Si trovava scombussolata, fino ad un attimo prima era stata consiederata un puro oggetto di piacere, un buco da far riempire e forzare….Era stata quasi squartata dal cazzo di uno stallone e si era trovata pressochè lavata dallo sperma dell’animale in mezzo alla paglia, segatura e altre cose innominabili. Ora era con quelle persone come se non fosse successo niente. I suoi sentimenti erano contrastanti. Ricordava chiaramente di averlo chiamato padrone, si era come trasformata, quell’uomo aveva giocato con lei come il gatto col topo. Le sue unghiate le erano entrate nella testa e l’avevano programmata, si sentiva dominata e ne era contenta. Aspettava un ordine da un momento all’altro che la costringesse di nuovo ad essere una “cagna”, cagna scodinzolante pronta a baciare la mano del suo aguzzino che l’obbligava a cose innominabili . Loro parlavano in quella lingua a lei incomprensibile , si sentiva quasi fuori posto, Per un momento ripensò al suo Box dove aveva dormito e quasi quasi lo voleva chiedere per ritirarsi, la tensione le stava lasciando posto alla stanchezza e il sonno si affacciava sulle sue palpebre . Essre una cosa ormai faceva parte di lei, non era niente rispetto a quelle persone…..Si assentò un momento per fare la telefonata a suo marito. Ritornò terrea, era anche lui a Francoforte. Era come terrorizzata, aveva paura di incontrarlo . Le disse anche l’albergo dove si trovava, il numero della stanza se l’avesse voluto cercare al telefono. Gli invitati se ne andarono, ci furono i commiati e rimasero soli. “devo complimentarmi sei una schiava perfetta sempre pronta a superare i propri limiti, so che devi partire, fa parte del patto, ma ti prometto che domani notte supererai i tuoi limiti e esserti accoppiata con un cavallo non sarà niente a confronto……Domani tu e la mia fida governate uscirete per fare delle compere e poi….poi ti farò fare la puttana in una casa di piacere…avevi paura che ti potesse succedere, so che nel tuo intimo lo bramavi e ne provavi ribrezzo…domani notte lo sarai”. Lo disse con grande semplicità come si chiede di spostare una cosa, non aveva avuto flessioni nel suo linguaggio, era rimasto piatto, sembrava la cosa più normale di questo mondo…lei si sentì morire.. i suoi sogni più perversi si stavano avverando…….. Puttana in un casino , in camera ad aspettare i clienti su un letto sudicio e dare i soldi ad un magnaccia, vivere pressochè nuda sempre pronta a farsi prendere, lavare i cazzi prima di usarli, succhiarlie asciugarli….passarsi un fazzoletto di carta per pulirsri la figa ed essere di nuovo pronta, rimase a bocca aperta non si aspettava una frase simile e un ordine così freddo…stette per parlare, aprì la bocca ma non disse niente. Tacque…… sentì invece nel suo ventre la solita confusione leggera che preannunciava il piacere, essere costretta, l’eccitava si stava eccitando al pensiero di essre trattata a quella stregua. No non ce l’avrebbe fatta eppure la cosa l’attirava……Ora però andiamo a dormire, la giornata è stata piuttosto faticosa soprattutto per te , sei stata una brava schiava e alzandosi le diede il braccio, lei era basita, un attimo prima l’aveva fatta accoppiare con un cavallo e poi le aveva detto con estrema semplicità che si sarebbe prostutuita ed ora l’accompagnava a dormire come se niente fosse successo. Si avviarono verso il piano superiore, la servitù si era ritirata, erano rimasti solo loro due. La rampa di scale, folti tappeti su nel corridoio al piano superiore, ritratti di volti a lei ignoti……lui si fermò dinanzi una porta..questa è la sua camera, era ritornato al lei freddo e impersonale…….. io sono di la se le serve qualcosa chiami la servitù…….Ci rimase male di nuovo quello stucchevole lei…… aveva sperato di poter passare la notte con