Sentirono la macchina del pappa fermarsi davanti alla villetta, il rumore del motore il classico colpo della portiera. Lui scese, non passò dall’autorimessa dove era legata lei,anzi incatenata a quel tubo nel buio. L’uomo molto probabilmente lo sapeva, ma la merce in quel momento non gli interessava, aveva delle proposte da fare all’accompagnatrice della professoressa de…..M….. ; aveva sentito dei numeri con i cani e come si era annullata prendendo cazzi in tutti i buchi e poi succhiando avidamente i profilattici usati; era una cagna formidabile e con la figura che si trovava poteva essere una fonte di guadagno. Fu in casa, era un tipo tranquillo, dalle labbra a taglio e volitive, la donna che era con Giulia lo guardò con riverenza, quasi con paura , l’uomo le sorrise con non curanza e poi si rivolse all’amica di lei , e andò subito al sodo:
“ Allora la tua amica è in vendita?”
La risposta di Giulia fu emblematica;
“Io non sono che l’accompagnatrice, chi la possiede realmente è il tedesco e poi la donna di cui stiamo parlando è sposata e fa tutto questo all’insaputa del marito……”
L’uomo sentendo quelle parole si mise a ridere,
”Per una donna simile compro anche il marito credo che come coppia siano perfetti”
“ Deve parlare con il tedesco”
Rispose Giulia non posso prendere decisioni. Lui per un momento sembrò stizzito poi girandosi verso l’altra donna…..
”Versami da bere che andiamo a vedere la schiava”
Fu seduto in poltrona con un bicchiere in mano, la puttana padrona di casa era in piedi e non si sapeva come muovere, non era in tenuta da lavoro ma portava una mini di ottimo taglio e un maglione di cotone molto largo che le lasciava una spalla scoperta. Aveva delle ciabattine basse e non sembrava minimamente fosse una puttana in attesa di prendere servizio di li a poco. L’uomo le disse di sedersi sulla bracciolo della poltrona dove era seduto lui, esattamente di fronte a Giulia, la donna lo fece, e la gonna salì vertiginosamente lasciando scoperta una porzione abbondante di cosce, Giulia poteva intravvedere il biancore degli slip che portava ma rimase impassibile, la mano dell’uomo corse sul corpo della donna. Si infilò con malignità sotto quella maglia e corse sulla sua schiena, la donna era immobile, era una mano di padrone e lei doveva eseguire e accettare quello che lui faceva, ci fu l’ordine perentorio,”Va a leccare i piedi alla nostra ospite……..”
La padrona di casa si alzò come un automa e si inginocchiò davanti a Giulia, abbassò la testa sui piedi di lei e iniziò a leccarli con dovizia……Giulia si mise a ridere e ….”Vedo che educhi bene le femmine della tua scuderia ma non farti venire idee strane, non sarò mai una puttana delle tue appartengo alla razza padrona”
L’uomo non se n’ebbe il suo viso rimase impassibile, mentre osservava l’altra donna che dopo aver pulito i piedi dell’ospite ora si dedicava alacremente a leccargli le cosce, quella lingua saliva , verso la farfalla di lei, Giulia cercava di stare immobile e cercava non dare segni di cedimento, ma i suoi gusti e quella lingua le stavano provocando brividi di piacere ….poi ad un certo punto allargò impercettibilmente le cosce, lui non se ne accorse ma l’altra femmina si che con un guizzo punto direttamente sul suo ventre , quella lingua, quelle labbra succhiarono avidamente il perizoma di lei e mentre faceva ciò l’altra donna chiuse gli occhi mettendo le mani sulla sua testa come per forzarla e premerla…l’orgasmo le venne e venne in maniera perfetta, orgasmo provocato solamente da una lingua e da carezze di schiava una cosa che a lei piaceva moltissimo. Passò quell’attimo e si riebbe, guardò negli occhi l’uomo e…..
”Ora andiamo a vedere questa puttana di cui tutti parlano…”
Furono così in piedi e come l’uomo fu vicino a Giulia partì un manrovescio……il grido di Giulia presa alla sprovvista …..
” Non amo essere trattato così e sentire una donna che si rifiuta di fronte e me ricorda ti posso far diventare una squillo perfetta ……..”
