Partirono le due auto, dopo un pezzo tortuoso imboccarono la caretera centroamericana, la strada che attraversava tutto il Guatemala, per continuare poi in sud America, una strada trafficata, erano due auto una di scorta e l’altra con loro tre e l’autista. Arrivarono così a Citta del Guatemala al Camino Real, l’albergo che faceva loro da base…..Lungo il tragitto M….fece una telefonata, parlò in thai e qualche parola di cinese cantonese, chiedeva una guardia del corpo per le due donne, lui si sarebbe dovuto fermare in albergo, loro volevano andare ad Antigua , la vecchia capitale alcuni chilometri da li . Si era rivolto ai proprietari della casa di massaggio, loro sapevano che era amico di madame Fong e a una persona così non si poteva rifiutare niente…e poi da loro era giunto un altro cinese a controllare l’andamento….Il Portinaio, vecchia conoscenza di M….e anche di lei: l’uomo di ghiaccio. Giunsero così all’albergo, e alla reception li stava aspettando un asiatico, come li vide fece in segno con la mano e si avvicinò a loro. Le due donne intanto andarono in camera, M….si fermò con l’asiatico parlandosi fitto fitto. L’uomo riconobbe lei, la femmina dei filmati, la schiava bianca, quella donna che era vissuta in una gabbia per giorni masturbandosi davanti a un pubblico di maschi infoiati e vivendo letteralmente del loro sperma, una femmina fatta per il letto e per dare piacere, schiava dei suoi sensi che godeva nel vedere i maschi infoiati e ad umiliarsi davanti a loro chiedendo cazzi per bere il loro contenuto……Le piaceva essere sporca e ne godeva, una così non si trovava tutti i giorni…… i suoi occhi lampeggiarono per un momento ma il suo viso rimase senza espressione. Guardavano tutti lei che saliva in camera, portava un paio di pantaloni corti che mettevano in risalto le sue gambe una camicia annodata in vita, i suoi seni si muovevano , si capiva da lontano che non portava intimo , in più i camperos le davano un aria da sbarazzina, la sua testa mora con i capelli tagliati corti le davano invece un aria da gatta . Susy era in Jeans e un maglione di cotone con un paio di scarpe basse. La coda di cavallo le stava bene , aveva gli occhi stanchi ma un sorriso da sorniona che era invitante …In camera si cambiarono velocemente, solo la parte alta, lei indossò una maglietta leggera che le metteva in risalto il petto, le si vedevano sotto i capezzoli turgidi e un occhio attento poteva capire che erano inanellati….in ascensore lei chiese a Susy che cosa volesse dire farsi prendere da un cavallo….
”Devastante e umiliante , ti rendi conto che mi sono fatta un animale, una bestia con un cazzo lungo quasi un braccio, un potere immenso, sono riuscita a farlo godere, mi sono sentita anch’io una cavalla… è stata la ricerca estrema del piacere e del vizio, non so se ero più eccitata per quel cazzo che mi stava per sfondare o per il mio esibizionismo, lo facevo davanti a un pubblico, mi sentivo puttana……. mi piaceva, quando ritornerò a Wienna chiederò a un mio amico di portarmi in un bordello…puttana, si puttana per alcuni giorni, cazzi estranei che mi pagano e io sono solo un oggetto, devo provare…..la tua esperienza nella gabbia mi ha eccitato……. .”