lui, lei era una cagna e almeno i cani dormono ai piedi del letto del padrone; a lui non interessava, La sua magnifica figura, il suo corpo che aveva visto e adoperato, che cosa aveva che non andava?. Si sentiva rifiutata, dentro in quella stanza dai mobili barocchi , un grande letto, le finestre che davano sul parco….era sola…. Si spoigliò, rimase in intimo e si guardò allo specchio….era una donna bella appetibile, il trucco era perfetto e le sue forme erano ricamate da quel completo di intimo che anziché coprire le metteva in risalto,,,le sue belle gambe lunghe inguainate nella calze di seta, le giarrettire le stavano in maniera perfetta e il minuscolo slip le ornava il suo monte di venere, con quella sua leggera bombatura da adolescente. La parte alta ricamava i suoi seni e nei riflessi dei pizzi si vedevano chiaramente le aureole dei capezzoli….e i capezzoli che erano chiaramente eccitati svettavano con le loro punte indurite…..era bella….perchè l’aveva rifiutata…….fu come presa dalla rabbia, sul letto c’era una vestaglia leggera, se la mise e come in trance aprì la porta e uscì nel corridoio, la casa era silenziosa. Li era la sua stanza la porta a fianco. Su un tavolinetto cera un frustino da cavallerizzo e delle cinghie in cuoio leggero, si fermò per un momento e prese tutto, poi come presa dalla frenesia fu davanti alla sua porta e bussò. “E’ aperto” entrò a precipizio, era seduto in poltrona che leggeva , portava un accappatoio per la doccia che si era appena fatto, fu davanti a lui “ sono una cagna”e così dicendo le diede in mano il frustino da cavallerizzo…… capi, “ti farà male e rimarranno i segni” non mi interessa che vedano pure che veda pure mio marito , tra poco devo partire” e così dicendo di inginocchiò davanti a lui con aria di preghiera. Partì un colpo sulla sua schiena, un altro e un altro ancora, tremava, erano scosse elettriche che dalle spalle correvano al suo ventre, per la situazione, per quello che chiedeva, il masochismo, il suo masochismo stava uscendo, non solo nell’essere trattata da “ cagna “ ma ora cercava anche il dolore………fu sul pavimento , il suo intimo si era rotto e con quasi un movimento felino gli aprì le gambe , distesa le tirò verso di lei spalancandole oscenamente.., “li colpisci li”, partirono due scudisciate in successione e si abbatterono sul suo pube messo in risalto dai ricami di pizzo ….furono due colpi brucianti, ululo come una cagna portandosi le mani al ventre come per proteggerlo …godeva nel dolore , si stava nuovamente umiliando e ne gioiva….”Prendimi padrone prendi la tua cagna” non potè fare altro, la prese li sul pavimento scostandole gli slip, il suo cazzo era duro e le entrò dentro, fu come entrare in un lago, era fradicia di piacere, sentì il cazzo dentro di lei gonfiarsi fino al parossismo, le sue vene pulsare, la punta ferina rossastra iniziò il suo andirivieni tra le sue ninfe, le poggiò le mani alle spalle schiacciandola e facendosi ad arco cercò di affondare di più nella sua carne. Lei era come scossa, le sue sensazioni erano come le onde in un mare in tempesta e le esplosero in testa con un orgasmo fortissimo , schiacciata a terra, cercò di chiuderlo con le sue gambe per farlo aderire ancora di più, gridarono tutti e due , venne anche lui, il suo piacere le esplose nel ventre, lo sentì caldo e appiccicoso farsi strada dentro di lei. Ansimava, ansimavano, in un attimo di calma la prese di nuovo, la girò con rabbia sulla pancia e le strappò quelle minuscole mutandine per prenderla dietro, sentì il cazzo poggiarsi sulla rosetta scura e senza aspettare con un affondo furibondo fu dentro il suo intestino , lo ebbe nel culo, le sue mani le allargarono le natiche per farsi più spazio , era schiacciata , aperta, dalla sua figa usciva un brodo di