Lo aveva fatto godere alla grande , il piacere di avere in pugno un uomo con la sua bocca. Il suo piacere era stato anche il suo piacere, piacere di una schiava nel fare contento il suo padrone. Le persone presenti la osservavano, era sempre lei, quella professoressa inappuntabile che si scandalizzava quando i colleghi nella foga di un discorso pronunciavano la parola cazzo. Ora invece era li, ai piedi di un vecchio magro segaligno dal pizzo bianco acquattata con il suo cazzo in bocca mentre il suo piacere le colava dalle labbra…Avrebbe fatto qualunque cosa per quell’uomo, era diventata il suo oggetto di piacere, l’aveva completamente stregata. La trattava come l’ultima delle puttane , aveva battuto senza battere ciglio e ora se lui avesse voluto sarebbe diventata una squillo disposta alle più laide perversioni, animali, donne , uomini il loro piscio e altro, l’esibizionismo più abbietto ; ma tutto questo le era entrato dentro e non si sarebbe tirata in dietro per nessuna cosa al mondo, la notte nel casino in Germania quando quasi settanta persone si erano divertite con i suoi buchi letteralmente massacrandola avevano lasciato il segno. Amava essere costretta…costretta ad impalarsi su cazzi e oggetti di tutte le misure. Cosa era diventata, una ninfomane dalla doppia vita ? E poi suo marito? Il suo maritino che partiva per i suoi viaggi d’affari e si andava poi a sfogare nei più infimo dei bordelli dove usciva tutta la sua vena sadica che neanche conosceva ….Tutto era cambiato in quel mese da quando aveva ricevuto le prime mail sul computer, il suo viaggio al nord, il ritorno e …le notti passate a battere. Aveva provato un piacere perverso nel vendersi nell’essere esclusivamente considerata un buco, tutto questo le piaceva. E ora era li ai piedi di quell’uomo, sulla pista le due donne erano state lagate ai calesse, quei calesse , li conosceva bene, uno lo aveva trainato anche lei, la al nord su quella pista in terra sotto una pioggia leggera, le gocce di pioggia si erano mischiate al suo sudore….ma l’umiliazione della coda era stata unica quel bulbo in acciaio che le era stato conficcato nel culo, quel metallo freddo che l’aveva forzata, ecco con la coda aveva fatto il grande salto, se il completo da pony girl si poteva considerare un completo da festa maso che metteva in risalto il corpo di chi lo indossava, la coda era il salto di qualità con la coda era realmente un animale, un oggetto, una cosa da far accoppiare che non aveva nessuna voce in capitolo; questi erano i pensieri. Le due donne così bardate erano sotto il sole, la pista assolata, degli spettatori ai lati, donne e uomini …arrivarono i due fantini, le briglie furono regolate, e le lunghe fruste furono fatte schioccare si vedeva chiaramente che le due donne erano tese , i loro corpi sotto quel sole erano sudati avevano sete e i presenti se ne accorsero, le diedero una bacinella zincata piena d’acqua fresca e lei la portò a quei due “animali” da tiro. Non riuscirono a bere molto, il morso impediva loro di fare ampie sorsate ma nei loro occhi vide una forma di ringraziamento….. Ormai la partenza era prossima , lo starter si avvicinò e, diede il via ma prima fece fare a loro un giro di pista al passo, per scaldare i muscoli, Due corpi splendidi e scattanti, il tintinnio dei sonagli, sotto quel sole, un’immagine perfetta e bellissima, i finimenti in cuoio brillavano tanto erano stati lucidati e quei due culi ornati della coda erano uno spettacolo unico, quelle natiche guizzanti, lo sforzo del traino e la muscolatura che si vedeva perfettamente; tutte e due avevano dei seni pesanti che al minimo movimento ballavano e il tintinnio dei sonagli applicati ai capezzoli si sentiva alla perfezione….a loro erano stati messi anche i paraocchi in modo che potessero rispondere solo alle sollecitazioni del dreiver e ai suoi ordini …e poi la frusta, una frusta lunga e sottile che ben impugnata aveva un tocco di fuoco quel tocco incandescente che bastava per lasciare un segno rosso sulla loro pelle. Il giro nel frattempo era quasi terminato , andando al passo dovevano tirare su il più possibile le gambe in modo che risaltassero le cosce e la loro muscolatura e poi ci fu il “ Via “ quello vero…scattarono con un grido i corpi si spostarono in avanti e i piedi calzati da leggere scarpette di plastica puntarono sul terriccio per darsi lo slancio, fu uno slancio unico, nessuna delle due voleva perdere e stavano dando letteralmente l’anima in quella corsa sfrenata, schioccò la frusta i corpi delle due donne furono segnati, apparvero segni rossi sulle loro natiche e anche sulla loro schiena, il cuoio si avvolse anche sul seno della sua amica facendole lanciare un grido di dolore misto a rabbia …il sole l’aria le grida di incitamento degli spettatori nel voler spingerle di più, in quella