Giulia lo guardò con odio, se avesse avuto qualche cosa in mano lo avrebbe colpito, ma poi pensò alla sua amica in cantina e tacque. Scesero le scale, lei era intorpidita, li nel buio seduta su quella coperta puzzolente, sentiva di puzzare anche lei, si sentiva come sporca sia dentro che fuori però era immersa in un eccitazione perenne quella situazione le piaceva, essere dominata e costretta e nello stesso tempo sentire cazzi che la forzavano che entravano in lei, senza tante storie, senza amore, essere costretta ad essere un buco e basta. La luce si accese, ne fui abbagliata, sentì le voci , si accorse che erano attorno a lei, in un angolo c’erano i resti della sua pisciata…..Un piede le forzò il fianco e di nuovo un altro ordine…
“ In ginocchio vediamo ora questa schiava come si comporta”
Era il pappa, lei intontita si mise in ginocchio, la catena che portava al collo e che era agganciata al tubo del soffitto fece rumore, sembrava proprio un animale,le due donne guardavano la scena….stando in quella posizione l’uomo la sovrastava e lei era all’altezza della patta dei suoi pantaloni. I suoi seni perfetti si vedevano in tutta la loro bellezza, i suoi capelli biondi con attaccate macchie di piacere ormai seccato come su il suo corpo, e altre macchie innominabili…..
” Fai schifo però hai una bella carrozzeria effettivamente ottima per i clienti che ti hanno scopata sei stata qualche cosa di pìù rispetto alle troie di terza mano alla fine della loro carriera che si possono permettere” Parole forti, taglienti che la eccitavano maggiormente, essere trattata da ultima delle troia e farsi scopare da pezzenti o da altri che non si potevano permettere puttane di un cero livello.
”Ora fammi un pompino e spicciati vediamo se li vali tutti i soldi che spendono”
Non se lo fece ripetere, le sue mani corsero ai pantaloni e sbottonarono la zip, la sua mano sfiorò così il cazzo del pappa quasi con riverenza, ora non si trattava più di un cliente ne di un’altra persona era lei e un cazzo e la cosa la stava eccitando sempre di più, lo sfiorò con la lingua, leccò quella carne. Ne sentì un sapore forte, acre di sudore e di urina, lei era sporca e leccava lo sporco, si stava annullando nuovamente, un bacio leggero, si accorse che il cazzo prendeva vita, lo impugnò con la mano e la sua bocca saettò verso il perpuzio, lo succhio quasi con rabbia, sentì che l’uomo mugolava ma ora non le importava, voleva sperma per la sua bocca, altro sperma da inghiottire e cibarsi e dopo quel succhiotto furibondo lo ingurgitò tutto fino alle palle, il cazzo si stava ingrossando, iniziò il classico andirivieni del pompino, lei e il cazzo lo voleva, lo voleva fare esplodere nella sua bocca e così fu, lo sentì vibrare , il classico brivido e lo ebbe anche lei, la mano libera corse tra le sue gambe e si toccò, si sentì bagnata fradicia, quella situazione le piaceva, venne l’uomo, venne anche lei un orgasmo , il piacere fu nel suo corpo e ne divenne padrone …il cazzo fremette e sentì i filamenti colpirle il palato, la lingua . Sentì la bocca che si stava riempiendo inghiottì quello che poteva e il resto le colò sul mento….puttana perfetta, troia masochista…..una schiava non era altro che una schiava, ormai la professoressa de…..M….era definitivamente scomparsa, il tedesco l’aveva programmata e lei ora sentiva che sarebbe vissuta esclusivamente per prendere cazzi. L’uomo estrasse il cazzo dalla sua bocca,lo strofinò sul suo viso quasi con disprezzo……
” Pulisci tutto e poi vai a farti una doccia, tra due ore torni sulla strada, pioviggina e ti ho fatto cambiare zona, sarai vicina a porto san Mauro”
Disse tutto questo rimettendosi il cazzo nei pantaloni e rivolgendosi all’altra puttana
“Sai dove portarla, poi alla fine della serata può ritornare a casa da suo marito, la caricherai sulla macchina dell’amica….che conto di rivedere, avere una padrona per le mie puttane……
” Così dicendo se ne andò lasciando sole le tre donne. Lei era immobile, ancora in ginocchio inebetita, il piacere la sconvolgeva ancora , l’orgasmo che aveva avuto era stato forte e si crogiolava ancora in quelle sensazioni. La luce fredda del neon, vide lei acquattata che puliva il pavimento con uno straccio, puliva le macchie del suo piscio e le gocce di sperma cadute , nuda, con la catena al collo puliva il pavimento, era sudata e nello stesso tempo le sensazioni di piacere correvano in lei, sentiva gli sguardi di compiacimento delle “ due “ padrone sul suo corpo e per quello che faceva………Poi staccarono il moschettone e la tirarono di sopra su per quella scala ripida fino al piano della casa dove