Pioveva, i tergicristalli dell’auto funzionavano con il loro caratteristico rumore, all’interno su quei soffici sedili si sentiva bene e nello stesso tempo a disagio. L’avevano comprata per una notte intera e una notte è lunga, poi la sua amica sarebbe venuta a prenderla , ma l’avrebbe aspettata o in uno scatto di sadismo l’avrebbe lasciata al suo destino di puttana? Quelle persone, anzi quella femmina per lei era un estranea bella e buona e quell’auto non l’aveva mai vista. Era un auto di grossa cilindrata . Guardò la donna seduta al suo fianco; una bellezza altera, sotto certi aspetti le ricordava Inge, vestita completamente di nero, capelli corvini tirati all’indietro mettevano in risalto un profilo affilato ; ma quello che spaventava di più erano gli occhi, non erano due occhi scuri da gitana che si sarebbero accordati con quei capelli, ma due occhi chiari, di un azzurro slavato che la facevano sembrare ancora più gelida . Come si sedette al suo fianco e la macchina si staccò dal marciapiede, allungò quella mano lunga dalle unghie rosso cupo perfette, le toccò il seno come per soppesarla e sentì le unghie stuzzicarle i capezzoli, un leggero graffio dato con non curanza e esordì.
“E tu saresti la puttana che se la fa anche con gli animali ?…. allarga le gambe così vedo se vale la pena per tutti i soldi che ho speso mi sono fidata del …..”
E pronunciò il suo nome, non il nome del pappa ma il nome del suo padrone del nord. Ebbe paura e nello stesso tempo ne fu felice, aveva parlato con quelle persone della sua …ormai schiava e l’aveva consigliata. La donna continuò.
“Mi dicono che te la fai con gli uomini e con gli animali, cani e cavalli per te sono indifferenti e in una notte nel bordello di Francoforte ti si presa settanta cazzi, hai quasi fatto il record….”
Sentendo quelle parole, si ricordò di tutto quello che aveva passato e era successo. Si rivide dormire nel box delle stalle dopo che aveva goduto sugli stivali di lui, quell’uomo appoggiato al tavolo, quell’ordine, quelle parole che l’avevano quasi fulminata, mai nessuno si era rivolto a lei così……
“Ora spogliati e vieni qua a quattro zampe, vedi di dimenare bene il culo sei una cagna per me ”
Gli aveva succhiato il cazzo, lo aveva accarezzato, le sue dita erano scivolate sulle sue palle aveva sentito quella pelle morbida, i peli dell’uomo si era eccitata e sentiva lui fremere nella sua bocca, era esploso in lei, aveva inghiottito tutto e leccato le ultime gocce…… ma poi….
”Ora strofinati sui miei stivali se ti vuoi dare piacere, lucidali con ciò che ti cola poi pulisci”
E lei lo fece, li era completamente nuda, quell’uomo ora vestito di tutto punto, gli aveva prosciugato il cazzo, si era accorta dal piacere che aveva ricevuto in bocca, dal piacere che le era tracimato sulle tette …..ma in quel momento cercava il piacere per se stessa, si voleva annullare su quello stivale. Lui malignamente lo poggiò sul tallone in modo che la punta fosse leggermente alzata e lei iniziò a strofinarsi da li, sentiva il ruvido del cuoio, quell’odore misto a odore di animale , sulle sue ninfe e lasciò una scia bagnata, era letteralmente un lago…..quelle fredde parole……
”Mentre ti strofini guardami in faccia non sei altro che una cagna che si da piacere e dillo; “Sono una cagna che si da piacere padrone”
Lei ripetè tutto ad alta voce……” Ssoono una cagna che si da piacere padrone….” Lo disse balbettando……Con quelle parole e per le sensazioni che partivano da suo basso ventre provò un orgasmo formidabile; la punta dello stivale la forzo puntata tra le sue grandi labbra. Cercò di entrare nella sua figa che fino a quel momento aveva provato solo il cazzo del marito e dei “ morosi “ che aveva avuto al tempo dell’università e le mani di Giulia, ora la sua figa era solo una cosa da riempire, era un buco e si sentiva tale, fu la prima volta in vita sua….Quel masochismo che aveva dentro di lei iniziò a farsi strada…….L’inizio del viaggio, forse un viaggio di non ritorno . E ora era li in quell’auto accanto a quella donna dallo sguardo freddo….andiamo a villa Biscaretti oltre la valle verso il Colle di Nava , l’auto era entrata tra i monti zone di macchia mediterranea dove il clima era mite per il mare vicino, i fari illuminavano la strada e la donna al suo fianco,un profumo leggero.