piacere suo e di lui mentre il cazzo implacabile ora entrava e usciva dal suo culo facendo un risucchio osceno, portava fuori il suo piacere misto ad altro ma non le interessava, voleva essere posseduta anche li, le faceva male, un dolore sordo, bruciava a tratti, ma lo voleva sentire dentro, lo risentì gonfiarsi , diventare duro e venne lei venne lui , godette nel suo budello, il suo sperma si confuse con la sua merda, si sentiva di nuovo sporca, era nuovamente la “ cagna” la cagna che era stata sotto la pancia del cavallo e che aveva fatto godere la bestia , ora faceva godere il suo padrone, la schiena era rigata e bruciava ma non le interessava altro…sfondami, aprimi sono tua , sono il tuo animale, vivrò in una gabbia come tu mi vuoi ma continua fammi sentire sporca…Si crogiolava in quella situazione ansimava. Finalmente i loro corpi si calmarono, erano sudati, lerci di tutto, ma in quel momento a loro non interessava, amorevolmente le prese in bocca il cazzo e glie lo pulì con tenerezza, quasi come un ringraziamento per quello che le aveva appena fatto, la sua lingua corse sul suo corpo per fermarsi sulle sue labbra in un bacio appassionato….così il sonno li prese, lui nudo sul letto e lei ormai vestita solo delle calze con i buchi grondanti sperma…. Si svegliò all’alba, lui le dormiva vicino, sapeva che non era suo marito, sapeva che non si trovava nel suo appartamento di N……nel suo letto basso comperato sull’onda della passione. La camera era una stanza scura dai mobili antichi e massicci, chissà poi che cosa avevano visto. Sarebbe partita di li a pochi giorni ma nella sua testa rimbombavano le parole di lui. Domani la nostra “cagna “ sarà chiusa un un bordello e saprà che cosa vuol dire essere donna a pagamento, e quello che le faceva ancora più rabbia era che lei non aveva detto niente ma aveva abbassato la testa in muto consenso. Prese paura, stava diventando un puro oggetto fatto per dare piacere, la professoressa de….M…..non esisteva più, esistevano solo i suoi buchi per dare e ricevere sensazioni e niente altro. Mentre questi pensieri torbidi si rincorrevano nella sua testa, portarono la colazione in camera e per lei anche una tazza di caffè espresso, nero come la pece e caldo come l’inferno che la rincuorò facendole ricordare la sua terra . Lui era allegro, e le raccontò la storia dell’allevamento fondato dal suo bisnonno. Lei lo ascoltava ma aveva la testa via, il suo sguardo era attirato dal frustino li sul pavimento della stanza . Aveva ancora dei segni sulla schiena ma sopratutto il ventre era arrossato dove in quel momento di follia gli aveva chiesto di colpire, quella striscia di cuoio duro aveva morso le sue grandi labbra che ora erano rosse e tumefatte. “Uscirà con la governante e andrà dall’estetista, farete anche degli acquisti ma niente di particolare qualche cosa che mi faccia ricordare e che potrà portare in pubblico, non si preoccupi” a lei quasi dispiacque, per lui avrebbe accettato di girare seminuda in pubblico, per lui non era altro che un oggetto . La sua risposta fu “si padrone” Aveva gli occhi lucidi ed ebbe un brivido pensando a che cosa avrebbe fatto di li a poco. Sempre vestita di scuro, apparve la governante, ma questa volta con un completo giacca e pantaloni il suo sguardo era ancora più duro visto il completo, ma nonostante tutto quelle labbra si incresparono in un leggero sorriso……..era li venuta per portarla fuori ed andare in città. Lui era uscito e lei era rimasta in camera, vestiti per lei non erano li, li aveva portati l’altra donna . Non aveva niente, il suo intimo era a pezzi . Con lei aveva un mini vestito da urlo da farle indossare ….” No non posso uscire così” “ oh si tu uscirai, lo vuole il padrone o uscirai nuda decidi” la truccò in maniera volgare e