Al Cellini, la stanchezza del viaggio, e le “ follie” fatte nell’isola Greca ebbero la meglio, la stanza era ottima e lui M…….si potè gustare il suo corpo mentre si spogliava lui intanto era comodamente seduto su una poltrona. Lei con indifferenza iniziava a togliersi i vestiti. Il completo che portava la valorizzava e la giacca di lino misto a seta era leggermente corta, quasi una giacca da ussaro e la scollatura considerando il bottone che aveva lasciato aperto con malizia era da urlo, a tratti si potevano vedere i suoi seni inanellati,….l’ombra delle aureole…….Era il suo oggetto, il suo giocattolo un animale da piacere con il suo collarino……. Anche le sue grandi labbra erano inanellate, portava dei cerchietti in oro, leggermente più grandi di quelli che aveva hai capezzoli, li sentiva pesanti e la sensazione era come se avesse sempre qualche cosa tra le gambe. La guardò così, nuda vestita solo delle scarpe. Lei si accorse che la fissava e contraccambiando il suo sguardo con quei suoi occhi verdi le chiese se se era di suo gusto.
”Stai benissimo, ho anche questo per te, te lo dovevo dare in Grecia ma gli eventi hanno lasciato tempo al tempo”
Un piccolo fermaglio coperto di brillantini completo di chiave per aprirlo di una forma leggermente allungata.
“Mettilo tu , sono la tua schiava, mi hai fatto inanellare, ho portato un lucchetto tra gli anelli delle gambe quando mi hanno portato nella gabbia e sai che godo nelle situazioni perverse e per quello che mi fai fare”.
Così dicendo si avvicinò a lui , allargò leggermente le gambe in modo che i due anelli in oro che portava spiccassero, lui li prese tutti e due, fece passare il fermaglio e girò la chiave. Ora il fermaglio era bloccato…era proprio un oggetto, inanellata, con il collare e con un fermaglio di brillanti che le ornava le grandi labbra inanellate. Si ricordò della sua passeggiata tra i tavoli del bordello in Cina, ebbe un brivido, quelle mani che correvano sul suo corpo e non potevano entrare nella sua figa perché chiusa con un lucchetto, ora la cosa non era cambiata, era sempre la puttana bianca della gabbia , ora era la sua puttana bianca personale….nuda così, si accucciò davanti a lui, si avvicinò il più possibile per avere il suo ventre a portata. Lei teneva volutamente le gambe allargate in una posa a rana per far spiccare il gioiello che le ornava le ninfe, i suoi capelli erano ricresciuti, stava ritornando bionda e la sua testolina bionda si mosse, aprì la bocca e tirando fuori il più possibile la lingua e gli leccò la patta dei pantaloni. Lui era immobile e si aspettava di momento in momento il suo proseguo, lei lo fece , bottone dopo bottone gli aprì la patta, e lo tirò fuori, iniziò a succhiarlo con foga , lo sentì gonfiarsi dentro la sua bocca, lo spinse in fondo oltre le tonsille , lo fece entrare dentro di lei in tutta la sua lunghezza da vera professionista. La sensazione del proprio cazzo stretto nel suo esofago era unica, ( dovete provare ma lei deve regolare il respiro se non lo sa fare si soffoca attenzione) lei aveva regolato il suo respiro e letteralmente gli succhiava il cazzo con la gola, un piacere morbido e caldo, subito sarebbe venuto, lei continuava implacabile , lo aveva in pugno e si divertiva nel giocare con le sue mucose del suo cazzo, lo fece quasi svenire e poi lo lascio sborrare copiosamente in lei, sollevò la testa, quasi sfilandoselo, il cazzo era gocciolante di saliva e piacere suo,sembrava un serpente che avesse ingurgitato qualcosa , non riusciva a capire come facesse e come sapesse adoperare bocca e gola ma era unica, lo prese e se lo strofinò sul viso , sulle labbra, gli tolse i pantaloni e le mutande, e il resto, così assieme, con lei ingioiellata andarono a riposare. La stanza era fresca e il rumore dell’aria condizionata li cullò nel sonno che li stava avvolgendo. Lei si svegliò con delle sensazioni deliziose ondate di piacere delicato si dipartivano dal suo ventre per renderla leggera, le sembrava di volare….era scoperta, era lui questa volta che la leccava, senza farsi accorgere aveva staccato il fermaglio e ora si divertiva lei con le sue mucose…sapeva usare la lingua benissimo e alternava tocchi leggeri come battito d’ali di farfalla a succhiotti furibondi sul suo bottoncino che ormai era completamente scappucciato, l’amava con tutta la passione e stava mettendosi d’impegno per farla godere….. e sommessamente le sue parole….