”So che te la fai con gli animali , vedi di iniziarti a eccitare ti voglio in calore, da quello che dicono sei una puttana che ci prova gusto e a me serve una vacca simile dai spicciati qui ai miei piedi”. Erano ordini perentori dati senza tregua con quella voce da quaranta sigarette al giorno, l’autista era davanti loro, neanche guardava nello specchietto, sembrava conoscesse già tutta la storia e che cosa sarebbe successo poi. Il suo magnifico corpo, i suoi seni pesanti che invitavano al sesso e le sue magnifiche gambe ornate dal suo ventre leggermente bombato, lei era eccitata se lo sentiva per quello che aveva pensato e le visioni che erano balzate nella sua mente ed ora in quel momento a quell’ordine la sua mano corse tra le sue gambe, il dito si infilò nella sua figa e iniziò a stuzzicarla quasi con rabbia. Chiuse gli occhi e si lasciò andare, scivolò in avanti tra i due sedili e si trovò acquattata tra i le gambe di lei, le sue tette strofinarono le calze di seta, l’altra mano quella libera sfiorò quelle gambe e come un automa , come se lo avesse sempre fatto la sua lingua accarezzò i polpacci, i polpacci di quella donna per risalire sulle cosce, mugolava , sentiva che il piacere arrivava, la tempesta che la scuoteva e che non avrebbe dato limiti a quella sua ricerca di annullamento…profumo di donna , piacere, la donna che le sovrastava a quelle carezze di lingua si lasciò andare, appoggio la testa all’indietro e si spinse leggermente in avanti, quella gonna aderente risali, lasciando intravvedere il bordo della giarrettiera, l’attaccatura, il biancore della pelle, il contrasto su quelle calze scure, la sua lingua continuò a saettare, sentiva l’afrore di quella donna che ad un certo punto tirò su la gamba, appoggiò il piede sull’orlo del sedile e quasi con rabbia le ordinò
“ Lecca sotto arriva al culo, pulisci animale che non sei altro annullati ora sono io la padrona”
Quelle parole la fecero come impazzire, la sua mano si pizzicò brutalmente il bottoncino e la sua lingua si allungò il più possibile per arrivare alla rosetta scura divisa solo da una leggerissima stoffa del perizoma che portava l’altra donna . Il piacere le raggiunse tutte e due fu come un lampo che esplose nelle loro teste , non le interessava niente avesse anche cagato su di lei sulla sua lingua avrebbe inghiottito tutto non era altro che una cagna da lecca, la vacca da far sfondare ai tori, pronta a tutto pur di avere piacere. Mentre succedeva tutto questo, e nell’auto si spargeva l’odore di femmina in calore. Giunsero avanti a un cancello di ferro battuto che si aprì automaticamente con un segnale elettrico, l’auto proseguì lungo una stradina tortuosa che saliva tra gli alberi secolari del parco…la villa era li, uno spiazzo ghiaioso, una scalinata……. si intravvedeva la sagoma di una villa liberty con tanto di torretta sotto la luce di un raggio di luna che era riuscito a forare la coltre di nubi da cui cadeva ancora una pioggerellina leggera. Ma l’auto proseguì verso la dependance. E lei prese paura sentendo la sua padrona dire con noncuranza .
“L’animale cui darai piacere sta la preparati”
Lei ebbe un brivido e non sapeva minimamente che cosa le spettasse , la sua curiosità ebbe il sopravvento, il cuore le andò su di giri, La macchina si fermò davanti a una casa bassa, immersa nella verzura, delle luce accese, una piccola veranda cui si accedeva con un paio di gradini, fu fatta scendere, tirata dal guinzaglio come un animale, era nuda, eccitata, il sudore le scendeva lungo il corpo e ora gocce di pioggia, quella pioggia leggera le batteva sul viso, ebbe un brivido, si stavano avviando ma…sotto voce chiese alla padrona di poter urinare, l’altra la guardo con un sorriso ironico…” Falla qua e spicciati” , Ormai sapeva che non aveva diritto al bagno ne a nessuna intimità. In qualunque posto si fosse trovata con o senza la presenza di estranei la doveva fare, lei non era altro ci un animale da monta, la cagna che passava di mano in mano per i suoi buchi. Si acquatto ai piedi di quei tre scalini che portavano alla veranda e la fece sotto gli occhi della donna e dell’autista che era uscito per aprire le portiere, l’uomo non battè ciglio, era come se non esistesse. Li in quella posizione accucciata la fece e gli scappò anche dell’aria, si sentiva sporca e eccitata si vergognò per la prima volta, ma non se ne diede, la donna gli impose di asciugarsi e alla sua risposta con che cosa……”Ma con la mano no, poi passatela sulla bocca ti voglio pulita” Si sentì morire ma la sua eccitazione, crebbe, lo