poi come un automa si mise quel vestito, era pressochè nuda, il bordo le sfiorava le natiche e al minimo movimento si poteva intravvedere l’inizio del suo culo, si vergognava , l’intimo non glie lo permise, era nuda, vestita in quella maniera oscena , sembrava una puttana. Le tirò i capelli indietro a coda di cavallo e le diede un paio di occhialoni scuri, ai piedi un paio di tacchi finissimi che la slanciavano ancora di più, i seni erano compressi e sotto quella stoffa leggera si potevano vedere benissimo e si vedeva anche l’ombra delle aureole dei suoi capezzoli. Le punte erano tese, si capiva che era eccitata . In auto il vestito le salì vertiginosamente lasciando scoperte le sue ninfe, si ricordò con la mini a N…… quando aveva mostrato le sue ninfe al lavavetri ma ora era diverso era obbligata e lei accettava tutto. Scesero in centro e …..”prima andiamo a prendere qualcosa” lei non capì ma un attimo dopo si sentì morire, entrarono nella caffetteria dell’albergo dove si trovava suo marito….le guardavano tutti, non passavano inosservate una troia, una donna vestita da troia o troia vera accompagnata dal suo magnaccia chiaramente lesbica, si sedettero al tavolo e poi la governante la obbligo ad alzarsi per andare a prendere la consumazione al self service. Con il vassoio in mano, con il culo quasi fuori, tra i commenti della gente ritornò al tavolo e in quel momento entrarono degli italiani….uno era suo marito, guardò in basso, divenne rossa , si sentì pesantemente osservata e sentì i loro commenti. Sapevano che nessuno li avrebbe capiti e ….” Che puttanona , una così me la farei” era suo marito che commentava…….Un sudore gelido le scese lungo la schiena , gelosia folle che cosa aveva lei che non andava se commentava così le donne appena spogliate, appoggio il vassoio al tavolo e sedendosi il vestito le risalì ancora, non sapeva se piangere, gridare, fuggire, suo marito era li seduto dietro a lei possibile che non la riconoscesse? Uno degli italiani si avvicinò a loro e cercò di intavolare un discorso. Lei era con la testa bassa non osava alzarla, aveva i pugni stretti e le nocche erano quasi bianche, fece per alzarsi e la voce della governante…” Dirigo il bordello qui a fianco, è un bordello di lusso e questa con me è una puttana della mia scuderia, è una cagna, sempre eccitata le piace farsi guardare” e rivolgendosi a lei spostati leggermente e mostra la figa, lo disse in tedesco ma riuscì a capire la mimica e il movimento della mano. Lei si sposto leggermente con la sedia e allargò le gambe , il vestito ormai era risalito ed era seduta a culo nudo. L’uomo divenne rosso vedendo la sua figa …..”allunghi pure la mano sentirà che è bagnata” lo fece , quella mano la palpò e un dito si fece strada in lei, li nel locale tra la gente. L’uomo se ne andò verso gli altri due ridendo…..”allora questa sera si và in casino e quella è una delle puttane ci sarà da divertirsi” Sentendo quelle parole le venne da piangere e una lacrima le scese sul volto, fu solo un attimo e poi si riebbe. Sentimenti contrastanti , lei che gioiva nell’essere trattata da cagna, ora era anche diventata una puttana quell’uomo dal vestito nero l’aveva plasmata avrebbe fatto la puttana in un casino dove avrebbe incontrato suo marito….Nooooo non ce la faceva si era abbassata a tutto ormai, esibizionista, animale, puttana cos’altro c’era ancora che dovesse provare…….. Gli italiani ridevano, erano euforici si vedeva che gli affari stavano andando bene , e quella sera avevano voglia di festeggiare . Lei si sentiva morire. Era letteralmente scappata di casa causa il fascino malefico di quell’uomo e ora stava per finire in un bordello dove avrebbe incontrato suo marito.Girava vestita da puttana per Kolonia, con un abito che le scopriva il culo