corsa sfrenata , per un tratto corsero appaiate poi leggermente la schiava del tedesco perse terreno, anche se la frusta del fantino la letteralmente martoriava per farla correre il più possibile, gli anni di palestra fatti dalla sua amica Giulia stavano facendo la differenza, lentamente l’altra perdeva terreno . Lei le guardava, avrebbe voluto esserci anche lei ma lo sapeva avrebbe perso e avrebbe perso volutamente, la perdente doveva battere per una settimana questo era il peso della sconfitta e al solo pensiero di ritornare sulla strada la cosa la eccitava,altri cazzi estranei, grossi o piccoli , questo non le interessava ma la sensazione di sentirli dentro di lei mentre la stantuffavano questo era il piacere che provava. Ormai i due sulki erano lanciati e la sua amica del cuore vinse, dietro a lei per seconda e ultima era la schiava del tedesco. La vittoria, dopo quella sgroppata si abbatté sulla pista, finì in ginocchio con la bava alla bocca, ansimava, il suo magnifico corpo sudato , chiedeva solo di essere lavato e accarezzato. Furono tolte dalla pista , fatte rimettere in piedi e la mano del fantino che nel frattempo era sceso dal sulki le prese all’altezza del morso e le tirò verso i box. Furono così di nuovo all’ombra, quei corpi sudati, furono sciolti dai finimenti, il cuoio lucido aveva macchie di sudore e puzzavano . Furono nude, rimaneva la coda di quei buffi costumi . Il vecchio tedesco le osservava e poi arrivò l’ordine , le solite frasi senza inflessione:
“ Piegatevi a 90 gradi e allargatevi il culo, la nostra professoressa vi toglierà le code “
Lo fecero e lei fu davanti a quei due culi sudati, fu dato l’ordine di spingere , vide gli sfinteri dilatarsi e lei tirò la coda, le ebbe in mano, quel bulbo in acciaio brillava, a tratti sporco, ma a lei non interessava, Rimase affascinata vedendo quei culi socchiusi, pensò al suo , portava ancora dentro l’assorbente tanto era stata allargata e pompata, durante la notte precedente cazzi e cazzi si erano succeduti in lei, non erano stati tanti come nel casino di Francoforte , ma la lei era stata costretta, era stata legata e era diventata un oggetto e niente altro, un giocattolo, un buco da riempire per il sollazzo dei clienti, ma in quella villa lei aveva partecipato, aveva invocato ancora sperma e cazzi per i suoi buchi, si era allargata oscenamente le natiche per essere presa più facilmente e per sentire i cazzi dentro di lei con un colpo solo , sfondarla fino alle palle e sentirle battere sulle grandi labbra. Li aveva succhiati sporchi di merda e suo piacere, nessuno l’aveva costretta ma la cosa le era apparsa normale, ringraziava quei padroni lei non era altro che una cagna . Cagna in calore che voleva accoppiarsi per il suo piacere e la sua lussuria. In quei momenti la professoressa de….A non esisteva più, la sua mente si cancellava e vedeva solo quella carne palpitante, la voleva quegli uomini con il cazzo duro perché la forzassero e godessero in lei. Poi sporca di sperma e di altro, ricordava che aveva segni marrone attorno alle labbra da tanti cazzi aveva succhiato dopo che le erano usciti dal culo, l’avevano trascinata in una vasca da bagno per farsi fare sappiamo cosa, ne era rimasta quasi accecata, piscio e sperma sul suo volto ma era felice di essere trattata così, ricordava chiaramente le sue parole…sono un cesso e niente altro e con quelle parole aveva aperto la bocca. Poi in quel brodo che si era formato nella vasca fatto di tutto , l’avevano continuata a prendere esclusivamente nel culo, quasi a volerla sfondare per costringerla a girare con un tappo. E dopo un trattamento simile il tappo aveva dovuto metterselo , uscita da quella casa, si accorse che non aveva quasi più ritenzione, il culo le faceva male, bruciava e dolori di altro tipo, si sentiva la sua rosetta gonfia e infiammata , non osava fare passi ampi perché aveva tutti i muscoli indolenziti e non li sentiva quasi più……Quando fu a casa, da sola, e la sua amica Giulia se ne fu andata si guardò allo specchio, si fece schifo era stata letteralmente aperta Pensieri che si rincorrevano , e dopo quella gara sapeva che la perdente avrebbe fatto la puttana per almeno una settimana, di nuovo sulla strada a prendere cazzi, ebbe un brivido, nella sua testa si accorse che invidiava la perdente avrebbe preso volentieri il suo posto, almeno l’avrebbe accompagnata, voleva essere di nuovo nuda o vestita da troia per attirare i clienti. Le due donne ora erano immobili, completamente nude , il tedesco era presente e una persona del gruppo le lavò con una pompa dell’acqua, lavò quei corpi sudati , i campanelli erano stati tolti e le clips avevano lasciato il segno sui capezzoli che si erano gonfiati a dismisura e sulle grandi labbra, lei li guardava affascinati e sentì la voce di quell’uomo rivolta a lei….