sporco la attirava……….Fecero quei tre scalini e entrarono, La stanza era in penombra, ma vide subito la “ cosa” se si poteva chiamare cosa, un essere dalle proporzioni gigantesche, per il grasso che quasi lo soffocava, semi disteso su un lettino ginecologico, una testa grande, completamente glabro, e una bocca semiaperta dalla quale colava un rivolo di bava, l’infermiera, lo seppe dopo vicino a lui si eclissò immediatamente e lo lasciò solo con le due donne. L’altra lo indicò a lei, “Lavalo, puliscilo e preparalo fa in modo che quel cazzo diventi duro” e così dicendo la spinse in avanti, le luci aumentarono così lei lo vide completamente, era un uomo massiccio ma il corpo era soffocato in una palla di grasso, il cazzo quasi non si vedeva…ma non se ne diede, non puzzava ma mettere la lingua in quelle pieghe le faceva schifo, il corpo era sudato, la sua lingua corse su quel ventre cercando il cazzo, lo voleva provare, era come un’altra persona ora anche con un “ Mostro o ritardato che sia,non le bastavano gli animali” Si eccitò maggiormente pensando a tutto questo e la sua mano si infilò, prese quell’uccelli minuscolo, lo tirò a se e con l’altra mano andò sul suo buco scuro, senti che quasi l’assorbiva, era stato sfondato, se ne accorse subito ma non le importava in quelmomento, con un dito nel culo cui si aggiunse subito un altro e un altro ancora iniziò a succhiarlo, sapeva di urina, se avevano lavato il corpo , li non era stato toccato e sentì un sapore acre,. …Ecco che cosa si aspettavano da lei che la sua bocca lo pulisse a fondo, succhiò, ingurgitò sentì del piscio che usciva, bevve…….. ma continuò, l’eccitazione saliva , cercava di strofinarsi le gambe visto che le mani erano occupate , lentamente strofinò i seni sul corpo, e sentì la cosa grugnire di soddisfazione….Intanto la donna, l’accompagnatrice aveva preso la testa dell’uomo e quasi se lo coccolava, la stringeva a se, si era aperta la camicetta ed erano usciti due seni imponenti, .Quel maschio ora godeva, gli occhi piccoli infossati nel grasso luccicavano di riconoscenza…Ormai il cazzo era diventato duro e anche la donna se ne accorse e allora tirandosi su la gonna, rimanendo vestita salì su quel corpo e si calò sopra quel cazzo scostandosi le mutande. Per l’esattezza un micro perizoma che portava e che lei aveva avidamente succhiato in auto. Ci fu un ordine a lei..
”Cagna puntami il cazzo sul culo e tienilo fin che mi calo sopra, poi continua a leccare”
Lei lo fece eseguì quell’ordine, vide il cazzo entrare nello sfintere della donna lentamente e lentamente farsi strada, lei ne frattempo continuava a leccare e succhiare per quel che poteva, quel corpo ora puzzava, era eccitato, sentiva quel sapore di sporco in bocca, le sue dita continuavano a lavorare il culo dell’uomo, che ormai era al parossismo, mugolava e poi partì un rantolo do goduria, una voce stridula…cui la donna fece eco….”Godi,godi nel culo di………..” Lei rimase a bocca aperta, mai si sarebbe aspettata una cosa simile ma continuò a succhiare, ormai il cazzo aveva finito di vibrare e lentamente stava diventando floscio, la donna continuava a sovrastarlo e ordinò a lei di pulire tutto” puliscimi la sborra che mi esce dal culo lecca vacca che non sei altro esegui…..Lo sperma usciva copiosamente, dal culo delle donna, si accorse che spingeva, sentiva l’anello che si muoveva, ebbe paura che uscisse anche dell’altro, visto ormai che lo sperma aveva filamenti marrone, succhiò lei, succhio, il cazzo dell’uomo che sembrava essersi calmato, pulì tutto lustrò con la lingua. L’eccitazione in lei ormai era al massimo, al minimo tocco avrebbe goduto, il suo utero si contraeva, voleva cazzi, voleva essere piena, aveva appena finito di dar piacere alla cosa, e aveva pulito l’altra donna, chiese quasi sottovoce con un misto di paura e riverenza.
“ Padrona la prego la sua umile cagna le chiede di essere chiavata o di potersi dare piacere”
La sua accompagnatrice ancora con le gonna sollevata, fin sopra le calze che portava e con i seni fuori la camicetta le accarezzò la testa e con un sorriso….
”Toccati pure poi andiamo nell’altra casa ci sono degli invitati e tu sei un regalo……. “
Lei non pensò minimamente a quelle parole, si artigliò il ventre con tutte e due le mani ed ebbe subito piacere, fini scossa su quel pavimento ai piedi della donna che la sovrastava in posizione fetale con gli occhi chiusi , godeva e come godeva, sentiva in bocca sapore di sperma e altro, , il suo piacere le colava tra e gambe e ne aveva le mani lucide era letteralmente in trance. CONTINUA