L’auto arrivò così sotto casa della mia Vaiolet, aveva accettato tutto e nei suoi occhi avevo visto per un attimo il lampo di voglia che si ripeteva a distanza di tanti anni. Ormai i giochi erano fatti, ma prima e questo a lei non lo avevo detto, avevo intenzione di fermarmi nella casa di montagna con lei e Sara, ci sarebbero state anche delle altre persone, e poi avremmo proseguito, ma prima un paio di giorni di relax come piaceva a me.
Lei e Sara si dovevano trasformare e soprattutto dovevano diventare uguali come due gocce d’acqua, non dovevano più sembrare madre e figlia ma quasi due sorelle gemelle eccetto che per la linea di cui la madre era più abbondante della figlia. Ma per la troiaggine, dovevano essere uguali. Sara, sua figlia aveva solo un difetto, i suoi buchi erano ancora stretti e io prediligevo le femmine sfondate dove una mano entra senza difficoltà sia in figa che in culo. Vaiolet lo sapeva, e sono sicuro che ne era preoccupata e aveva intuito che in Austria sua figlia ne avrebbe viste di tutti i colori. Vaiolet se la conoscevo come quella dei vecchi tempi mi avrebbe aiutato, per lei quando si parlava di cazzi, fighe e buchi sfondati non capiva più niente. Solo quella notte tra i barboni dietro all’’ Upim nella piazzetta lo riconosco avevo esagerato e lei era letteralmente scappata piangendo, le avevo fatto sfondare il culo , li sotto quei portici a quattro zampe come una cagna poggiata su dei cartoni che servivano per giaciglio a quelle persone. I maschi si erano dati il turno dietro a lei letteralmente rompendola in due. A quei tempi avevo lasciato la sborrata libera nel suo intestino, non mi andava di farle usare il profilattico. Lei li aveva presi nel culo e poi aveva succhiato e pulito quei cazzi come inebetita, piacere, dolore e lussuria si erano sommati in lei e…ad un certo punto era fuggita piangendo, avevo ancora presente il suo culo, da cui colava la sborra di quei maschi, quando si era alzata in piedi gridando….
” Basta non ce la faccio più “
E alzandosi, perdeva aria dal suo orifizio sfondato, qualche passo, il rumore me lo ricordavo ancora era stata una schiava perfetta ma quell’attimo fu la fine di tutto e non la vidi più, alla fine era come scomparsa. Non la cercai nemmeno, sapevo che aveva il mio numero di telefono. Seppi poi che si era sposata ed eccola qui a distanza di anni da quella fatidica notte scendere dalla mia macchina con un vestito che le metteva in risalto le forme; era tornata la mia puttana ed ora toccava a sua figlia.
Ma dovevo sbrigarmi, dovevo andare a prendere Sara e la sua accompagnatrice in stazione, dove sarebbe arrivata con quella specie di trenino modello metropolitana di Udine-Cividale. Le avrei dovute trovare in via del Vascello avevo dato li l’appuntamento alla sua guardia del corpo. Sara era ancora troppo giovane per girare vestita da troia in maniera impunita, doveva ancora maturare, causa eventuali avances di estranei avrebbe sicuramente preso paura e invece con l’altra donna le cose sarebbero andate in maniera perfetta abituata com’era a fare la troia e a dare le risposte pronte. Feci la rotonda di Piazzale d’Annunzio e scesi il sotto passaggio per girare subito a destra, proseguì così fino all’uscita posteriore della stazione, ero in anticipo, ora la notte sarebbe stata tutta di Sara. E le vidi, uscire dal sotterraneo, lo devo riconoscere, Sara era una splendida donna, non più ragazza e chiunque si sarebbe girato a guardarla non fosse per quella specie di vestito che portava. Lasciava scoperto tutto di lei , era come pronta all’uso. Era tenuta a braccio dall’altra donna, la mia puttana vera che la dirigeva, la mini che portava l’altra non era da meno, ma aveva già il corpo sfondato e sformato dalla vita che amava fare. Sapevo che non lo faceva neanche più per i soldi ma esclusivamente per prendersi cazzi in culo e in figa; ma ora toccava all’altra. Lampeggiai con i fari della macchina e uscì dal parcheggio dove avevo accostato. Mi raggiunsero e salirono immediatamente. Sara aveva odore di sudore e di sperma, non si era neanche lavata, si l’unica doccia che si era fatta lo aveva fatto pulendo la mia auto e ora era li; chiesi come fosse andato quel breve tragitto e la risposta dell’altra fu lapidaria…