”Chiava la tua cagna, chiava la tua cagna.”
Non se lo fece ripetere perché era giunto al limite anche lui, ma non la volle prendere alla missionaria, ma la girò, la mise in ginocchio e le fece appoggiare la testa sul cuscino, in quella maniera il suo culo era messo in evidenza e vista la posa i due suoi buchi erano li a portata, lei con perizia si portò le mani sulle natiche e se le allargò……
”Scegli tu, prima uno e dopo l’altro, ti voglio sentire dentro, in fondo”
Non se lo fece ripetere. Il suo cazzo inizìò a farsi strada nel suo ventre e a giocare con la bocca dell’utero, una volta dentro di lei lo riusciva a muovere senza dover entrare e uscire lo yoga che aveva imparato in Asia con quella donna così calda gli serviva alla grande, sapeva quando fermarsi e iniziare di nuovo senza requie e lei ne ara letteralmente stranita, erano sensazioni sublimi, le sembrava di avere un vibratore che la facesse godere e invece era lui, poi con rabbia iniziò a pomparla in maniera brutale, la prese per i fianchi e letteralmente la squassò, lei venne e mentre era al culmine dell’orgasmo lui cambiò buco e la prese nella rosetta scura, si sentì squartare e l’effetto dell’orgasmo che aveva in corso ne fu moltiplicato, le sensazioni si susseguivano in continuazione si rivedeva nella gabbia mentre si introduceva il vibratore nel culo mentre la sua figa in quel momento era già piena dell’altro, brividi di piacere e lussuria allo stato puro. Si chetarono , erano sul letto li ansanti mentre le loro mani continuavano a cercarsi come le mani di un ceco che deve conoscere e memorizzare il corpo dell’altro esclusivamente con il tatto. Nel pomeriggio sarebbero usciti, dovevano fare compere di vestiti perché ormai l’autunno e i venti freddi del nord erano imminenti, il settembre romano era bello ma l’aereo lo avrebbero avuto in serata e sarebbero giunti a Wienna in un ora infame. Li sarebbe venuti a prendere la folle Susy all’aeroporto. Lei ebbe un sobbalzo…
” Mi deve raccontare se si è prostituita, e le sue sensazioni”
“ Non metto in dubbio che si sia prostituita, anzi che abbia fatto la puttana a ore in una casa di appuntamenti, è sempre stato il suo sogno voleva sentire le sensazioni che si provano nel farlo con facce anonime, con estranei……e so che la cosa ti stuzzica …….sei una porca formidabile ; ti devo portare a Wienna in un bordello così vedi i tuoi filmati, sai hanno un grande successo, madame Fong ha il senso degli affari bisogna riconoscerlo”
In quel momento parlava del suo corpo come di una cosa, lei ebbe un brivido, il loro effettivamente era un rapporto strano, schiava padrone, schiava libera e puttana a ore se avesse voluto ma a loro due andava bene così , fremeva al pensiero di vedersi su un video, aveva già visto alcune riprese, lui glie le aveva mostrate ma guardarle in un casino, circondata da avventori che l’avrebbero potuta riconoscere era un’altra cosa…la puttana bianca, sapeva il titolo…… fecero le compere, lei volle acquistare due completi, uno di Jil Sander disegnato da Simons, un tailleur in puro stile metropolitano, con una gonna deliziosamente corta che le metteva in risalto le sue belle gambe e per dare un pugno nell’occhio un paio di anfibi , la stoffa era da tartan, sul bleu, le stava benissimo e come pettinatura le consigliarono di tirare i capelli indietro a coda di cavallo per farla sembrare più sbarazzina, poi fu la volta di un abito Missoni, provvisto di mantella che le lasciava il seno scoperto, ornato di un bustino di raso , anche qui la gonna era corta, il modello di scarpe su calze nere opaco che aveva abbinato erano dei sandali pesanti chiusi in punta, avrebbe potuto accostare anche un paio di calzettoni e usarli come scalda muscoli, nell’insieme le cose erano perfette e per finire un completo di Dior, con giaccone lungo quadrettato sull’azzurro di lana Moher , pantaloni che le arrivavano fino al polpaccio coperto sempre da scalda muscoli e un maglioncino a bottoni quasi come un panciotto sopra una camicia aperta…donna amazzone da usare tutti i giorni nelle giornate invernali; naturalmente portava in questo caso un basco. Capi magnifici e per finire, con tutti i pacchi e pacchettini finirono in un porno shop. Dove le fece acquistare due splendidi mini vestiti uno in stoffa elasticizzata e uno in pelle; le arrivavano esattamente sotto il culo , si vedevano perfettamente le ninfe ornate del gioiello che le aveva dato , li tra falli artificiali e foto porno la fece sfilare fuori dal camerino per poterla guardare bene, il commesso non aveva occhi che per lei e il paio di avventori che erano presenti rimasero a bocca aperta, lei sentiva i loro sguardi, che letteralmente la spogliavano di quel poco che aveva addosso. Lui era in piedi appoggiato al banco , si stava eccitando e anche lei provava la stessa sensazione. Il collare con i brillantini sfavillava come a tratti mentre camminava tutti potevano vedere i luccicori del ciondolo che portava tra le gambe; lei si sentiva regina e nello stesso tempo schiava, lo faceva per lui e poi lui…..
