Era li, era appoggiata al cofano dell’auto, con gli occhi chiusi, le gambe le tremavano ancora, aveva il culo in mostra oscenamente esposto. Portava solo le autoreggenti e la corta maglietta le cui aderenze le facevano esplodere i seni tanto erano compressi. I due uomini la guardavano esterrefatti era la prima volta che vedevano una puttana godere, un po’ comici, avevano ancora i calzoni abbassati, i cazzi molli e lucidi e uno aveva ancora il preservativo attaccato. Lei si girò lentamente, li guardò di sottecchi ebbe un sorriso…..poi….si buttò in ginocchio davanti a loro…due cazzi davanti al suo viso, ormai era infoiata e ne aveva voglia ancora, non le interessava che pagassero, voleva sentirsi piena, voleva di nuovo sentire quella carne salire lentamente dentro di lei e riempirla tutta…..le sue parole per eccitarli….
”Sono una cagna, sono in calore”.
Sfilò con delicatezza da quella carne il preservativo mezzo pieno , lo portò sopra il suo viso: li guardava quasi come un incantatrice facendo uscire la lingua il più possibile dalla sua bocca e ve lo spremette sopra. Colò il piacere, chiuse gli occhi quasi per assaporarlo…I due uomini la guardavano interdetti, non sapevano come comportarsi per quel numero che stava facendo…poi pulendosi le labbra con la lingua buttò via il pezzo di plastica e le sue mani corsero sui cazzi, su quella pelle sottile e delicata resa lucida dal piacere che ne era appena uscito, li smanettò; li fece diventare duri, li voleva duri, per farsi chiavare e ci riuscì, le mani e la sua bocca , quella bocca se li prese tra le labbra, li titillò leggermente e poi partì con una serie di succhiotti accarezzando loro le palle, fino a sentirli vibrare, ormai erano al limite, prese un preservativo e lo infilò sul primo e si distese per terra, tra i preservativi usati in quell’erba secca bruciata dal sole….allargò le gambe e battendosi le palme sulla figa disse
“Avanti il primo”
L’uomo non capì più niente e si buttò sul suo corpo, era un buco e niente altro e a questo lei piaceva, piaceva in maniera sublime, lei voleva essere un buco, si voleva annullare per quei cazzi e i due cazzi si susseguirono dentro di lei. Se li sentì crescere fino al massimo li sentì salire tra le sue ninfe, si sentì tappare e riempire…poi le vibrazioni, sapeva in quel momento che godevano, non avrebbe voluto avere quella barriera di plastica, voleva sentire il calore del loro seme nel suo utero. Godeva, non capiva più niente si era annullata per quella carne palpitante le sue gambe si erano di nuovo chiuse su quei fianchi, li aveva incitati ad affondare di più a sbatterla senza requie , a sfondarla. Rimasero così dopo averlo fatto, lei distesa in quell’erba sporca con gli occhi chiusi e le gambe ancora allargate , la figa tumefatta arrossata , le sue mani corsero al suo buco e cercò il loro piacere che non c’era, prese il suo e se lo sparse lungo il corpo, mugolava ancora. I due uomini invece erano silenziosi non sapevano cosa fare. L’aiutarono ad alzarsi, e lei lo fece lentamente si piegò leggermente per le contrazioni che aveva ancora nel suo ventre e poi si andò a sedere in macchina dove si letteralmente distese sul sedile di dietro era stanca, stravolta troppi orgasmi in così breve tempo, non ricordava più neanche quanti clienti quella notte si fossero susseguiti tra le sue gambe, era stata una puttana, era un buco che accontentava i cazzi , solamente che lei godeva , era più forte di lei, quella diaboliche contrazioni che partivano dal suo ventre e poi esplodevano come una meteora nella sua testa, quei brividi …lo aveva preso in figa in continuazione, in quel suo dormiveglia avrebbe voluto anche il culo pieno e si promise di farselo riempire, figa, culo e bocca , voleva quella carne per i suoi tre buchi ne voleva ancora fino quasi a morire, avrebbe voluto capire quale fosse stato il suo limite….