” Promette bene la tua futura puttanella ha dato spettacolo in treno; si è fatta fare un ditalino e altro, dovresti sentire come puzza di piscio e sborra, è proprio un cesso, ma credo che agli studenti cui è stata offerta non la rifiuteranno, sono giovani e a loro piace la carne giovane con i suoi buchi; possiamo dire che è pronta è infoiata e piena di voglia al punto giusto”
Sara sentiva quelle parole, per il viaggio per il numero che aveva fatto in treno era ancora scossa, la voglia le era rimasta e quell’eccitazione malsana che aveva provato nell’aprirsi davanti a quell’estraneo l’aveva come fatta impazzire. Il piacere esclusivamente di testa che ne aveva provato era stato unico e ora lo sapeva non era ancora finito. L’auto con loro a bordo costeggiò la stazione e uscì in via Marsala per proseguire nella via dove si trovava la farmacia de Grassi per giungere al piazzale dove una volta c’erano i Vigili del fuoco; i semafori i loro lampeggianti gialli i classici rallentamenti e il cambio delle marce dell’auto erano in silenzio. E poi, poi furono all’altezza del negozio di articoli per il bagno…Loro erano in tre aspettavano tre giovani, tre cazzi pronti tutti per lei, una specie di tremore la pervase, paura, eccitazione, andava a battere era offerta il padrone l’aveva quasi messa in vendita anche se la puttana aveva detto che l’avrebbe data gratis . Ci fu il suo primo ordine…
”Sara allargale gambe e mostra la figa, ti devono vedere, la merce va esposta “
Lei era come inebetita, aveva lo sguardo perso e automaticamente allargò le gambe in modo che quella specie di straccetto che portava salisse all’inverosimile mostrandola tutta e lui per tutta risposta accese la luce di cortesia dell’auto piantando il raggio del faretto tra le sue cosce in modo che dalla strada si vedesse ben bene. E a quel punto dopo che l’auto si fu fermata davanti ai tre seguì un dialogo che non aveva niente di umano, Sara fu definita…..
” Bene signori vi ho portato la cagna che non vede l’ora di essere sfondata, naturalmente uno alla volta, uno sale in auto e gli altri due aspetteranno il loro turno, la puttana è calda e le potete fare di tutto, culo e figa sono a vostra disposizione…”
Ci fu un applauso e qualche risata, lungo quegli scalii c’erano altre troie che vedendo l’accompagnatrice di Sara non intervennero, la giovane tutto sommato portava via lavoro a loro, ma capivano che quella era una festa privata, considerando poi che gli studenti sono sempre squattrinati.
La luce di cortesia si accese, fu un lampo, mi prese alla sprovvista d’istinto mi portai le mani sul ventre nel tentativo di nascondermi ma lui con quella sua voce leggermente rauca per le sigarette che fumava….
” No cagna, sei in offerta mostrati, via quelle mani i tuoi estimatori ti vogliono guardare”
Facce anonime che mi guardavano erano i tre studenti che mi avevano già palpato ben bene quando ero finita in vicolo Florio con la mia accompagnatrice. Ma ormai li era finito l’effetto di quello che l’altra donna mi aveva dato, ero lucida . Quell’uomo mi ordinava di mostrarmi, e io come ipnotizzata da quella voce lo feci, spostai le mani in modo che tutti vedessero la mia micia. Ma non aveva finito:
Su le gambe metti le gambe sul cruscotto la merce la devi mostrare, toccati.”
