Appena entrati in casa esplosero i loro sentimenti e fu una chiavata epica, voleva un cazzo, e suo marito era eccitatissimo, non ci stava più, andarono avanti per molte ore in un crescendo, il piacere li travolse, i loro corpi si fusero più e più volte, alla fine si addormentarno uno nelle braccia dell’altra, l’ultima cosa che lei sentì era il piacere di lui mentre le colava dalla figa.
L’indomani fu al computer, a giorni suo marito sarebbe partito, non stava più nella pelle, voleva raccontare tutte le sensazioni che aveva avuto quella sera passeggiando tra il pubblico in quella località in riva al mare, era eccitatissima. Si spogliò tutta come lui le aveva chiesto, rimase solo con il collare e le scarpe con tacchi altissimi, per l’occasione ne aveva preso un paio ad una svendita che l’alzavano in maniera vertiginosa e modellavano ancora di più i suoi glutei e le gambe, si mise un paio di autoreggenti, voleva essere porca, voleva vedere in faccia chi muoveva quelle mani, lo avrebbe chiesto, non ne poteva più di eseguire quegli ordini che le creavano piacere e vergogna. Accese la macchina ed ecco la stanza, fu per un momento inquadrata una donna che usciva, una figura alta vestita di scuro con due gambe inguainate in un paio di calze dello stesso colore,portava un paio di polacchine , per un momento ebbe un attimo di gelosia, chi era quella donna? Giunse una risposta laconica
“Quella che ha visto è la governante della casa non si preoccupi, non è una schiava, anzi……..non ne ha minimamente a che fare. Ora però mi doveva dare le sue impressioni sulla cena, ma questo me lo dirà a voce qui difronte a me. Domani suo marito parte, lei avrà un biglietto aereo prepagato di andata e ritorno per Frankfurt am Rain, si fermerà qui per il tempo che suo marito sarà via, le lascerò il telefono così potrà parlare con lui, proverà ad essere una schiava e sarà esibita e le farò provare il brivido di trovarsi in un bordello, dieci giorni, l’aspetto…..non porti niente se non il minimo troverà tutto qui, abiti ed altro….l’aspetto…all’aereoporto la verrà a prendere la persona che ha visto di sfuggita, una donna; non ce altro ora tocca a lei, il volo è il giorno dopo la partenza di suo marito alle 9 del mattino , quando sarà qui se non vuole più partecipare a questo gioco mi dirà una parola che ora scriverà, e tutto cesserà, sarà una schiava e niente altro, forse finirà in un bordello………ora la saluto. Non ce altro ora tocca a lei, il volo è il giorno dopo la partenza di suo marito alle 9 del mattino , quando sarà qui se non vuole più partecipare a questo gioco mi dirà una parola che ora scriverà, e tutto cesserà, sarà una schiava e niente altro, forse finirà in un bordello………ora la saluto”
e spense.
Non era un invito era un ordine bello e buono, doveva partire il giorno dopo la partenza di suo marito alle 9 del mattino per Francoforte sul Reno e che cosa le avrebbero fatto? Essere una schiava per dieci giorni, per dieci giorni forse essere esibita e mostrata a chiunque. Come? Dove? Aveva detto in un bordello e di li il passo alla prostituzione è breve, come una puttana in camera aspettare i clienti, non poter rifiutare nessuno, essere chiavata su un letto puzzolente e poi dare i soldi che le lasciano sul comodino a un magnaccia, sempre nuda, sporca con un catino per lavarsi. Oppure esibita davanti a facce anonime, fameliche completamente nuda sempre con il suo collare, tirata al guinzaglio da lui o da quella donna che aveva visto di sfuggita al computer. No, non poteva accettare, per la sua testa passavano immagini di bordelli di infima categoria, e di puttane agli angoli delle vie, lei la professoressa de….M…costretta così a un incrocio mentre cerca di fermare la auto per fare una marchetta…..schiava del sesso, ultima schiava, costretta a esibirsi per la strada e a farsi prendere in un auto o appoggiata a un muro perché non le permettono di spendere i soldi per una camera d’albergo…….Aveva questi pensieri, con questi pensieri si tirò su le gambe incastrandole sui braccioli della poltroncina e davanti al video ormai spento iniziò a masturbarsi….