La notte passata in casino era stata diversa, era stata costretta e non lo sapeva neanche lei se quella notte avesse goduto, si ricordava le scosse elettriche cha aveva provato mentre i cazzi dei clienti si accanivano sopra di lei legata su quell’asse imbottita . Li era diverso, li,li eccitava e ne provava in piacere perverso. Provava piacere vedendo quei cazzi indurirsi e lei lo sapeva, era per merito suo, si sentiva padrona di quei uomini infoiati che la pagavano e lei si dava da fare. Voleva dimostrarsi una professionista, lei era una puttana, e non voleva far fare brutta figura al pappa, non voleva far fare brutta figura alla sua amica ne al suo padrone che viveva al nord. L’auto fece il percorso inverso, si diresse di nuovo verso il marciapiede da dove lei era partita . Scese era praticamente nuda, il culo e la figa erano in vista, la sua figa era arrossata , grondante dei suoi liquidi, l’altra puttana la vide barcollare su quei tacchi vertiginosi e la prese quasi al volo, chiedendogli che cosa le succedesse. Lei gli rispose che quando era chiavata godeva e non ce la faceva a trattenersi, non era solo un buco, era una donna che apprezzava il piacere in qualunque situazione e la cosa più bella era l’annullarsi, sentirsi sporca fino all’estremo queste erano le sue parole, in quei momenti le avessero dato un cazzo sporco di merda lo avrebbe succhiato con avidità per farlo venire ancora, pisciassero nella sua bocca addosso di lei e se questo li poteva far eccitare, lo sapeva di buon conto perché poi quegli uomini l’avrebbero chiavata nuovamente. Diceva tutto questo all’altra donna e il pappa che si era avvicinato assieme alla sua amica Giulia ascoltava perplesso. La chiamò verso di lui e le disse di andarsi a distendere sul sedile di dietro della sua auto, lei come un automa lo fece, attraversò la strada come in trance e salì nell’auto, sapeva quello che volava, l’avrebbe chiavata anche lui . Li su sedile allargò le gambe e aspettò l’uomo che non si fece attendere, non chiese di farsi menare il cazzo , indossò lui il profilattico,la chiavò brutalmente, aveva il cazzo gonfio di eccitazione per aver sentito le sue parole e la prese con rabbia, la stantufò, la prese per i fianchi, la sbattè fino a quando non ebbe un orgasmo e lo ebbe anche lei………. un grido lacerante ormai sapeva che non occorreva più che si trattenesse, godette per quel cazzo, non le interessava altro. L’uomo si riprese dopo qualche minuto, si alzò e le butto addosso il preservativo che aveva usato, lei lo raccolse e se lo svuotò sul suo corpo e iniziò a spalmarsi la sborra come in estasi. Giulia nel frattempo si era avvicinata a lei dall’altra parte dell’auto, le accarezzava la fronte sudata per il caldo della serata, per eccitazione che aveva in corpo, con aria materna si tirò fuori una tetta e le diede da succhiare il capezzolo , la sua lingua corse avidamente era in trance e mentre le sue mani continuavano a strofinarsi addosso la sborra del pappa le sue labbra lappavano il capezzolo di Giulia, aveva brividi di piacere le contrazioni si susseguire nel suo corpo. Il maschio che l’aveva appena chiavata osservava la scena, poi ebbe un lampo negli occhi e rivolgendosi all’altra puttana….
”Telefona fai portare qua il furgone, questa donna ce l’abbiamo ancora per un giorno e mezzo e non mi lascio scappare una fonte di denaro così…….la daremo scontata, lei godrà e il suo padrone e la sua padrona, quella vacca che ora si sta facendo leccare la tetta saranno contenti”
Per lei era quasi una sentenza, nessuno ormai chiedeva il suo parere , se fosse stanca o se volesse andare a casa, lei era persa nel suo nirvana di piacere , lappava la pelle morbida di Giulia, ma il suo ventre voleva cazzi. Giulia senti quelle parole ed ebbe un attimo di pietà andrà avanti fino all’alba, poi riprenderà nel pomeriggio sul furgone, la porteremo vicino all’autostrada dove battono le tue puttane di giorno. L’uomo era li in piedi, si stava abbottonando i pantaloni , rimase per un attimo sopra pensiero e poi si mise a ridere;
“Un giorno e mezzo, si, guadagneremo abbastanza anche se una così può essere sprecata da usare sulla strada, forse sarebbe meglio usarla per appuntamenti, è una cagna nata si vede e poi le piace, potrebbe diventare una ottima squillo….sempre che tu l’accompagni”
Disse queste parole rivolgendosi a Giulia, lei non centrava più era considerata esclusivamente merce da dare in cambio di denaro, si accorse così che i suoi buchi valevano. Se ne ebbe, si senti, si sentì troia fino al midollo, e quella ricerca per annullarsi facendo sesso, essere considerata solo una cosa l’eccitava, sentì il suo ventre contorcersi a quelle parole, le sue mani si artigliarono il corpo ancora sporco del piacere del pappa.. La fecero alzare, traballava, si guardò attorno , era in mezzo a tre persone, Giulia, una puttana e quell’uomo, i fari delle auto sfrecciavano in quel vialone . La notte estiva era calda e umida, il tempo le stelle tutto era come prima come quando erano arrivati ma nello stesso tempo era cambiato tutto, era cambiato qualche cosa in lei, quella lenta trasformazione iniziata con i messaggi via mail e poi il viaggio in Germania dove si era velocizzato tutto, sempre di più….. ed ora batteva…Uscìta dall’auto traballando, non ce la faceva più e nello stesso tempo avrebbe voluto ancora cazzi per i suoi buchi, questo il pappa lo aveva intuito e … allungò la mano di scatto e le strappò il bolerino che portava, era ormai l’unico suo capo di abbigliamento e d’un tratto si trovò completamente nuda, vestita di sole scarpe e calze autoreggenti, quelle scarpe dal tacco altissimo che la facevano traballare, non sapeva quasi camminare , le scarpe, la stanchezza ma nello stesso tempo il suo ventre reclamava carne, carne palpitante che si sarebbe gonfiata dentro di lei e sarebbe esplosa con quel lattice bianco, tutto per lei per la sua bocca e per i suoi buchi……Era li nuda, il pappa la guardava, l’aveva capita perfettamente e dandole una manata sul culo….