Ero in trance mi stavo mostrando , mi toccavo, eseguivo i suoi ordini e lui un attimo dopo mentre le mie dita erano ormai entrate in me ….
” Il primo dentro, poi passerò a prendere gli altri, naturalmente dopo che il primo avrà sborrato ben bene. Culo e figa sono a vostra disposizione, se poi volete pulire il cazzo nella sua bocca fatelo pure. Sara non è altro che la mia cagna in calore …”
E il primo salì in macchina che partì immediatamente. Avevo il cuore che mi batteva all’impazzata e la voglia con mia grande sorpresa si faceva di nuovo sentire,. Non mi potevo dare pace, ero come ipnotizzata. L’auto fece il giro in piazzale Cella e si fermò esattamente nello spiazzo del benzinaio davanti all’Interspar. Paura , scesi accompagnata dall’altra donna e dal ragazzo. Le luci al neon mi illuminavano, alcuni metri e entrai nel vicolo pedonale che porta al supermercato. Mi sembrava di fare la camminata di un condannato a morte, stavo andando a farmi chiavare , lo sapevo, avrei potuto dire basta invece….Il vestito ormai era risalito, sentivo l’aria tra le gambe , stavo mostrando figa e culo come lo avevo fatto in auto illuminata dalla luce di cortesia; Li invece ora camminavo per la strada mentre una femmina mi accompagnava e dall’altra parte un ragazzo eccitato all’inverosimile che aveva già allungato le mani, sentivo il suo palmo sul culo mentre le sue dita cercavano di trovare il mio buchetto scuro. Cercai di divincolarmi ma la donna….
“ Sara, sei una puttana e lui è un cliente lascialo fare “
Così rallentai, quelle dita mi forzarono, scivolarono per un attimo si fermarono sulla mia rosetta e quel polpastrello iniziò a forzarla. Mi piaceva, mi vergognavo, mi stavo bagnando come una fontana e lui entrò dentro per la lunghezza di una falange , lui si divertiva con la mia pena e mi chiavava con un dito il culo e io nel mio marciume godevo. Poi girammo ora eravamo esattamente dietro la stazione di servizio dove puliscono le auto. Il muro era alto, non ci potevano vedere , appoggiata a quel muro una grata per mettere le biciclette a fianco , un barattolo per le immondizie, ma li tra quelle due cose…
”Sara, ti voglio nuda allarga le gambe e appoggiati al muro, mostra il culo, piegati leggermente in modo che la tua figa e la rosetta siano a portata.”
Respirai a fondo, e…..mi tolsi il vestito, me lo sfilai dall’alto. Ora ero nuda , mostrai la schiena, alcuni passi verso il muro…Non vedevo più i miei due spettatori, li avevo dietro a me, passo dopo passo fui contro il muro, l’aria della notte mi accarezzava, le mie palme toccarono quel cemento, chissà quante puttane erano passate da quelle parti e ora io non ero altro che una di loro….Mi piegai leggermente e allargai le gambe, avevo una posa oscena, sentivo gli occhi di quelle persone sopra di me…..poi l’ansare del maschio, mia accarezzò leggermente il culo, quelle mani che prima mi avevano quasi pizzicato , quelle dita scivolarono sulle mie natiche e iniziarono ad allargarle….Fu un attimo quelle dita scomparvero, un movimento e poi sentì il suo cazzo scivolarmi tra le natiche quasi volesse lubrificare la mia fessura; vi scivolò alcune volte, poi le sue mano furono sui miei fianchi, mi stava puntando, la mia farfalla……quei movimenti, quelle mani che quasi mi impugnavano per usarmi…Poi la punta del suo cazzo fu tra le mie grandi labbra e, iniziò ad affondare in me. Il cazzo si fece strada dentro la mia figa, lo stava facendo lentamente si voleva assaporare la mia figa che in quel momento era completamente fradicia, Mi sentivo una vacca, ero eccitata, avevo voglia, volevo essere piena E lui in quel momento mi stava riempiendo. Le mie unghie si ruppero contro il muro su cui mi ero appoggiata. Mugolai, non volevo ma le sensazioni erano troppo forti, mi stavano squassando e il piacere mi stravolse, ne uscì dalla mia bocca un “…..SIII……” roco contratto , agitai il culo come per invitarlo a darci dentro e lo assecondai nel su e giù che aveva iniziato in maniera sempre più veloce.