Si, lei circondata da uomini in la divisa nera e dalle rune color argento, costretta a leccare gli stivali, l’odore del cuoio, lei completamente nuda, in mezzo, i loro cazzi che succhia, uno ad uno , li sente gonfiarsi e poi eruttano piacere sul suo corpo, nella sua bocca, sul suo viso, lo beve, l’ingurguta, se lo spalma addosso in un parossismo da baccante, bramava nel suo subconscio una situazione simile, essere costretta a fare cose innominabili, e trattata peggio dell’ultima puttana…….Desiderava quel proibito, la lussuria perversa che si materializzava nei suoi sogni, in quelle visioni, i pensieri si materializzavano così rimbalzando nella sua mente come uno stato di tortura desiderata. Con queste sensazioni sentì il campanello suonare, era suo marito, che se la trovò davanti chiusa nell’accappatoio, accaldata, con gli occhi lucidi….lo baciò con foga
“Non partire, non partire….non andartene…….”
“Ma devo M….dieci giorni solo poi forse dovrò andare a Francoforte sul Reno sai per la carriera…..”
Rimase fulminata a quelle parole, la stessa città del biglietto che l’aspettava in aeroporto, non poteva crederci….Il marito allungò le mani, l’accarezzo, la sua gamba si infilò tra le sue e iniziarono ad amarsi , finirono in camera tra baci appassionati e abbracci furibondi, lei mentre era intenta ad uno spegni candela formidabile, si pensava esibita su un palco completamente nuda, mentre sente le offerte di chi se la porterà in camera, la signora che lo fa per vizio, puttana fino al midollo delle ossa, con queste parole viene offerta a un pubblico di infoiati e sente il denaro che offrono per i suoi buchi. Pensò ai cazzi che uno dopo l’altro si potevano susseguire nel suo culo e nella sua figa, alla pressione dei corpi sopra di lei, con queste visioni venne di nuovo, piacere diverso non dato dalle sensazioni che le trasmetteva il cazzo del marito, ma lussuria pura di testa che la faceva sentire sporca e che nello stesso tempo la attirava, le piaceva, la voleva, voleva essere ridotta così , comandata da una persona, per essere venduta…che cosa le stava succedendo; l’orgasmo arrivò di nuovo a lei, aderì il più possibile al suo uomo quasi a non volerlo lasciare, lo voleva, chiedeva quasi aiuto e nello stesso tempo lo rifiutava….dieci giorno da schiava, dieci giorni puro oggetto di piacere, cosa le avrebbero fatto……….
