Amore tra donne – I presenti non sapevano che cosa potesse unire quelle due donne. Non potevano capire quel rapporto di “ schiavitù “ che avevano con quell’uomo del nord. Le dominava e se anche non c’era faceva fare loro le cose più abbiette. Loro erano quasi in gara nell’umiliarsi di più per lui. Lei ora era sporca, inzaccherata di tutto, ma in quel momento voleva annullarsi, il caldo dell’urina lo sentiva sul suo viso. Quel zampillo giallo portava via le macchie di piacere e altro che era uscito dal culo dell’altra donna culo che lei aveva diligentemente leccato. Si sentiva sporca e nello stesso tempo felice. Il gorgo della lussuria per quella forma di annullamento era ormai diventato un vortice da cui non poteva più uscirne. Si lasciava trasportare, voleva raggiungere il fondo ma non sapeva ancora se ci fosse riuscita, e a quel punto nella sua testa esplose il piacere. Piacere dato da tutte queste cose. Le sue mani artigliarono la sua fica, vi immerse dentro le dita e l’orgasmo la raggiunse. I due uomini la guardavano silenziosi come affascinati e l’altra donna con il vestito tirato su fino ad avere culo e figa esposti era li in piedi come i due maschi mentre lei era distesa. Un grido le uscì dalla gola…le sue parole roche…”Sono sporca, sono una lurida cagna e niente altro, piscio, merda e cazzi li voglio per i miei buchi, sono un cesso”. Follia allo stato puro ma le piaceva, cosa stava diventando? La donna si acquattò vicino alla sua faccia, la sua mano corse sul suo viso sporco e bagnato quasi come una carezza, la stava a modo suo asciugando e poi con sommo spregio poggiò la mano sulla sua bocca che lei leccò con avidità. Era solo un oggetto, era carta igienica e puliva. Puliva le dita di una schiava che ora era diventata la sua padrona davanti a quei clienti . Le prese la mano, ed una ad una si portò quelle dita alla bocca. L’altra se le passò sul buco del culo ancora semi aperto e continuò a darle la figa da leccare con l’ultima sborra che le colava fuori.
In quel momento capì che era cambiata e sottovoce chiese all’altra donna di dire al suo padrone che la schiava era pronta ad essere inanellata. Non le interessava più che cosa avrebbe potuto dire il marito, non le interessava più il tatuaggio che portava alla base della schiena ora voleva la sua carne trafitta per il suo padrone. La vendesse pure a tutti i cazzi che voleva ma gli anelli erano suoi, in corpo e in carne . Gli uomini non sentirono quel dialogo muto tra le due, erano leggermente distanti, ma ora si avvicinavano…. Doveva preparare l’altro cazzo per la chiavata, lei non serviva altro che per eccitare e con quella scena i due erano si erano eccitati di nuovo. Si rimise in ginocchio, sentiva il suo piacere colare lungo l’interno delle gambe misto all’urina dell’altra donna che l’aveva lavata, si sentiva puzzare ma ora voleva cazzi……. un cazzo era ancora lucido della sua saliva ed era tornato in forma mentre l’altro aspettava di essere preparato. Li prese tutti e due in mano e se li portò alla bocca. Gli uomini si misero a ridere, capivano che era infoiata e le diedero della puttana e cagna, con l’ordine di succhiare con avidità “ Succhia cagna succhia che dobbiamo rompere il culo alla tua amica, tanto dopo pulisci tutto” Lei ansimava, quelle parole la rendevano folle e rimbalzavano nella sua mente, nei suoi pensieri come cazzi in figa, le facevano quasi lo stesso effetto. Succhiò,titillò, li passò avidamente con la lingua, l’uno per pulirlo, l’altro per insalivarlo , poi come presa dal raptus, chiese a un maschio di distendersi per terra, l’uomo perplesso lo fece e come una gorgona infoiata ordinò alla sua accompagnatrice di incularsi sopra. Inghe lo fece, si calò lentamente facendo assaporare al cazzo dell’uomo il suo budello accogliente e poi su richiesta di lei si piegò in avanti. A quel punto la professoressa si buttò con la bocca a succhiare le palle di lui e l’attaccatura del cazzo al buco come per lubrificarlo. Intanto l’altro uomo si era avvicinato, lei gli prese il cazzo, quasi a guidarlo e poggiò anche questo sul buco scuro e così dette l’affondo. Due cazzi nel culo contemporaneamente, l’altra donna gridò di dolore e rabbia e gli uomini vennero all’unisono, sangue, merda e sperma tutto assieme, la spaccavano letteralmente. La pomparono con furia, Inghe si contorceva come in un delirio…..Lei vide lo sperma filtrare tra i due cazzi e con un contorsionismo degno di un serpente ci mise la lingua …….Poi si chetarono, ora toccava a lei pulire tutto e ebbe i due cazzi di nuovo davanti al suo viso: si annullò completamente. Pulì tutto e inghiottì tutto, era andata, i due uomini alla fine vollero anche loro scaricarsi addosso a lei, ma questa volta prima di urinare si segarono e la sua faccia fu una maschera di sperma. Rimase immobile, come un condannato, gli occhi mezzi socchiusi, impiastricciati. Ai lati delle labbra i segni scuri del “ cioccolato” che aveva mangiato quando li aveva puliti e ora aspettava il liquido giallo. Si vedeva ridotta a un cesso, ma questo le piaceva. La professoressa de….A….era completamente andata, scomparsa. Ora esisteva solo un animale da letto e una cloaca vivente pronta ad accettare tutto. Sentì di nuovo l’urina colpirla, la sua bocca era aperta e le colò sulle tette, il rigagnolo in mezzo ai seni , completamente stravolta era li, e assaporava tutto. Tossendo, bevendo chiese ancora e ancora, si nominò come cesso, le sue parole….” Sono il vostro cesso sono solo una schiava e niente altro, fate di me quello che volete”. Sapeva che quelle parole le aveva già dette, ma la cosa le piaceva e ne provava come una forma di torbida lussuria. Le sue mani continuavano a toccarsi la figa e si infilò con rabbia anche un dito nel culo, il suo culo, se lo mise dentro per una falange, era ancora socchiuso per quello che aveva provato la sera prima. Nominò nel suo delirio il nome di quell’uomo con la barba bianca e disse di amarlo.
Continua