” Quando ti vuoi fare forare capezzoli e grandi labbra non hai che da dire, sono sicuro che la darai da bere a tuo marito, credo che il suo sogno perverso sia quello di avere una moglie troia, e tu lo sei anche se lui non se lo immagina ancora”.
Lei abbassò lo sguardo in muta accondiscendenza, sentì un brivido irradiarsi dal suo ventre, pensò tra se e se che quei buchi sarebbero stati come un marchio, il tatuaggio lo aveva già e ad essere forata il passo ormai era breve, apparteneva a quella persona in corpo e in carne , entrato nella sua testa e si era impossessato della sua volontà. La sua fu una risposta laconica.
“ Quando vuoi sei tu il mio padrone, sono la tua schiava “
E la sua risposta fu agghiacciante, :
“Tu schiava? no, non lo sei, sei semplicemente una viziosa a cui ho fatto scoprire la sua vera natura devi avere la scusa di essere forzata ma lo eri già dentro, comunque visto che ti definisci schiava la marchiatura o foratura come la vuoi chiamare la faremo al momento opportuno, per una cosa del genere bisogna avere degli spettatori non ti pare?”
Rimase immobile ascoltando quelle parole , fuori un sole caldo , il sole del mediterraneo, l’aria portava i nitriti dei cavalli, uno stallone era in calore ( so che non è primavera ma lascia il passaggio artistico Clara) quel nitrito lo sentì anche il tedesco che ridendo le propose di andare a vedere l’accoppiamento, c’era una cavalla pronta , a quelle parole lei ebbe un brivido, di nuovo il cazzo di uno stallone, nella sua testa lo avrebbe voluto lei, quel cazzo grosso, quella colonna di carne, sentì il suo ventre contrarsi e la voglia la prese di nuovo, si sarebbe ora accoppiata con chiunque. Uscì così dalle stalle con quell’uomo e si diressero verso l’altra staccionata, lo seguiva come un cagnolino, nel frattempo erano stati raggiunti anche dalla vincitrice della gara, la sua amica del cuore Giulia che portava un paio di pantaloni ultra aderenti bianchi e una maglietta che le metteva in risalto il suo bel seno,era realmente una bella donna, la sua amica del cuore, amante e aguzzina ma a lei piaceva, ora si trattava tramite la sua amica di accompagnare la perdente a battere, non sapeva minimamente come l’altra donna l’avrebbe presa, notti sulla strada, almeno ancora una settimana…Avrebbe preso volentieri il suo posto , ma nella sua mente non sapeva come fare con suo marito, tra un paio di giorni sarebbe rientrato, il “porco” come lo definiva. Ma aveva paura che il suo padrone avesse in mente una diavoleria delle sue, le aveva già detto che desiderava avere un invito a cena da parte sua …..
Ora però erano li, guardavano la monta dello stallone, vide quel cazzo entrare dentro la cavalla, il nitrito, quei muscoli guizzanti, rimase a guardarli come imbambolata, e sotto voce le sue parole,
“Padrone, mi rimanderà sulla strada? “
Il tedesco la guardò con aria pensierosa e
“ L’Italia non è il mio paese , quando ritornerai al nord , la allora avrai da divertirti, ricorda però non sono un magnaccia, sono solo il tuo padrone, non mi interessano i soldi e qui no non ho nessuna intenzione di venderti, ma sono sicuro che vuoi accompagnare la mia schiava a battere non è vero? “
“Si” fu la sua risposta ma tra due giorni rientra mio marito e io ho il culo massacrato…..
”Userai la bocca il pompino che mi hai fatto prima è stato perfetto sei una femmina favolosa e ti devo fare i miei complimenti”
E così dicendo le diede un bacio sulla guancia lasciandola di stucco….CONTINUA