Era li in quello slargo di via della Prefettura imbambolata, quasi suonata il piacere era stato troppo, Sara era li in ginocchio, respirava appena, si era fatta inculare e poi gli aveva pulito cazzo e palle stando sempre in ginocchio. Quel cazzo che le aveva ravanato l’intestino e che ci aveva messo dentro tutta la sborra che aveva. Era ansimante, non si aspettava sensazioni simili, quella forma di annullamento stando in ginocchio su quei ciottoli lucidi. Li tra le auto aveva succhiato e slinguato il cazzo di lui mentre sentiva la sua sborra uscirgli dal culo. Ora quelle parole le gelarono il sangue. Avevano avuto uno spettatore, uno spettatore che forse aveva visto lui che la inculava o solamente lei mentre gli succhiava il cazzo stando in ginocchio davanti a lui? Un fremito, e il cuore le pompò di nuovo a mille, paura di farsi riconoscere, ma non era così, l’estraneo rimaneva nella penombra, quella voce non la conosceva. Lui si girò e le sue parole furono per lei un ennesima mazzata…
”E’ solo una schiava, una cagna in calore, cerca cazzi e per averli è disposta a fare di tutto…su Sara mostra al nostro nuovo arrivato come ti dai piacere , su tira su la gonna ancora un po’ così che il nostro ospite arrivi a vedere bene come ti tocchi.”
Un accidente, era li in ginocchio, no, non poteva, ora le chiedeva di masturbarsi in pubblico davanti a un estraneo. Non poteva accettare una cosa simile, invece un piacere perverso la pervase, il piacere di mostrarsi e di mostrare la bassezza cui poteva giungere per obbedire a gli ordini del suo padrone. Chiuse gli occhi quasi per non vedere quello che stava facendo nella pia illusione di nascondersi. Lentamente quella gonna già corta che si fermava sopra il sotto il suo inguine, fu tirata su, così Sara mostrò la figa e quel resto di perizoma semi strappato che era entrato tra le sue grandi labbra, quasi per la rabbia se lo era ficcato dentro di lei , per sentire una nuova forma di piacere strofinandosi con quella stoffa leggerissima che ora era completamente imbibita dei suoi succhi. Piacere e vergogna ora si sommavano , ma si eccitava ne provava quasi una forma di orgoglio, era entrata nella parte di essere la schiava di M. E dopo essersi definitivamente tirata su la gonna per mostrarsi iniziò a toccarsi, non ci volle molto anzi bastò un niente perché venisse. Ondate di piacere, nuove ondate di piacere la pervasero, questa volta non riuscì a trattenersi e dalla sua bocca uscì un grido di piacere misto a rabbia, un godooooo, detto in maniera rauca mentre le sue dita si artigliavano la figa.
Fu una follia,era come ubriaca, li in ginocchio sui sassi resi lucidi dall’umidità della nebbia, il nuovo arrivato se la guardava con aria famelica. Lei ara li con la gonna tirata su, e si mostrava per tutto quello che faceva….. E a quel punto lui le dette l’affondo finale per farla sentire schiava, un buco, meno di niente e ….
” Il suo culo l’ho già adoperato, è stretto e la figa me la voglio gustare in un’altra occasione; sa però pulire bene i cazzi e li sa succhiare, sembra sia nata per farlo…se ne vuoi approfittare accomodati pure”
E rivolgendosi a Sara:
“Apri bene la bocca cagna, il signore qui presente deve avere il cazzo ben congestionato se ha visto i numeri che abbiamo fatto, e poi per quello che hai fatto ora…. vedi di svuotargli i coglioni, bevi tutto, non sputare e non perdere neanche una goccia”
Ebbe come una scossa a quelle parole, non si aspettava frasi simili, eppure sollevò il suo bel visino da ragazzina e aprì la bocca. Aspettava come un animale portato al macello. Il maschio non se lo fece ripetere, si avvicinò a lei tirando fuori il cazzo dai pantaloni, un cazzo teso lucido di voglia con le vene in rilievo e glie lo mise in bocca. Lei come un automa iniziò a succhiare. Sentì quella carne pulsare sulla sua lingua e lui le prese la testa iniziando a spingerla sul cazzo dandole il ritmo. Usava la sua bocca come una figa, sentiva che da un momento all’altro avrebbe goduto. Ormai era al limite, conati di vomito quando quel cazzo le arrivava fin oltre le tonsille, ma a lui non interessava voleva esclusivamente godere dentro di lei. Venne, venne e la sborra le colò sul mento mentre il maschio continuava ad usarla, le sembrò quasi di soffocare, inghiottì tutto, si ricordava ancora quello che lui le aveva detto, “Non perdere neanche una goccia”
Poi si ritirò, lei rimase ansante, si passò la mano sul mento per pulirsi e lui l’uomo con la barba bianca quasi come un ringhio….
