”Questo come ho detto non era negli accordi , avete preso una decisione senza consultarmi, io sono sempre il suo padrone”.
Detto questo si rivolse a de …..M……
”Tu sei stata ceduta ancora per un paio di giorni e sarai sfruttata ben bene . Ma loro me la pagheranno, per me sei un oggetto e lungi da me se voglio che un soprammobile di mia proprietà si rovini” .
Lei era stranita, sotto schock non si raccapezzava con quel dialogo e non capiva dove voleva arrivare con quel discorso, sapeva che suo marito sarebbe ritornato il giorno dopo.
“Non so se ti hanno detto che tuo marito ritarderà, il suo rientro dalla capitale e perciò di tempo libero ne avrai, e ora vieni qui camminando a quattro zampe…nuda , togliti quel ridicolo accappatoio e diamo un occhiata ai tuoi buchi sfondati dopo una notte di mestiere…..…..”
Le due donne la guardarono, lei si tolse l’accappatoio e si mise a quattro zampe. Aveva una bella figura . Ma in quella posizione i suoi seni abbondanti penzolavano come le mammelle di una vacca. E vacca si sentiva, , si sentiva umiliata nell’essere trattata così, ma godeva di quella situazione, , si ricordò la prima volta quando lui le diede lo stivale su cui masturbarsi in quella stanza, il suo studio dai colori del tabacco. Aveva solo il collare, per il resto era nuda . Si avvicinò così a lui, che con non curanza alzò la scarpa, gli andò a stuzzicare i capezzoli, le sue tette pendevano e ballonzolavano……Rimase immobile, l’odore del cuoio, sentiva il piacere rincorrersi dalle sue ninfe. Chiuse gli occhi, si stava eccitando , aprì la bocca, sentì quella scarpa scorrerle lungo le guance, sfiorarle il viso…
“Cosa sei?” “ Sono una cagna, una vacca da monta, il tuo cesso, sei tu il mio padrone”
Le parole le uscivano, cose che nessuno le aveva suggerito. Ormai era partita, si avvicinò ancora di un passo, le sue mani furono sui suoi pantaloni , ora voleva il cazzo quasi a dimostrargli la sua fedeltà. Lo tirò fuori, le sue mani trovarono la pelle delicata, morbida, corsero anche le sue ditta sulle palle, poi la lingua, le puliva con devozione, passò al perpuzio, assaporava quella situazione di annullamento, il sapore non le interessava, fosse stato sporco di piscio o di merda, questo no era l’obbligo di eseguire l’ordine era quell’obbligo che la faceva godere e la faceva sentire sporca. Lo voleva duro per poi sentirlo vibrare e sentirlo esplodere in un mare di sborra . Sperma del suo padrone, del tutto indifferente se in bocca, nel culo, in figa doveva essere del suo padrone, lei ne era la schiava e aveva ricevuto un ordine. Non sentiva più il sapore del profilattico ma direttamente la carne del cazzo . Piacere, provare piacere. Tutte quelle sensazioni il suo scopo annullarsi e sentirsi cagna in calore. Lo voleva a tutti i costi era il cazzo del suo padrone e stentava a credersi per la trasformazione che aveva avuto. Si, con suo marito le piaceva fare sesso ma li in quella situazione era una cosa completamente diversa il piacere le arrivava da quello che faceva, più sporco era l’ordine più le sue ninfe si eccitavano. Essere considerata un buco da riempire e un animale cui si ordinavano delle prestazioni per lei era il massimo . Ora era li in ginocchio davanti a quell’uomo e le stava succhiando l’uccello con devozione, si impegnava al massimo, e lo sentiva diventare duro, e lui non pago di tutto ciò….visto che succhi così bene strofinati sulla mia scarpa come la prima volta….lei chiuse gli occhi e si lasciò andare. Si passava e ripassava sul suo mocassino lasciando una scia di ciprigno , tremava anche lei aveva gli occhi chiusi, la stanza era nella penombra, le altre due donne erano immobili e guardavano la scena, al loro fianco immobile c’era il cane di Inge lei era il centro dell’attenzione. Era la schiava che si stava annullando per il suo padrone; lui non le dava requie e arrivò un altro ordine.
“Leva la scarpa e masturbati con il mio piede, infilatelo, dovresti avere la figa sfondata vista la serata che ai passato”.