e la figa ad ogni passo tanto era corto e si era fatta pesantemente palpeggiare in quella caffetteria tra la gente mettendo in mostra le sue ninfe su ordine della sua accompagnatrice . L’uomo le aveva infilato un dito nella figa e ridendo aveva detto a gli amici che era bagnata. Suo marito era li dietro a lei seduto ad un tavolo, possibile che non la riconoscesse. Era eccitata, provava disgusto per quello che faceva e che avrebbe fatto , provava una rabbia sorda nei rispetti del suo compagno , e in mezzo a tutto qesto andirivieni di sensazioni era letteralmente un lago. Provava una forma di piacere perverso, si stava abbruttendo nella ricerca dei propri limiti per quella forma di piacere perverso. Ridotta a puro animale da soma quando l’avevano costretta a tirare un sulki , accoppiarsi con un altro animale , ricercare il dolore e l’umiliazone , e ora accettava di prostituirsi in un bordello e alla fine trovare tra i clienti suo marito……..le stava andando tutto a pezzi, tutto il suo quieto vivere , casa, scuola , coccole con il marito nella sua N……..andava a fuoco bruciato da quella lussuria perversa che la pervadeva, il suo corpo era diventato un ricettivo e qualunque cosa le facessero o provasse le procurava brividi di godimento perverso. Si alzarono , e si diressero verso un centro di massaggi, dovette passeggiare per Kolonia in quegli stati, mentre camminava cercava invano di abbassarsi quel minivestito che a ogni passo metteva in mostra tutto di lei; l’altra donna la guardava divertita per quella sua forma di pudicizia e ….”perchè lo fai? Un attimo prima ti sei fatta infilare un dito nella figa da un estraneo e ai ben allargato le gambe e ora ti vergogni, non sei altro che una cagna esibizionista il padrone vuole che tu sia così” no, non ce la faceva a tanto, tutte quelle facce che si giravano lungo il loro percorso e soppesavano il suo corpo, era in imbarazzo non lo sapeva neanche lei, a tratti era la professoressa de……..M…..e poi in altri momenti “ la cagna” una metamorfosi tra Mr, Hide e il dottor Jekil , nonostante tutto si sentiva sempre più fragile pronta ad accettare tutto , l’attesa, la voglia che arrivi quel momento e nello stesso tempo sperare che non accada nulla di tutto ciò. Entrarono dall’estetista, era un salone di lusso e si vedeva chiaramente che la tedesca era conosciuta: Ho con me una schiava di herr…….il padrone vuole che la prepariate, questa sera desidera portarla in un bordello a battere, le vuole far provare che cosa vuol dire essere puttana a pagamento. Lo disse in tedesco e poi lo tradusse in italiano per lei, divenne rossa, l’altra donna sorrise e le fece il gesto di accomodarsi in un’altra stanza…..La fecero spogliare ovvero le tolsero quel poco che aveva addosso perché ormai girava per la città mettendo in mostra tutto. Un lungo bagno rilassante e tonificante la fece rinascere e fece scomparire quel reticolo di segni, i segni sulla sua schiena ricordo della notte passata con lui. Poi fu la volta del massaggio e alla fine la fecero sedere su una poltrona che l’obbligò ad allargare le gambe , era nuda, esposta, la porta della stanza era semi aperta e chiunque avrebbe potuto vedere, si vergognava ed era rossa in volto, l’altra donna se ne accorse e aprendo la porta di più, all’inserviente che la massaggiava: “ leccagli la figa e masturbale il culo” un ordine secco che non se l’aspettava , si capiva che quella donna era di razza “padrona” , l’inserviente non se lo fece ripetere , si abbassò tra le sue gambe e iniziò a leccarla con gusto, mentre un dito le entrava nella rosetta scura…..lei si sentì sprofondare, li in pubblico, chiuse gli occhi come per fuggire e quando li riaprì vide lui che la guardava con aria compiaciuta, “ vedo che siamo anche delle viziose………”
CONTINUA