Il cinese le aspettava e le caricò in macchina per fare l’ultimo giro, Susy sarebbe partita nel pomeriggio e lui e lei si sarebbero diretti sul lago Tikal. M…aveva qualche dubbio, le frasi dello spagnolo gli avevano dato una certa inquietudine era la prima volta che non sapeva decidersi, a quella donna ci teneva e non l’avrebbe voluta perdere per tutto l’oro del mondo. Era in camera. trasmise gli ultimi dati del lavoro che aveva fatto e prese la decisione, una isoletta della Grecia sarebbe stata l’ideale per loro, c’era una villa isolata a Simy dove avrebbero potuto passare una settimana di sesso e sole , solo loro due e nessun altro, se la sarebbe potuta godere e il suo corpo si sarebbe abbronzato in maniera perfetta. Si, il suo corpo quel corpo che aveva fatto urlare di piacere fino al parossismo e che aveva fatto impazzire i suoi occhi. Scese alla reception per fare la prenotazione su un volo per l’Europa , sarebbero partiti il giorno dopo, Tikal poteva aspettare e Don Josè tutto sommato aveva ragione, i fanatici è meglio lasciarli perdere. Nel frattempo l’auto con le due donne e l’autista si stava dirigendo verso Antigua, il cinese si era accorto. Un’auto li stava seguendo, non disse nulla, la teneva sotto controllo nello specchietto, telefonò alla casa di massaggi per chiedere aiuto. La famiglia Hann era potente e poi non potevano perdere la faccia davanti a un rappresentante di Madame Fong……
Fu un attimo e il susseguirsi di eventi , a un incrocio un grosso autocarro sbucò all’improvviso e speronò il muso dell’auto, fu una botta fortissima, perse il controllo e l’ultima cosa che vide era l’autista del camion, il titolare di un bar che conosceva poi i suoi occhi si annebbiarono e svenne, Dall’auto dietro loro scesero quattro uomini e aprirono le portiere, le due donne erano stralunate dall’urto, Susy cercò di fare resistenza ma una legnata in testa la fece andare nel mondo dei sogni e cadde riversa sull’asfalto… presero lei, cercò di dibattersi ma un batuffolo di cotono imbevuto di etere le fece perdere conoscenza. La caricarono in spalla e la gettarono nel cassone della macchina dove velocemente le legarono gambe e braccia …fu uno sgommare, scomparvero tutti, rimaneva Susy ferita e il cinese che si stava lentamente riprendendo, lo avevano scambiato per morto. Giunse la notizia in albergo portata da un poliziotto, M…si sentì come una tigre in gabbia, da una parte la polizia che voleva notizie dall’altra sapeva che non poteva perdere tempo . Le carte di Mama Dolores si stavano avverando, l’incidente lo scontro era il diavolo, confusione caos nel senso spregevole . La luna piena sarebbe stata tra pochi giorni e loro avevano tempo solo per quei pochi giorni, chiamò Don Josè che si precipitò all’albergo, arrivarono anche i cinesi, uno dei loro era all’ospedale, era ora per loro una questione di principio. L’autista li aveva già avvertiti sapevano chi guidava il camion e in un paese dove imperversavano gli squadron della muerte, bandidos e regulares rapimento più rapimento meno nessuno ci avrebbe fatto caso. Nel frattempo l’auto con lei si era diretta verso la zona delle baracche dove non sarebbe entrata la polizia ne nessun altro, si fermò dinanzi una catapecchia e……… presero lei dal baule, era intontita, terrorizzata, l’uomo la fece mettere in piedi e le tagliò i lacci che le bloccavano le gambe, le sue gambe lunghe e nel far questo la sua mano scivolò sulle sue cosce come per saggiarne la consistenza, lei ebbe un brivido di disgusto, la paura l’attanagliava……fu fatta salire , una stanza spoglia con le finestre chiuse, solo una lampadina accesa penzolava dal soffitto dando un’ idea di squallore…..un letto semi disfatto , dalle lenzuola sporche. La fecero spogliare, cercò di coprirsi, tremava….. ma un ceffone le rintronò la testa. Cresceva la paura, la ammanettarono alla spalliera del letto, ora era li nuda e …..il primo uomo le fu sopra, per loro era quasi una dea, sapevano che la dovevano