi per farle riviver. Unsero i loro corpi…Quella maledetta crema, quell’unguento …irradiava calore e nello stesso tempo amplificava le sensazioni tattili. Sensazioni indescrivibili.Piacere quel brivido che lei ben conosceva, che partiva dal suo ventre per esploderle in testa fino a farle perdere conoscenza……Si ricordò della prima volta di quando le cinesi l’avevano unta per renderla più ricettiva per lui. Quel lui M…..che aveva letteralmente sconvolto la sua vita e le aveva fatto conoscere il suo lato perverso amplificandolo. Dovevano esser in forze, per altri clienti, sia maschi che femmine e furono fatte entrare in quella stanza. Un pavimento lucido con solo in un angolo un divano e un soffice tappeto, un tavolinetto basso e due spettatori, non li poteva vedere, erano in penombra. Loro erano nude, portate al guinzaglio, come due cagne….Le due puttane che lavoravano assieme, come aveva sentito dire da alcuni avventori quando le guardavano darsi piacere reciprocamente. Ma le misero una benda, ora solo le sensazioni tattili non poteva vedere niente, sentì che la piegavano. Fu a novanta gradi , il culo esposto……un gelido metallo la forzò, un bulbo in acciaio le entrò nel culo , quasi a fissarsi, il suo sfintere lo bloccò, bloccò quella palla metallica, senti che oltre era appesa una coda, …..Ridotta ad animale…….. Le sue mani furono legate a quella catena che pendeva dal soffitto e la carrucolala tirò verso l’alto. Ora toccava il pavimento con solo le punte dei piedi, il suo corpo era quasi in trazione. A loro non bastava, le allargarono le gambe e in quel momento si sentì come un animale appeso a un gancio del macello. Il piacere ormai si stava impossessando di lei e da quel volto bendato, da quella bocca uscì un rantoli….
”Chiavatemi…..chiavatemi….”
Non ora, sentì una voce in un perfetto inglese, ma la maharani ti darà piacere. Un piacere particolare fatto solo di lingua, si accucciò ai suoi piedi e iniziò a leccarla con avidità. La lingua corse sulla sua figa semiaperta. Piacere e piacere, brividi, poi l’altra donna malignamente le succhiò il suo bottoncino con avidità. Fu piacere allo stato puro e poi mentre si contorceva in preda a quei brividi puntò la sua mano a cuneo nella sua figa e la forzò brutalmente…..Un pezzo di carne appeso ed ora anche forzato, sentì lo stimolo dell’urina mentre la mano la forzava. Se la fece addosso, gridando che quella mano entrasse fino al gomito per aprirla, dividerla in due. L’altra donna sentiva il bulbo metallico nel culo di lei, diviso solo dalla leggera membrana di pelle. Solo le sensazioni, non sentiva altro e anche i suoni le giungevano attutiti…Mentre tutte le altre sensazioni di piacere del suo corpo erano amplificate. Lentamente la mano dell’altra uscì da lei lasciandole tregua e in quel momento sentì vicino a lei la presenza di un’altra persona. Era un uomo, percepiva l’odore del maschio, era una cagna ora voleva cazzi e voleva essere riempita. Anche se appesa impercettibilmente spinse il suo ventre in avanti. Lei ora si contorceva ma non le interessava di essere così infoiata, voleva godere. CONTINUA