Era una schiava, una puttana, la trattava a tale stregua …..vacca da monta. Lei non se lo fece ripetere due volte gli sfilò la scarpa a prese il suo piede, senza nessun ordine lo lubrificò con la saliva, la sua lingua corse sulle sue dita, tra le sue dita, voleva sentire lo sporco, voleva essere sporca, succhio con avidità il suo alluce quasi fisse un piccolo cazzo, lo voleva lucido di saliva per essere forzata e poi anche le altre, si stava annullando e poi si distese sul pavimento, li nuda, allargò le gambe e tenendosi la figa aperta
“ Vieni padrone prendi il buco della tua schiava”
lui si allungò, fu in mezzo alle sue gambe e il suo piede iniziò a stuzzicarla, lei si allargò di più quasi a invitarlo e a invitare il suo piede a possederla , la forzò, lei gli accarezzò la caviglia e presala si volle piantare dentro il suo piede il più possibile, mentre faceva questo ebbe un orgasmo da bomba, le partì un rantolo che si trasformò in un grido di piacere, godeva e godeva, tremava , quasi piangeva, stava dipendendo totalmente da lui, lui l’aveva creata, sapeva che sarebbe stata sua per sempre, si sarebbe sciolta se lo avesse chiesto lui, avrebbe battuto ogni notte per lui, lei non era più niente, nella sua testa stava cambiando tutto, ormai dipendeva da quell’uomo, la torturassero pure la riducessero a latrina se lui avesse voluto, e lui la guardava, le sue labbra si incresparono in un sorriso gelido, giocava letteralmente con il suo corpo. Ma non era più il corpo, aveva la sua anima era ormai la sua schiava e non sapeva se senza di lui sarebbe stato in grado di rimanere sola e scoprire ancora tutte quelle sensazioni che si rincorrevano. Si crogiolava in quella situazione,ebbe paura, quante donne aveva come schiave, lei ne conosceva fino a quel momento due, la cugina Inge e la signora del negozio di abbigliamento e chi altri ancora, ebbe un attimo di gelosia che scomparve subito tra le sensazioni di piacere che provava……..Lui continuava ad accarezzarla, un glaciale girati e lei si girò mostrandogli il culo, si allargò le natiche di proposito, sapeva quello che volava fare giorni prima le era entrato dentro fino oltre il polso con quella mano sottile che aveva, si aspettava di tutto…… . Il suo culo poi era stato usato, sia dagli uomini che l’avevano comprata durante la notte che dalle due amiche “padrone” , sapeva che lo aveva ancora arrossato e sicuramente se l’avesse forzata le avrebbe fatto male ma non le interessava …….e lui la forzò anche li, nuovamente, ma non con la mano, per quel servizio che lei le aveva fatto aveva ancora il cazzo duro, ma prima la stuzzicò con l’alluce del piede. Era una cosa da stuzzicare e da forzare lei prese a tremare, si stava tenendo le natiche allargate e lui la forzava con l’alluce lentamente, su e giù….le sue parole,
“Immobile e apriti”
Lei lo face era un ordine, lo faceva per il suo padrone e altro non le interessava e poi le altre due guardassero pure ora era solo lei e lui e il suo piacere che stava aumentando a dismisura …addirittura si spostò leggermente all’indietro per essere penetrata di più. Persa nel nulla sentiva il piede forzarla, il culo le faceva male ma non le interessava , lo voleva il suo padrone e questo era tutto. Lei era solo il buco per il suo piacere. Si abbassò di più sollevando il culo, si contorse ; rantolò, venne il piacere per lei ma lui come di scatto tolse il piede lasciandole quasi una voragine, si piazzò dietro a lei e dopo un paio di colpi nella sua fica come per lubrificarsi il cazzo lo piantò nel suo culo…….di scatto, fino alle palle . Arpionata……lei che già godeva per l’oscena introduzione precedente urlò come un animale preso, fece per sfuggirgli ma lui la bloccò per i fianchi con le mani e iniziò il suo andirivieni, era ormai tanto sfondata che lui di tanto in tanto cambiava strada e figa e culo erano la stessa cosa, e questo a lei piaceva , culo e figa senza problemi. Sapeva che poi avrebbe pulito tutto, ma non le interessava, merda o sborra era lo stesso erano del suo padrone e il padrone lo voleva. L’aveva fatto per i suoi clienti durante la notte , e figurarsi se per lui non avrebbe accettato una cosa simile. Le venne nel culo, nella figa, lei godeva, godeva per tutto questo, sapeva che di li a poco ci sarebbe stato un altro ordine più schifoso e il tutto arrivò.