sacrificare……sentì il cazzo entrargli, senza preamboli, la stava prendendo come una cosa, cercò di gridare , ebbe una mano sulla bocca mentre l’uomo la stantuffava, non sentiva piacere quel cazzo non lo voleva , non lo sapeva neanche lei, aveva fatto letteralmente la puttana ma sempre per sua volontà, li era costretta, lo sentì gonfiarsi e poi eruttare il lattice bianco…..non fu che il primo, poi ci furono anche altri, la prendevano in continuazione, lei era come ipnotizzata. Le furono in figa, in bocca, dovette succhiare, con un coltello alla gola e succhiò con avidità non lo sapeva perché, se per paura o per dimostrare a quelle persone quanto fosse femmina calda, bevve la sborra, la lavarono letteralmente, aveva quel lattice vischioso tra i capelli, sul volto, sui seni e loro continuavano , poi la girarono e la presero da dietro, questa volta ben paghi le ammanettarono anche le gambe e le misero un cuscino sotto la pancia, era cosi, quasi in croce e approfittarono del suo culo…..fu presa e presa, le facevano male, la forzavano con le dita e con i cazzi,, piantati in lei fino alle palle per riempirla, non riusciva neanche più a gridare, così costretta, il suo masochismo stava aumentando, costretta, forzata, di li a poco forse l’avrebbero uccisa, non sapeva, non capiva che cosa le stesse succedendo, si stava bagnando anche lei, contro la sua volontà il suo corpo rispondeva a quegli stimoli violenti, sul lenzuolo tra le sue gambe si era ormai formata una pozza di piacere….era esausta……e per finire quando gli uomini non ce la fecero più la forzarono con una bottiglia nel culo, gridò con tutta la forza che aveva in gola poi svenne……
L’autista del camion era seduto nel suo bar, avevano fatto tutto, la splendida donna era stata rapita, era contento; beveva una birra e pensava a quelle magnifiche gambe quando un ombra gli fece alzare gli occhi…..era il portinaio, fece per fuggire ma dietro a lui come un serpente era giunto M…… non si mosse abbassò la testa, sentì la classica frase
“donde sta? “…
”No puede ablar”
“Oh si tu parlerai e mi racconterai tutto”,
Così gli rispose il cinese, “mi dirai tutto ciò che voglio” e dicendo ciò mise sul tavolo un piccolo generatore portatile. L’uomo capi, capi che era spacciato e non aveva via di scampo……..furono alcune ore di violenza portata all’estremo, non erano più uomini ma animali, a M…..era uscita tutta le freddezza dei suoi e la ferocia del sangue slavo che gli scorreva nelle vene. Violenza allo stato puro, silenziosa, cattiva fatta per far male . Alla fine parlò, disse tutto, il nome del tempio dove sarebbe stata sacrificata, la località e io il giorno. Avevano ottenuto tutto, anche la vita dell’autista…l’altra carta dei tarocchi, la morte iniziava a falciare……. uscendo chiusero la porta del locale con il classico cartello: torno subito……. La loro auto lasciò la via e si diressero verso la fattoria….qui iniziarono i preparativi. Macete, armi, alla fine erano in nove, come i nove templari fondatori dell’ordine; tre bianchi, M….Don Josè il suo capo mandriano, due negri che li mandava Mama Dolorese quattro asiatici tra cui una nostra vecchia conoscenza, il portinaio, li avrebbero intercettati al tempio, loro erano in vantaggio, sapevano il giorno. Cosa le faranno chiese M……le rispose .Mama Dolores,
“E’ una donna in mezzo a tanti uomini , il rito del serpente è un rito sulla fertilità e lei è molto bella , lo puoi capire da te”
La carta sul tavolo ora era la torre, la caduta, la distruzione, seguì la giustizia…soppeserai il tutto, poi verrà tagliato tutto con violenza , la carta della giustizia ha quel significato; i FongSoy in quel momento parlavano per mezzo delle carte e il Taipan ascoltava , ma si sarebbe fidato di più se fosse stato con i suoi Meo ( tribù guerriera del triangolo dell’oppio tra Thailandia e Laos). Ma era tutto quello che aveva…che cosa le avrebbero fatto? Non poteva permetterlo e non aveva nessuna voglia di perdere quella donna.