Ero nuda, in un angolo di Udine e mi stavo facendo brutalmente trombare alla pecorina. Non mi potevo definire neanche una puttana da camera d’albergo ne da macchina ero solo un buco per i passanti. E in quel momento i passanti erano i tre studenti squattrinati cui la mia accompagnatrice con il permesso del mio padrone avevano promesso che l’avrei data. Il cazzo d lui lo sentì gonfiarsi e iniziare a vibrare… presto la sborra, anche se si sarebbe fermata nell’intercapedine del profilattico, l’avrei sentita. Avrei sentito almeno il suo calore. Arrivò mi chiavo con rabbia, eravamo come due animali che si accoppiano, mi diede ancora qualche colpo poi si calmò lentamente, lo sentivo ansimare. La donna, la mia maestra esperta ci guardava con aria compiaciuta. Poi lui si sfilò. Rimase in piedi con il cazzo bene in vista con ancora attaccato il profilattico pieno del suo piacere. E in quel momento mi arrivò l’ordine della mia maestra se così la possiamo chiamare….
” Sara, sfila il profilattico e pulisci il cazzo del signore, su finisci di fare la puttana “
Io nel frattempo ero ridotta a una sonnambula. Mi ripresi , fui davanti a lui …per…accucciarmi di nuovo, per avere il cazzo del maschio a pochi centimetri dalla mia faccia….Sfilai il profilattico poi iniziai a slinguarlo…lo pulivo, mi facevo schifo , mi odiavo ma nonostante tutto quell’umiliazione mi eccitava ancora di più ero ridotta a una bestia che ringraziava e puliva il padrone e in quel momento il padrone non era quel ragazzo ma esclusivamente il cazzo di lui che mi aveva dato piacere. Finì e dopo aver rimesso il cazzo nei pantaloni di lui, la mia accompagnatrice gli disse di seguirla,chiamò al telefonino il suo padrone, poi rivolgendosi a me.
“ Il posto sembra tranquillo, tu rimani qui tra un momento arrivo con il secondo maschio, non serve che tu ti vesta, anzi rimani nuda è un ordine “
A quelle parole presi paura, li nel buio, con un’unica luce che arrivava da oltre quel muro, sarei dovuta stare nuda. Mi accucciai , cercai di prendere lo straccio di vestito che era per terra su quell’asfalto lurido, lo strinsi in mano…ora ero sola, in lontananza arrivavano i rumori del traffico, non mi rimaneva altro che aspettare il secondo cliente; stavo facendo la troia, non lo facevo ancora per soldi, ero come offerta per fare pubblicità, lo sapevo, presto la voce tra gli studenti si sarebbe sparsa, avevo sentito chiaramente la donna dire al maschio…
”Ora è gratis ma con la prossima volta la troia sarà a pagamento e per gli studenti una chiavata solo 20 euro, come hai potuto sentire non lo fa per soldi ma lo fa perché è una viziosa, alla ragazza piace il cazzo ma soprattutto piace essere umiliata; vedi di spargere la voce una festicciola tra le auto in camporella sarebbe l’ideale così che lei può tirare fuori tutta la sua troiaggine e voglia; naturalmente alla fine la dovrete lasciare esausta di piacere.”
Erano parole terribili , mi paragonava a un oggetto, a una viziosa e era vero, ma nonostante tutto quelle parole crearono in me un eccitazione unica…
CONTINUA