“ Hai goduto, ora pulisci tutto”
Il piede era lordato , il suo corpo era lordato , tirò fuori la lingua al massimo e lucidò tutto , assorbì tutto lo sporco con la bocca e poi non contenta con quegli occhi lucidi per quella forma di pazzia che la prendeva quando godeva nello sporco fu li seduta su quel pavimento di marmo e iniziò a raccogliere tutto quello che le era uscito e a leccarlo per pulire . Lui la guardava compiaciuto e le eltre due donne erano esterrefatte . Lui intanto si era rivestito di quel poco che si era tolto e senza battere ciglio diede un bacio profondo su quella bocca che ai lati delle labbra aveva innominabili segni scuri.
“ Sai di merda, sei proprio una fogna ma sei la mia fedele cagna”
Così dicendo le accarezzò la testa e se ne andò. Lei si mise a piangere quasi colpita da un attacco di nervi . la porta si chiuse, era rimasta li sola seduta sul pavimento come inebetita…… Ora erano rimaste solo , la prima che si riebbe da quella scena dalle tinte forti fu la sua amica Giulia.
“Alzati tra un po’ ti verranno a prendere, ti devi preparare tra un po’ ridiventi la puttana , questa volta nella pineta fuori l’autostrada, ti abbiamo venduta ancora un paio di giorni, tuo marito rientrerà e tutto sarà finito”.
Ma Inge ricordò che l’aspettava la gara con lei e la risposta fu:
“ Io quella gara non la faccio”
La farai, la farai lo disse Inge annuendo con la testa, non conosci quell’uomo……..La fecero alzare, lei barcollava ma si stava lentamente riavendo per tutto quello che aveva passato. Si fece una doccia, sentì l’acqua che l’accarezzava , ne ricevette come una scossa, era li in piedi mentre sentiva le gocce rincorrersi sul corpo e stando in piedi, allargò le gambe e fece una lunga pisciata, non si accucciò, la fece così come un uomo, quel liquido caldo lungo le sue gambe e il giallo sul fondo della doccia…aprì la bocca, il getto la lavò dentro, sputò sentiva mille sapori in bocca…chiuse gli occhi come per rincuorasi, il suo padrone le aveva accarezzato la testa e aveva ribadito che era una sua proprietà. Fu fuori, di nuovo quell’accappatoio che si era tolta davanti a lui,un piccolo brivido infilandoselo la sua amica del cuore l’aspettava in camera, sul letto c’era un vestito in voile di viscosa completamente trasparente . Lei lo guardò interdetta e
“ Non vorrai che mi metta questa cosa? Ma è trasparente!!”
“Non preoccuparti per le prossime ore, anzi prossimamente vivrai completamente nuda e non te ne devi vergognare tanto sei una cosa e non hai diritto ad avere alcun sentimento “
Le fecero mettere le sue solite calze a rete questa volta anche un reggicalze , non le sarebbero servite le clips per bloccarle visto che erano elasticizzate ma l’insieme era ottimo, la sua figa, anzi il suo ventre era così più incorniciato, si mise le scarpe, traballava di nuovo, nonostante tutto non si era abituata, Giulia guardandola si mise a ridere
“Traballi non arrivi a camminare ma passerai le prossime ore distesa e a gambe aperte”
In un angolo della camera, i suoi occhi caddero sulla parrucca rossa , accanto a lei un completo per il trucco…… praticamente nuda, seduta……. le due donne la truccarono pesantemente , Si ricordava della vestizione precedente, la sua paura…….. ma ormai conosceva tutti i passaggi e sapeva che di li a poco l’avrebbero portata a darla. Alla fine fu la volta della parrucca, la vestizione continuava, era ormai quasi praticamente irriconoscibile e pi. Poi le fu messo un collare simbolo della sua schiavitù, era la cagna in vendita era solo quello. Infilò il vestito, era….. era una puttana e niente altro, il vestito era trasparente sotto si vedevano benissimo le sue splendide tette, le gambe lunghe e il suo culo, quel mandolino perfetto di cui andava fiera,. Il collare era stretto , aderiva al suo collo. Poi ci fu la catena , il guinzaglio di metallo lo attorcigliarono attorno al suo collo quasi come una collana, sentiva il freddo del metallo e poi, finirono e potè definitivamente guardarsi allo specchio. Era una schiava e niente altro, era irriconoscibile non era più la professoressa de….M….era una cosa, un buco da riempire di li a poco in cambio di denaro e a quel pensiero si eccitò. Suonarono alla porta, Giulia le fece cenno di seguirla e si diressero verso l’uscita……CONTINUA