Si risvegliò nel baule della macchina, scossoni, dolori in tutto il corpo, un caldo soffocante e un senso di nausea indescrivibile, le veniva voglia di piangere, aveva perso la cognizione del tempo , curve e altri scossoni, si accorse che avevano preso una pista, le buche si sentivano……Sentì che si fermavano e qualcuno che armeggiava alla serratura del cofano ….Uno spiraglio di luce un po’ d’aria fresca, poi aprirono di scatto….dal buio pesto una luce accecante, fece per alzarsi e solo in quel momento si accorse che era stata legata di nuovo mani e piedi , non si poteva muovere. La tirarono su brutalmente e fu buttata per terra , una terra rossa con granuli scuri, ex lava di vulcano….era completamente nuda, coperta di piacere e altro piacere le aveva inzaccherato l’interno delle cosce, sentiva che puzzava, odore di sudore, paura, piscio e altro…… sentì una mano che le palpava il seno, una risata crassa, udì il termine guapa..avrebbe voluto fuggire …..Tagliarono la fune che le bloccava le gambe e una mano la mise in piedi, barcollava, un nodo scorsoio le fu messo attorno al collo e un fortissimo strattone la fece quasi soffocare, fu fatta correre in cerchio, era un oggetto in mezzo a quattro uomini che si divertivano vedendola in quello stato. Urlò, cadde, le furono addosso, in particolare uno , le prese la faccia e la schiacciò sul cavallo dei suoi pantaloni, puzzava ebbe un senso di ribrezzo, non ce la faceva, le misero un dito in bocca come per forzarla, le tapparono il naso, aprì la bocca…un colpo di scudiscio , una striscia rossastra sulla sua schiena come un merletto fatto dal male , un dolore fortissimo, ebbe un cazzo in bocca, sputò, ingurgito, scosse la testa con rabbia, fu bloccata poi ancora cazzi , sperma, puzza non ce la faceva, vomitò anche l’anima, svenne gli uomini attorno ridevano era una bambola di pezza nelle loro mani. La svegliò una secchiata d’acqua gelida, li nel fango aveva un respiro affannoso, un uomo le pisciò addosso …Si sentiva sporca, non era come nella gabbia, li era andata di sua spontanea volontà, qui era costretta, forzata , non c’era piacere ma solo paura, esausta era li a terra nel fango fatto d’acque e di ……..la lasciarono stare per un momento, tre entrarono nella casa mentre il quarto si fermò a guardarla fumandosi una sigaretta…….. era semi svenuta in quella pozza schifosa….poi un altro colpo di bastone e fu costretta a rimettersi in piedi, prima in ginocchio, respirava appena e lacrime dai suoi occhi si mischiavano alle tracce di piacere dei suoi aguzzini che aveva ancora sul volto. La costrinsero in una stamberga, attorno a loro la foresta, da dove si trovava credeva l’avessero messa in un porcile dalla puzza che c’era, avrebbe voluto lavarsi, togliersi tutto quello schifo che le avevano iniettato e spalmato addosso. Fuori dalla porta una guardia, gli altri erano nella casa li vicino. La luna stava sorgendo la falce sempre più grande, presto sarebbe stata piena….Sola, nel buio completamente nuda, solo una striscia di luce che entrava tra le tavole rotte della capanna, era seduta per terra, sentì una presenza …aguzzando la vista di fronte e lai un ombra acquattata, era un cane, le si avvicinò mugolando e le poggiò la testa sulle gambe, pensò a lei quando poggiava la sua testa sulle gambe di M….., la sua cagna, ma quel cane era un’altra cosa, il cane lo riconobbe era corso davanti a loro quando in auto erano andati al rito della Santeria, lei e Mama Dolores. Babalu Aye il dio era in quel momento li con lei. Ebbe un leggero sorriso e accarezzò il pelo folto dell’animale che ebbe un mugolio di contentezza…..
Una notte con la luna crescente, la foresta era tutto un sospiro con i suoi rumori, ma i nove anche in quel buio pesto stavano marciando di buona lena, tra un momento si sarebbero fermati, Don Josè guardava camminare M….el gringo tiene los coiones, ha grinta e non molla, a quella donna ci tiene. Con questi ragionamenti il suo sangue spagnolo era li in quelle parole, nel momento della verità bisognava essere uomini, e M…lo stava dimostrando. Loro, gli spagnoli erano europei e bianchi fino al mento, ma dal mento in giù lui Don Josè era spagnolo di razza, il gusto del sacrificio e del sangue quello delle cinque della sera era un Maciupines, si fregò le mani tra non molto si sarebbero divertiti. Durante quella notte Susy era in ospedale con la testa bendata, la vennero a prendere e la portarono in aeroporto, l’aereo era un volo diretto per l’Europa, fu messa tra due sedili e le diedero del sonnifero, ormai lei con il centro America aveva chiuso e Wienna la stava aspettando, un paio di giorni di viaggio, pensò a lei….era sicura che l’avrebbero salvata ed ebbe un sorriso prima di addormentarsi….la devo ancora amare ci dobbiamo divertire con lo stallone del castello e poi mi deve vedere fare la puttana in un bordello, si addormento con questi pensieri….
CONTINUA