”Va sulla strada, rimorchia; cinquanta euro per tutti e due i buchi oggi sei in offerta”
La sberla la colse alla sprovvista, vide l’occhiata truce di Giulia verso l’uomo, osava toccarla e non lo voleva permettere, Giulia era di una razza padrona eccome e anche il pappa che si sentì fissato non la guardò in faccia e distolse lo sguardo da lei. Si trovò sulla strada nuovamente auto che sfrecciavano e le piantavano addosso gli abbaglianti, era praticamente nuda e il suo corpo era da guardare anche se portava una volgarissima parrucca rossa con un trucco pesante che la rendeva quasi irriconoscibile….colpi di clacson grida della seria
“Troiona datti da fare mostra”
E lei ormai invasata non se lo fece ripeter, si piegò a novanta gradi mostrando il suo magnifico mandolino, la figa gonfia dalle plurime introduzioni, non era più lei ormai era una cagna in calore. Si fermò un auto e ancheggiando si avvicinò al finestrino, l’uomo che era al volante la soppesò, lei si appoggio e mostrandosi disse il suo prezzo, lui il maschio allungò la mano verso il suo collare, lesse ad alta voce il nome sulla medaglietta ….
”Schiava di Giulia” e poi con noncuranza disse quelle iniziali in gotico, lei ebbe un brivido, l’uomo le sorrise e la fece entrare in auto. Era in auto con un estraneo, l’aveva pagata, completamente nuda pronta a darle i suoi buchi . Gli stessi gesti, l’uomo allungò la mano, le palpò le gambe, la sua mano corse sulle sue mucose, sui suoi seni, lei ebbe un brivido risentiva il piacere che le cresceva dentro. L’auto correva nella notte, si dirigeva nuovamente verso lo scalo, dove si era distesa nell’erba secca tra i preservativi usati per farsi prendere nuovamente dopo aver spompinato i due clienti precedenti. Lei allungò la mano, non le interessava più niente, voleva quel cazzo, il rumore della zip, le sue dita corsero oltre gli slip dell’uomo, su quella pelle delicata e lo sfilò lentamente quasi avesse paura di fargli male e poi….poi si buttò su quel cazzo con avidità, la sua bocca lo slinguò, accarezzo, corse l’ungo l’asta che ormai stava diventando dura , le palpitava sulla lingua la sentiva ingrossarsi di secondo in secondo. Finalmente arrivarono, ora lo aveva in mano, succhiò l’orecchio dell’uomo dicendogli che aveva voglia e che aveva altri clienti…. I suoi buchi erano a sua disposizione e che li sfondasse pure……Mise il profilattico su quel cazzo, poi lentamente appoggiando le sue mani sulle spalle di lui si calò sul cazzo dell’uomo, lo fece lentamente come per assaporarselo e poi si calò di scatto ed ebbe un orgasmo fulminante, si abbattè sul corpo dell’uomo, gridò di rabbia come un animale arpionato, si annullò completamente sentendo quel cazzo che la trapanava, lo voleva dentro e dentro lo ebbe , baccante scatenata sborra e cazzi, cazzi solo per i suoi buchi non le interessava altro…Il piacere, cercava il piacere in quella forma contorta, essere riempita e niente altro, fu silenziosa, il respiro era affannoso, poi la sua mano corse verso il suo ventre, si estrasse lentamente il cazzo dalla figa, le sfilò il profilattico e lo succhiò avidamente , quella sborra in bocca, la voleva sentire, sentire il sapore di quell’uomo, aveva succhiato il cazzo, sapeva di piscio e di sudore ma non le interessava ora voleva sentire la sua sborra….aveva la barba lunga e le sue guance ne erano state graffiate, aveva il volto arrossato sia per l’orgasmo che per essersi strofinata sul volto dell’uomo. CONTINUA