” Inghiotti tutto non perdere una goccia, ho detto tutto”
Si sentiva persa, un oggetto adoperato , ma tutto questo le provocava un brivido di piacere, piacere nell’essere trattata in quella maniera. Il tizio se ne andò, lui era rimasto fermo a guardarla e a quel punto ebbe quasi un attimo di compassione nei suoi riguardi, l’aiutò ad alzarsi. E se lei prima era stata ridotta a quasi un ubriaca per le sensazioni di piacere che aveva ricevuto da quegli atti; ora era imbambolata come una sonnambula. In neanche mezz’ora si era fatta inculare, aveva fatti due pompini e si era mostrata nel ravanarsi la figa come lo fa l’ultima delle puttane per attirare e eccitare i propri clienti. Fu in piedi, lui la sorresse mentre lei cercava di abbassarsi la gonna che aveva ancora arrotolata in vita. Il perizoma era mezzo sbrindellato, lui fini di strapparglielo per passarglielo in mezzo alle sue natiche e così pulire la sua sborra che le colava dal buco scuro e poi ridendo…
” Le schiave mi piacciono pulite e poi devi essere figa fuori ma puttana sotto”
E dicendo quelle ultime parole forzo quella stoffa leggera nel suo sfintere quasi volendola tappare per non permettere alla sua sborra che le aveva messo nel culo di colare fuori. Fecero così fianco a fianco quei pochi metri che davano su via Manin e all’entrata dei Piombi. Non su rendeva neanche conto di quello che era successo, il culo le bruciava, le faceva male e in bocca aveva un sapore di sborra il cui odore si doveva sentire a metri di distanza. Tutto era successo non poteva farci niente e quando furono dinanzi al locale tra la gente come due perfetti conoscenti che fanno quattro chiacchiere lui la sciò sola, la salutò come se niente fosse . Si trovò così da sola, le sembrava tutto così strano; un attimo prima aveva dato il piacere a due maschi, anzi loro se lo erano preso trattandola come un oggetto e lei ne aveva goduto infinitamente. Si sentiva sporca, voleva farsi una doccia.
Nel frattempo era iniziata a scendere una pioggerella leggera classica dell’autunno Udinese. Era sicura, se avesse baciato il suo lui, lui avrebbe sentito il sapore della sborra che aveva avuto in bocca e inghiottito, così una volta seduta di nuovo alla tavolata degli amici trangugiò la prima birra che trovò sulla tavola come per sciacquarsi la bocca, Claudio la guardava perplesso nell’euforia dei discorsi sulla squadra del cuore. Lei era seduta al suo fianco e sentiva il perizoma forzato nel culo e la sborra di lui colargli lentamente fuori. Lui, la sua borra, l’aveva inculata senza dire niente e lei non si era opposta e aveva accettato tutto….. E rendendosi conto della situazione al momento dell’uscita dal locale si eclissò in bagno, dove cercò di pulirsi alla meno peggio. Si fece stizza, nel giro di neanche poche ore si trovava nel cesso di un locale con la figa esposta per causa di quell’uomo. Lasciò i resti del suo povero perizoma in un angolo e tra se e se sorrise pensando alla faccia di chi avrebbe pulito quel bagno, poi come se niente fosse dopo essersi calata nuovamente la gonna uscì fuori. Ormai aveva deciso, voleva andare a casa, troppe le sensazioni che aveva passato in quella serata. Si sentiva disfatta, era stanca e a tratti le veniva da piangere, era la prima volta che aveva ricevuto un simile trattamento. Ma nello stesso tempo in lei qualche cosa era cambiato, lo sapeva , non sarebbe più ritornata in dietro pere fuggire da quelle sensazioni che la persona le aveva fatto provare. Vivevano in una piccola città, eppure lui in centro non lo avevano mai visto, meno quel giorno quando senza volere lo aveva conosciuto e trovato la sera stessa . E neanche due o tre ore dopo che lo aveva conosciuto si era fatta inculare e aveva goduto come una pazza, aveva obbedito ai suoi ordini e aveva fatto un pompino a un estraneo. Si sentiva come schiava nei suoi riguardi e tutto questo le era piaciuto. Poi le sue parole quando parlando del suo culo…” Sei stretta, vedremo di allargartelo” Ma chi si credeva di essere…….