Ormai dormivano , si svegliò di soprassalto e si alzò a fumare una sigaretta, fuori sulla terrazza, non c’era traffico, all’angolo della sua via vide una puttana aspettare i clienti, ne provò un brivido, e se non avesse voluto? L’avrebbero picchiata? Cosa le avrebbero fatto, sola in una città del nord Europa che non conosceva e con una lingua astrusa . Fissò quella donna dall’alto della terrazza, la vide salire su un auto…..e ripartire, di li a poco l’auto ritornò e la scaricò, la vide mettersi in ordine e passarsi un fazzoletto tra le gambe , ne ebbe schifo e si eccitò da matti, strinse le gambe strofinandosele, cosa le succedeva…La notte con i suoi mille pensieri, ogni centimetro del suo corpo era ricettivo, provava un perenne stato di eccitazione non capiva neanche lei che cosa avesse, rientrò in casa, non accese la luce, la stanza era buia, scura, sembrava sporca e attraente nello stesso tempo, il divano dove si era furiosamente masturbata la notte in cui suo marito si era fermato a Roma, quel divano dove dolore e godimento si erano confusi, lo guardò a lungo pensando a quello che era successo, andò in cucina per bere, aprendo un cassetto le cadde sotto gli occhi la candela…come sapeva che non le sarebbero rimasti i segni, quante donne erano passate sotto quelle mani, la cera fusa sul suo corpo, si vide legata su un tavolaccio e torturata così per essere costretta a prostituirsi e dare piacere con il suo dolore ai presenti…..no; follia pura non poteva accettare di andarsene per dieci giorni entrare in un’altra dimensione dove la professoressa de……M….non esisteva più ma c’era solo il suo corpo fatto per essere esibito e dare piacere. Il piacere perverso della paura che aveva provato in spiaggia o quando si era vista circondata da maschi….cani attorno alla cagna …essere trattata peggio di un animale. Lo voleva e nello stesso tempo lo rifiutava. Corse al computer è guardò l’ultima frase mi darà una parola, quando la dirà questo gioco perverso finirà e sarà libera….guardò lo schermo , stette per un momento immobile, quella frase l’affascinava, quelle mani l’affascinavano …..lo immaginò nudo mentre semisvestita gli faceva un pompino, sentire in bocca quel cazzo che si gonfia e sentire il suo piacere che gli esplode in bocca……..l’affascinava e le dava ribrezzo….lo farò domani rileggerò tutto, poi si vedrà …spense non ne voleva sapere. L’indomani fu il giorno della partenza di suo marito, lei era eccitata e nello stesso tempo dispiaciuta, lo accompagnò all’aereoporto, qui le fu presentato un collega, partivano assieme erano li si baciarono, lei gli bisbigliò all’orecchio….
”La, dietro nell’angolo non ci possono vedere dammi ancora il tuo cazzo in mano”
Lui la guardò e si mise a ridere
“Ma M……..sai che non possiamo c’è la gente, non è il caso e poi l’aereo ormai è arrivato e sono iniziate le operazioni di imbarco…”
I suoi occhi rimasero lucidi, una lacrima le scese lungo le guance……perché…..?….perché…..non voleva farlo……piccolo uomo…perche? Si lasciarono così, ancora un bacio e poi via…i cancelli si chiusero. La sua disperazione divenne stizza, tra se e se, un piccolo atto di esibizionismo, non si sarebbe accorto nessuno…portava una tunichetta leggera che le disegnava il corpo, il suo corpo che lui amava e che gli aveva chiesto per un momento
“ Dammi il cazzo in mano , solo quello…….”
La stizza divenne rabbia e il suo esibizionismo esplose, corse nel bagno dell’aeroporto, si chiuse dentro, si tolse gli slip e la parte alta , lasciò tutto li e usci. Un uomo la vide e rimase a bocca aperta , si vedeva chiaramente che non portava altro, i suoi seni ballavano e i capezzoli si ergevano sotto la stoffa leggera del vestito, non aveva voluto un atto di esibizione, e ora aveva una cagna che si esibiva, ne fu contenta, aveva uno strano sorriso sulle labbra, la guardavano, ne provava piacere. Si lei era una cagna, voleva il suo codazzo di maschi per lei, quando salì in auto volutamente fece in modo che la gonna salisse vertiginosamente, la dovevano vedere, la professoressa era trasformata, la rabbia quella rabbia divampava, in auto mise le sue ninfe al vento, che la vedessero si sentiva in calore, non ce la faceva, posteggiato corse a casa, come entrò dentro si sfilò il vestito , le finestre erano aperte solo lo studio era nella penombra, sentì l’aria accarezzarla, la sua mano corse sul ventre , era bagnata , accese quella macchina che le aveva dato tanto affanno, fu sulla posta e con rabbia digitò la parola ………poi aggiunse parto domani, andrò a prendere il biglietto alla mattina alle 8, aspettatemi, non porto altro se non una borsa, viaggio leggera come lei mi ha chiesto.
CONTINUA