”Ora segati inginocchiati davanti a lei e togliti la mano dalla tasca dei pantaloni così non lo fai di nascosto”
lo disse rivolgendosi al commesso, poi continuò glaciale…
“ Mi hanno detto che sei stata grande nel corridoio del locale a New York con una donna……rifallo….”
Non se lo fece ripetere ormai l’eccitazione la stava prendendo, un uomo inginocchiato davanti a lei che si segava, un essere giovane; lei allargò le gambe leggermente, il vestito le risalì e tutti poterono vedere il suo ventre ornato di brillanti…..con una scarpa stuzzicò il cazzo all’uomo, lo schiaccio, con un sorriso perverso, posò la scarpa sotto le palle e andò verso il suo Ciaktra , continuò, l’uomo ansimava e grugniva, sembrava una scimmia, poi sotto voce modulando la parola quasi vezzeggiandolo,
“Su continua sborra per la tua padrona”
Era partita ora era padrona e comandava,. Il cazzo dell’uomo era ormai violaceo e di li a poco avrebbe eruttato un mare di sborra, altre persona guardavano affascinate la scena, l’uomo venne e le inzaccherò le scarpe e le gambe con dei getti filamentosi di colore bianco…….
” Ora lecca”, lecco, le scarpe, le sue gambe, le sue cosce si vedeva chiaramente la sua lingua scorrere era come impazzito, infoiato di una foia che non aveva niente di umano era ormai ridotto ad un animale che agiva a comando.
“ Vedo che hai anche la stoffa della padrona , me lo avevano detto, credo avremo altri spunti per divertirci, dovresti esserti accorta che Susy è un po’ masochista e essere torturata da una donna da quello che so è uno dei suoi sogni perversi, poi in Asia c’è un’altra donna, te la presenterò , è la moglie di un mio amico e socio in affari, lei è leggermente sadica ma credo che tu abbia la stoffa per metterla in riga, vedrai un rapporto lesbico schiava e padrona dove le parti sono tutte da scoprire…lei discende da una famiglia di Raja e ha il comando nel sangue ma credo che scommetterò su di te, hai ridotto quest’uomo a oggetto e ti è venuto d’istinto”
Lei aveva chiuso gli occhi, per la situazione e per l’insieme, in mezzo a degli uomini e questa volta non la succhiava una donna come oltre atlantico ma un uomo, si sentiva in estasi , piacere di testa dato dal potere che aveva su quell’essere ormai ridotto solo a darle piacere. Il ragazzo voleva continuare, aveva il cazzo ancora fuori, ma ci fu il basta , lei gli schiaccio con la scarpa il pene violaceo ancora in erezione come si schiaccia un mozzicone di sigaretta, grugni di dolore e rimase li accucciato ansimante. Uscirono tra la gente, lei era bellissima nel suo completo semi estivo, portava un paio di pantaloni corti che le rendevano le sue gambe slanciate e delle ballerine basse che la facevano sembrare ragazzina, il maglione di cotone largo dalla trama non eccessivamente fissa faceva intravvedere i suoi seni perfetti e più di un uomo potè guardarli e farsi venire pensieri a luci rosse. Anche una persona fece lo stesso, e la fissò a lungo , lei non se ne accorse ma lui si e fece finta di niente l’uomo che la guardava era il suo ex, non poteva sbagliarsi era proprio lei la donna con cui aveva vissuto per alcuni anni e che ora la incontrava completamente cambiata; rimase a bocca aperta, la somiglianza con quella del locale in Guatemala era tanta ma una era mora e lei era bionda…comunque era lei, invidiò quel signore dalla barba brizzolata che la teneva al braccio, fece per parlare ma poi cambiò idea e proseguì per la sua strada…….
CONTINUA