fu portata in bagno, qui completamente nuda, fu sul vater dove potè finalmente pisciare e fare dell’altro che colò misto a sperma e a un profilattico che le era rimasto dentro; nel suo intestino, ….si sentiva un buco, il tutto lo fece sotto lo sguardo ironico della sua amica del cuore: Giulia. Era una cosa umiliante ma le piaceva …….Si lavò, rimase a lungo accucciata sotto la doccia, l’acqua portava via tutto lo sporco, era con gli occhi chiusi e rivedeva nella sua mente tutto quello che aveva passato nella nottata e durante il giorno, volti anonimi , famelici, maschi giovani e vecchi, gente di colore e di altri tipi, che si erano succeduti nei suoi buchi e poi i cani, il loro latrare e i mugolii quasi di piacere che l’avevano fatta sentire alla loro stregua, una cagna che si fa montare,niente altro che una cagna in calore, ma soprattutto rivedeva quei cazzi che la trapanavano esplodevano nel suo corpo, risentiva quelle sensazioni e i brividi che aveva provato, brividi di piacere…..aprì la bocca ne uscì un urlo muto, l’acqua della doccia le entrò in bocca e la sputò, quasi per pulirsi anche li, voleva pulirsi, essere pulita, un controsenso per tutto quello che aveva passata e che voleva passare ancora. Uscì con questi pensieri dal bagno, avvolta in un soffice asciugamano che le faceva quasi da vestito. Le dettero da mangiare ,e si accorse in quel momento che non aveva toccato cibo da più di un giorno aveva mangiato esclusivamente sperma e bevuto…..sapeva lei che cosa aveva bevuto eccetto un po’ d’acqua. Sapeva che di li a poco l’avrebbero vestita, una divisa, la divisa da troia per battere; Non sapeva minimamente che cosa le avrebbero dato, fuori pioveva, una pioggia leggera estiva data dalle nubi portate dal mare, una sciroccata che non aveva minimamente diminuito l’afa e l’umidità nell’aria. Non c’erano stelle in cielo. Era li seduta e…… . Due mani le misero attorno al collo il collare e un pio di scarpe dal tacci altissimo le furono date in mano, scarpe con la cinghia sottile alla caviglia erano quelle che aveva già indossato…..le sue parole
”Cosa mi fate mettere”
E la risposta non si fece attendere…
“ Solo la parrucca alla fine della serata eri praticamente nuda vestita solo delle calze , una puttana da strada e che puttana ……., una puttana che ci prendeva gusto….”
Dette queste parole il guinzaglio venne fissato al collare e fu fatta alzare e avviare verso l’auto giù nell’autorimessa. Seduta al posto del passeggero, l’altra troia si mise alla guida e si buttarono nel traffico caotico; sapeva dalle parole che aveva sentito che la zona era diversa….poi quella pioggia leggera. L’auto accostò al marciapiede e fu fatta scendere, le diedero in mano un ombrello, si sentiva sperduta, delle gocce leggere sul suo corpo, la sua bella figura esposta, non si sentiva, aveva come paura, le gambe lunghe e i suoi seni perfetti quando passavano le auto mettevano gli abbaglianti, lei si girò un paio di volte, le inquadravano la schiena, il suo fondo schiena, le sue fossette di cui andava fiera….. era una bella donna lo sapeva ma in quel momento bellezza o non bellezza erano i suoi buchi in vendita si avvicinò verso un fuoco, fiamme che uscivano da un bidone, auto che passavano poi ad un certo punto una accostò, era una grossa berlina scura i tergicristalli funzionavano a tratti. Si abbassò il finestrino posteriore lei vide una donna, uno sguardo freddo, due occhi azzurri come il ghiaccio; una mano dalle unghie rosse la indicò. Si avvicinarono in due , lei con la sua guardia del corpo, in quella donna c’era qualche cosa che non andava, una voce dall’accento straniero, dell’est….
” Lei per tutta la notte e poi ci dite dove portarla; pago anticipatamente”
Davanti a lei sotto una pioggia che era aumentata di intensità vide passare i soldi di mano in mano, teneva lo sguardo basso. Non sapeva minimamente dove l’avrebbero portata ma l’eccitazione le stava salendo, comprata per una notte, lei era la merce, merce in vendita e non aveva diritto di parola, era una cosa. L’autista dell’auto scese, aprì la portiera e la fece salire…non capiva, le sembrava di essere in un film, nell’auto faceva fresco e si stava bene; la donna la guardò…..ti ho comprata per la notte, domani ti riporto a casa tua…Giulia la sua amica seguì tutta la scena, e ricevette una telefonata dal pappa, la tua amica è stata venduta per la notte intera, non preoccuparti, la porteranno …..e li dette il nome della via lei la potrà aspettare fuori della villa per portarla a casa o la porteranno loro, si metta d’accordo , loro lo sanno e sanno anche chi è la sua amica.
CONTINUA